Faerûn's Legends

Ritorno a Casa

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view post Posted on 28/3/2016, 11:10
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Il vortice ai confini dell'Universo

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"Forza scendere! Non voglio passare il confine...."

Il vecchio contadino sbraita verso il retro del proprio carro colmo di covoni di fieno

"Hai sentito ragazzo?!"

Dal fieno spunta un volto tipico di chi viene svegliato in malo modo, ma non dice niente e con un semplice cenno del capo saluta il vecchio burbero.
Quanto tempo era passato? Due anni? O forse quattro...
Che importanza aveva?

Spolverandosi un poco la veste logora e la sacca sgualcita, il ragazzo comincia il suo cammino oltre il confine della Sembia, finendo a posare lo sguardo su quelle bandiere Purpuree che tanto aveva odiato prima della sua partenza.
"Finalmente a casa.." sussurrò con un sorriso sul volto.
Attraversò il ponte che portava a Suzail, un passo che fu ben diverso dal quello sbilenco ed ovattato che lo aveva visto partire.
La vita è davvero qualcosa di strano, si disse. Mise mano alla piccola moneta di rame ossidata che Lei gli aveva dato, la sua musa, l'ancora di salvezza in quel buio che lo aveva per troppo rubato al proprio destino.

"Chissà cosa mi aspetta, d'ora in avanti..."
Con un colpo secco del pollice fece schizzare in aria la moneta, in quella mutua preghiera che ormai aveva imparato ad accettare.
Il fato, la sorte, il cammino del caso.
La moneta ricadde a terra sul legno del ponte.


coin


Edited by Kralizec - 15/4/2016, 08:32
 
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view post Posted on 3/4/2016, 16:23
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Ricordo i miei anni a Luskan.
Arrivai con una carovana di allevatori che dalla Splendente, avrebbe portato viveri per l'inverno che sarebbe stato più duro al Nord.
La città delle Vele non si rivelò clemente con uno straccio quale ero. Ingenuo come un pollo,tirai fuori il borsello nella locanda del porto e non appena andai a svuotare la vescica, venni malmenato. Mi risvegliai il giorno dopo gonfio di lividi e con il sapore di sangue nella bocca. Senza un soldo e con il corpo indolenzito, solo il ricordo del sole che si alzava e andava a morire e io con lui, appoggiato ad una bitta sul molo abbandonato.

Che diavolo ci faceva un sempliciotto come me da quelle parti?
Cominciai a rivalutare la mia terra in quelle settimane: sebbene il Cormyr risulti una terra difficile ed impietosa, da queste parti era ancora peggio. A Luskan non hanno neanche quel senso di appartenenza ad un qualcosa chiamata patria. Aleggia la paura e la tensione, l'ordine dei maghi che governa ha lunghe zanne avvelenate che non ti permettono di sbagliare, nossignore: al primo sbaglio, paghi.
Per fortuna il rovescio della medaglia è che il lavoro non manca mai. C'è sempre qualcosa da fare, soprattutto se hai spalle larghe e voglia di camallare. In questo ringrazio mio padre e i suoi allenamenti durissimi per abituarmi alla fatica.

Peccato che i pochi argenti che guadagnavo li spendevo tutti in vino, birra o liquore, insomma...qualsiasi cosa che mi aiutava ad evadere la dimensione della mente.
Nonostante oggi non mi faccia neppure un goccio, dovrei render più meriti all'alcool , già...
Fu per colpa sua che incontrai quella persona che diede una nuova prospettiva alla mia vita..
Ricordo la sua barba folta, i capelli ramati e quel dannato destro sulla mia mandibola.



Edited by Kralizec - 12/4/2016, 21:29
 
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view post Posted on 15/4/2016, 07:28
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L'alba sfiorò leggermente le stecche delle persiane elencando i gelsi in fiore, annunciando l'inizio di una splendida giornata primaverile.
Reclef osservava il laborio delle prime persone che scendevano in strada dalla stanza della locanda con espressione crucciata ed assorta.

