Lacrime Non Versate

- Alisea -

Rabbia... Era da tanto che non la provavo. Ne avevo riversata gran parte su quel demone di ghiaccio che avevamo combattuto per aiutare Nomad, involontariamente anche sui miei compagni con cui l'avevo combattuto evocando il Cornugon che sapevo non sarei riuscita a tenere a bada a lungo. Mi sentivo un po' meglio, le ferite dello scontro le avevo curate con la magia, ma come diceva Garret quelle dell'anima erano ancora ben lontane dall'essere guarite.
In quei giorni la discussione con Misty in biblioteca mi tornava spesso in mente, non riuscivo a scacciarla. Il suo addio, pronunciato con quelle due parole che solo allora avevo capito quanto fossero state piatte anche in tutte le occasioni in cui le avevo udite nel passato... Amica mia... Quello che mi faceva sentire peggio, piu' della disobbedienza, piu' del fallimento del compito, era l'aver visto tradita l'amicizia che avevo riposto in lei e che credevo fosse ricambiata, sapere che non provava la minima fiducia in me...
Era passato tanto tempo dall'ultimo falso amico che mi ero lasciata alle spalle, e speravo non sarebbe dovuto succedere mai piu'.
Avrei voluto piangere, ma non lo feci... L'unico a soffrirne sarebbe stato Garret visto che non potevo spiegare tutto, era un modo scorretto per sfogarmi per quanto mi avrebbe dato sollievo. Dovevo cercare di essere forte anche per lui, nonostante sapevo che mi stava riuscendo tremendamente male.

era entrata nel mentre un'accesa discussione si stava svolgendo, in fondo alla sala dove era impossibile essere udite.
Alisea usci' molto infuriata e Labelle rimase per chiedere spiegazioni, voleva capire come stavano le cose..
Le motivazioni di Misty erano comprensibili, la maggior parte delle persone probabilmente l'avrebbero condivise..ma lei conosceva Alisea molto bene ed era certa che come lei stessa qualsiasi cosa facesse era per il beneficio della Dea e non per
un proprio tornaconto..e poi che mancanza di fede pensare che la Signora non ne fosse a conoscenza.

Un cuore di pietra.
Ecco cosa sentiva nel petto nei giorni a seguire quella discussione. Pesante, immobile, silenzioso...
Aveva lavorato tanto per la Dea, ogni giorno cercava di guadagnare un briciolo di terreno per tutte loro, un terreno accidentato e difficile da calpestare. Un passo falso avrebbe significato un'orribile morte.
E ci era riuscita, era riuscita ad infiltrarsi, a guadagnare la fiducia di persone importanti come quella paladina. La gioia e l'orgoglio di tale vittoria l'avevano riempita a tal punto che aveva commesso un passo falso.
Disobbedire ad un ordine di un'alta sacerdotessa era stata la mossa pił stupida della sua vita e di fronte a quello che l'aspettava quello che aveva guadagnato a Waterdeep le sembrava solo un pugno di sabbia.
Si era aspettata comprensione da parte di Alisea, che idiota che era stata! Da una come lei avrebbe dovuto aspettarsi una reazione simile e ora forse l'attendeva addirittura la morte...
Labelle si era dimostrata maggiormente disposta ad ascoltare le sue "pretese" ma sapeva bene che il legame tra le due sarebbe stato sempre pił forte di qualsiasi ragione, vera o illusoria che fosse.
Chissą se c'era gią un assassino che seguiva i suoi movimenti, qualcuno pronto a pugnalarle la schiena quando avesse abbassato la guardia.
Non doveva perņ lasciarsi andare, ora come non mai avrebbe dovuto attivarsi ed essere vigile. Non avrebbe mai chiesto scusa a nessuno ma poteva sempre dimostrare quanto valesse, quanto fosse importante la sua presenza. Sarebbe potuta tornare solo quando avrebbe potuto offrire loro molto pił della sua vita, ma cosa?

Guardņ fuori dalla finestra della sua camera. Il sole stava per tramontare e tanta gente si affrettava a rientrare nei propri alloggi.
I primi lampioni venivano accesi, in qualche casa era possibile intravedere il tremolio di una candela.
Un milione e mezzo di abitanti in un'unica cittą.
Chissą cosa pensavano, cosa provavano, cosa nascondevano tutti loro.
Quali segreti erano celati dietro quella facciata pulita con cui si presentava Waterdeep?
Richiuse la tenda e allacciņ lo scuro mantello con una spilla d'argento raffigurante un gargoyle.
La notte sarebbe arrivata presto, era arrivato il momento di agire.