Faerûn's Legends

Parole al vento

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view post Posted on 28/9/2018, 12:26
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Lord of the Sfig

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L'elfa si chiuse la porta alle spalle sforzandosi di non fare alcun commento sulla giornata, almeno fino a quando l'unica creatura che potesse sentirla altri non fosse che sibilo. Aveva ormai oltre cento venti anni e se di una cosa poteva essere sicura, era che gli uomini sbavavano dietro ad un paio di belle gambe, meglio ancora se elfiche. Certo studiare la magia ammaliante aveva la sua utilità, ma per gli uomini era tutto cosi dannatamente facile. Un sorriso una parola dolce, un finto arrossamento per qualche loro stupida "battuta ardita" e cadevano come foglie ai suoi piedi. Però il gioco è bello quando dura poco e la donna, da poco insidiatasi nella città di Suzail, aveva bisogno di un nuovo cavallo sul quale puntare, per iniziare a farsi un nome ed una posizione degna dei suoi sogni.
Passò dunque settimane a passare in rassegna tutti i possibili candidati, e con alcuni di loro diciamocela se la spassò anche alla grande, ma erano tutti sbagliati. O troppo in vista e quindi inutili perché mai l'avrebbero favorita per paura di far scoppiare qualche scandalo. Oppure troppo inefficaci, pezzenti senza un soldo o gente con nessuna prospettiva per il futuro, inutile come prendersela con la pioggia.
Aveva bisogno di un uomo, magari giovane e meglio ancora se umano. Qualcuno però che aveva davanti a se un futuro e che potesse diventare degno di nota in tempi relativamente brevi, inserito nella società del posto. Certo sarebbe stato rischioso investire tanto su di lui ma le prospettive di guadagno sarebbero state degne di nota.
Poco prima di uscire dal mercato alle sue orecchie arrivarono i brandelli di una conversazione, fra due umani.
Uno di loro, un sempliciotto a prima vista stava parlando con un commerciante di Tymora, la sua dea.
L'elfa carpi' il suo nome Bertold, e diceva di venire da Arabel. Un incantevole colpo di fortuna stava accadendo davanti ai suoi occhi, ma prima di intromettersi nella conversazione fece passare un pò di tempo per cercare di carpire altre informazioni.
La conversazione era un inutile sbocco di nullità ma una cosa utile la sentì, l'uomo diceva di essere un sacerdote.
Doppia fortuna dunque!. Allora era vero che Tymora aiutava gli audaci.
Soffocò un ghigno e si avvicinò all'uomo sfoggiando il suo sorriso più dolce.

<vedi Sibilo? il cavallo l'ho trovato. Spero solo di scoprire che non sia un ronzino>. Scoppiò a ridere carezzando la testa della vipera che si era attorcigliata dolcemente sul suo braccio per farsi coccolare.
< non ci vorrà molto per legarlo a me. Ho già la storia strappalacrime pronta, e presto sarà una piccola mosca nella mia rete.

Uh devo farmi passare questo mio amore per i ragni, sia mai che mi scambino per una qualche sorella del sottosuolo, rideva divertita mentre lo diceva.

Bertol Goldmore, vieni da mamma Miriel.....


Dei denti bianchissimi illuminarono il sorriso di un particolare tipo di predatore, il peggiore.
 
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view post Posted on 9/10/2018, 10:09
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Lord of the Sfig

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La locanda era riempita dal vociare degli avventori creando un piacevole isolamento per chi, come loro due, decidesse scambiare due chiacchiere in santa pace.
Miriel ormai aveva adocchiato la sua "preda" e dopo averlo conosciuto decise di scambiare con lui due parole, per approfondire e capire meglio quale leve utilizzare per fare breccia sul suo cuore, e farlo suo il prima possibile.
Scopri' che il sacerdote veniva dalla stessa zona dalla quale lei, falsamente sosteneva di provenire. Vi era cresciuto e fu costretta ad abbandonarla, come tanti altri per i nefasti eventi che la funestarono. Il che era perfetto perché quale memoria può avere un bambino?.
Recitò dunque la scena madre, confidando sul fatto che il giovane uomo fosse più interessato alle sue forme che a quello che diceva, come tutti gli uomini incontrati fino a quel momento, ovviamente.

