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| Mi sveglio con un senso di confusione, la testa sembra presa a martellate e gli occhi annebbiati, e per un attimo non riesco a capire dove mi trovo. Poi, lentamente, la realtà inizia a emergere. Sono disteso sulla terra brulla del passo montano.
Nel tentativo di rialzarmi, una voce forte e arrabbiata squarcia l'aria. È come un pugno nello stomaco, un improvviso shock di consapevolezza. La figura di fronte a me è sfocata, ma il tono della sua voce è cristallino e tagliente. Le parole urlate colpiscono come frecce. Mi sento vulnerabile, e la vergogna si insinua dentro di me, mista a una sensazione di impotenza. Cerco di rispondere, di giustificarmi, ma le parole sembrano incespicare sulla mia lingua.
Non ho mai visto Padre Marcus così incazzato.
Sono una figura patetica, inchiodata al suolo dalla reprimenda che mi sta piovendo addosso. È un misto di emozioni: la confusione, la rabbia, il rimorso. Il mio corpo è guarito, solo la mano con cui ho toccato la sfera di fuoco mi fa male. La sgridata continua, un flusso incessante di parole che mi colpiscono nel vivo.
Sento qualcuno che si prodiga in una mia blanda difesa...quando cazzo è arrivato Myos?
Rientriamo a Baldurs Gate...devo farmi vedere la mano...continua a pulsare, a bruciare. Al tempio di Ilmater forse sapranno cosa fare. Mi accompagnano tutti: Rathar, Zara, Burku e Fellibylur...non sembrano provare rancore nei miei confronti per ciò che è avvenuto...per ciò che ho scatenato.
Tergiversiamo con il cerusico su alcuni particolari, e quello impone una zona di verità attorno a noi. Un peso si posa sulle mie spalle come un fardello insostenibile. Le parole si formano sulla punta della mia lingua, ma l'incertezza mi costringe a esitare. Tuttavia, l'incantesimo mi costringe a rivelare la verità, anche se significa espormi. Lui ascolta, e vede un solo modo perchè la mano guarisca. Dipinge la situazione molto peggio di come sembrava.
Ho toccato la parte più oscura dell'anima del diavolo. Mi serve la luce di un angelo per guarire. Un Planetar o un Solar, per essere sicuri. Perfetto.
Chiedo una fasciatura, almeno per tenere la pelle ustionata separata dal cuoio dei guanti, e al riparo da sguardi indiscreti. Il cerusico mi fa una fasciatura con bende unte e nere, che emanano uno sgradevole odore. Però almeno sono fresche, e leniscono leggermente il dolore.
Ci dirigiamo all'Elmo, senza troppa voglia di parlare di quello che è successo e annegare il ricordo nella birra. Almeno io. L'atmosfera si distende lentamente...ma la mano continua a pulsare e farmi male...inizia a darmi delle fitte. Arriva anche il Saggio Jolron, e la serata starebbe anche diventando piacevolmente frivola se non fosse che la pelle carbonizzata sembra gridare vendetta per aver sfiorato quella dannata sfera, e ogni movimento minimo accentua la sensazione di agonia costante. Ogni battito del mio cuore sembra trasmettere una pulsazione di sofferenza attraverso la mano, come se il sangue stesso portasse con sé il fuoco che mi ha ridotto in questo stato. Il calore persistente, quasi tangibile, sembra irradiarsi ancora dalla carne ferita.
La paura di ciò che potrebbe accadere, la consapevolezza che trovare un'angelo e convincerlo ad aiutarmi sarà tremendamente difficile, si insinuano nella mia mente, amplificando ulteriormente l'angoscia.
Il dolore aumenta vertiginosamente e rapidamente. L'ustione si sta allargando, cammina divorando la pelle prima sana, rendendola ora come quella nascosta dall'oleosa fasciatura. Il calore è così intenso che quasi posso percepire il colore rosso ardente nell'aria intorno a me. I miei occhi si serrano istintivamente, mentre la crisi di dolore si fa strada attraverso il mio corpo e il sangue cola sempre più copiosamente, paralizzandomi per un attimo. La paura amplifica la sofferenza, mentre comprendo di non avere il tempo che credevo per trovare una cura.
Jolron mi solleva di peso e mi porta fuori dalla locanda, mentre Zara e gli altri fanno largo tra la gente.
Mi ritrovo disteso su una panca al tempio di Gond, e poco dopo che Rathar e Zara spiegano brevemente l'accaduto, il tempo sembra distorcersi. All'inizio credo sia il dolore che sta prendendo il sopravvento sui miei sensi. La stanza viene pervasa da un'atmosfera densa e inquietante, come se l'aria stessa avesse perso la sua leggerezza....sento ridere, ma non capisco chi sia...e le fiamme iniziano a lambire il tempio.
Qualcosa di oscuro prende possesso di Jolron. I suoi occhi, una volta radianti di calore e familiarità, sono ora penetrati da un bagliore malevolo, quasi sovrumano. Il vecchio pervertito lascia posto ad una distorta figura diabolica; la voce che porta con sé echi provenienti da dimensioni infernali. La sua risata, seppur simile a quella del vecchio saggio, ha ora una tonalità distorta e maligna.
Mentre mi dimeno in preda al dolore sulla panca, Rathar e Zara allarmati impugnano le armi, e tutto si trasforma attorno a noi in un vortice di agonia e fiamme...
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