Faerûn's Legends

Paure e Coscienza, Una scelta difficile

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Adry_
view post Posted on 23/8/2007, 15:22 by: Adry_




Quella rosa color della porpora era davvero bellissima, in quel tardo pomeriggio, a Suzail.
Lord Markhom Wyvernspurn, Mago della Guerra del Cormyr, raccontò a Garret di quel fiore, il Petalo Purpureo, bello quanto raro vegetale, capace di crescere solo in zone fredde e remote, lontano dalla civiltà. Il mezz’elfo rimase ancora qualche attimo rapito dalla bellezza di quella rosa, poi i due tornarono agli affari.
Lo scritto era infatti pronto: Garret aveva preparato, in triplice copia, un completo trattato sulla guerra contro gli orchi che vide impegnata buona parte delle Terre Centrali durante il 1376, arricchito con curiosità, ricordi, racconti e impressioni di chi partecipò a tale evento. La commissione era stata fatta dal Mago della Guerra, e ora il giovane scrittore era lì, nei giardini interni del castello di Suzail, ad ammirarne le bellezze.
Parte del pagamento, per il lavoro e per le spese necessarie per carta e inchiostri, era stato fatto all’inizio, appena i due si erano accordati; la restante parte però non avvenne in denaro, e il duca Wyvernspurn decise di fare un dono al mezz’elfo, piuttosto che dargli del denaro. All’interno di una custodia in pelle nera, giaceva un corno da guerra, composto in metallo e cuoio, con pochi ricami; lacci e piume colorate ne decoravano il corpo, e gli davano un aspetto abbastanza “selvaggio”. Il Mago raccontò che esso era un corno da guerra del Rashemen, una rarità e un pezzo d’antiquariato per molti bardi, utilizzato dai bardi della lontana terra dell’est per incitare i furiosi e possenti guerrieri.

Congedatosi con lord Markhom, Garret tornò alla locanda, raggiungendo con tranquillità la sua stanza. Depose con cura l’oggetto e poi prese a sfogliare gli appunti e la copia originale dell’opera. Decise che avrebbe raggiunto altre città, per poter vendere altre copie di tale opera, e racimolare un buon gruzzolo; inoltre, una copia andava consegnata al più presto ad Horeness, che l’attendeva da tempo.

Anche quel lavoro infine era concluso, e per ora non aveva altre commissioni in sospeso. La sua mente, ora libera da tale impegno vagò libera, fino a giungere alle ultime rivelazioni che Alisea, la sua amata, gli aveva confidato.
Rievocò quegli istanti, in riva al mare, quando tutto parve cambiare, turbinare, tornare come prima e poi cambiare ancora, senza sosta. Si alzò dal letto, prese il suo flauto, e si avvicinò alla finestra, accovacciandosi sul balconcino. Prese a suonare qualche nota, mentre osservava la vita di città, fuori, dove persone ed eventi si susseguivano rapidamente, ed il tempo tiranno ne inghiottiva ogni passo, ogni parola, ogni istante.
Scosse il capo, scostando lo strumento dalle labbra; doveva andare a cercarla, doveva parlarle e chiarire tutto. Era troppo che non la vedeva, e gli ultimi incontri erano stati troppo distorti dalla confusione e insicurezza che il mezz’elfo provava, dopo le rivelazioni della ragazza. Gli mancava, gli mancava da morire, e doveva assolutamente vederla.

Sistemate le sue e cose, decisamente meno carico di libri, il giovane scrittore scese di sotto, pagò la stanza e si recò alle stalle. Mentre si faceva largo tra la folla della piazza del mercato, pensava a dove avrebbe potuto trovarla, e decise di recarsi in Sembia, al campo dei Corvi d’ Argento.

Era oramai sera quando lasciò Suzail a cavallo, ma questo non importava; l’impeto di trovarla aumentava sempre più il desiderio di rivederla, di riabbracciarla e perdersi nei suoi profondi occhi, per lasciarsi andare poi in un turbine di emozioni e carezze, fino a che il tempo glielo avrebbe permesso.
E nessuna dea glielo avrebbe impedito.
 
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10 replies since 12/6/2007, 18:46   434 views
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