Faerûn's Legends

I Guardiani del Cormyr

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The Chosen One
view post Posted on 16/2/2016, 21:30




~ ♫ ♪ ♥ ♪ ♫ ~


Nelle terre di Faerûn, un gruppo di Soldati è noto per disciplina, abilità e lealtà.
Sono considerati il modello da seguire per molti eserciti.
Questo antico Ordine si è guadagnato tale reputazione,
soprattutto grazie alle eroiche gesta compiute dai loro leader.
Essi sono i Guardiani del Cormyr e della Corona,
sono la prima e l'ultima difesa del Regno della Casata Obarskyr.
Uomini che hanno giurato di combattere fino alla fine
per la loro amata patria e per i loro cari.

Essi sono noti come i Draghi Purpurei.



La chiamata del Sergente Lankan aveva colto di sorpresa i soldati del 93° Plotone.

Gli uomini ascoltavano in silenzio le parole del loro superiore, le quali risuonavano secche e dure nell'aria mattutina che sferzava sulla cima della collina, sulla quale sorge la Caserma e il Palazzo Reale della casa Obarskyr. Fra di essi anche le Reclute erano state convocate, assieme a un Mago della Guerra pronto a fornire supporto in quest'ora di bisogno. La missione era chiara. Avvistamenti di numerosi gruppi armati di Goblin e Orchi scendevano dai Picchi del Tuono, sciamando verso i villaggi più a nord della Capitale. Altri plotoni erano stati già allertati e mandati in avanscoperta per scovare le intenzioni del nemico. Ma il compito di affrontarlo sul campo sarebbe spettato al 93°. Gli Sterminagoblin.

Partirono all'alba, alla volta di Eveningstar, laddove si credeva che sarebbe giunta la minaccia. Furono erette difese in fretta e furia sotto gli ordini sferzanti del Sergente, mentre i soldati facevano del loro meglio per prepararsi a quella che era prevista come un'invasione. I civili furono invitati a rimanere nelle loro case per non intralciare le operazioni, mentre il villaggio pacifico assumeva sempre più i connotati di un campo militare. I Draghi Purpurei diedero sfoggio della loro rinomata marzialità, mentre il Mago forniva suggerimenti e usava la Trama per preparare il campo di battaglia in loro favore. Le ore passavano lente mentre l'ansia e il timore si insinuavano lentamente fra le maglie e le piastre dei soldati, un nemico ben più temibile di spade e mazze. Il timore di perdere. Il terrore di morire e veder quelle persone innocenti massacrate dalle bestie.

Un gruppo di Draghi si stava preparando al peggio. Il Mago rimase con loro a spiegare una strategia, quando all'improvviso i corni delle sentinelle suonarono. Il nemico era avvistato e proveniva da Nord. Tutti erano pronti alla battaglia. Ognuno di loro pregava e mormorava parole di astio contro i nemici. Una fra tutti osservava in perfetta calma e silenzio, mentre le prime frecce infuocate alimentate dalla Trama si abbattevano sulle palizzate. Aveva parlato poco per tutto il tempo, unendosi ai gruppi di sentinelle e pattugliando la zona. Aveva preferito sfruttare l'ottima vista che costruire palizzate che si sarebbero solo rivelate inutili a un vero assalto. Lo sapeva, ma non disse nulla. Piuttosto confidò nelle mura magiche erette dal Mago nei punti strategici. E intanto attendeva il momento con fredda serenità. Se fosse morta quel giorno, poco importa. L'avrebbe fatto tenendo fede al suo Giuramento. Di fronte alla Casa Reale e al suo Dio.

I nemici sciamavano come locuste sulle difese improvvisate, metà incendiate dal fuoco magico nemico. Il terreno reso paludoso dalla magia aiutò a contrastare l'avanzata, mentre gli arceri in difesa tempestavano di frecce quelle bestie. Urla di ferocia si mescolavano a grida di dolore e terrore. Un mattatoio stava lastricando di sangue e frattaglie il campo di battaglia. Ma la donna senza nome, interamente coperta di un'armatura lucidata a specchio, combatteva senza esitare. Concentrata, ignorava le ferite che difficilmente si facevano largo nella sua difesa. Addestrata a sopportare dolore e fatica, combatteva in silenzio, pensando solamente a una cosa. Se quei soldati fossero caduti, sarebbe stata la fine per Eveningstar. E questo non doveva accadere.

La battaglia era difficile, da ogni dove sbucavano Orchi e mostruosità di ogni genere. Ma i fieri soldati purpurei li respingevano ad ogni ondata, confidando nelle incitazioni dei loro superiori. Il Mago della Guerra scagliava saette e fuoco sugli avversari, mentre i Sacerdoti invocavano la protezione divina e sanavano le ferite con la preghiera. Ma la donna sul destriero continuava ad avanzare, attirando su di sè lame e frecce respinte dal suo imponente scudo. Sembrava una fortezza semovente, protetta non solo dall'armatura ma anche dall'incrollabile fede verso l'Osservatore. Era andata oltre le prime linee, spingendosi a fondo mentre i soldati e reclute che conosceva combattevano attorno a lei allargando le fila dei nemici. L'esito della battaglia pareva ribaltarsi nel momento in cui i difensori divennero attaccattanti, respingendo i nemici che iniziavano a scappare nel disordine. Ancora una volta, la rinomata disciplina dei Purpurei e l'incrollabile senso del dovere ebbero la meglio contro quella marmaglia di mostri. Avevano osato troppo.

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Gli occhi dell'attenta osservatrice scrutavano il campo di battaglia nelle rare pause concesse, pensando ad unico obiettivo. Il capitano di quei Goblin che continuavano a spingere contro il loro versante, cercando di abbattere i soldati e le reclute. Improvvisamente lo scorse fra molti altri, in sella a un worg. Diede di speroni e il suo destriero, frenetico per l'odore del sangue fresco, schizzò via come un fulmine. Improvvisamente la donna silente urlò richiamando l'attenzione dei soldati più vicini.

"Noi NON cederemo! MAI!!!"



Il capitano nemico era proprio innanzi a loro, difeso da arceri e orchi armati di scimitarre pesanti. Non pensò nemmeno di fermare la folle cavalcata del destriero, che si abbattè su quella linea difensiva come una valanga. Il Goblin incalzò una feroce battaglia col Soldato dall'armatura lucida ormai letteralmente lercia di sangue. Fendenti e parate facevano schizzar scintille intorno a loro, mentre i compagni del 93° avanzavano inebriati dal momento e si univano alla donna nello scontro decisivo. Un colpo dopo l'altro e la donna abbattè le difese nel capo nemico, tranciandogli il braccio della spada e infine la testa, mentre i valorosi compagni annientavano le guardie scelte del loro padrone.

La situazione ormai era capovolta. L'esercito nemico, avendo subito grosse perdite, era in rotta. Il condottiero che guidava quell'assalto convenne che era il caso di ritirarsi, almeno per ora. Gli uomini avevano vinto la battaglia. Ma una nuova guerra pareva prospettarsi all'orizzonte.

