Faerûn's Legends

La Maledizione degli O'Doyle

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Nahia
view post Posted on 3/11/2007, 15:08 by: Nahia




Da un pò di tempo a questa parte le feste cui partecipava Layla non andavano per il verso giusto.
Finiva quasi sempre in una rissa da locanda e nella conseguente ricerca di un rifugio dalle bottiglie svolazzanti, i colpi di sciabole arruginite e gli scomposti ganci di avvenenti ubriaconi, frequentatori sì assidui delle bettole e sì inclini alla dissoluzione che quasi non ne erano già più che un ornamento o parte indossolubile affinchè il luogo assumesse il nome che più gli donava, ossia Bettola.
Ma, si diceva che questa volta sarebbe andata più che egregiamente. D'altronde era o non era il matrimonio di quel povero diavolo d'un Calvado?
Secondo il modesto parere di Layla, quella serata più che di festa sarebbe stata di ossequioso cordoglio per l'abbandono di una parte di un compare che si afflosciava a terra come le sottane che mai più le dolci fanciulle della più svariata estrazione avrebbero avuto il privilegio di veder sollevate dalla mano esperta del Capitan. Come mai quei candidi pizzicotti e palpatine che tanto impreziosivano la sua personalità si sarebbero più fatte spazio e scatenato le simulate ire delle donzelle che in fin de conti eran solo avide d'attenzioni e conferme d'appetibilità che i clienti dei bordelli non sapevano che esprimere con la bava alla bocca.
Quella sera, la noiosa cerimonia si snodò tra le lacrime dei sensibili che si mescevano alle ridacchianti espressioni d'una Layla che alla sensibilità non mancò di mostrarsi così poco incline da suscitare il rimprovero del buon Dyrel, insistente nel farle riscoprire i segreti del cuore in un amore impossibile con quel nano dal nome impronunciabile.
Quando poco dopo si aprì a lei quello che era stato il prescelto loco di ricevimento, ella ne fu così rapita che quelle lacrime trattenute durante la cerimonia fecero finalmente la loro comparsa mentre con voce commossa ordinava la prima razione di rum, e la seconda, e la terza.
Disponendo la fila di boccali, svuotatisi per appena il tempo di consegnarli, l'intestata tolleranza all'alcool non tardò a palesare i suoi attendibili effetti.
Principiando una discussione priva di qualsiasi morale, insegnamento, punto di arrivo e partenza, Layla ebbe il privilegio di conoscere una persona di spicco per quei luoghi: "O'Doyle PaldiFerro", Lo chiamavano.
"Ma chi? Il Celeberrimo Pappone?" con voce biascicata chiese Layla.
"Io preferisco considerarmi Protettore. Anzi.. vi vedo così poco protetta qui tra questi burberi.. che ne dite di salire in stanza.. così posso meglio proteggervi!"
V'era qualcosa di iniquamente insidioso nel tono del vecchio O'Doyle.. ma la Mezzelfa non se ne avvide, impegnata com'era a seguire col dito le pieghe dell'ampia tunica, che le era stata prestata, con un'espressione stupita e incredula disegnata sul volto. "Non credevo ci foss...ero.. così tante curve"
Il tipo la invitò di sopra con le buone e con un tono così accondiscendente sull'argomento da lei trattato da apparire persino rassicurante sul fatto di non essere ubriaca, come invece cominciava a credere.
"Vieni di sopra.. Ti mostro quante curve ci sono ancora da scoprire su ciò che indossi e non" Disse ammiccante.
Layla s'intenerì per tali attenzioni rivoltele, tanto da voler ripagarle portandogli di sopra la cena. Uno stufato.
Accorgendosi di avere un pò di sterpi sulla tunica.. li strappò con molta fatica.
"Ehi.. Spezie!" Disse Layla afferrando quel fatale traliccio di Belladonna.
Le aggiunse sbriciolate con un sorriso benevolo alla carne succulenta e lo portò con fatica al suo amabile protettore.
"Su su.. stenditi sul letto, non farmi perder tempo!"
"No! Prima lo Stufato!" Sorridendo maliziosa.
"Uff.."
Egli preso dalla fretta di una serata intima cui lo stufato faceva da unico ostacolo non tardò a trangugiarne il contenuto senza osservarne il condimento e subitanea la reazione del veleno di cui la Belladonna era portatore non gli permise neanche di calar le braghe.
Layla si stese sul letto come ordinato "Ora sono pronta!!"
L'uomo barcollava.. si mise una mano alla gola facendo i versi tipici del soffocamento, con una mano protesa e supplicante aiuto e un orribile espressione che gli contorceva il viso, infine cadde esamine sul corpo di una Mezzelfa dormiente per la troppa attesa e l'alcool.
Questi furono gli ultimi atti della vita di O'Doyle PaldiFerro.

Edited by Nahia - 6/11/2007, 15:33
 
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