Il climax narrativo fu raggiunto con la morte della sua figlia immaginaria. Dolore, sofferenza, questo cercava di trasmettere. Voleva mostrarsi debole agli occhi dell'umano, e spingerlo cosi a fare la prima mossa. Il gioco del cacciatore e della preda, nella seduzione si giocava con regole sue. La reazione dell'uomo la stupi', dimostrò vera compassione e l'elfa fu spiazzata. Aveva pianificato di sedurlo, e poi nel breve tempo fargli fare quello che voleva, ma aveva usato a quanto pare l'arma sbagliata. L'uomo si stava tirando indietro, come se non avesse potuto maneggiare un cosi grande dolore, perché forse nella sua recita Miriel aveva esagerato.

Si comportò come un nobile cavaliere gli mostrò compassione, gli offri' aiuto, ma chiuse la porta al suo tentativo di seduzione.

Fu un grandissimo smacco per l'elfa, che dovette tornare nella sua bottega con le pive nel sacco. Anche se lo fece sorridendo, perchè aveva capito che lui non era un uomo come tutti gli altri.
Si lui aveva qualcosa, nascosto sotto quella coltre di gentilezza campagnola, si vedeva comunque il suo valore.
Ovviamente una persona del genere, con cosi' tante prospettive sarebbe stata un peccato lasciarsela scappare.

Davanti lo specchio pettinando i suoi lunghi capelli pensava ad un nuovo modo di farlo suo. Chiusa una strada se ne trova sempre un altra.

<specchio...specchio delle mie brame...chi è la più troia del reame?> Ovviamente lo specchio non rispose, ma solo perché non ce ne era bisogno
 
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view post Posted on 2/1/2019, 17:05
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I passi erano stati diretti nella direzione giusta. A riprova della bontà della sua intuizione iniziale, l'umano stava lentamente perdendo le sue resistenze. Forse fu un colpo di fortuna o il giusto mix di timidezza e sfrontatezza a tramutare un interesse nel sempiterno fuoco della passione.
In un primo momento si limitò a cambiare alcune piccolezze del suo aspetto, bastò un nuovo taglio di capelli. Via lo sciocco fiore in favore di una cascata di morbida seta color carbone. I pantaloni divennero gonne voluttuose per mettere in risalto la sua femminilità.Il sorriso si fece più caldo l'occhio più languido. L'antica arte della conquista venne messa in atto con rinomata maestria. Come petali spinti dal vento una ad una caddero le resistenze di Bertold. L'io divenne un timido noi.
Naimi sorrideva soddisfatta, il portare avanti questa sciocca conquista la rendeva comunque pregna di orgoglio.
La saggezza popolare descrive l'amore come l'unico incantesimo che non ha bisogno della magia per funzionare. Ed hanno dannatamente ragione. Nessun uso della trama, per quanto sia possente, riuscirà mai a sortire lo stesso effetto di questo sentimento. Lei lo sapeva fin troppo bene e lo stava sfruttando a suo vantaggio.
Presto, molto presto, sarebbe sorta in lui, probabilmente non in maniera spontanea, una idea. Una forte volontà. quella di legare i loro destini, ed andare a vivere insieme.
Probabilmente un altro stolto umano avrebbe iniziato tutta la trafila classica. Prima il matrimonio con la donna vestita di bianco, ed i fiori. Maledizioni quanti fiori e la musica ed il canto. Poi la promessa davanti agli dei, come se non avessero di meglio da fare che sentire due idioti dire "si", uno dopo l'altro.
No, glielo doveva riconoscere, almeno in questo era stata fortunata. Lui sembrava amare allo stesso modo e con la stessa intensità sia lei che la sua Dea.
Sarebbe venuto il momento in cui avrebbe capito che di certo non era Tymora, fra loro due, ad essere degna di venerazione. Ma non oggi, no oggi aveva cose più importanti a cui pensare.