La giovane donna, stanca e priva di fiato, tolse l'elmo mentre contemplava il massacro attorno a lei. Soldati che urlavano alla vittoria si mescolavano alle grida di coloro che erano a terra feriti. Gli occhi sempre vigili scrutavano i dintorni in cerca di altri nemici, mentre i lunghi capelli biondi e sudati si muovevano al vento benvenuto, che stava spazzando via il fetore del sangue orchesco. Socchiude gli occhi e mormorò solo una parola. Grazie. Per i compagni che avevano difeso senza cedere il terreno. Per gli uomini che erano caduti quel giorno. E per quel Dio che le aveva concesso di essere uno dei Guardiani del Cormyr che avevano appena salvato la vita di molti innocenti, a Eveningstar.

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"E' tempo di riposare, per poi tornare al proprio Dovere."


 
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view post Posted on 22/2/2016, 17:46
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Niubbo. Davvero.

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Draghi Purpurei e Maghi della Guerra del Cormyr
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"L'uccello in gabbia non canta per amore, canta per rabbia."
Stralcio di un omelia di Lyea Greenest al cerchio di Mielikki.


"DEMONE! DEMONE!" ed un boato.
L'arena esplodeva in un tumulto di urla. Sangue, sabbia e grida.
Con un colpo di polso rigirava lo spadone di cobalto nel cranio del ragazzo agonizzante: l'arma di suo padre forgiata e consacrata nel pozzo di Beorunna dove la neve incontra la lava.
Se solo quel metallo tradito potesse versare lacrime; un fiume salmastro laverebbe via il sangue. I marmi dell'arena, con le sue sabbie dorate, si sarebbero tramutati in una cisterna di mare fangoso, nero come il cuore degli abitanti di quel buco: Westgate.
Se solo gli dei gli avessero fatto dono del coraggio di uno skald così avrebbe cantato Wolfgang. I suoi pensieri avrebbero preso la forma e la forza di un corvo nero, sollevandolo e strappandolo via da quelle sabbie.
Ma Wolfgang era solo un guerriero, ed in quel momento cercava di leggere nel volto sfigurato del ragazzo quanti inverni si era trascinato dietro prima di morire. Diciotto? Venti?
Questa distrazione bastò per dare il tempo alla sua compagna, una piccola halfling dai capelli di rame, di piantargli un coltello nella coscia.
Il dolore.
Il dolore è un fremito allo stomaco, è una tempia pulsante che riesce a vociare solo una cosa: “sopravvivi”.



Come direttive il 93esimo si era spinto nuovamente sui picchi. Attacchi veloci in pieno stile cormyriano. Se i loro esploratori erano vivi forse aspettavano che qualcuno gli liberasse la strada per la discesa, magari aspettavano un’incursione nelle retrovie orchesche a fargli da diversivo. Magari i loro padri non avrebbero dovuto seppellire bandiere color porpora private delle salme dei figli.
Grazie ai paladini ed ai maghi thayan si erano spinti nelle retrovie sulle tracce di una gigantesca viverna e le scorribande dei pelleverde non tardarono a manifestarsi.

Stavolta però c’era qualcosa di diverso: erano avanzati velocemente e grazie ad un incanto della maga Kaia avevano messo le mani su di un loro capoguerra e dominandolo potevano finalmente capire qualcosa di più sul “Nero”.
Gli orchi sotto il suo comando fremevano confusi mentre la maga cercava di strappargli più informazioni possibili.
<chiedi dove sono i nostri ragazzi, gli esploratori!>
Lo scambio di battute si era spinto troppo oltre per gli orchi. Uno di loro tese un rudimentale arco verso Wolfgang ed una freccia sibilò fino a piantarsi sulla sua coscia.
La schermaglia era iniziata.
Strappandosi la freccia dalla gamba il combattente avvertì quel fremito allo stomaco.
Il dolore.



I polmoni sembravano due gemme di brace incastonate nel torace. Ogni respiro, per quanto piccolo, parevano diventare incandescenti. La tempia pulsava ancora, dolorante, mentre sotto di lui giaceva il corpo mutilato della piccola hin.
Dei suoi capelli ramati non rimaneva che sangue e fango: il suo corpicino esile afferrato da un bruto e tagliato di netto dallo spadone ed il suo visino ridotto ad un informe poltiglia sotto i colpi dello stivale.
Aveva infierito su di un piccolo cadavere e la folla era in visibilio.
<il DEMONE… IL DEMONE DELLA FOSSA VINCE!>
Quei ghigni sadici sugli spalti sputavano urla inumane, sembravano pronti da un momento all’altro a scendere come un unico sciame di piccole cavallette per bagnarsi e cibarsi di quel sangue.
Ma non sarebbero mai discesi laggiù. Sarebbero invece tornati a casa sorridenti; ad abbracciare le loro famiglie ed i loro figli. E questo Wolfgang lo sapeva.
Un’altra tacca per la Compagnia del Pollice Verso. Due cicatrici in più sulla sua anima.



Sangue, freddo e grida di orchi in ritirata.
Belkas “Il Damerino” gli metteva una mano sulla spalla. Aveva rotto i ranghi serrati e il suo compagno si era spinto oltre il bagno di sangue per dargli manforte.
<mh?>
Sotto di lui il corpo mutilato di uno dei loro sciamani: testa e braccia mozzate da una serie di fendenti imprecisi. Dentro il suo petto le due pesanti gemme di brace.
Della battaglia non ricordava che sprazzi confusi, un susseguirsi di affondi e cariche guidate da un ira cieca.
Si sentiva ora svuotato, ma si lasciò scappare un sorriso sentendo la mano del commilitone.
Belkas era uno agile, aveva l’aria di uno con più fegato di quanto gli piacesse ammettere di averne: un galantuomo intrappolato dentro lo stomaco di un duellante.
Ripensò alla 93esima: a Occhibelli, Crisantemo, al Poeta, e poi i sant’uomini. Erano tutti bravi diavoli e per un momento, nonostante il bagno di sangue, si sentiva sollevato di trovarsi dalla “parte giusta”.

Questa sensazione durò per tutta la ritirata, fino a quando il ruggito del “Nero” non gliela strappò via dal torace congelandogli il sangue.

