Faerûn's Legends

[GDR ON] Invito alla Festa di Pratoverde

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view post Posted on 30/1/2019, 15:55
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Tingilindë, Stella Scintillante

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Baldur's Gate

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*Un mezzelfo si avvicina disinvolto alla vecchia quercia e si dirige diretto alla bacheca dove di solito i residenti e gli altri frequentatori del bosco si lasciano messaggi e si scambiano notizie. Estrae una pergamena arrotolata, la stira con le mani contro la parete e con una piccola scheggia di legno la affigge su uno degli spazi vuoti della bacheca.*

Carissimi Amici,

siete invitati tutti il primo giorno di Mirtul alle celebrazioni della festa di Pratoverde che si terranno di fronte ai campi di Baldur’s Gate.
Ci saranno cibo e bevande per tutti quelli che vorranno presenziare. Si ringrazierà la Madre Terra e le divinità a noi care, si esprimerà riconoscenza e chiederemo loro di rinnovare la benevolenza verso di noi.
Aldonas Kelnorin

[gdr off]
Tutti i giocatori con PG ranger, druido e chierico delle divinità alleate e/o vicine a Chauntea (Mielikki, ecc..), che hanno intenzione di partecipare, mi contattino via MP.
La data esatta la comunicherò dopo la fine dell’inverno ingame su post di conferma riepilogativo.
 
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view post Posted on 11/2/2019, 16:34
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Predatore di Coboldi

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Da giorni aveva infilato un fiore tra le pagine del suo taccuino, per ricordarsi della Festa di Pratoverde di cui le avevano parlato alcune adepte di Chauntea alla vecchia quercia.

Quel mattino si svegliò alle prime luci dell’alba dai suoi sogni ancora inquieti, lasciò un biglietto sul tavolo della sala per Ven, ed avvolgendosi nel rosso mantello si avviò fuori casa respirando l’umidità frizzante del mattino alla Splendente. Fece alcune rapide commissioni al mercato, e prima che la città si svegliasse del tutto stava già cavalcando oltre i cancelli.

Spesso, nel suo abitudinario girovagare fuori città, faceva visita alle fattorie nella campagna circostante. Le piaceva osservare lo scorrere ripetitivo di quella vita semplice, e si assicurava di tenere controllata la zona affinché non vi si aggirassero creature mostruose o briganti.

Jonas stava tagliando la legna nel luminoso cortile soleggiato quando la ranger si avvicinò a salutarlo. Spesso faceva acquisti da lui: latte fresco, ortaggi, vino locale. Sua figlia Mary la adorava, era convinta che Aurin fosse una sorta di ninfa dalle fattezze umane, per via della sua bellezza e degli ornamenti preziosi che spesso portava, pur sembrando al contempo totalmente figlia di quella natura semplice e selvaggia.

Lasciò al fattore una generosa somma di denaro, chiedendogli in cambio un sacchetto di sementi d’alberi da frutto che avrebbero potuto esser seminate in quel periodo dell’anno. Si era detta che non si poteva certo andare ad una festa a mani vuote, e i sacerdoti avrebbero senza dubbio apprezzato quelle minuscole promesse di vita e fertilità.

Stava per andarsene quando la piccoletta appena sveglia la vide dalla finestra, e gridando il suo nome corse in cortile a salutarla. Decise che in fin dei conti avrebbe anche potuto fermarsi per la colazione, condividendo con lei il fagotto di biscotti appena sfornati che aveva acquistato in città.

“Sai, oggi parto verso il Gate. Ti ricordi da che parte è?”

La piccola gonfiò le guance e si girò un paio di volte a destra e sinistra, riflettendo. Infine indicò approssimativamente a sud, mentre la ranger le sorrideva compiaciuta.

“C’è una festa…è da molto tempo che non vado ad una festa.” – continuò la ragazza, osservando gli occhioni sognanti della bambina.

“E avrai un abito come quelli delle principesse?”

“Oh no, niente di tutto questo. E’ una festa per la natura, per augurarci che la primavera sia fertile e i raccolti abbondanti…Però…mh…forse dovrei comunque farmi bella, vuoi aiutarmi?”

Mary quasi non ci credeva. Nella sua fervente fantasia il mondo oltre i campi coltivati doveva essere colmo di meraviglie.

Corse in giardino con incontenibile entusiasmo ed iniziò a raccogliere fiori e bacche tra le più colorate. Mezzora dopo tornò trionfante dalla ranger, porgendole una splendida coroncina di fiori.

Aurin non avrebbe potuto desiderare nulla di più bello.

La salutò con affetto e tornò in sella al suo cavallo dal manto scuro, col quale avrebbe una volta ancora sfidato il vento e le distanze.


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