Faerūn's Legends

Malinconiche note all'alba di Suzail

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Cloud83
view post Posted on 16/6/2007, 16:25




Ci voleva proprio una pausa da Waterdeep.
Era cio' che la giovane elfa pensava mentre cavalcava per le strade che si allontanavano dalla Costa della Spada, strade che era la prima volta che percorreva e che nascondevano cosi' tanti luoghi splendidi da ammirare.
Le campagne di Suzail iniziarono a prendere forma, era una terra cosi' diversa dalla Costa della Spada. Elerwen guardava ogni campo e ogni fattoria con estrema curiosita' mentre cavalcava al fianco di Derek lungo la strada ciottolata che conduceva in citta'.

Dopo aver lasciato i cavalli a rifocillarsi nelle stalle ed aver visitato il mercato i due iniziarono a girare per la citta'. Il sole era calato da qualche ora quando arrivarono nei pressi dei terrazzi sul fiume. Salirono la gradinata e guardarono un po' il paesaggio illuminato dalla luce di Selune che, senza una nube in cielo, rischiarava le montagne e si rifletteva nel corso del fiume facendolo sembrare d'argento.
Era bello li', il rumore del fiume e la leggera brezza che faceva diffondere il profumo dei fiori lo rendeva un posto davvero magico. Per la prima volta ad Elerwen sembrava di aver trovato un piccolo angolo di una citta' umana che le ricordava Leuthilspar.

Sedettero su una delle panchine e iniziarono a parlare un po'. Era un po' di tempo che l'elfa sentiva di stare davvero bene al fianco del cavaliere, ma la differenza tra le loro razze, la differenza di longevita' delle loro vite l'aveva sempre fermata dal dichiararlo. Ricordava bene le parole di suo padre, che piu' volte prima di partire l'aveva avvertita di non affezionarsi a nessun umano, che farlo l'avrebbe solo fatta soffrire presto. Ma seppure le ricordava non riusciva a condividerle.
All'orizzonte si iniziavano a vedere le prime luci dell'alba, e con esse arrivarono le note di una triste canzone. Sporgendosi dal balcone Elerwen vide un'elfa che stava suonando un flauto. Le sue note erano molto tristi, suonava rivolta verso il fiume che scorreva tra le rocce sotto di lei.

Scese le scale che li separavano la suonatrice racconto' la sua triste storia, Elerwen cerco' di tirarle su il morale ma appena il sole fu' alto nel cielo la figura si dissolse nel nulla. Lei e Derek decisero cosi' di andare al cimitero cittadino, sperando di capire chi fosse e per vedere se c'era modo di dare pace alla sua anima.
Al cimitero si soffermarono presso una lapide ai cui piedi era depositato un flauto. Non fu difficile per Elerwen capire che quell'oggetto fosse di artigianato elfico, ma mentre lo stava studiando giunse il becchino incaricato del cimitero.
Parlarono a lui della visione ai terrazzi. L'uomo sembrava non esserne sorpreso, infatti confermo' che ogni mattina all'alba l'anima della ragazza andava li' a suonare per il suo amore perduto. Racconto' la loro storia per estesa.
Lui era un soldato che durante una spedizione alle Terre di Pietra di molti anni prima cadde in battaglia, proprio dopo aver promesso all'elfa di prenderla in sposa. Lei non resse al dolore, e ando' a quei terrazzi dove avevano passato tante ore felici insieme e si getto' nel fiume.
Elerwen sentiva una stretta al cuore man mano il becchino parlava, a contrario dell'anziano uomo di Suzail lei stava facendo del suo meglio per trattenere le lacrime ma sentiva che di li' a poco sarebbero scese.
Finita la storia lei e Derek andarono al tempietto del cimitero per pregare per le anime dei due sventurati, che ora giacevano in tombe adiacenti. Elerwen chiuse gli occhi e inizio' a recitare una preghiera per l'elfa, rivolta al Padre del suo popolo. Derek le prese la mano e solo allora si rese conto di stare pregando in elfico. Concluse la preghiera in comune affinche' anche il cavaliere potesse capirla, e appena fini' il libro deposto sull'altare si apri' di scatto da solo e le pagine iniziarono a sfogliare velocemente fino a fermarsi su di una.


"Solo chi sara' capace di versare delle lacrime per coloro che sono morti potra' sedere alla mensa dei giusti.
In fondo la morte non e' altro che una tappa della vita, e solo in essa e' possibile trovare la pace."