Edited by Hextar - 22/2/2016, 18:12
 
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view post Posted on 17/4/2016, 00:09
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"Il mago si portó la mano alla bocca per imporre il silenzio ai servitori ed entró nella sala della principessa Tanalasta senza essere annunciato preventivamente. Gli appartamenti erano appartenuti da giovane ad Azoun, quando Rhigaerd sedeva sul trono, ma saltava alla vista che, da allora, la principessa aveva dato un tocco femminile alla decorazione. Erano scomparsi i mobili di pesante legno scuro, cosí come i tavoli e le mappe del regno che avevano ornato le pareti. Il mago si apri il passo attraverso alcune sedie di filigrana dalle forme sinuose e divani dorati coperti con cuscini ed arazzi dai motivi floreali. Le antiche mappe erano state rimpiazzate con diversi grandi specchi, cosa che portava il mago a giudicare l'arredamento della stanza in modo critico. Come molti maghi anche lui credeva che gli specchi erano degli oggetti dai quali potevano uscire i piú indicibili orrori e non solo delle semplici superfici nella quale ammirare la propria bellezza.
Trovó la principessa Tanalasta seduta nel suo divano preferito. Portava un vestito a collo alto e spalle larghe di colore blu scuro, con il quale sembrava piú una sacerdotessa matura e riflessiva que una nobile di posizione elevata. Portava i capelli castano scuro raccolti a mezza coda, che cadeva liberamente sopra la sua spalla, e che inevitabilmente gli coprivano il volto quando era inquieta, come in quel preciso istante.
Aunadar Bleth inginocchiato di fronte a lei gli accarezzava la mano. Tanalasta era pallida come un morto, e dimostrava un etá molto superiore alle sue trentasei estati. Le lacrime illuminavano le sue guance e il suo mento. Il fazzoletto umido che sosteneva in mano lasciava intendere che quelle non erano le uniche lacrime che aveva versato.
<<come sta sua Maesta e gli altri..?>> chiese per primo il nobile.
<<il duca Bhereu é morto>> risposte il mago con freddezza, tenendo lo sguardo fisso sulla principessa. La quale soffoco un grido e spinse indietro la testa, come se quelle parole fossero dei colpi, anche se non sembrava sul punto di svenire.
<<sua maesta e il barone sono fuori pericolo, ma ancora non hanno recuperato la conoscenza e continuano sotto gli effetti di ció che ha ucciso il Duca>> senza fare una pausa sposto lo sguardo verso Bleth e li chiese senza peli sulla lingua <<si puó sapere perché ci hai lasciato?>>.
Il nobile guardo nella direzione del mago senza battere ciglio come se non comprendesse la domanda. Il mago sembrava trasmettere autoritá in ogni sua forma ma il giovane rimase immobile come una pietra che non considerá il vento nel mezzo di un temporale. Per un istante il suo volto divenne perplesso.
<<mi dispiace avevate bisogno di me?>> si scusó infine titubante.
<<voi siete l'unico che conserva ancora le facoltá mentali dopo l'attacco di cui é stato vittima il Re>> rispose il mago, che sembró iniziare ad irritarsi <<oltretutto, esiste la possibilitá che tutti voi siate ora infettati, forse per un veleno, un incantesimo o una malattia contaggiosa di carattere virale. Nel caso che cosí fosse, la prima cosa che avete fatto al ritornare a palazzo é stato contaggiare la legittima erede al trono di una malattia di carattere sconosciuto>>.
Il volto di Bleth acquisto una tonalitá purpurea e balbetto qualcosa di incomprensibile mentre i suoi occhi iniziavano a trasmettere rabbia. Tanalasta estese una delle sue eleganti mani e strinse quella del giovane che a sua volta la guardó e mise la sua altra mano sopra le sue dita delicate, rendendosi conto della situazione in cui si trovava e a chi si stava rivolgendo.
<<scusatemi signor mago>> rispose, facendo un gesto di negazione, come se volesse togliere ogni dubbio <<in quel moemnto sentivo che il mio posto e il mio dovere fosse al fianco della mia amata. Volevo darli la notizia...>>.

<<molto bene, ora voglio peró che mi raccontate tutto quello che é accaduto>>

************


In un luogo remoto molto lontano dal Cormyr il vecchio mago apri gli occhi mettendosi a sedere lentamente sul suo letto a due piazze dalle lenzuola color porporá. Il letto si trovava al centro della stanza e, alle sue spalle, era dominato da un arazzo raffigurante un immenso dragone nero dalle scaglie violacee. Nelle ultime notti quei sogni erano stati ricorrenti e Tanalasta era sempre stata presente...

Edited by Troll FL - 17/4/2016, 02:02
 
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view post Posted on 2/11/2016, 12:05
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Ethereal_by_Stephen_Fabian-2022_(1987-06)_TSR_Ad&D_1ed-Manual_Of_The_Planes

La grande sala imponente e maestosa era popolata da decine e decine di tombe. Una grande nebbia la ricopriva per intero facendola apparire sfocata e distorta ai presenti. Al centro della sala, su un piedistallo, vi era stato riposto un corona tempestata di ametiste.
La mastodontica creatura alata era intenta a fissare quel piccolo oggetto, grande appena quanto la punta dell'unghia di una delle sue zampe, immersa nei suoi pensieri quando all'improvviso una voce parlo alle sue spalle.

<< Siete ancora sicuro che fosse il modo migliore? Voglio dire... avreste potuto provare a spiegare>>

La creatura si volto a guardare quel piccolo uomo dalla barba rossa che aveva osato interrompere i suoi pensieri e la guardo quasi con fare minaccioso

<< Non puoi convincere qualcuno di una verità che non vuole conoscere. Senza contare che ora il nostro nemico é più forte che mai. Tu dovresti saperlo meglio di me "Baerauble">>



Suzail: Nelle campagne.

Lars Dardagon iniziava a credere che forse aveva fatto male a fidarsi di quel giovane mago della guerra straniero. Aveva aspettato a lungo che tornasse con i documenti ma erano passati diversi giorni e di lui non vi era ancora traccia. Che gli fosse successo qualcosa?
Non poteva permettersi di aspettare oltre: era rischioso per lui rimanere li e ormai il suo piano sembrava destinato a fallire. Il cadavere ai suoi piedi ne era la prova.
Il mago, infatti, credeva di aver preso tutte le precauzioni possibili ma il messaggio che quel assassino portava con se, firmato con un sigillo raffigurante uno stiletto avvolto dalle fiamme, dimostrava il contrario.
Il mago conosceva molto bene questo simbolo e poteva significare solo una cosa.
I Cortelli di Fuoco erano tornati nel Cormyr.

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Westgate

Lord Tagreth era furioso, da anni che le sue spie e assassini erano sulle tracce di Vangerdahast ma del mago non vi era traccia. Sembrava scomparso semplicemente nel nulla. Vangerdahast andava peró trovato ad ogni costo era questione di vita o di morte.
Ormai da tempo le risorse di cui ancora disponeva si stavano lentamente esaurendo e in quella cittá non vi era futuro per la sua casata.
L'accordo con quella creatura antica, sebbene non si fidasse di lei, rappresentava la migliore possibilitá di sconfiggere definitivamente gli Obarskyr che aveva avuto da dopo l'esilio.
Era pronto a rischiare tutto per tornare a riprendersi ció che era suo e per lui c'erano solo due vie possibili: "La Corona o l'oblio".

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Corni Tempestosi: Quartier generale dell'esercito Orchesco.

Il nero sedeva sul suo trono di ossa nella caverna umida consumando un frugale pasto a base di carne umana che gli avevano portato i suoi servi.
Quando all'improvviso planarono dentro la caverna cinque demoni alati. Il nero si alzo in piedi facendo cadere per terra il suo pasto per terra ed afferrò la prima di quelle creature che aveva a portata di mano per la gola alzandola da terra e parlo lentamente con una voce rauca.

<< Dov'é Valdemar?>>

<< Ci sono stati problemi con la trasformazione mio signore, é andato alla capitale da solo e alcuni avventurieri lo hanno eliminato>> Rispose un altro dei demoni.

<< La regina non sará per niente contenta di questa vostra incompetenza!>> disse scagliando la creatura che teneva tra i suoi artigli lontano da se. << Avreste dovuto sorvegliarlo meglio>>.

<< Non é colp...>> Oso parlare uno dei demoni che aveva mantenuto il silenzio fino a quel momento.