9bko0g

Poteva leggere nei loro volti qualcosa di diverso, qualcosa che lui conosceva bene: paura.
Dopotutto non poteva biasimarli,il timore era normale dopo quanto era accaduto la sera prima: l'esplosione, quel mezzo-demone sulla pila di cadaveri, i propri passi attraverso quel mare di sangue, il terrore che diventò coraggio, il cruento scambio di colpi...
Ringraziò silenziosamente Tymora per avergli dato la forza di porre fine alla vita di quell'immonda creatura. La magia di Kaia e Clara e la potente Amarth, erano stati in grado di difendere la città.
Avrebbe voluto gioire di quella vittoria, ma sapeva che era una sola goccia nel mare e nella sua testa risuonava la nenia di quell'ubriacone che si avvicinò a loro a battaglia conclusa:

*♫*Lo spirito di questo albero, perché loro possano tornare mentre cresce.*♫*


Tutto sembrava far parte di qualcosa di più grande, qualcosa di terribilmente vicino e solo allora le parole di Sheela tornarono vivide alla sua memoria:
"Se davvero vuoi tornare a Suzail, fai attenzione...Reclef" poteva quasi riudire quel suo tono dolce ed apprensivo "...non so spiegarti il perchè, ma qualcosa di terribile accadrà alla tua terra. Non andare..." il suono di quell'ultima parola riecheggiò fino a diventare un sussurro nella memoria.
Al tempo pensava che fossero solo tentativi per dissuaderlo dal suo ritorno, ma adesso, tutto sembrava avere un senso.
Reclef rigirò appena quel bracciale che lei stessa gli aveva donato poco prima della partenza, e si accorse di desiderare di riaverla al suo fianco. Di certo lei avrebbe saputo cosa fare in una situazione del genere.

Con quel fresco ricordo, riuscì finalmente a cadere in un sonno ristoratore.


Edited by Kralizec - 15/4/2016, 09:54
 
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view post Posted on 17/4/2016, 18:10
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"Affidare tutto alla sorte è un metodo comodo per non prendersi le proprie responsabilità"

Le parole di Kaia sembrano calzare a pennello con me, ma se solo riuscisse a vedere quello che vedo io...
Come è possibile non cogliere tutti gli indizi che il Fato ci ha messo davanti?
Gli orchi,
l'Albero,
Lord Valdermar trasformato in demone.
Tutto sembra far parte di un disegno ben più grande ed ogni volta che ci penso, sento che siamo in mezzo ad una miriade di cerchi che si stanno stringedo sempre più, quasi volessero soffocarci.
Lei non può capire,e come potrebbe?
Di certo non era qui 13 anni fa, non ha visto l'orrore che ha dilaniato questo paese.
"Abbi cura di te e della mamma"
Così aveva detto quell'uomo chiamato Padre, prima di partire, prima di non tornare mai più.
Era stato il suo destino e a quanto pare, persino il mio braccio si è levato per seguire quelle orme che per tanto mi son riufiutato di seguire.

*No Kaia, non è come dici tu. Affido tutto alla sorte perchè è l'unico modo responsabile che ho davanti all'ignoto che ci minaccia da ogni parte. Quello che devo e posso fare è mettere la mia risolutezza e dedizione alla difesa di ciò che ritengo prezioso: la libertà e la mia terra*.

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Dicendo queste parole, li sulla splendida terrazza a nord di Suzail, Reclef prese una pergamena ed una piuma. Non era bravo a scrivere, ma si impegnò molto visto l'importanza delle parole che avrebbe vergato con l'inchiostro.

Il Destino aveva fatto un altro giro di boa nella vita del giovane guerriero.

Edited by Kralizec - 18/4/2016, 07:45
 
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view post Posted on 28/4/2016, 10:59
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*una missiva giunge nel quartiere borghese della città di Waterdeep ad un indirizzo ben indicato*



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Cara Sheela,quanto tempo.

