Faerûn's Legends

Che Fine Ha Fatto Fiona Burque?

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 13/10/2018, 16:41
Avatar

Netrunner

Group:
DM
Posts:
2,442

Status:


Oltre i Cancelli Del Drago Nero un piccolo quartiere povero non godeva di periodo particolarmente felice.
Si era attirato una brutta fama a causa di una orribile notizia di cronaca:
in una casa c'era stato un suicidio, una sparizione e 3 omicidi.
Non fu mai trovato alcun responsabile e in giro si dice che fosse maledetta.
Il freddo innaturale comunque aveva lasciato il quartierino e nessuno giurava d'aver più visto ,né sentito, Bjornir l'Illuskan che si era suicidato proprio a casa sua.
Comunque attorno alla casa si respirava un'aria innaturale e chiunque vivesse nei paraggi affrettava il passo se si trovava nei pressi e tutti tendevano a non uscire mai oltre il tramondo.
Fu messa all'asta dalla banca e dopo tre mesi questa era stata venduta per sole 15 monete di platino, una cifra ridicola per quella casa.
Il fortunato, o sfortunato, acquirente ora cercava solo qualcuno a cui rifilarla al suo reale prezzo di mercato...

Qualche vecchia pergamena ormai consumata recava un ritratto sommario di una ragazzina.
Sopra il volto una domanda molto schietta:


Chi ha visto Fiona Burque?



Edited by Cyberpunk FL - 15/2/2019, 11:39

Attached Image: Il quartiere oltre il Cancello del Drago Nero

Il quartiere oltre il Cancello del Drago Nero

 
Contacts  Top
view post Posted on 16/10/2018, 23:23

Assassino di Briganti

Group:
Member
Posts:
473

Status:


La prima volta che ho visto, al confine del mio campo visivo, il volto della giovane donna ho pensato di essere ubriaco. Ma quando anche Glorin mi confessò di aver visto l'ombra di un uomo impiccato, ho capito che qualcosa di straordinario ci aveva sfiorato.
Così ho deciso di esplorare un pò i dintorni di quella strana e tetra casa ma all'inizio l'unica cosa che ho visto è stato solo polvere e brutti ricordi. Poi ecco di nuovo quella particolare sensazione di gelo lungo la schiena e quell'attimo impercettibile in cui intravedo qualcosa. Questa volta è il turno di un bambino vicino al vecchio pozzo. Solo ombre e niente più. La terza apparizione si è manifestata sul retro della casa nella forma di un uomo disperato.
Se non ricordo male le voci che circolavano tempo fa in città, quella casa è stato teatro di un suicidio, 3 omicidi e un caso di persona scomparsa il che spiegherebbe questi strani fenomeni.

Ho discusso con i miei compagni e loro si sono dimostrati subito intenzionati ad indagare. Del resto siamo una compagnia appena nata e ci occorre un pò di pubblicità.
Ash penserà a contattare il proprietario della casa. Sono curioso di vedere quali altri misteri nasconde quell'edificio così sfortunato......

Finalmente è arrivato il momento che l'aquila di sangue spicchi il volo!

 
Top
MaxHeadroom
view post Posted on 17/10/2018, 10:06




Il giovane incantatore si fermò a pochi metri dall’edificio immerso nella tenebra. Era notte fonda e un vento gelido spirava da nord, portandosi dietro cupi lamenti e gemiti agghiaccianti.
Corwyn si strinse nel mantello di stoffa pesante e diresse lo sguardo verso quella che un tempo era stata la dimora della famiglia Burque. In città correvano strane voci sul suo conto. Si diceva che la casa fosse infestata dagli spiriti di coloro che, in vita, l’avevano abitata e che erano morti in circostanze alquanto misteriose. Un solo membro della famiglia era riuscito a salvarsi dal massacro, la piccola Fiona Burque, ma nessuno sapeva che fine avesse fatto. Era svanita nel nulla, poche ore prima che i suoi genitori e suo fratello venissero trucidati.
Corwyn strinse rabbiosamente il bastone di legno contorto. La sua memoria vomitò fuori ricordi orribili, che il giovane credeva di aver sepolto per sempre sotto una pesante coltre di rassegnazione.
Fiona era stata rapita da quell’essere e loro non erano riusciti a salvarla. Lui sapeva, poiché aveva visto con i suoi stessi occhi – benché, nei mesi successivi, quella terrificante esperienza avrebbe assunto sempre di più i nebulosi contorni del sogno.
Non erano stati in grado di liberarla dalla sua prigione e la sua intera famiglia aveva pagato il prezzo del loro fallimento. C’erano state delle indagini che, però, non avevano portato da nessuna parte.
Corwyn tossì convulsamente. Il senso di colpa lo stava lacerando dall’interno, come un tarlo famelico in procinto di divorargli le viscere. Rivide il visetto innocente della piccola Fiona Burque davanti ai suoi occhi e subito quell’immagine si sovrappose ad un altro sembiante, ben più familiare del precedente. Il volto di sua sorella Cyril. Entrambe vittime innocenti di colpe commesse da qualcun altro. Entrambe scomparse, forse per sempre…
Corwyn si voltò in silenzio e si incamminò lungo la strada sterrata. Avrebbe fatto tutto il possibile per riportare indietro la piccola Fiona, si disse. Tutto il possibile. Ma, prima di ogni altra cosa, occorreva rintracciare i suoi vecchi amici, i soli che – come lui – sapevano cosa fosse realmente successo in quella casa maledetta.
Alle sue spalle, immersa nella nebbia, la figura spettrale di un uomo si mosse per guardarlo. Due occhi evanescenti, venati di infinita tristezza, lo fissarono per lunghi istanti prima di tornare a smarrirsi nel vuoto infinito della morte senza pace.
 