<< SILENZIO >> urlo il nero per interromperlo << Siete fortunati che non abbia il tempo per punirvi come si deve. La regina desidera che prepariamo l'esercito. Tra tre giorni marceremo su Suzail>>.



Edited by Troll FL - 2/11/2016, 16:52
 
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view post Posted on 8/11/2016, 14:09
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Cieli di Fiamme

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Al segnale del misterioso demone, l'orda aveva caricato la città come una massa di forza bruta inarrestabile. Ma i Draghi Purpurei, i Maghi della guerra e i volontari accorsi in aiuto dell'esercito avevano risposto con coraggio e tenacia dando via ad un autentico massacro tra le fila nemiche.
L'attacco era durato quasi tutto il giorno con perdite per gli orchi di trenta a uno ma il nemico era cosí numeroso che per ogni morto altri cinque prendevano il suo posto.
I difensori di Suzail non poterono che tirare un sospiro di sollievo quando uno dei sei demoni nel cielo suono un corno e l'esercito nemico batte la ritirata. Suzail aveva resistito un altro giorno.

Ma il sollievo duro solo qualche istante per essere velocemente dalla paura quando uno dei sei demoni alati si stacco dai suoi compagni volando alla volta di Castel Dragone. La creatura volava si muoveva ad una velocità disumana e riusci a superare facilmente le difese raggiungendo la sua meta.
La città era nel caos e il tempo sembrava interminabile, quando i soldati sulle mura rivolte verso Dragomare avvistarono una mastodontica creatura alata che volava velocemente verso la città. Era un Drago.
Un Drago cui scaglie erano completamente di colore viola, un vero Drago Purpureo di quelli delle leggende, su cui erano stati scritti decine di poemi e canti. Forse fu per lo stupore o forse per qualche merito di qualche magia sconosciuta ma nessun Cormyriano presente, in quel momento, percepì la presenza di quella creatura come una minaccia, nessuno dei difensori della città alzo un solo dito per cercare fermarla mentre volava alla volta di Castel Dragone come il demone che l'aveva preceduta.

Quando raggiunse Castel Dragone la creatura scomparve tra le sua mura e non ci volle molto prima di vederla ricomparire tenendo in mano una grossa sfera di colore nero come la notte.
Il Drago volo verso l'alto ai limiti di quella che sembrava la velocità in cui riuscisse a volare e quando non fu che un puntino nel cielo scaglio quella grossa sfera lontano da se verso i Corni Tempestosi.

Una potentissima esplosione di luce blu con proporzioni colossali, nonostante fosse il crepuscolo, illumino Suzail a giorno.

 
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view post Posted on 8/11/2016, 15:05
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Il Pirata Gentiluomo

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A che partita stava giocando? Era quello che si chiedeva guardando le campagne dai merli di Castel Dragone. Era stato nominato prima spada e gli erano state assegnate delle lame da addestrare ma nonostante i suoi progetti fossero ambiziosi si chiedeva se quella fosse la sua strada. Pensava che altri suoi commilitoni sarebbero stati più adatti per addestrare qualcuno al combattimento classico; faccia a faccia, corpo a corpo, spada contro spada, mazza contro scudo. Lui era abile a sfruttare le debolezze altrui, a distrarre l'avversario e colpirlo nei punti deboli, anche alle spalle se possibile e nel resto delle occasioni a schivare ed evitare l'impatto con l'arma nemica anche tramite mezzi arcani.
Il momento era giunto infine; il nemico era alle porte e lui doveva guidare insieme al mago della guerra Ralas Milner i suoi compagni e i volontari della resistenza nella difesa dell'entrata ad est della città.
Muri di spine, di fuoco, di pietra e muri fatti di uomini armati avevano difeso la città; erano persino usciti sul ponte ad impattare l'orda nemica mentre i maghi della guerra riparavano magicamente il cancello e le difese. Cadde sotto il peso dei nemici e fu salvato dal compagno di molte avventure, Reclef che lo ricondusse dentro le mura prima che le difese ripristinate ne bloccassero l'accesso. Era ferito ma tutto sembrava finito quando il corno suonò la ritirata del nemico; ma fu in quel momento che uno di quei demoni tanto simili all'ultima manifestazione del barone Valdemar, volò sopra le mura mietendo vittime e poi a gran velocità verso il castello. La squadra corse più veloce che poté tra le vie del corso, la piazza e le scalinate che conducevano al castello, ma lì dovettero fermarsi contro la barriera che impediva l'accesso alla sala del trono dove il Gazneth aveva irrotto. La maga reale Caladnei apparendo rivelò l'inquietante verità: quella creatura un tempo era Suzara, una delle prime regine del Cormyr da cui la capitale prendeva il nome. La barriera era direttamente legata alla vita del re e i maghi della guerra a causa del loro giuramento furono fisicamente impediti ad intervenire in qualsivoglia modo su di essa... I maghi della guerra, non la rossa Kaia di Messenprar che riuscì ad aprire un varco momentaneo. Aveva voglia di baciarla un'altra volta perché sapeva che poteva essere anche l'ultima ma il non farlo era un'altra scommessa alla quale non poteva sottrarsi e nella quale in gioco c'erano delle vite, tra cui la sua...
Furono dentro e il futuro re pareva attenderli in piedi vicino al trono. In breve tempo Philip si fece l'idea che fosse dominato dal Gazneth a causa delle farneticazioni riguardo alla conquista del trono che in bocca ad un re prossimo all'incoronazione non avrebbero avuto senso. Vi erano altre persone immobili e in religioso silenzio, pensava fossero tutti dominati dal demone e fu così che diede il via alle ostilità lanciandosi dietro le spalle della creatura alata colpendola più volte alle ali e ai fianchi fino a che non venne abbattuta... Poi un'esplosione e fu tutto nero...
Riapriva gli occhi lentamente, cercava di focalizzare ciò che aveva avanti, ma anche di ricordare chi era in quel momento...
Nella partita che stava giocando il nemico aveva dimostrato di avere quattro assi, ma forse un alleato aveva rivelato una scala reale.
 
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view post Posted on 9/11/2016, 19:34
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Il vortice ai confini dell'Universo

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Un Dragone dalle scaglie purpuree, mastodontico, quasi irreale, li aveva salvati.

Reclef riaprì gli occhi e vide quella creatura che finora credeva esistesse solo nelle favole che da piccolo gli raccontava sua madre.
Adesso invece la realtà aveva superato la fantasia, quel drago era davvero lì, un drago di nome Vangerdahast.

Era tutto così assurdo che non volle neanche chiedergli di come fosse diventato un drago, lui, il mago che suo padre tanto rispettava. Adesso c'era una questione ben più importante.
Azoun V era posseduto da un'essere il cui nome era fin troppo noto a Reclef: Nalavara, il Diavolo Drago.

Il solo nominarla, fece cadere una piccola pietra dalla cima di una montagna che seppelliva un rancore antico, leve da tempo lasciate inattive che si misero in moto, generando una cascata di emozioni che si susseguivano dentro il cuore del guerriero, con una ferocia che non ricordava di possedere.

"Non permetterò che mi porti via tutto, non stavolta!"