Avrei mille cose da raccontarti, ma proverò a riassumerle nel più breve numero di righe.
Come avevi visto nei tuoi sogni , sono in mezzo a numerosi pericoli ed in effetti la situazione a Suzail è anche più grave del previsto: orchi, roba che torna dalla tomba ed esseri demoniaci che piombano in piazza e fanno strage di innocenti. Ogni giorno ne accade una nuova.
Così, ho cominciato a rimboccarmi le maniche, mettendocela tutta, facendo sempre del mio meglio, senza mai perdere la fede, udendo costantemente le tue parole:
"Chi scappa dal proprio passato, scappa dal proprio destino"
Ed è così che ho smesso di scappare: da oggi sono Reclef Shezaar, Lama del 93° Battaglione dei Draghi Purpurei.

Mentre ti scrivo, non posso fare a meno di pensare a quanta idiozia albergava in me qualche anno fa, prima di incontrarvi, soprattutto da quando mi sono visto con il Porpora allo specchio: mi è sembrata di rivedere quell'immagine stampata nei miei occhi da bambino ed è tutto diventato palese.
Mia madre quando l'ha saputo è scoppiata a piangere, forse perchè teme faccia la fine di mio padre o forse perchè pensa che lui sarebbe stato fiero di me, non lo so. Al momento sono riuscito ad ottenere un alloggio per lei dentro le mura della città, anche se avrei preferito mandarla alla Splendente da te, che sarebbe stata certamente più al sicuro. Per adesso comunque dovrebbe andare bene così.
Sento finalmente di aver imboccato una strada che era stata decisa per me da molto tempo, una certezza che m'assisterà in questo salto nella gola del futuro.

Quindi non ti preoccupare per me e salutami Ghersh e la vecchia ciurma, quando avrai modo di sentirli, sempre che un kraken non li abbia inghiottiti nelle acque di Luskan! (se leggesse queste parole mi maledirebbe per tutti i capezzoli di Umberlee).
Anche se so che questo è il mio posto, ci sono momenti in cui mi perdo nei ricordi di quei giorni spensierati ed avventurosi. Ogni cicatrice che ho sul corpo è la testimonianza delle vostre strade che si sono incrociate alle mie, e nonostante la distanza, nutro nel mio cuore la speranza di rivedervi ancora, prima o poi.

Che la Signora vegli su tutti noi, fino ad allora.
Abbi cura di te,
con affetto

Reclef.



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Edited by Kralizec - 10/5/2016, 15:35
 
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view post Posted on 10/5/2016, 15:19
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Più il tempo passa, più mi accorgo che la gente attorno a me non riesce a comprendere cosa mi motiva.

Xan teme per la mia vita da quando ha saputo che mi sono messo in contatto con l'enclave di Thayan. Come se non lo sapessi che sono pericolosi, come se tutti gli anni a solcare i mari del nord non mi avessero insegnato nulla. Sguazzare nel torbido dei bassifondi, vivere per mare, mi hanno reso cauto, più di quel che posso apparire. Forse è questo che non capisce, ma non mi stupisco. Nonostante abbia molti più anni di me, l'aver vissuto nella stessa città da sempre deve impedirgli di scrutare la realtà nella sua giusta misura: non è nè bianco, nè nero, ma solo un'infinita combinazione di tinte grigie. Quando si tratta di affari, invece, la realtà non centra un bel niente. Gli affari sono affari, punto. La morale non c'entra.

Nadifa poi... Nadifa.
Non so bene cosa provo per lei, ma è innegabile che uno strano filo ci lega e continua a condurci su strade parallele che ogni tanto riescono persino ad incrociarsi.
Affetto, rabbia, invidia, sono tutti sentimenti che si alternano quando c'è di mezzo lei.
L'unica persona che è riuscita a stendermi in un duello, l'unica che prova un senso di sconfitta nell'esser stata salvata da me contro un troll alto due metri con la bava alla bocca.
Anche Nadi, nonostante questo, si preoccupa per me, come se fossi un cucciolo sperduto che non ha ben chiaro cosa fare.