A quel punto le lacrime trovarono strada fuori dagli occhi verdi dell'elfa e sulle sue guance, aveva infine capito che non c'era nulla di male nel versarle per chi lo meritava. Dopo essersi asciugata gli occhi tornarono verso le lapidi dove il becchino li attendeva.
Elerwen porto' le mani alla collana che le cingeva il collo. Era stato il dono di sua madre prima di partire e ci teneva molto... Ma sapeva che se sua madre fosse stata li' avrebbe fatto la stessa cosa. La slaccio' e la poso' a fianco del flauto vicino alla tomba dell'elfa, con l'augurio che il giorno in cui fosse riuscita a trovare la pace con quella collana sarebbe riuscita a ritrovare la strada per ricongiungersi con i suoi antenati.
Derek fece lo stesso col suo anello sulla tomba del soldato morto, e anche lui prego' per la sua anima.


"Forse se vi foste incontrati da vivi sareste diventati amici"
"Ne sono certa"
Elerwen sorrise al becchino per ringraziarlo delle sue parole, e per ringraziarlo di aver raccontato loro la sua storia. Grazie a lui infatti il suo cuore era molto piu' leggero, con molti meno dubbi e paure.


Edited by Cloud83 - 16/6/2007, 18:04
 
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Derek Harvaerld
view post Posted on 16/6/2007, 19:41




Avevano viaggiato tanto e pure, anziche' fermarsi a riposare erano stati a parlare a lungo, dimenticando la stanchezza e la fame.
Ora, stavano lģ sul piccolo balcone di pietra ad ascoltare il dolce suono delle acque, ad ascoltarsi. Derek allungava lo sguardo oltre il balcone mentre raccontava le sue avventure e raramente incontrava gli occhi di Elerwen se non per porgerle un sorriso.
Non avrebbe potuto guardarla durante la narrazione, altrimenti il suo sorriso avrebbe contrastato in modo irriverente con ricordi angusti.
Giunse il sole e suoi i primi raggi tiepidi.
Giunsero anche delle note alle orecchie dei due giovani,
e via via che le note scorrevano, si delineo' una melodia dolce quanto malinconica e triste quanto bella.
Videro alzandosi dalla panchina un'elfa in lacrime.
Elerwen, mossa da un sentimento fraterno si interesso' alle cause che avevano portato la suonatrice alle lacrime non prima di essersi complimentata con lei.
Derek assistette allo scambio di parole in silenzio.
Osservava la scena distante ma vicino nello spirito.
Il sole si levo' alto nel cielo e la figura dell'elfa si sfoco' in pochi istanti.
Tutti e due rimasero increduli, ancora di piu' quando caddero come lacrime dal cielo, profumati boccioli e petali di rose rosse.
Rose rosse, color del sangue. Il sangue simbolo di morte violenta, il sangue simbolo di vita.
Ne raccolse uno Elerwen di quei petali e rimase un po' intimorita quando, come mosso da fili invisibili, inizio' a danzare assieme a tutti gli altri.
Era una danza triste come il destino che legava quella suonatrice al suo amato, breve come il loro Amore
che violentamente era stato spezzato.
Messi da parte i pensieri, Derek ed Elerwen volarono istintivamente al cimitero
e lģ, dopo aver parlato con il becchino vennero a conoscenza della storia di quell'Amore infelice.
La dolcezza invase il cuore di Derek e a fatica celo' le lacrime.
Non poteva piangere di fronte ad Elerwen seppure la commozione fosse grande.
Non aveva mai pianto al cospetto di nessuno. Quello delle lacrime, era un rituale
da affrontare in solitudine e non tardo' piu' del necessario ad essere svolto quel giorno.
Rassegnati alla triste sorte degli infelici, il cavaliere e l'elfa
andarono pregarono insieme.
La voce di Elerwen scendeva dritta al suo cuore, sia che la comprendesse, sia
che non afferrasse neanche una parole elfica.
Prese la mano di lei con un gesto fermo e sicuro, gioģ delle lacrime di Elerwen
poichč erano la prova della purezza del suo cuore.
Terminata la preghiera, ancora una volta si soffermarono accanto alle tombe
degli amanti sventurati.
Dopo aver visto Elerwen che poneva una collana a cui sembrava molto legata accanto alla tomba dell'elfa, Derek si sfilo' l'anello e lo lascio' sotto la terra smossa della
tomba dell'uomo.
"Questo anello immagino lo avresti donato volentieri alla donna che amavi per farla tua sposa".
La commozione ormai invadeva i cuori dei presenti e le anime piu' gentili.
Derek ed Elerwen di lasciarono alle spalle il cimitero rasserenati subito dopo.
Solo una frase ripetuta piu' volte dal becchino gli tornava in mente sulla strada di casa.
Essa era invadente e martellante come una campana che scandisce le ore
e il tempo incalzante:
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