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Era passato del tempo ormai da quando Askard era "risorto", ricomparendo alle porte di Zhentil Keep come il peggior straccione, magro, denutrito, disarmato e decisamente indebolito.
Era stato aiutato, questo sicuramente non poteva negarlo...Sigfrid, Garos, Kalkuth...vecchie e nuove persone, antichi nemici e nuovi alleati, persone che poteva ritenere quasi come fratellie persone che non aveva mai visto prima, insieme anche a chi fino a poco tempo fa avrebbe voluto veder morto. In fin dei conti, questa era la vita di uno come Askard Urghrash, in continuo conflitto tra spada e mente, tra ragione e rabbia.
Quando era tornato, non era poi così diverso dagli scheletri e zombie che si aggiravano fra le strade della città. Ora, poco a poco, si era ripreso, aveva guadagnato peso, e la sua forza stava crescendo giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto, e con la forza, stava crescendo anche la fame di riprendersi quello che aveva perso. Ne aveva parlato con Sigfrid: sarebbe tornato zhentilar. Era il suo destino. Era nato come uno zhentilar, sarebbe morto, quando lo avrebbe deciso lui, da zhentilar.
Fu così che, finalmente, venne il fatidico giorno dell'incontro con l'attuale caporale del tredicesimo plotone, il suo antico distaccamento militare. Il vecchiaccio, appena nominato Governatore momentaneo della città, era pieno d'impegni, e per questo delegò Garos nell'accompagnare Askard in caserma, in suo nome.
La conversazione con il nuovo caporale fu molto breve: i militari parlano poco, ma agiscono molto.
Ad Askard scappò un sorriso quando scoprì la vera natura dell'uomo: Caporale Van qualcos, cappellano militare sacerdote di Bane neo eletto caporale del XIII plotone Zhentilar, una situazione già vista, già vissuta, finita nel peggiore dei modi per quanto riguarda la sua carriera militare ma piuttosto bene, in fin dei conti, per quanto riguarda tutto il resto.
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"Askard Askard, il mezzorco tatuato di bane che era dato per spacciato. Ho studiato molto il tuo fascicolo, so tutto di te. Hai fatto versare sangue per Zhentil Keep e per gli Zhentilar...attualmente siamo senza un Maestro d'Armi...ti andrebbe di riprendere il tuo vecchio posto di addestratore di soldati?"Queste, furono le parole del Caporale, guardando Askard con quello sguardo vuoto, neutro, quasi senza vita, senza espressioni e semplicemente senza importanza.
Askard guardò Garos, tornò sul caporale e disse:
"Signore...io sono venuto qui come un normale mezzorco...ma anche prima di varcare le mura della città, io ero già uno Zhentilar, senza saperlo...Sono nato Zhentilar, e quando deciderò di morire, vorrò farlo con i colori della Nera su di me, da Zhentilar...se dovrò far scorrere ancora sangue nell'arena addestrando uomini, ben venga."In fin dei conti, le cose andarono molto velocemente, e in poche pratiche, Askard fu reintegrato nel corpo che aveva vissuto per anni, e che, alla fine,p gli apparteneva di diritto.
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Primo giorno di addestramento delle nuove reclute. Davanti a lui, molti delinquenti e banditi a cui era stata offerta la vita militare al passo della morte. Pensandoci bene, forse, gli sarebbe più convenuto scegliere la seconda.
Askard guardò bene gli uomini che aveva difronte a lui, e ghignò. Era un ghigno antico, che tante volte aveva fatto in vita sua, ma questa volta era particolare. Sentì l'eccitazione scorrergli nelle vene, l'adrenalina, la voglia di impugnare la sua arma, di gridare, di prenderli a cazzotti uno per uno, e così fece:
"BENE LURIDI SCARTI DELLA VITA, IO NON VI CONOSCO MA VOI IMPARERETE A CONOSCERE ME, IMPARERETE AD ODIARMI, A VOLERMI VEDERE MORTO, MA ALLA FINE SARO' IO AD UCCIDERE VOI. CI SONO DUE MODI PER USCIRE DA QUEST'ARENA:UNO E' DA MORTI, PER MANO MIA, OPPURE DIVENTARE UNO ZHENTILAR, E ANCHE COSI' NON E' DETTO CHE NON MORIRETE SUBITO DOPO. VOI PER ME SIETE AL PARI DELLA MERDA CHE MI ESCE DAL CULO OGNI MATTINA, ED E' QUELLA CHE MANGERETE DA OGGI IN POI. E ORA, MUOVETEVIII, INIZIATE A CORREREEEE"
Mentre prendeva la sua balestra, un fugace ricordo gli balenò in mente, riportando la sua memoria in un determinato momento della sua vita, con un determinato uomo che occupa e occupò un posto molto importane dentro di lui e , ghignando, iniziò a scoccare dardi in direzione delle reclute mentre correvano per l'arena....
"CORAGGIO MERDE, CORRETE, NON AZZARDATEVI A FERMARVI, O VENGO LI E VI SVITO LA TESTA E CI PISCIO DENTRO..."Askard era, definitivamente, tornato...