Con uno sforzò di volontà, concentrò tutta l'attenzione sui ragionamenti dei presenti.
I pochi indizi a loro disposizione, andavano a delinare un quadro inquietante, che non lasciava molti spunti dai quali cominciare.
L'unica certezza era il mare dell'ignoto dinnanzi ed intere legioni di orchi alle porte di Suzail.

Nel cercar chiarezza, tornarono le parole del vecchio amico Ghersh, che tranquillizzarono per un poco l'inquietudine che provava.
Schiuse le labbra, ripetendo una frase, quasi fosse una litania:

*...attenderò come un ramo nella tempesta...*


Edited by Kralizec - 9/11/2016, 22:40
 
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view post Posted on 10/11/2016, 12:24
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Castel Dragone, sala del Consiglio Militare.



Caladnei sedeva in mezzo al consiglio nel posto normalmente spettante al Re mentre ascoltava parlare il Lord Alto Maresciallo del Regno Sthavar.

<< La vostra strategia é buona Maestro della Guerra ma c'é un problema. Se li affrontiamo dentro la foresta la nostra cavalleria sarebbe completamente inutile. Io pro... >>

La porta della sede del consiglio fu aperta violentemente e fece irruzione un giovane ragazzo in armatura. Che porto subito la sua attenzione sulla Maga Reale.

<< Esigo di vedere la Reggente, trovo assurdo che si mi venga vietato di vedere la mia... >>

Il giovane interruppe la frase a meta arrossendo appena e Caladnei colse l'occasione per risponderli diplomatica.

<< Nobile Cavaliere Skatterhawk comprendiamo i vostri sentimenti personali ma la Reggente prima di essere vostra amica é un membro della famiglia Reale e in quanto tale ha dei doveri da rispettare che vengono prima di ogni altra cosa. Come vi é giá stato detto: per la stessa sicurezza dei membri della famiglia Reale e del Cormyr stesso é necessario che i membri della famiglia Reale vengano sottoposti a strette norme di sicurezza. E queste norme comprendono che nessuno possa avvicinarsi a loro fino a che il pericolo non sarà cessato. >>

Il giovane divenne rosso di rabbia.

<< Voi...voi >>

La maga rispose con la massima tranquilitá.

<< Io?>>

A quella risposta Brace tiro con rabbia un calcio alla porta ed usci a grandi passi dalla sala del consiglio .

 
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view post Posted on 10/11/2016, 18:04
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Assassino di Briganti

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prosegue da "Ombre sul Cormyr": https://faerunslegends.forumcommunity.net/?t=58702100



L'Assedio di Suzail -Parte Prima.


Video

**********************
Porta Orientale di Suzail, Capitale del Cormyr



Gli eserciti erano ormai schierati, pronti ad affrontarsi.
Arcieri e maghi da guerra guardavano dalla cima delle fortificazioni l'orda avvicinarsi lentamente, poi caricare.

Quelle mura avevano retto per secoli. Avrebbero retto anche quel giorno?

Se non fosse accaduto, Suzail e i suoi abitanti non avrebbero visto quello successivo.

Una pioggia di frecce e sfere infuocate si abbatte' sugli assalitori: orchi, goblinoidi, giganti, e creature senza un nome morirono a centinaia
in pochi secondi.

"Hanno preso un bel colpo" commentò l'Ammaliatrice dai capelli rossi, rivolta ai suoi compagni, evitando di proseguire la frase con "Ne Resta solo
qualche decina di migliaia".
I Maghi non potevano continuare a lungo in quel modo, e gli incantesimi sarebbero venuti meno.

Il nemico Sarebbe arrivato alle Mura.
Poi Sarebbe toccato a Loro.

Osservo' brevemente, in mezzo alla massa di volti, quelli a lei piu' noti.

Philip Barden. Il "suo" Philip.
Dolce, astuto, sfacciato, stupido Philip.
Quasi sicuramente quello che stava nascendo tra loro sarebbe finito molto male,
lo sapeva. Se fossero morti li, si sarebbero evitati tanti problemi, pensò cinicamente.

Il Mago Della guerra Ralas Milner.
Apparentemente un uomo Semplice, Silenzioso, Affidabile.
Ma quanto era cresciuto in potere e saggezza in quei mesi? Avrebbe avuto di dimostrarlo al mondo, di li' a poco.

Reclef, impulsivo, eroico, l'amante del destino, il viaggiatore del Nord, L'uomo che avrebbe voluto rinascer "nano".
Avrebbero avuto bisogno anche della sua adorata Tymora quel giorno, ma non gli avrebbe dato la soddisfazione di sentirselo dire.

Willward, il soldato contadino di Eveningstar.

Tugrok, il nano mercenario in cerca di un posto da chiamare casa.

L'elfa Elisten.

Il guerriero di nome Christopher.

E poi c'era Lei, Kaia di Messemprar...
Capricciosa. Presuntuosa. Ambiziosa. Iraconda.
Falsa e Autentica al tempo stesso.

Ricordo' i discorsi di poche ore prima.

*******************


"Il Purpureo ti dona" dissero Reclef e Phil, osservando il mantello che costituiva la sua temporanea "divisa".

Kaia non commentò, limitandosi a rivolgere un blando sorriso.

I Cormyreani era proprio inguaribili romantici.

Lei, dal canto suo, indossava quel mantello con naturale fierezza, come faceva con qualsiasi indumento, velo o identita'.

Un drago viola su uno scudo bianco, quello era il simbolo delle milizie di avventurieri e mercenari arruolati
come supporto: disgraziati ed eroi insieme, ammesso ci fosse una reale differenza tra le due cose.

I Combattenti affilavano le armi, gli incantatori si dedicavano a perfezionare i loro incanti...i sacerdoti,
dicevano le loro preghiere, consci che avrebbero potuto essere le ultime.


Il Lionar Lankan, nel dare le disposizioni all'esercito regolare e alle milizie, li
informo' che il nemico aveva ignorato completamente i villaggi e le altre citta' del Cormyr,
puntando direttamente su Suzail.

Kaia, senza nessun timore di parlare e di espriremere il proprio pensiero, disse che una mossa del genere era una
idiozia persino per degli orchi. Avrebbero avuto le spalle scoperte, e una volta arrivati alle muro sarebbero stati
schiacciati.

Lankan la fisso', ma il suo sguardo non tradi' nulla, non irritazione, non assenso, non diniego...si limito' a chiederle chi era.

Ma alla maga, che confermo' al soldato di essere una di coloro che si erano distinti per aver fermato l'attacco di
Valdemar di mesi prima, la reazione misurata e composta sembro' una conferma.

Chiunque comandasse l'orda non sembrava interessato a conquistare o devastare il regno in maniera convenzionale.
Per qualche ragione, riteneva prioritario puntare sulla capitale, senza preoccuparsi delle conseguenze, e non era
credibile che gli orchi espugnassero la citta' prima di rimanere incastrati.
Tramava qualcosa, aveva un asso nella manica.

Come faceva Lankan a dire prima della battaglia ai suoi soldati che il tutto aveva quasi l'aria di un diversivo, di una trappola?
Molti sarebbero morti li, e questo avrebbe tolto al loro sacrificio gran parte del significato che poteva avere.


*******************************


"Be', Siamo qui ora, non e' proprio il momento di demoralizzarsi." disse tra se'" La Rossa.