Top
view post Posted on 18/10/2018, 14:24
Avatar

Netrunner

Group:
DM
Posts:
2,442

Status:


Sono passati ormai due giorni da quando Madre Romilia ha dimesso i due uomini che venivano dal quartiere povero fuori dalle mura.

Non volle sapere il perché del loro stato, qualcosa le diceva che le avrebbe causato troppo dolore.

Sono passati ormai due giorni da quando è scoppiata quella brutta influenza il cui prezzo della guarigione di uno sembrava dipendere dall'ammalarsi dell'altro.

Un feroce dubbio la riempiva di dolore ogni sera.

 
Contacts  Top
view post Posted on 19/10/2018, 11:03
Avatar

Lord of the Sfig

Group:
Member
Posts:
664

Status:


"...e la porta si aprì da sola. Solo un folle o un idiota sarebbe entrato in quel posto, specialmente sapendo che era infestata dai fantasmi. Quindi entrai." Glorin riparlando dei fatti di quel giorno


La prima volta che Glorin vide una figura evanescente li dentro, pensò di essersi sognato il tutto. Il fatto che Himir però confermò anche lui di aver visto qualcosa, voleva soltanto dire che effettivamente qualcosa li dentro c'era.
Posato il lama nella stalla il nano si accingeva ad andare nella locanda a drenare un pò di boccali quando la sua attenzione fu attratta da qualcosa. Un particolare o un fugace movimento colto con la coda dell'occhio lo aveva fatto voltare. Una figura era apparsa all'interno della casa. Anche questa volta il guerriero si fermò, e sulle prime non diede molta importanza alla cosa, solo che poi la porta si aprì da sola, come ad invitarlo ad entrare. Ovviamente una persona dotata di buon senso se ne sarebbe guardato bene, ma una persona di buon senso mica aveva la curiosità di un nano!. Accettò lo strano invito ed entrò. La casa era miseramente arredata e sembrava non avere nulla di particolare. Per prima cosa la sua attenzione fu attratta da una botola che portava ad un piano sotterraneo. Il non avere bisogno di una torcia fu per lui un ulteriore sprono a continuare l'indagine. Sotto tranne un arcolaio ed uno sgabello, c'era solo un vecchio tavolo di poco conto. Eppure, e qui la faccenda iniziò a farsi strana, sebbene il nano fosse abituato a vedere nel buio del mondo di sotto, qualcosa di nero ed impenetrabile aleggiava in un angolo della stanza. Ovviamente la cosa era curiosa, ma non essendoci per il momento un mago con lui per indagare meglio, la sua attenzione fu rivolta altrove. La casa aveva un piano superiore, anch'esso ridotto male. Un letto per adulti ed uno per bambini insieme ad un armadio ed un logoro baule erano l'unico arredo della casa. Quando provò ad avvicinarsi all'armadio, le ante del mobili iniziarono a muoversi furiosamente ed all'improvviso il letto dei piccoli partì verso la sua direzione colpendolo. Fece giusto in tempo ad alzare il suo scudo per ripararsi. In contemporanea sentì dei colpi alla porta, affacciandosi alla finestra vide Himir.
Il suo amico umano stava tentando di aprire la porta che sembrava non volerne sapere di cedere. Quand'ecco che una spallata mette la parola fine alle tenue resistenze del pezzo di legno. L'amico fece giusto un paio di passi nella stanza che si bloccò come una statua sgranando gli occhi. Iniziò a parlare a voce alta descrivendo un misterioso luogo :

