Faerūn's Legends

Teste.

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Ventrue4ever
view post Posted on 11/12/2017, 04:39 by: Ventrue4ever
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Assassino di Briganti

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"Non credere di essere migliore di me. Anche tu sei un'assassina..."
il Santo della Vendetta a Kaia di Messemprar



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Suzail. Dimora della nobile cormyreana conosciuta come Kaia di Messemprar.


La mattina era giunta.

I suoni tipici dell'affrancarsi del mondo circostante dalla quiete notturna iniziavano a farsi sentire, appropriandosi delle strade.

Ai primi arrivati, altri se ne aggiungevano, quasi in risposta.

Viaggiavano di via in via, e di casa in casa, fino a giungere alla sua.

E lģ venivano accolti dalla sua mente, una mente consapevole di quanto facilmente potessero mutare in un istante, fino a diventare come quelli che avevano tormentato Suzail nei giorni precedenti.

Presente e passato si fondevano, rendendo la voce di una madre che diceva ai figli di svegliarsi uguale a un lamento al loro funerale, e il rumore degli zoccoli dei cavalli tristemente simile a quello della carica di una folla nel caos.

Discussioni, saluti, e risate, diventavano esplosioni, grida, pianti.

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Era sveglia da un pņ, ma aveva deciso di concedersi di rimanere a letto a pensare.

A occhi chiusi, riviveva gli ultimi avvenimenti.


La Piazza del mercato scossa dall'esplosione di Alberto Fern, la rabbia e la paura della folla.

L'abbraccio disperato della figlia Linda, il modo in cui il suo corpo tremava.

Lo sguardo di Luke Granville quando nei suoi occhi era tornata la speranza.

Poi, pochi giorni dopo la sua casa e sua madre avvolti dal fuoco.

E per ultimo il Santo della Vendetta, la sua risata, il tono della sua voce carico di astio per il mondo.

Il Dolore, la paura e l'odio stavano nascendo in migliaia di persone a causa dei suoi inganni, mentre lui usava i morti, ingiustizie, e i sentimenti che ne scaturivano come un pittore avrebbe usato dei colori per dipingere.

Il dipinto che stava prendendo forma grazie a quello scempio, era qualcosa di orrendo e maestoso al tempo stesso.

Tutti potevano comprenderne l'orrore, ma pochi ne avrebbero compreso la maestositą, dando soddisfazione al suo creatore.

Forse per questo l'artista incompreso, l'uomo mai amato, aveva ceduto alla tentazione andare alla ricerca di quei pochi.

Tra i tanti, aveva trovato lei.

Non aveva resistito nel mostrare l'opera prima che fosse terminata.


Aeisha non aveva potuto non ammirare l'abilitą con cui ricavava i "colori", e con cui li disperdeva sulla tela per ottenere l'effetto voluto.

Ma aveva visto la profonda ipocrisia e debolezza nascoste dietro quell'opera, e ne era rimasta disgustata.

"Non devono essere felici. Devono soffrire, come ho sofferto io".

In queste parole pronunciate dal Santo tempo prima, era racchiuso tutto il modesto significato della sua esistenza.

Si accaniva sulla Tela dell'esistenza come un bambino, facendo finta di creare qualcosa, quando l'unica cosa che voleva davvero era spargere ovunque i "colori", fino a esaurirli, per impedire che altri riuscissero dove lui aveva fallito.

Fino a quando schizzi di colore non si erano depositati su di lei, e quasi sulla soglia di casa sua.

Colori preziosi, che non sarebbero essere dovuti andare sprecati e che non gli appartenevano.

Era tempo di raccoglierli, goccia per goccia, e usarli per creare un dipinto assai diverso.

E per farlo lei e gli altri dovevano imparare ad anticiparne le mosse.

Sentendo la voce esitante della madre "morta" di Luke che la chiamava dalla stanza vicina, si regalņ un sorriso.

Era un buon inizio.




Edited by Thayan4ever - 11/12/2017, 05:29
 
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