Secondo gli ordini, quel che dovevano fare era "solo" tenere il nemico fuori da Suzail abbastanza a lungo da permettere
al resto dei Draghi Purpurei di prenderli alle spalle e ai fianchi.

Suzail era appena stata declassata da Capitale del Cormyr a Esca, anche se non per loro scelta.

La prima linea degli orchi, come carne da macello, rimase incastrata in un muro magico composto da rovi e spine creato
da Phil grazie a una pergamena magica.

Alla velocita' con cui arrivavano, presto i loro corpi avrebbero composto una "scalinata" di cadaveri" dall'aria grottesca,
come fece notare qualcuno, ma gli incantatori nemici rimediarono prima in maniera piu' dignitosa, incenerendolo con incanti di
fiamma.

Troll e Ogre, arrivarono alla cancellata, iniziando a danneggiarla, per venire respinti dai colpi di armi da tiro e incantesimi.

Abbattuta la prima ondata, arrivo' la seconda.

"Avvicinatevi...solo un altro po'..ecco!" pensò la maga prima di pronunciare le parole che crearono dal nulla un Muro di Fuoco in
mezzo all'orda in carica, mentre Ralas inizio' a scagliare Saette folgorando chiunque capitasse a tiro.

Lo Spettacolo di corpi arsi vivi che continuavano a correre per diversi metri urlando fu per lei estremamente soddisfacente.

Senza pieta', i generali nemici incitavano le truppe a entrarci dentro, in corsa: le perdite furono numerose, ma diversi
giganti riuscirono a sopravvivere, abbattendosi con la loro mole contro i cancelli.

Prima di seguire i compagni nella morte, riuscirono a sfondarli.

Un'ondata piu' numerosa e feroce della prima si avvicino' per approfittare dell'occasione.

Presto pero', una nube di vapori pestilenziali si alzo nel mezzo delle loro file, creando scompiglio e impedendo loro
di respirare.
La maggior parte divento' paonazza e verde, crollando a terra appena inspirata la sostanza immonda, silente.
Altri iniziarono a tossire, avendo il tempo di comprendere che respirare ulteriormente avrebbe decretato la loro fine.

Se non avesse avuto gia' un nome, quell'incanto avrebbe potuto chiamarsi la "Morte Muta".
Ma ne aveva gia' uno, piu' che meritato.
Nube Mortale.

Aeisha sorrideva con cupo divertimento, pensando al terrore che stava provocando in quegli insulsi ominidi, mentre si concentrava per mantenerne il controllo.

Il sorriso divento' una smorfia quando accadde.

Iniziò ad alzarsi del vento, innaturale, proprio nella direzione delle truppe dei draghi purpurei, spostando verso di loro la Nube.

Lo aveva previsto, e con un poche parole e il gesto di una mano creo' un Muro fatto di roccia che avrebbe dovuto sigillare
l'entrata e metteri al riparo, ma non fu abbastanza rapida.

Un parte della nube penetro', e prima che si dissolvesse, consegno' diversi soldati al giudizio finale senza che questi se ne rendessero conto.

Qualcuno non sarebbe tornato a casa, non avrebbe rivisto le proprie famiglie, ma loro avrebbero rivisto il suo volto forse,
sigillato per sempre in una espressione di ignoranza che sembrava chiedere "perche'".

Se un minimo senso di colpa aveva sfiorato Kaia, fu subito consumato da una rabbia tale che faticava a controllarla.
Come osavano usare la SUA nube contro di lei? Come osavano anche solo pronunciare incantesimi, con quelle labbra disgustose agghindate da zanne
storte?

Il Muro di pietra fortunatamente, riuscì a dare ai Cormyreani un attimo per riprendere "fiato" laddove lo stesso prima era stato letale.

Quando anche quello venne distrutto, gli scontri ripresero, questa volta sul ponte.

L'ordine dato dal Comandante fu di tenere il ponte abbastanza a lungo dal permettere ai Maghi da guerra di sbarrare nuovamente l'entrata, in modo da
dare tempo ai rinforzi di arrivare.

Risate nervose arrivarono in risposta all'ordine quasi suicida, ma alla fine furono li, sul ponte, come eroi...o idioti.


Dopo qualche minuto di combattimento che li stremo' e costo' agli incantatori gran parte degli incantesimi rimanenti, riuscirono a rientrare dentro Suzail appena in tempo,
poco prima che l'ingresso venisse sigillato da un muro di forza.

Dal campo nemico risuono' un corno, il segno della ritirata.

Per quel giorno sembrava avrebbero smesso di combattere...ma si sbagliavano.

Fu allora che apparvero nel cielo quelle figure alate, tra le quali spiccava una, forse il tanto temuto "Nero".

Non draghi, come avevano ipotizzato mesi prima, con disappunto di Aeisha che ad essi aveva dedicato tanti studi, ma con sollievo di qualche compagno.

No, non draghi.

Ghazneth.

Un tempo uomini mortali, traditori della corona, tornati come demoni alati per portare la rovina sul Cormyr e la famiglia reale, secondo le leggende.

Uno di loro si stacco' dal gruppo, diretto verso Suzail.

Diretto verso Castel Dragone.

Verso la Sala del Trono, Verso il Re.

Comprendendo cosa poteva accadere, iniziarono a correre...

(continua)



Edited by Thayan4ever - 24/4/2017, 01:24
 
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view post Posted on 14/11/2016, 20:57
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L'Assedio di Suzail- Parte Seconda






Suzail, Cortile di Castel Dragone.



I corpi martoriati dei numerosi e valorosi soldati che avevano opposto resistenza all'avanzata del Ghazneth, riempivano lo spiazzo davanti all'imponente cancello che separava il cortile dal Palazzo Reale vero e proprio.

I pochi maghi della guerra sopravvissuti, persino quelli apparentemente illesi, sembravano deboli e ammalati, resi infermi da chissa' quale sortilegio.

Il gruppo, giunto all'inseguimento dell'essere, non pote' fare a meno di esitare qualche secondo alla vista di tale scempio.

Erano pronti ad entrare, ma uno dei maghi ancora in condizioni di parlare, riusci' in tempo ad avvertirli del pericolo che avrebbero corso avvicinandosi troppo alla cancellata, un pericolo rappresentato non dal Ghazneth ma da quelle stesse difese magiche che avrebbero dovuto proteggere la Famiglia Reale, e che si erano attivate automaticamente quando gli orchi avevano attaccato la citta'.

Aeisha, Ralas e Elisten si resero presto conto che era vero: un campo di forza invisibile e dalle proprieta' sconosciute sembrava circondare completamente il Palazzo da qualsiasi lato, persino dall'alto.
I Maghi della Guerra che avevano anche solo pensato di tentare di dissolverlo, avevano accusato dolori lancinanti, crollando a terra e venendo resi inermi.

Non c'era da stupirsi quindi se i tre non erano ansiosi di fare la stessa fine.
Ralas a quel punto parlo' loro della possibilita' di aggirare la protezione utilizzando dei passaggi segreti usati in passato proprio dalla Famiglia Reale, ma malauguratamente gli unici a sapere dove si trovassero erano in quel momento proprio dentro il luogo che volevano raggiungere.





