Faerûn's Legends

Alavairthae: Storie di Maghi Rossi.

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peace4peace
view post Posted on 1/7/2016, 18:36 by: peace4peace







Anche per lei, alla fine, era arrivato quel fatidico momento. Se lo aspettava, era stata avvertita, ma nulla di ciò che sapeva l'avrebbe potuta preparare a ciò che quella sera vide negli occhi del Baatezu evocato dalla sua maestra. Di certo il suo spirito non brillava per coraggio o audacia e, per quanto spesso avventata a causa dei continui studi non convenzionali a cui si sottoponeva, preferiva sempre affrontare ogni situazione aggirandola lentamente fino a trovarne la breccia, che irrompervi di petto a viso aperto. Purtroppo stavolta questo vantaggio non le sarebbe stato concesso, catapultata nei meandri più oscuri del suo io profondo, vide ciò che non si sarebbe mai aspettata di vedere.

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Sua nonna, donna anziana ma ancora gradevole nell'aspetto, immersa nelle sue vellutate vesti color rubino, prendeva un libro dalle mani del suo servo non morto, un tempo suo marito, tale Wilhelm Uth Wyvern, il cui più grande pregio fu quello di essere stato un facoltoso possessore di terre fertili e il cui peggior difetto quello di essere un comune insignificante straniero.
"Tuo padre mi ha detto che vuoi intraprendere gli studi per diventare una Maga Rossa" la vecchia esordì inforcando dei piccoli occhiali e sfogliando delicatamente il tomo. "Ma guardati piccina mia, non sei che una piccola creaturina in cerca di approvazione. Pensi davvero di avere abbastanza intelletto e perseveranza da poter percorrere una strada così ricca di ostacoli e privazioni? Non sarai mai all'altezza dei tuoi genitori, fattene una ragione fin da adesso. Il massimo a cui puoi aspirare è portare prestigio a questa famiglia sposando qualcuno che valga veramente qualcosa per noi. Guarda tuo nonno, non vorrai certo condividere la sua stessa sorte immagino..."
A quelle parole sentì la propria pelle raggrinzirsi, fino a spaccarsi come cartapecora rovinata dal sole cocente di anni, le carni marcire dall'interno corrose dall'avvizzimento della morte, le membra cedere e i denti cadere, come foglie autunnali smosse dal vento. Una tristezza infinità le offuscò la mente, annebbiandole la vista per qualche attimo all'apparenza interminabile, poi fu l'oscurità.

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Bagnata dalla pioggia, vestita di stracci, sporca e malandata ora si trovava di fronte ai suoi genitori. Questi, guardandola con sprezzante disgusto, commiseravano il suo fallimento con severità e distacco.
"Come osi presentarti a noi come una mendicante in cerca di elemosina? Dove sono le scarlatte vesti del prestigio che ci avevi promesso d'indossare al tuo ritorno? Sarebbe stato meglio per te appenderti una pietra al collo e gettarti in mare, che tornare qui portando disonore e vergogna!"
Sola, indifesa, adagiata in una pozzanghera maleodorante, attanagliata dai morsi della fame e dalla malattia, sentiva la vita scivolare via dal suo essere e poi, fu nuovamente l'oscurità.

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Aria di festa poteva respirare distintamente attorno a se, guardandosi allo specchio vedeva se stessa indossare finalmente le fulve vesti del potere, dietro, tutti si complimentavano del suo successo con lodi e applausi.
Voltandosi, le si parò di fronte la sua maestra, che sorridendole e abbracciandola le sussurrava all'orecchio auguri di ogni tipo. Di colpo una sensazione aliena di freddo pungente le penetrò le membra, abbassando lo sguardo aveva appena visto la lama impugnata dalla sua insegnante trafiggerle il ventre. Con sguardo confuso, mentre si accasciava a terra per il dolore, le ultime parole che sentì furono: "Sembri sorpresa mia cara, ma non ne comprendo il motivo. Ora che non sei più mia adepta non mi sei più utile e potresti rappresentare un pericolo in futuro. Avresti dovuto aspettartelo povera sciocca".
Tra le risa dei convitati e il sangue che scorreva via come la sua vita, la donna si sentì morire per la terza ed ultima volta.

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Al suo risveglio la pioggia batteva forte sul terreno umido, confusa, bagnata e tremante si lasciò aiutare a tornare nei suoi alloggi, dove trascorse una notte pregna di incubi di ogni sorta.
La mattina seguente un unico pensiero, martellante come il mal di testa che la notte precedente le aveva lasciato in eredità, occupò la sua mente assillandola senza sosta: "Me la pagherete, oh si... Me la pagherete tutti!"

Edited by peace4peace - 1/7/2016, 20:01
 
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12 replies since 30/5/2016, 02:18   544 views
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