<sai stavo pensando una cosa amore?>
<cosa tesoro?>
<che c'è una casa libera proprio di fianco al tuo laboratorio. Potrei prenderla per comodità ovviamente, per un avere un appoggio>
<e perché no amore? se tu sei felice io sono felice>
<ed io sono felice dove sei tu amore..>
<ed allora dovresti proprio prenderla...>

Tutto secondo i piani.
 
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view post Posted on 25/1/2019, 23:39
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CITAZIONE
Non è tanto l'essere saggi una prerogativa dei vecchi, ma essi rispetto ai giovani hanno un vantaggio. L'aver saputo fare le scelte giuste.
*frase incisa su lapide nel cimitero di Athkatla

Era iniziato tutto quasi per caso quando la maga in cerca di reagenti, si era recata sulla costa della spada a visitare il grande mercato di Baldur's Gate. Li aveva incontrato una ragazzina, una giovane donna molto particolare. Qualcosa nel suo modo di fare, nel fingere disinteresse mentre cercava di celare le sue vere azioni, l'aveva colpita. Difficile resistere alla mistica alchimia composta dalla giovanile sfrontatezza e l'insicurezza. Erano in una biblioteca, lei spinta da degli strani dialoghi che aveva sentito su malattie che iniziavano ad infestare alcune zone della città , e fantomatiche voci di bambini fantasma o solo le ombre sanno cosa altro.La ragazzina palesemente alla ricerca di qualcosa. Sembrava essere la sguattera di qualche locanda, un volto sciatto con le veste sporche di sugo olio e non voglio sapere altro. Tanto fuori luogo da risultare interessante. Fu l'elfa a cominciare il discorso commentando qualche notizia che aveva sentito sulla piaga. Usci' fuori che la giovane era alla ricerca di un libro, lo stesso che guarda caso veniva ricopiato proprio in quel momento sotto lauto compenso da uno scriba. Fare finta di nulla fu facile, ma indicare il libro per farsela amica lo fu ancora di più. Buttò li qualche suo commento, frutto della conoscenza e degli studi fatti, ed espresse il suo punto di vista da alchimista esperta, su quello che la giovane andava dicendo.
Ricevette in cambio banali frasi di cortesia, un punto di vista non richiesto ed un invito se ripassava in città a trovarla alla locanda dove lavorava. L'artiglio di qualcosa, fuori le mura della città.
Si, era decisamente una ragazzina interessante. Sicuramente aveva qualcuno che le permetteva di agire per sua vece, e presto avrebbe scoperto anche chi. Ad occhio e croce, se era fortunata aveva già un posto dove indagare.
Fece passare volutamente delle settimane, in modo che il loro successivo incontro fosse il più casuale possibile. La trovò "all'artiglio" intenta a fare la brava cameriera. Prese un te e scambiò due chiacchiere con lei, cercando di fare emergere in Rielel, credo sia il nome, il bisogno di averla come amica. Saltò fuori che per comodità e velleità sue personali, la sua nuova amica aveva bisogno di un oggetto che la rendesse magicamente più abile nel cambiare aspetto. Un oggetto che difficilmente sarà usato per scopi consoni al civile e normale rispetto delle leggi cittadine. Chiaramente. Creare l'oggetto in se non era sicuramente un problema, al limite un costo, più interessante il fatto che venisse proposto. Un intelligente modo per sondare il terreno da parte della ragazza, e capire se la maga aveva un modo di vedere il mondo "ampio".