C'era poco da fare.
L'Incantatrice dai capelli rossi osservo' la barriera molto tesa.
Avrebbe fatto la fine degli altri maghi se avesse provato?
Era disposta ad arrendersi ora, ad arrendersi al fatto di aver "perso"?


In un turbinio di emozioni, tra paura e rabbia, pensò alla visione con cui mesi prima un Narzugon
aveva tentato di terrorizzarla: se stessa, avvolta dalle fiamme, distrutta dalla sua stessa ambizione e arroganza.

Poi, un debole movimento. Un passo in avanti, istintivo, non guidato dalla volonta'. Poi, un secondo, esitante.

Poco prima che prendesse la decisione definitiva su cosa fare, una figura si materializzo' alle loro spalle.

La Maga Reale Caladnei, il volto segnato dalla preoccupazione, spiego' velocemente loro con cosa avevano a che fare.
La Barriera era antica, concepita come ultima difesa degli Obarskyr, e sarebbe durata finche' un membro della famiglia reale fosse rimasto in vita.
I Maghi da guerra, ironicamente proprio a causa del giuramento di fedelta' alla Corona, non erano in grado nemmeno di valutare l'ipotesi di abbatterla con i loro incantesimi senza essere afflitti da una potente maledizione.
La situazione era disperata.

Kaia di Messemprar...Aeisha Kaar di Bezantur, intravide nelle affermazioni qualcosa di diverso invece.
Speranza? Peggio.

Quasi le sembro' di sentire Reclef ridere, e vedere Lilian rivolgerle uno dei suoi rarissimi, appena accennati, sorrisi.

Il Destino.

Quello in cui si rifiutava di credere.

Eppure, Lei non era una Maga della guerra.
Quante possibilita' c'erano che un'estranea si trovasse lì in quella circostanza?
Quante possibilita' c'erano che quell'estranea fosse, all'insaputa di tutti, una Maga Rossa di Thay,
un ordine di maghi che per anni aveva arrecato guai ai Cormyreani?
Eppure, era proprio una Maga Rossa la loro unica via di uscita in quel momento.

Il Destino doveva avere un notevole senso dell'umorismo.


Se le ipotesi di Caladnei erano corrette, avrebbe potuto aprire un varco.


Era deciso. Non si sarebbe tirata indietro, e avrebbe sopportato le conseguenze di quella scelta,
quali che fossero.
Non per il Cormyr, non per il Thay, nemmeno per Philip.

In quel momento, contava solo quella indefinibile sensazione di euforia, che si accompagnava alla paura.

Avere potere sul Destino.

Il Destino. Ma non quello che la aveva fatta trovare lì.

Il Destino degli altri, che in quel momento teneva in bilico sulla punta delle dita...

*********************

Sebbene ridotti male, si prepararono all'assalto.

Qualcuno, forse impaurito, tento' di argomentare che erano troppo stanchi per proseguire.

Ma non avevano scelta.

Aeisha analizzo' per un ultima volta la barriera, consultandosi con la maga reale.

Somigliava molto a un incanto di Muro di Forza.

Una Memoria di molti anni prima riaffioro'.


*********************

I due, poco piu' che bambini, studiavano la lezione impartita dai loro maestri,

sebbene esausti, temendo la tremenda punizione che avrebbero subito
se non si fossero mostrati all'altezza.

"Non capisco....come si fa a dissolvere un incanto che crea campi di forza? Perche' non e' facile come con gli altri? Non riesco a ricordare.."
disse la graziosa bambina.

"E' una Trasmutazione." replico' concitatamente l'altro, un bambino dall'aria timida
che osava guardarla negli occhi solo quando lei era distratta "Ci vorranno anni perche'
diventiamo in grado di fare qualcosa del genere...ma....e' famosa. Si chiama Disintegrazione.".

*********************

L'Ammaliatrice, sorrise impercettibilmente, quasi nostalgica, prima di tornare a concentrarsi.
Prima di pronunciare l'incantesimo sussurro'.

"Grazie, Aoth."

Un Raggio di luce verde, scaturi' dalle punta delle sue dita, apprendo un varco in quella barriera
in apparenza insormontabile.

"DENTRO! ORA!"urlarono insieme.

Era la resa dei conti.

Ma non avrebbero mai immaginato quel che si sarebbero trovati davanti.














Edited by Thayan4ever - 19/11/2016, 22:24
 
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view post Posted on 16/11/2016, 00:47
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Il Pirata Gentiluomo

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Talvolta sentiva davvero quel mal di testa che dichiarava di avere quando voleva parlare in privato con i compagni che lo accompagnavano tanto spesso in quel periodo. Sapeva che questi non dipendeva dalle poche ore di sonno né dallo sforzo di mantenere la calma in una situazione dove era improbabile essere lucidi. Nascondeva bene le sue ansie tanto quanto le lame erano sapientemente nascoste sotto le sue vesti, ma il vecchio sapeva, forse anche altri; erano osservati, spiati come sui Corni Tempestosi poterono constatare, ma non sapeva quanto da vicino. Sapeva di non poter pretendere piena fiducia, sarebbe stato tutto troppo facile, ma chi spiava cosa si aspettava da lui? Saperlo era il modo migliore per bluffare... Laspheera, aiutante della maga reale aveva avuto quell'istante di esitazione sufficiente a fargli risultare ambigue le sue parole. I Maghi della Guerra erano così strani in quel periodo che gli risultava carico di lusinghe e di veleni; di chi poteva fidarsi? Ralas...? Quando fece uscire il mago dalla stanza si sedette sul letto e mise le mani tra i capelli. Sapeva che il trattamento che stava tenendo in serbo per lui aveva qualcosa di scorretto persino per sé, eppure era così tentato di andare ancora oltre... Malediva quel mago ma non riusciva a non credere alle sue parole. Lanciò la moneta, la guardò ed uscì dalla camera come se nulla fosse successo...

Edited by Cirdan88 - 16/11/2016, 11:29
 
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Quanti secondi,
Quanti minuti,
Quante ore,
Quanti anni erano passati?

La vera essenza di Azoun era rimasta in quello stadio tra la vita e la morte molto a lungo.
Non che per lui cambiasse qualcosa visto che in quello stadio la coscienza del tempo é un concetto del tutto sconosciuto, come lo era d'altra parte anche qualunque altro tipo di pensiero o coscienza del io e del mondo esteriore.

Ma se quell'anima perduta avesse potuto realizzare la sua condizione e provare un qualunque tipo di emozioni sicuramente avrebbe provato tristezza.

Pianto.

I momenti perduti ,
i sorrisi mai visti,
la giovinezza mai vissuta,
l'amore di una donna che non avrebbe mai conosciuto.

La vita che che gli spettava di diritto in qualche modo gli era stata rubata,
qualcun altro aveva vissuto tutto questo al suo posto.

Quale essere crudele lo aveva condannato ad un simile destino?

Perché la fortuna lo aveva abbandonato?

 
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view post Posted on 18/11/2016, 21:08
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L'uomo nudo con le mani in tasca.

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Osservava il viavai delle strade della capitale:fino a poco tempo fa,quelle strade erano percorse da cittadini e mercanti,ora guardie e rifugiati.

Osservava tutte quelle nuove facce:quanti di loro erano lì a cercare rifugio?Quanti invece avevano altri scopi?Assassini,magari...assassini sulle cui lame era scritto il suo nome.