Possibile che sia così difficile capire che tutto quello che desidero è la forza per non piegarmi al terrore? Che la volontà di poter garantire un futuro di pace sia più importante delle questioni etiche?
Si,spesso metto a repentaglio la mia vita, si, i maghi rossi sono pericolosi, ma non è pericoloso anche il marcio che coviamo in seno al Cormyr stesso?
Forse un giorno il tempo dimostrerà che avevano ragione e si parlerà di me come ad un"folle" , uno "sprovveduto", ma fino ad allora, continuerò a credere in me stesso e a tutto ciò che ho imparato.
Per il mio Destino, per la mia Terra.

*Quei pochi giorni nelle campagne limitrofe ad Eveningstar, ridonarono le giuste forze al giovane guerriero che decise di tornare a valle, verso il proprio dovere*


Reclef
 
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view post Posted on 22/6/2016, 16:36
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Quante volte l' ardire m'ha portato sul bordo di un precipizio, nel volo di una moneta che rotea nell'aria e ricade sulla vittoria?



Dall'oscurità giunse una voce.

"Finalmente ti sei svegliato!"

La voce di una donna, no, forse un bambino?
Sentiva le palpebre pesanti e un dolore lancinante al fianco sinistro. La milza sembrava quasi aver smesso di esser parte integra del suo corpo, ma percepiva di poter ancora respirare.
Ogni respiro però era un'impresa non da poco. Stimò che probabilmente aveva un paio di costole rotte.
Provò ad alzarsi.

"Stai giù o ti si riapriranno le ferite" La voce era diversa dalla prima, ruvida e spessa.
"Ho visto le insegne, sei un Drago purpureo?"
Reclef provò ad aprire bocca ma le labbra screpolate si muovevano senza che emettesse alcun suono. Si limitò ad annuire
"Capisco..." fece una lunga pausa, mentre Reclef sentì la testa sollevarsi ed il tiepido contatto con dell'acqua che ricadde nella gola come un messia in una terra in rivolta.
"Non sapevo che i Draghi fossero persone così coraggiose, o sciocche. Se non fosse per il mio lupo che è riuscito a fiutarti nell'immensa accozzaglia di cadaveri, probabilmente saresti ormai cibo per vermi."
Reclef provò a ricordarsi cosa era accaduto.

L'ultimo ricordo che aveva era di lui in esplorazione sui Picchi Tempestosi: le spalle al muro, il respiro affannato, urla e versi di terribili creature che vivono con l'unico scopo di dilaniare la carne, un servizio utile qualora si trattasse di carcasse, ma Reclef era lì, vivo.
Come ogni volta, l'unica cosa che poteva fare era combattere: stringendo Kewosilde, la potente arma forgiata parecchi mesi prima da Xan Mekoring, piantò bene a terra i piedi e affontò le belve che lo avvolsero in un crudele abbraccio.
Poi il Buio ed ora, quelle due voci
.



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Nei giorni che ne venirono, Reclef riuscì a ristabilirsi lentamente, facendo la conoscenza di Daskel e suo figlio Goran, che vivevano non troppo lontano dai Corni Tempestosi, sopravvivendo con ciò che la terra poteva offrirgli.
Quando riuscì a rimettersi nuovamente in piedi, diede una mano ai due, tagliando la legna, cacciando con loro e per un mese intero, quella divenne la sua casa.
Sarebbe stata una vita interessante, così diversa da quella che aveva vissuto per ora. Nessun impegno, nessun dovere, vivere pensando al giorno in cui si era, con l'unico traguardo del domani che sarebbe stato simile al presente.
Si sarebbe facilmente abituato a questa vita, se non fosse che una notte, prima di andare a dormire, nel muovere lo zaino, una vecchia moneta di rame rotolò sul pavimento della tenda.
Rimase a fissarla per qualche minuto in un silenzio tombale. Qualcosa che aveva sigillato dentro di sé, si sciolse.
La promessa fatta stringedo quella moneta sulla tomba del padre, la sua città che era costantemente minacciata, un'effige purpurea da dover onorare.
"Credo che per me sia tempo di tornare..."
Fu così che Reclef tornò a Suzail in sella ad un grosso animale che sembrava essere un lupo.