Fu il principio del fabbro a permetterle di carpire sempre di più la fiducia dell'umana. Miriel spiegò questo noioso, per quanto in questa occasione comodo, dilemma filosofico. Un fabbro che crea un coltello, ne è responsabile anche dell'uso che il cliente ne farà?.
Un sublime modo per lavarsene le mani, e la coscienza ovviamente. Posto di averne ancora una.
La sguattera sembrò colpita e convinta della risposta. Si accordarono sul prezzo e sui reagenti richiesti. Decisero di rincontrarsi a breve per parlare di altre faccende.
Acquisita, anche se temporaneamente la fiducia della giovane, l'elfa decise di alzare leggermente l'asticella. Iniziò a parlare di veleni, e di quanto essi fossero un interessante fonte di studio. Uno studio ovviamente non privo di rischi, certo, ma neanche parco di ricompense per le persone tanto abili da farne parti.
L'idea della maga era quella di iniziare a crearsi una rete di contatti locali, in modo da avere più margini di manovra in un posto dove nessuno la conosceva e poteva farsi passare per una dei tanti mercanti che di li transitavano.
Una sola condizione fu posta, la cosa doveva restare fra loro due. Una faccenda da donne, per intendersi. Il fantomatico suo compagno, una volta presentato come capo ed un altra come socio, non doveva assolutamente rientrarci.
In tutta onestà, iniziare un discorso con una persona o con un paio, non aveva molta differenza nel suo modo di vedere le cose. Tuttavia, il sapere se di una persona ci si può fidare, beh quello decisamente si che ne aveva di importanza.
Sulle prime Rielel titubò, ma decise di accettare.
Per vedere quanto realmente fosse motivata nell'intraprendere questo mercato, l'elfa la invitò nella sua bottega, a Suzail. Li doveva presentarsi con i reagenti ed il pattuito per creare l'oggetto, ed insieme avrebbe fatto il primo di quello che si sperava sarebbe stato un interessante tragitto insieme.
Passarono settimane, ma alla fine si presentò in negozio.
Non aveva i soldi, non aveva i reagenti ma soprattutto portava notizie non richieste : "il mio capo desidera conoscerti. Vuole parlare con te della faccenda di cui abbiamo discusso noi due". O una cosa del genere. Le parole in se non sono importanti, ma il concetto si.
Quanto avrà resistito la sciacqua-piatti prima di spifferare tutto al capo? una settimana? un giorno? Beh speriamo almeno abbia avuto la decenza di far passare qualche secondo dal chiudere la porte alle spalle della maga, e tradirne la fiducia.
Miriel passò in rassegna varie opzioni. Voleva sbarazzarsene, ma il metodo anche se cruento doveva essere "pulito". Bertold avrebbe potuto fare domande, e lei non voleva che ciò accadesse. Pensò di usare una bella magia. Già pregustava le urla di quando la sciocca avrebbe scambiato per veri i suoi peggiori incubi.
Solo che le urla richiamano attenzione, ed i cadaveri...beh i cadaveri tendono a farsi notare.
Polverizzarla! ecco la soluzione. Peccato solo che ancora non padroneggiasse bene questa magia, ed il rischio di far sparire la casa e buona parte del palazzo fosse molto più che una ipotesi lontana.
Alla fine si limitò a restare delusa ed a mandarla via ricordandole che aveva perso una occasione.

