Faerûn's Legends

Lo schiavo.

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Adry_
view post Posted on 8/11/2006, 15:13 by: Adry_




Un'altro piano, l'ennesima accozzaglia di idee caotiche e confuse, un'ultima possibilità di riuscire.
Confusione, dolore, rabbia.
Non poteva lasciarlo lì, non poteva andarsene. Un verme, ecco cosa sarebbe stato. Certo, fosse stato nei panni del prigioniero, non si sarebbe aspettato una liberazione, da parte di nessuno; Garret il Senza Coscienza, che rischiava così tanto per salvare un'altro?
Ma forse non era un semplice "un'altro", quello scaltro halfling dal sorriso pronto.

Si sentiva in colpa, e forse un pizzico d'orgoglio giocava la sua parte: doveva, voleva farcela. Aveva detto a Taria, Fel, Horeness e gli altri che sarebbe tornato sol sangue: si sarebbe presentato a mani vuote e con Dudoc schiavo dei thayan?
No, non poteva.
Un ultimo, disperato, piano.

[...]

Il cappello nero appuntito posato sul tavolo, lo scuro bastone da viaggio poggiato alla parete, ed un libricino aperto tra le gracili e pallide mani: Thant Mo'had se ne stava rintanato in un buio angolo del Cadavere Ardente, quando Imoden lo notò.
Avvicinandosi, il guerriero notò la testa completamente rasata dell'uomo: la luce che filtrava dalla piccola finestra, rifletteva su un elaborato tatuaggio runico, che percorreva testa, nuca e gran parte della fronte. Due grandi, anche troppo, orecchie adornavano un viso asciutto, dal mento pronunciato e le labbra sottili, perennemente umide.

"Salve. Avete per caso letto una lettera giunta recentemente all'enclave?"

L'asciutto mago sorrise appena, annuendo, e invitando a sedere Imoden e Anthonius, che nel frattempo era sceso dalle stanze al piano di sopra della vecchia bettola.
Thant chiuse il libro, e si sporse in avanti, poggiando l'affilato mento alle mani, per guardare bene i due uomini.
Parevano in forma, ben scolpiti nel fisico, uno di loro, Anthonius, attirò particolarmente l'attenzione del Mago Rosso.

"Lo schiavo...."
La voce dell'uomo pareva un sibilo, i suoi movimenti, a tratti sinuosi e a tratti statici, parevano quelli di un'affamata serpe.
I tre decisero di continuare la discussione e l'eventuale contrattazione in sede diversa e, dopo un buon calice di vino, si allontanarono per raggiungere la casa di Anthonius.


[...]

Il trucco sembrava credibile, non gli restava che "farsi odiare" dai due zhentilar, sembrargli ripugnante o qualcosa di simile, in modo da ridurre il più possibile la durata dell'incontro.
Garret non aveva niente contro i due, anzi; al posto loro, probabilmente avrebbe agito ugualmente e avrebbe cercato di guadagnare qualcosa da tutta la faccenda. Ma ora importava liberare Dudoc prima e, se gli dei lo volevano, il sangue di uno dei due.
Non gli restava che affidarsi a Thant, in quanto il mercante aveva miseramente fallito, e al rispetto e fama che i Maghi Rossi di Thay godevano in quella città.

[...]

In un' accogliente casa, troppo luminosa per i gusti del perverso mago, la merce venne presentata: pareva un piccolo bimbetto, sporco e ferito, ma con una particolarità: del trucco, o qualcosa di simile, su tutto il viso e, in particolare, attorno agli occhi.
"Dovrò insegnarti a truccarti, piccolo mio..."
Sorridendo accarezzò più volte il bimbo, che si ritraeva disgustato; questo non fece altro che rilasciare del trucco sulle mani del mago. Il "bambino" ne pareva coperto.


[...]

Di sicuro nel Thay un halfling vale molto meno di un mezzelfo o di un umano: la statura, la scarsa forza e il poco rispetto avrebbero fatto scendere il prezzo della merce. Rischiando un po', il Mago sarebbe dovuto riuscire a "smascherare" Dudoc.

[...]

"Togliti le scarpe!" tuonò Mo'had, ritraendosi schifato, le mani piene di trucco.
"Orrore! Uno schifoso mezz'uomo! Volevate ingannarmi, è?"
Il mago studiò le facce dei due: parevano meravigliati almeno quanto lo era lui: no, non volevano imbrogliarlo, lo erano stati a loro volta.
Il patteggiamento proseguì, discutendo sul valore della merce. Thant fece capo alla fama e al rispetto dei Maghi Rossi, ma a quanto pare i famigerati incantatori non erano cos' rispettati in quella città: sicuramente avrebbe protestato all'enclave!
Quei due lo trattavano come un mercante di spezie, come un allevatore, altro che rispetto!
Infine si decise per la cifra di duemila pezzi d'oro. Un prezzo improponibile, ma Thant non poteva spingersi oltre nell'insistere. Si diresse camminando curvo verso la banca, a prendere i suoi soldi.


