Faerûn's Legends

Raylene e il corvo

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Lucipixx
view post Posted on 11/4/2019, 19:26 by: Lucipixx
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Sterminatore di Orchi

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"Quando volete, io sono pronta", disse Raylene. Di fronte a lei c'era l'Adepto Ixia Inxis, al quale aveva chiesto, su consiglio del Guardiano Firenweer, di prendere il posto di Venizhar ed assisterla nel rituale. Fino ad allora l'aveva conosciuto superficialmente e non l'avrebbe detto, ma ora aveva scoperto che c'era qualcosa in quell'uomo che la incuriosiva e la affascinava. Aveva solo pochi anni più di lei eppure le sembrava estremamente sicuro ed abile nel maneggiare la Trama; e a volte le sembrava di coglierne un anelito di potere non dissimile dal suo o comunque una sorta di fierezza, di senso di superiorità, derivante dalla condizione di innato.

Aveva studiato quel rituale alla perfezione. L'aveva trovato in un manoscritto in pessime condizioni di quasi duecento anni prima (riportava la dicitura "Anno dell'Averla", che aveva poi appreso essere il 1196 del Calendario delle Valli) custodito nella biblioteca di Suzail. Aveva ottenuto da Ralas Milner il permesso di studiarlo in loco e di compilare un nuovo volume a partire da esso, volume che poi aveva trascritto in diverse copie, una delle quali aveva donato allo stesso Ixia perché si preparasse anche lui. L'autore era un tale "Tetheslar di Lyrabar", uno stregone come lei, vissuto in un regno chiamato Impiltur del quale non sapeva molto.

Era scesa nella grande sala della torre; come da istruzioni, aveva tracciato al suolo un largo cerchio con polvere di onice e cenere vulcanica miscelate, lungo il quale aveva disposto, equidistanti, cinque fuochi alimentati con legno di Phandar. Sopra ad essi cinque ciotole in acciaio piene di acqua piovana ed altri ingredienti specifici. Si era poi messa al centro del cerchio, con un grosso braciere ed un piedistallo in legno sul quale aveva fatto accomodare con delicatezza il suo corvo. Ixia, rimasto fuori dal cerchio, aveva acceso i fuochi al suo segnale, mentre lei faceva ardere anche il braciere centrale. Per diversi minuti, nell'attesa che l'acqua delle ciotole bollisse, Ixia aveva ripetuto la prima delle formule previste dal rituale mentre Raylene nutriva il corvo con il suo cibo preferito, dei pezzetti di frutti rossi essiccati.

Al bollire dell'acqua, Raylene si era silenziosamente avvicinata ad una delle cinque ciotole, di fronte alla quale l'attendeva Ixia; questi, con un mestolo in legno di Phandar, ne aveva prelevato dell'acqua bollente e l'aveva versata nel palmo sinistro, chiuso a cucchiaio, della ragazza, che aveva atteso che raggiungesse la temperatura ambiente sopportandone il forte calore e poi l'aveva travasato in una coppa di vetro che recava nell'altra mano. Avevano poi ripetuto questa operazione per ciascuna delle altre quattro ciotole, prima che lei tornasse al centro del cerchio e lui si ponesse di fronte ad esso.

Raylene aveva poi preso l'antica piuma di Roc che tanto aveva faticato per trovare e l'aveva leggermente bagnata nella coppa, prima di berne parte del contenuto e farne bere con delicatezza un po' anche all'animale; quindi aveva tracciato cinque cerchi nell'aria intorno ad esso, recitando una seconda formula presente nel manoscritto. Infine aveva fatto posare l'animale sul suo braccio destro e bruciato la piuma nel braciere, recitando la terza ed ultima formula.

Improvvisamente dai resti della piuma si era sprigionata una grande luce che aveva avvolto lei ed il corvo per alcuni istanti; al suo svanire il corvo era finalmente legato a lei, indissolubilmente, con un vincolo magico. Parlò quasi subito e Raylene avrebbe voluto passare immediatamente delle ore con lui, ora che erano in grado di comunicare anche verbalmente, anziché nei modi più primitivi con cui solitamente si rapportano animali ed umani; ma Ixia, finito il rituale, le propose un duello magico, dacché si trovavano nella sala ad essi adibita. Così lo congedò, a malincuore, ma da un lato non osava essere scortese con colui che l'aveva appena aiutata e dall'altro voleva vedere coi suoi occhi la portata del suo potere. Come immaginava, Ixia la batté molto in fretta, ma andava bene così, per quel giorno. Lo ringraziò, lo salutò, e salì sulla torre, dove tutto era cominciato, a disperdere nel vento le ceneri rimaste. Pensava al futuro ed era certa che un giorno non troppo lontano nessuno avrebbe avuto la meglio su di lei.

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Attached Image: raycrowritual

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