CITAZIONE
Non è tanto l'essere saggi una prerogativa dei vecchi, ma essi rispetto ai giovani hanno un vantaggio. L'aver saputo fare le scelte giuste.
*frase incisa su lapide nel cimitero di Athkatla
Era iniziato tutto quasi per caso quando la maga in cerca di reagenti, si era recata sulla costa della spada a visitare il grande mercato di Baldur's Gate. Li aveva incontrato una ragazzina, una giovane donna molto particolare. Qualcosa nel suo modo di fare, nel fingere disinteresse mentre cercava di celare le sue vere azioni, l'aveva colpita. Difficile resistere alla mistica alchimia composta dalla giovanile sfrontatezza e l'insicurezza. Erano in una biblioteca, lei spinta da degli strani dialoghi che aveva sentito su malattie che iniziavano ad infestare alcune zone della città , e fantomatiche voci di bambini fantasma o solo le ombre sanno cosa altro.La ragazzina palesemente alla ricerca di qualcosa. Sembrava essere la sguattera di qualche locanda, un volto sciatto con le veste sporche di sugo olio e non voglio sapere altro. Tanto fuori luogo da risultare interessante. Fu l'elfa a cominciare il discorso commentando qualche notizia che aveva sentito sulla piaga. Usci' fuori che la giovane era alla ricerca di un libro, lo stesso che guarda caso veniva ricopiato proprio in quel momento sotto lauto compenso da uno scriba. Fare finta di nulla fu facile, ma indicare il libro per farsela amica lo fu ancora di più. Buttò li qualche suo commento, frutto della conoscenza e degli studi fatti, ed espresse il suo punto di vista da alchimista esperta, su quello che la giovane andava dicendo.
Ricevette in cambio banali frasi di cortesia, un punto di vista non richiesto ed un invito se ripassava in città a trovarla alla locanda dove lavorava. L'artiglio di qualcosa, fuori le mura della città.
Si, era decisamente una ragazzina interessante. Sicuramente aveva qualcuno che le permetteva di agire per sua vece, e presto avrebbe scoperto anche chi. Ad occhio e croce, se era fortunata aveva già un posto dove indagare.
Fece passare volutamente delle settimane, in modo che il loro successivo incontro fosse il più casuale possibile. La trovò "all'artiglio" intenta a fare la brava cameriera. Prese un te e scambiò due chiacchiere con lei, cercando di fare emergere in Rielel, credo sia il nome, il bisogno di averla come amica. Saltò fuori che per comodità e velleità sue personali, la sua nuova amica aveva bisogno di un oggetto che la rendesse magicamente più abile nel cambiare aspetto. Un oggetto che difficilmente sarà usato per scopi consoni al civile e normale rispetto delle leggi cittadine. Chiaramente. Creare l'oggetto in se non era sicuramente un problema, al limite un costo, più interessante il fatto che venisse proposto. Un intelligente modo per sondare il terreno da parte della ragazza, e capire se la maga aveva un modo di vedere il mondo "ampio".
Fu il principio del fabbro a permetterle di carpire sempre di più la fiducia dell'umana. Miriel spiegò questo noioso, per quanto in questa occasione comodo, dilemma filosofico. Un fabbro che crea un coltello, ne è responsabile anche dell'uso che il cliente ne farà?.
Un sublime modo per lavarsene le mani, e la coscienza ovviamente. Posto di averne ancora una.
La sguattera sembrò colpita e convinta della risposta. Si accordarono sul prezzo e sui reagenti richiesti. Decisero di rincontrarsi a breve per parlare di altre faccende.
Acquisita, anche se temporaneamente la fiducia della giovane, l'elfa decise di alzare leggermente l'asticella. Iniziò a parlare di veleni, e di quanto essi fossero un interessante fonte di studio. Uno studio ovviamente non privo di rischi, certo, ma neanche parco di ricompense per le persone tanto abili da farne parti.
L'idea della maga era quella di iniziare a crearsi una rete di contatti locali, in modo da avere più margini di manovra in un posto dove nessuno la conosceva e poteva farsi passare per una dei tanti mercanti che di li transitavano.
Una sola condizione fu posta, la cosa doveva restare fra loro due. Una faccenda da donne, per intendersi. Il fantomatico suo compagno, una volta presentato come capo ed un altra come socio, non doveva assolutamente rientrarci.
In tutta onestà, iniziare un discorso con una persona o con un paio, non aveva molta differenza nel suo modo di vedere le cose. Tuttavia, il sapere se di una persona ci si può fidare, beh quello decisamente si che ne aveva di importanza.
Sulle prime Rielel titubò, ma decise di accettare.
Per vedere quanto realmente fosse motivata nell'intraprendere questo mercato, l'elfa la invitò nella sua bottega, a Suzail. Li doveva presentarsi con i reagenti ed il pattuito per creare l'oggetto, ed insieme avrebbe fatto il primo di quello che si sperava sarebbe stato un interessante tragitto insieme.
Passarono settimane, ma alla fine si presentò in negozio.
Non aveva i soldi, non aveva i reagenti ma soprattutto portava notizie non richieste : "il mio capo desidera conoscerti. Vuole parlare con te della faccenda di cui abbiamo discusso noi due". O una cosa del genere. Le parole in se non sono importanti, ma il concetto si.
Quanto avrà resistito la sciacqua-piatti prima di spifferare tutto al capo? una settimana? un giorno? Beh speriamo almeno abbia avuto la decenza di far passare qualche secondo dal chiudere la porte alle spalle della maga, e tradirne la fiducia.
Miriel passò in rassegna varie opzioni. Voleva sbarazzarsene, ma il metodo anche se cruento doveva essere "pulito". Bertold avrebbe potuto fare domande, e lei non voleva che ciò accadesse. Pensò di usare una bella magia. Già pregustava le urla di quando la sciocca avrebbe scambiato per veri i suoi peggiori incubi.
Solo che le urla richiamano attenzione, ed i cadaveri...beh i cadaveri tendono a farsi notare.
Polverizzarla! ecco la soluzione. Peccato solo che ancora non padroneggiasse bene questa magia, ed il rischio di far sparire la casa e buona parte del palazzo fosse molto più che una ipotesi lontana.
Alla fine si limitò a restare delusa ed a mandarla via ricordandole che aveva perso una occasione.
Chiaramente prima o poi, avrebbe imparato a gestire meglio la polvere...