wowo

Edited by Reclef - 26/6/2016, 21:32
 
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view post Posted on 24/7/2016, 20:09
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Che cosa ci faccio io, qui?

Una domanda talmente semplice da sembrare assurda.
Come sempre quando parlo con Kaia escono fuori alcune mie debolezze, con quel modo di sgonfiare certezze con la sua rigorosa logica.
Non posso che darle ragione quando dice che sto cercando d'evadere. Ci sono talmente tante cose della vita militare che non mi vanno a genio, che mi rendo conto persino io d'esser un pesce fuor d'acqua: "Si signore!", stare sull'attenti...
L'etichetta è come una dannata calzamaglia da dover portare in estate, ma mi ci sto adattando.
Mi sono adattato a cose ben peggiori in passato.
Dopotutto quell'elfo,Alec non sbaglia quando dice di non fidarsi degli umani. Io stesso non so se fidarmi di quello che sento alle volte.
Tu ti fidi di te?
.......
Ecco....ora parlo anche con un qualcuno di immaginario nella testa.
Ottimo, perfetto.
Pazienza.

Forse sto impazzendo del tutto o forse no. Nonostante non possa negare che la vita da militare fosse più interessante nei miei ricordi da bambino, non mi pento della scelta, anzi. Non sarò il miglior soldato in quanto a procedure e conoscenza della legge, ma la volontà di difendere tutto ciò che rappresenta questo mantello cresce di giorno in giorno nel mio cuore, perchè è la scelta che ho fatto per onorare ciò che decisi quella notte di tanti anni fa.

Affidati al destino, in tutto e per tutto.

Non so se sia giusto pensarla a questo modo, ma da quando ho cominciato a pensarla così, la mia stessa esistenza è cambiata. Non so se Tymora sia con me, se abbia un occhio di riguardo fra così tanti mortali che le chiedono aiuto, ma sono stato in grado di uscire dalla dipendenza, dalla paura di non esser pronto a vivere.
E da allora ho sempre seguito i segnali. Ho capito di dover indossare questo mantello purpureo quando il "caso" mi ha portato ad esser nella piazza del Re a fermare Valdemar.
Così non so se sia merito degli dei o di me stesso, ma sono soddisfatto di come sta andando la mia vita.
Sono riuscito persino a forgiare con le mie mani un'arma in grado d'esser la gemella di Kewosilde: Ozymar, l'ascia in acciaioscuro che è venuta al primo tentativo, al bacio di Tymora: liscia, maneggevole, una meraviglia.
Vorrei tanto poterla mostrare a Xan se solo sapessi che fine ha fatto. L'ho cercato in lungo e in largo e gli ultimi a vederlo hanno detto che era malato. Spero che non abbia dato di matto lui e quella dannata storia di Zang Yue...

L'unica cosa che posso fare di certo è continuare a fare il mio dovere, da bravo soldatino, per esser nuovamente al posto giusto nel momento giusto, l'alfiere di Tymora.
Mi piacerebbe come soprannome, sai?!
Adesso stiamo "giocando" una partita pericolosa con un cavaliere senza testa e troppe cose si stanno muovendo per colpa sua.
La faremo finita, in un modo o nell'altro, ne sono certo.




Svuotato dall'essersi concesso queste riflessioni, cadde in un sonno profondo nella sua brandina alla caserma dei Draghi Purpurei.

Edited by Reclef - 25/7/2016, 08:59
 
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