[...]

"Duecento pezzi di platino! Assurdo!"
Garret doveva far ricorso a tutti i suoi risparmi, dal primo all'ultimo. E, come scoprì poco più tardi, non bastavano nemmeno quelli.
I risparmi di tutta una vita di vagabondaggi e avventure, monete, pietre e gioielli.
Ne valeva davvero la pena?

[...]

Il Mago Rosso rovesciò un sacchetto di gemme e preziosi sul tavolo della casa di Anthonius, il calishita. Accostò ad essi un sacco colmo di monete, all'incirca centosessanta pezzi di platino, cinquecento d'argento e qualche decina tra rame e oro.
"Signori, questa è la mia disponibilità: le monete, le gemme e il resto sul conto dell'enclave. E' la mia ultima offerta."
Thant la Serpe sperava che i due accettassero, in fondo l'enclave portava solo guadagno alla città, e ci avrebbe pensato Silas a sistemare i conti.
"E sia." esordì Anthonius, mettendo via i soldi e le gemme.


[...]

Pareva avercela fatta, per ora, almeno Dudoc era salvo: al diavolo i soldi, tanto li avrebbe comunque sperperati in vino e altre frivolezze.
Il giorno prima pareva essere andato tutto storto, Tymora aveva voltato loro le spalle, per non parlare della "vera" fede del bardo, dimenticata ormai da tempo.
Mancava solo il sangue.

[...]

Con il contratto di scambio in mano, Mo'had seguì i due prestanti uomini in uno studio privato.
"Solitamente, a questo punto, i clienti storcono il naso o non approvano le tradizioni thayan; purtroppo però, per ufficializzare il tutto, è necessario firmare il contratto. In questo modo, lo schiavo sarà definitivamente mio, e voi potrete ritirare l'indomani le restanti monete all'enclave."
Con espressione eccitata e fremente, Thant srotolò la pergamena sul tavolo, tra lui e il calishita.
"Che sarà mai, una firma..."
Il mago estrasse un pugnale finemente decorato e, con fare rituale, praticò un piccolo taglio sulla mano. Dalla ferità uscì del sangue, che andò a depositarsi sulla pergamena, in uno spazio apposito, appena sotto la firma di Thant Mo'had.
I due combattenti e l'halfling lo guardarono interdetti; a quanto pare non conoscevano davvero le usanze thayan.
Fu la volta dello schiavo: con forza La Serpe prese la sua mano e lo ferì leggermente, facendo gocciolare il suo rosso liquido sulla carta ingiallita.
Il thayan pulì nuovamente il coltello, con accuratezza maniacale, e lo porse a Anthonius. Inizialmente contrariato, infine accettò, ferendosi lievemente il mignolo e firmando così il contratto. Scherzosamente lo zhentilar spronò anche l'amico a firmare, che praticò un taglio al polso, facendo fluire molto sangue, sia sul pugnale, che sul contratto.

L'incontro era terminato, Thant aveva avuto ciò che voleva. Non avrebbe dimenticato quei due uomini, in qualche modo lo affascinavano; ora però aveva da pensare al suo nuovo acquisto, costatogli molto, forse troppo per un halfling, e il modo in cui "impegnarlo".
Congedatosi, lasciò la casa con il suo nuovo "compagno", il pugnale ancora gocciolante di sangue in mano, il contratto nell'altra...


[...]

Nascosto dietro un angolo, Garret prese rapido una boccetta vuota, la stappò e fece colare all'interno il sangue misto dei due uomini. Dudoc lo guardava disgustato, non capendo; qualcosa in lui però si mosse, e cominciò a rendersi conto della situazione.
Tolta la maschera, il trucco e la veste, Garret abbracciò stretto il piccolo halfling, che ricambiò, trattenendo a fatica le lacrime.
Ce l'aveva fatta, aveva liberato Dudoc, e aveva il sangue. Si riposarono in una piccola stanza della locanda al porto, pronti a ripartire verso sera, lasciando la città furtivamente, evitando la rivelatrice luce del giorno.


"Sei un vero amico Garret..."
Per un attimo il mezzelfo studiò l'halfling, assorbendo ogni sua parola. Si limitò a sorridere, e proseguirono verso ovest, alleggeriti nello spirito e nelle finanze.

Edited by Adry_ - 10/11/2006, 00:07
 
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