Chiaramente prima o poi, avrebbe imparato a gestire meglio la polvere...
 
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view post Posted on 14/2/2019, 22:53
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Lord of the Sfig

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Vedi mio buon amico, i sogni sono i desideri che ancora non ti sei preso la briga di realizzare.

Alteas di Athkatla

Alteas era uno dei tanti "amici" che aveva quando ancora viveva nell'Amn. Era sempre stato un ragazzo sveglio e dalla lingua tagliente. Quasi più delle lame gemelle che usava per uccidere su commissione. Nella vita l'amicizia era una complicata complessa ed intrigante serie di regole a tempo. Lei questo lo aveva imparato da tempo, e da quanto aveva memoria lo aveva messo in pratica. La situazione a Suzail stagnava da tempo e lei iniziava a seccarsi di tutto questo immobilismo. Pensò che fosse il caso di iniziare a guardare un pò più a est. In una zona dal nome pittoresco una particolare confraternita iniziava ad essere avvolta da una luce intrigante.
 
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view post Posted on 30/3/2019, 13:13
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Nel vecchio libro comprato per pochi spicci al mercato, aveva trovato una illustrazione fatta a mano di un certo valore. Ovviamente non artistico, si era visto di molto meglio nel corso dei secoli, ma rendeva bene l'idea e questo bastava.
Il progetto doveva iniziare a prendere piede, e doveva cadere la prima pedina. La vide vincere contro ogni aspettativa una gara del prestigioso torneo. Chinava il capo a disagio. Enorme brutale, e completamente fuori luogo. In un posto civilizzato era come un pugno in un occhio, ma nella sua terra natia poteva risultare estremamente utile.
Miriel aveva bisogno di farsi degli amici proprio li', e lei era di sicuro un ottimo biglietto da visita.
Ovviamente non avrebbe accettato, sicuramente a modo suo avrebbe lottato...
ed avrebbe perso.

Cadi cadi mia pedina,
cadi cadi mia bambina,
e quando la notte giungerà
noi ci troveremo la'.
Fra le ombre fitte e rade,
scopriremo cio' che accade.


Come continuava poi quella antica cantilena dell'Amn? Diamine...iniziava a scordarsi la sua terra natia. Come passa il tempo, mentre si inizia un nuovo lungo percorso. Un viaggio difficile e pericoloso, ma che infine gli avrebbe spalancato le porte di un edificio, dalla pessima nomea in una città dalla nomea quasi peggiore. Pieno di tanti cari confratelli. E di quelli non se ne hanno mai abbastanza....
 
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view post Posted on 11/4/2019, 13:17
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conigliolunarecover

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E' sempre seccante quanto una cosa inutile lo diventa in via del tutto definitiva.

Miriel parlando della fine della sua storia con una collega.

La danza del coniglio alla fine fu messa in scena. L'uomo che diceva di amare si era infine deciso a prendere il coraggio a due mani ed a parlarle. Un classico <dobbiamo parlare> ed un discorso iniziato tanto alla lunga, da essere lecito attendere cominciasse con: " Quando Ao creò gli dei...". Una perdita di tempo, nulla di più.
Tempo che per inciso lei non aveva.
Lo fece parlare per pochi minuti e poi annoiata lo fermò. Disse lui che lo capiva, le donne certe cose lo sentono, ed altre amenità varie. Aggiunse anche che lo aveva sentito distante in questi giorni, tagliò subito corto e gli chiese di fargli solo un ultima cortesia, ovvero quella di liberare le sue proprietà il prima possibile. Chiaramente per rendere il tutto più scenico, c'era bisogno di un atto dimostrativo. Disintegrare l'armadio con dentro tutti i suoi vecchi vestiti affinchè come ricordo della loro storia restasse solo la polvere, le sembrò una scelta appropriata.
Andò a vivere nella locanda per un paio di giorni per dare all'inetto il tempo di togliere le sue cose.
Averlo perso era un peccato, un peccato o meglio una seccatura. Finalmente il meccanismo si stava avviando ed ora subiva questo stop. L'unica speranza era che Bertold non diventasse il famoso granello di sabbia. Perchè in quel caso, a trasformarlo in un altro tipo di polvere ci sarebbe voluto molto poco...
Ora non era più di nessuna utilità.
 
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view post Posted on 21/11/2019, 20:59
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suzail

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<la bellezza priva di virtù è un quadro di poco valore. Sai chi lo disse?>
<una persona che si era stufata di dare la colpa allo specchio per quello che vi vedeva dentro>