Ralas scosse la testa a quel pensiero:doveva mantenere la calma,rimanere lucido.In fondo,nessuno lo stava cercando.O no?Era già successo,e forse sarebbe accaduto ancora...ma ora,arrivato a questo punto,a chi poteva rivolgersi?Poteva ancora fidarsi di qualcuno?Sapeva che ormai Philip aveva perso la fiducia in lui...ma sarebbe diventato suo nemico?E gli altri?Quando vedeva il Purpureo allontanarsi con un altro dei suoi compagni,sentiva un brivido lungo la schiena...sapevano qualcosa?

Poi ripensò alle parole di Vangherdahast...forse,rivolte proprio a lui.Forse l'anziano mago,o drago,sapeva...ma quanto?E gli altri Maghi della Guerra?Forse...lo tenevano sotto controllo?Troppi forse...e una lieve emicrania cominciò a farsi sentire.Era ormai giunta l'ora di preparare gli incantesimi per la notte,quegli incanti di protezione che ,ultimamente,gli permettevano di dormire tranquillamente.Poco,ma tranquillamente.

Un ultimo pensiero gli balenò per la testa,prima di entrare nelle sue stanze:"Forse questa è...pazzia?".Scosse la testa un'altra volta,e si concentrò sui suoi doveri.
 
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view post Posted on 19/11/2016, 19:07
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Diversi Anni prima degli attuali eventi, nei sotterranei di una costruzione situata nella catena montuosa dei Corni Tempestosi




L'Aria era fredda, come il corpo del bambino nella bara, e i cuori dei presenti pesanti a causa dell'attesa e della paura di cio' che sarebbe accaduto se non fossero riusciti nel loro ultimo compito.

Il Silenzio era interrotto solo dai respiri degli eroi, che avevan dovuto compiere atti di cui non eran fieri per arrivare a quel punto.

Ma ne era valsa la pena.

Doveva, esserne valsa la pena.

Era in gioco la Sopravvivenza di un intero Regno e del suo popolo.

Tante vite erano state spezzate, e tante lacrime versate...

Ma sarebbe stato proprio un pianto, paradossalmente, a spazzare via tutto quel male, tutta quella tristezza.

Un pianto di vita, un pianto di speranza.

L'anima del re era stata recuperata e ora calore e respiro tornavano nel suo corpo.

Piangi, Bambino.

Piangi, futuro Re del Cormyr.

Piangi...Azoun V degli Obarskyr.

Un giorno non lontano il Cormyr Piangera' di nuovo con te...ma non dirlo a nessuno...

....Non ancora.




*********************************

1384, Tempo presente, giorni dopo l'assedio
Camera da letto di Kaia di Messemprar, locanda "Le Fauci del Drago", Suzail



Le prime luci del sole entravano nella stanza, facendosi strada tra le tende di seta che adornavano
le finestre.

Disfandosi delle lenzuola dello stesso materiale, il corpo nudo della donna si avvicinò lentamente allo specchio, per prepararsi a una nuova giornata.

Mentre la spazzola correva tra i suoi capelli cremisi, osservava la sagoma dell'uomo riflessa nello specchio, ancora abbandonata all'esigente abbraccio del sonno.

Sorrise appena pensando alla notte trascorsa, e a come alla fine era accaduto.

Qualcosa di semplice e istintivo, in mezzo a tante bugie e segreti.

In nome di cosa avrebbe avuto senso rimandare o trattenersi dopo quando successo nella sala del trono?



Anche lì i loro corpi si erano trovati l'uno accanto all'altro, ma in una danza molto diversa da quella che li aveva visti protagonisti tra le lenzuola.
Una Danza di Morte, che li aveva visti perdenti...

*******************************

Sala del Trono di Suzail, durante l'Assedio


Inganno su Inganno, era giunta lì, dove doveva essere.

Nel Corpo del Discendente del suo uccisore.

Nalavara, il Diavolo Drago.

Era sempre stata Lei, Dietro tutto:
le cospirazioni, l'esercito degli orchi, la morte di Valdemar.

Quel pensiero pesava come un macigno sui cuori e sulle menti
del gruppo che aveva fatto appena irruzione nella sala, eppure era lo stesso Azoun V ad avere appena affermato la sua "vera" identita'.
Poteva essere Posseduto? Controllato?

Cosa "dovevano" fare?

Cosa "potevano" fare?

Quando la mente non capiva, l'instinto prevaleva.
"Difendete il Re! Deve essere sotto il controllo di questi mostri!" urlo' qualcuno dei Draghi Purpurei prima di attaccare...poi, il Caos.

I numerosi cultisti del drago presenti nella stanza, guidati dal Ghazneth e Da un Mezzo Drago d'ombra, ebbero la meglio.

Aeisha aveva avuto una pessima sensazione appena entrati nella sala...e aveva avuto ragione.
Aveva avuto sempre ragione, ma non aveva mai capito quanto.
Le ipotesi, le ricostruzioni degli eventi precedenti...
"Dietro tutto c'e' qualcuno vicino alla Corona" disse un giorno.
Non immaginava, "cosi'" Vicino.

Anche i suoi studi sui draghi...cosi' prossimi alla verita' , eppur cosi' lontani.

C'era ancora tanto che non capivano, ma il loro tempo era esaurito.

Avevano "giocato" e avevano perso.

Era tempo di dormire.

Sotto i colpi dei nemici, Aeisha chiuse gli occhi, convinta di non riaprirli mai piu'.

Pace.

Poi, dolore.

Il Dolore della Vita.

Si risveglio', e fu allora che vide.

Il "Re", fuggito.

I Nemici, morti.

Gli amici, riprendere conoscenza.

E lui, fissarli.

Il Drago Purpureo delle Leggende.

Prima ancora che la creatura iniziasse a parlare, capirono una cosa, che suscito' in loro un misto di speranza e timore.

Non era finita.

Era appena Iniziata.

Dark_Dragon



Edited by Thayan4ever - 19/11/2016, 21:10
 
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view post Posted on 24/11/2016, 01:02
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La tenda era vuota, ll ragazzo era solo e nessuno in tutto il campo avrebbe avuto osato didsturbarlo in quel momento.
Teneva in una mano un pugnale e nell'altra un sottile filo di sangue colava nel pavimento.

Quel corpo...
Cosí debole,
cosí imperfetto.


Come era arrivato a diventare ció che piú odiava,come aveva potuto amare quegli abomini anche se solo per un breve istante.

Provava odio e disgusto per quelle creature, provava disgusto per quello che era ora.

Iliphar era stato un debole e un traditore del suo stesso popolo. Un tempo aveva rispettato e ammirato la saggezza del signore dei Cedri ma ora lo odiava come tutti gli altri.

Il suo amore, il suo dolce amore.

Dopo tutti quei secoli non conservava nella sua mente che un ombra del suo viso. Dolcezza, tenerezza, amore erano sentimenti che quei mostri gli avevano portato via molto tempo fa, insieme alla sua meta.

Ora esisteva solo una cosa:

"la vendetta".

Gli umani avrebbero pagato,
e il prezzo sarebbe stato la loro vita e le loro anime.

 
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50 replies since 16/2/2016, 21:30   4032 views
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