Faerûn's Legends

un passato che ritorna

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Little Ariel
view post Posted on 13/11/2007, 14:56 by: Little Ariel




Ariel stava passeggiando tranquillamente quel giorno, godendosi per una buona volta il suo turno di pausa dopo la ronda. Era felice, le cose procedevano bene...
Distrattamente osservo una figura in mezzo ai rifiuti accumulati al bordo di una strada, le sembrò un cagnolino così si acquatto e gli fece delicatamente segno di venire... la figura zompò fuori con gli occhi ardenti, correndo e azzannandole la mano ferocemente prima di proseguire oltre.
Ariel venne spinta indietro dall'impeto della bestia, che proseguì in fretta e furia la sua corsa verso il cuore della città. "Un lupo a Suzail?" pensò mentre si rialzava, la mano grondante sangue. Si guardò intorno e la inseguì, ma la bestia era troppo veloce e notà appena il suo manto rossiccio prima che delle guardie a cavallo la trafissero con le lance e la buttarono nei rifiuti. Rimase confusa mentre si fasciava con difficoltà la mano...


Stava tornando dal suo orto e dirigendosi verso i Vecchi Vigneti, della quale ogni tanto si prendeva cura per conto del suo amico Akrom, quando davanti alla casa del fabbro incontrò Will che le corse incontro, preoccupato. "Ariel, cercavo proprio te vieni a vedere!" esclamò il guardaboschi quasi trascinandola per un braccio fino al giardino.
"Calma Will, adesso cosa succede?" chiese Ariel mentre osservava l'amico chinarsi facendogli vedere delle strane impronte animali sparse ovunque. La paladina aggrottò la fronte, non conosceva di certo le tracce bene come Will ma erano decisamente strane... e poi Akrom non aveva un cane!
Sfruttando le chiavi in possesso di Ariel entrarono nell'orto dei Vecchi Vigneti, cercando qualche inidizio in più quando furono raggiunti da Melyssa e Moonlight. Le fecero entrare e solo allora ricollegò tutti i tasselli... Paul l'aveva informata del ritrovamento di uno strano Corno, di demoni e di Akrom in pericolo. Allargo le braccia osservando il cielo, ormai rassegnata ai guai che susseguivano l'un l'altro, poi osservò la sacerdotessa di Chauntea chinà su del terreno smosso. "Qui è dove è stato ritrovato il Corno, Ariel... avevo seminato una piantina, ma stà morendo" disse Moonlight scuotendo leggermente il capo, poi prese una pozione e la versò a terra, invocando un flebile canto alla sua Dea. La pianta riprese vigore, anche se, Ariel lo sapeva, sarebbe durata ben poco...
Non potevano far nulla se non avessero trovato prima Akrom, quindi lei e Moonlight si diressero a Le Fauci del Drago per mangiare un boccone...

La locanda era quasi deserta e mentre le due ragazze parlavano del più e del meno la porta si spalancò all'improvviso, seguita da una folata di vento che fece quasi spegnere le candele sui tavoli. Akrom rimase sulla soglia guardandosi intorno, con il respiro affannato e il volto pallido come uno spettro. Quasi sospirò nel vedere finalmente due faccie amiche, e subito la sacerdotessa lo spronò di entrare e di sedersi.
Akrom disse di aver trovato le impronte fuori la casa e che per sapere di cosa si trattasse toccava andare ad ispezionare il luogo... si incamminarono fino alla fattoria, stando ben attenti a non esporre il fabbro a pericoli, e una volta davanti a essa incontrarono Kurgas, Will e Louis. La casa, dopo una veloce ispezione, sembrava deserta.
Non rimaneva che partire e dirigersi verso la Tribù dell'Albero Fantasma, come consigliato dallo gnomo, e parlare direttamente con la veggente Hala.
I preparativi furono rapidi, era evidente che il mastro fabbro voleva liberarsi di quel dannato Corno e ristabilire la quiete nella sua vita.


Ariel si guardò circospetta mentre avanzava verso le porte del villaggio. Il piccolo barbaro aveva avvisato il gruppo che solo grazie alla concessione del capovilaggio Gunther dei forestieri potevano accedervi, ma nell'assoluto silenzio.
Muta, proseguì diritta, alzando gli occhi al cielo alle prime goccie di pioggia, lasciandole scorrere sul viso. Era tesa, riteneva che il centro di una tribù di barbari Uthgard non fosse proprio il luogo più sicuro dove stare... poi si arrestò, e volse lo sguardo davanti a se, dove vi erano Gunther su un trono e la veggente Hala, seduta su antica roccia.
Parlarono in una lingua incomprensibile ad Ariel, il che la mise ancora di più a disagio... una leggera smorfia le increspò il viso quando ricevette la notizia che a fare da intermediario era Kurgas.
Sospirò.
La pioggia continuò incessante, e il discorso si protrasse a lungo... la paladina sgranò gli occhi quando vide Kurgas, furioso, tentare di distruggere il Corno. Al contatto, una luce abbagliante investì la zona e scaraventò metri più in là lo gnomo. Ariel, quando scostò il braccio dagli occhi, notò che Hala scosse il capo.
Poi improvvisamente Gunther scattò in piedi dal suo trono, mettendo all'erta tutti i barbari. Qualcosa li stava spiando.
Il via vai di uomini era impressionante, correvano in ogni direzione in cerca di qualcosa che non avrebbero mai potuto trovare. E vi era un solo modo per non lasciare tracce, il volo. Hala aveva menzionato un possente demone alato che dava la caccia al povero Akrom con una spada, che fosse lui?
Poi, in un attimo di tranquillità, la veggente disse che in una sua visione aveva visto la prima bestia che dava la caccia al Corno e al suo possessore, e una ragazza dal mantello purpureo e i capelli rossi.
Tutti si volsero a guardare la paladina che solo allora comprese.
Il canide che l'aveva assalita, dagli occhi rossastri e il manto rossiccio... era simile ad alcune bestie che aveva incontrato delle Caverne di Fuoco. Un sicario per Akrom.
Quel Corno doveva allontanarsi da lì, era un pericolo per il loro villaggio, era un pericolo per tutti.

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Non potevano abbandonarlo.

Non potevano tenerlo.

Non potevano distruggerlo.


Tornati a Suzail, Ariel concordò con Akrom che era meglio se dormisse in locanda. Non poteva lasciare un amico con la morte sul collo, aveva sempre aiutato Akrom e avrebbe sempre continuato a farlo.
Contattò in privato Joswar, Eairin ed Elve Snow... forse il Concilio dei Druidi di Quercia Nera potevano trovare un modo per liberarsi di quel Corno.
 
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