*dialogo avvenuto molti anni prima in una carovana diretta a nord*

Suzail era una città a dir poco incantevole. Sembrava creata appositamente per preservare la bellezza. Aveva incontrato ormai molte città nel corso della sua vita, ma quella aveva un qualcosa di speciale.
L'aveva eletta a sua patria, perchè tutti devono averne una, ma anche a base operativa.
Gli inizi erano stati abbastanza sotto tono, cosi come aveva preventivato molto tempo prima.
Una piccola bottega ed un amore di copertura. Cosa chiedere di più?
I primi soldi iniziarono a dare un gusto nuovo alla cosa. Ebbe modo di liberarsi dei pesi morti, ma senza alzare troppo il tiro. La nuova casa fu un punto di passaggio, un prender tempo prima di stabilire una adeguata linea futura di azione.
Il primo peso morto lo aveva tolto di mezzo, ma quel porto non andava bene.
Era arrivato il momento di splendere. Lavorò il doppio e guadagnò il triplo. Investi i sudati leoni d'oro in una villa fuori città.
Le campagne cittadine era un piccolo mondo fuori dal tempo, pieno di ville e persone che badavano ai fatti loro. Interessati marginalmente agli affari della grande città, e capaci di godersi i vantaggi di una vita più riservata.
Il che per una maga con i suoi interessi e peculiarità, era sicuramente un vantaggio da non sottovalutare.
E poi sussurro aveva ora di che divertirsi.
In attesa del prossimo passo.
 
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view post Posted on 22/5/2020, 10:27
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Lord of the Sfig

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tramonto

Porto di Suzail

Si recava spesso in quel punto per poter ammirare il tramonto. Aiutava a calmare il suo animo inquieto, dandogli un enorme tela sulla quale proiettare i propri pensieri. Erano passati molti anni da quando aveva abbandonato la sua terra natia, la sua vera patria, per finire in quell'angolo di mondo. Alcuni piani erano andati bene, altri erano miseramente falliti. Fare un bilancio al momento sarebbe stato prematuro, del resto aveva dalla sua il vantaggio naturale di poter vedere le cose, da una lunga prospettiva temporale.
Gli umani la divertivano, da sempre. Il loro continuo affaccendarsi nelle loro veloci vite, li rendeva interessanti. Quando sai di avere poco tempo a disposizione, sei costretto a vedere le cose in maniera differente. Eccoli li salpare verso nuove avventure. Magari quella nave neanche sarebbe arrivata destinazione, poco importava. Altre sarebbero partite, e poi altre ancore. La fine del sogno di un uomo, era l'inizio di quello di un altro. Le loro esistenze erano candele contro vento, costrette ad un continuo vacillare in un fremito di vita. Ammirevole veramente.
Da queste creature aveva imparato a considerare le cose in maniera più pragmatica. Il tutto ed ora, era bello quasi quanto i piani a medio termine. Il difficile era sempre però lo stesso. Trovare qualcuno su cui investire il proprio tempo. Impensabile avere dei risultati immediati, considerando queste deboli creature.
Due strade a suo modo di vedere, le si paravano davanti. La prima, prevedeva il suo coinvolgimento in una prestigiosa organizzazione, come dire "militare". Per quanto un mago potesse essere integrato in un esercito.
Il prestigio di cui erano ammantati questi incantatori era tanto, anche se, a dar retta alle voci, le loro vite erano passate al completo setaccio da invisibili quanto accurate lenti. Sconveniente ipotesi per lei. Avrebbe portato a galla delle cose che era meglio tenere celate.
La seconda strada invece era più tortuosa. Far si che altri lavorassero per lei, senza neanche capirlo.Avrebbe potuto sovvenzionare degli avventurieri, meglio ancora se giovani ed inesperti, e spingerli all'azione. Avrebbe goduto anche lei dei loro successi, e per quanto riguarda i loro insuccessi, chi ricorda i nomi di questi poveri pazzi?. Suvvia, siamo seri.
Prese una moneta ed iniziò a giocherellarci, poi con un sinistro sorriso decise di affidarsi a lei per decidere i prossimi passi. La lanciò in aria. La moneta rotolando a terra avrebbe stabilito il suo imminente futuro.
Osservo il verso, la testa del leone sembrava guardarla. Lei annuì. Si sarebbe stato quello. A ben vedere, era anche la scelta più saggia.
Riprese la moneta a terra e scoppiò a ridere. Davvero quell'idiota credeva cosi tanto ad una cosa del genere?.
Gli umani sono adorabili. Veramente.
Ripose la sua moneta con due leoni nel borsello.
Davvero adorabili.
 
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8 replies since 28/9/2018, 12:26   275 views
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