Camelia |
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| Cielo e Terra.
Camminava scalza nella notte solitaria,
su di lei il riflesso di Selune distante.
La malinconia sua compagna bonaria,
all’improvviso scorse un viso intrigante.
Capelli color del fuoco, corpo tatuato,
lo sguardo intenso e il sorriso monello.
Il suo cuore sussultò come un boato,
vide capelli dorati e un volto tanto bello.
La rincorse e l’agguantò senza ritegno,
ella fu sorpresa, non lo poté evitare.
L’uomo pretendeva d’esserle degno,
la fanciulla spaurita voleva gridare.
Riuscì a sfuggire da quella morsa tremenda,
d’acciaio le mani e di fuoco il corpo.
Ella tremante fuggì nella notte profonda,
l’uomo l’inseguiva con fiero trasporto.
La fanciulla inciampò nel buio della nottata,
ma quelle mani sì forti erano anche gentili.
In un lampo si ritrovò a lui avvinghiata,
le sue parole uscirono meste e sottili.
“Perché mi trattieni, sconosciuto signore,
cosa ho fatto per meritarmi il tuo sguardo?
Lasciami sola ti prego, non ti posso seguire,
devo tornare a casa, non mi è concesso ritardo!”
L’uomo possente non volle mollar la presa,
ma era lui il prigioniero, in verità vi devo dire.
Occhi lustri e fulgido sorriso, sua somma sorpresa,
per costui la fanciulla era bella da impazzire.
Dovette lasciarla andare, non voleva farle male,
tosto in cuor suo calò un silenzio di tomba.
Angoscia e rimpianto, lo stupore fu totale,
quando ella gli cantò con voce da colomba.
Dolce melodia e timbro delicato,
la fanciulla eterea come un sogno.
Il suo volto di lacrime s’era rigato,
per lui il dolore fu peggio di un pugno.
L’uomo indomabile dovette capitolare,
l’amor in cuor suo si era insinuato.
Un veleno troppo dolce da sopportare,
lo inghiottì in un sorso, nettare mielato.
E iniziò così la storia di capelli rossi e dorati,
due anime distanti come Terra e Cielo.
Chissà se alla fine si sian davvero amati,
vorreste saperlo? … Anche io lo anelo! 
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