" in un deserto desolato governato da un sole di acciaio vi è una fortezza nera. Dentro questa fortezza vi sono delle piscine ricolme di un liquido nero denso. Al loro interno una bambina ne emerge"

Bene, Himir aveva dato di matto. Quando sembrò riprendersi fecero insieme un breve giro della casa, ma oltre il buio profondo della cantina sembrava non esserci molto. Poi qualcosa successe. Un attimo prima di girare i tacchi e levarsi di torno comparve una figura evanescente che iniziò a parlare con loro. Parlare forse è un termine ottimistico visto che si limitò all'inizio a fare i nomi di "Agata Dana e Tom". Himir cercò di farlo parlare ma oltre ad una frase ancora più criptica e sconnessa sui "diecimila dei che puniranno i malvagi" non ottenne molto. Un accento alla cantina e su cosa diamine ci fosse li riuscì a terrorizzare l'essere.
E vi giuro su Moradin che vedere un fantasma, perché questo era, terrorizzarsi di certo non era un buon segno.

"lui è li. Lui!". Provammo a farlo ragionare ma fuggì via. Pochi istanti dopo dal nulla comparve un altra figura evanescente, femminile questa volta e noi non facemmo neanche a tempo a reagire che questa iniziò ad urlare. Uno straziante urlo lacerò i nostri timpani e ci lasciò stesi al suolo, vivi per un oscuro miracolo.

Riuscirono a strisciare fuori e a cercare di riprendersi, e ci vollero un bel pò di minuti. Curiosamente in tutto questo tempo, nessuno sembrò prestare loro attenzione.

Ovviamente alla luce di quegli eventi era più che normale e logico aspettarsi una fuga dei due cosi lesta da lasciare i solchi sul terreno. Invece decisero di scendere di sotto a vedere chi fosse questo "lui".

Quando stavano per scendere nella cantina per affrontare "lui", sentirono dei colpi alla porta. Qualcuno cercava di entrare. Himir andò a controllare mentre il nano scese nella cantina. Li il buio era aumentato ed adesso era impossibile anche per lui vedere qualcosa li dentro. Si sentiva un fitto chiacchiericcio provenire dal piano di sopra, e mentre Glorin stava decidendo cosa fosse meglio fare, vide o meglio percepire Himir ed un altro umano scendere sotto. Il suo amico gli presentò l'altro umano come "Corwyn", qualcuno che sapeva meglio di loro cosa fosse successo li dentro.

Una subdola voce iniziò all'improvviso a farsi largo nella testa del più giovane dei Redbeard. Un improvviso pensiero su come l'umano non portasse rispetto alla maestosità di un nano, e di come un bel colpo di ascia avrebbe insegnato allo stolto i giusti rapporti di potere. La gloria era alla sua portata sarebbe diventato famoso come un eroe, un re della montagna.

Cercò di resistere a quello strisciante pensiero, si tappò le orecchie scosse la testa e quando fu sul punto di cadere e perdere il senno strinse a se la sua ascia ed in essa trovò la forza. Colpì il tavolino alle sue spalle fino a farlo a pezzi, come se cosi facendo potesse colpire anche la voce. Fu questioni di attimi ma tutto cessò, solo che l'oscurità invece di diminuire aumentò di colpo.
Si fiondarono fuori dove trovarono ad attenderli un altro umano che sembrava conoscere Corwyn e la sua storia.

Di primo acchito il primo umano. Corqwyn non gli piaceva, e forse questo "la voce" lo aveva percepito, mai avrebbe alzato la lama contro Himir, e sicuramente anche questo "lui" aveva capito. Non so cosa gli desse fastidio di quell'umano, se i suoi modi lamentosi o cosa, fatto sta che effettivamente l'idea di staccargli la testa per una serie di attimi gli sembrò più che sensata.

Li fuori il quartetto iniziò a fare le presentazioni, e decisero tutti insieme di andare a parlare in una locanda.....
 
Top
view post Posted on 2/11/2018, 10:48
Avatar

Clara Addams

Group:
Chiesa ed esercito di Bane
Posts:
943

Status:


"La prossima volta pensa meglio a quello che fai"
È vero, non era stata parecchio brillante e se lo stava ripetendo. Sdraiata sul suo letto, cercava di rimettere insieme i pezzi della storia: più che altro, non capiva quanti fossero i giocatori di quel gioco.
Quella storia era molto rischiosa, e per questo stimolante.
"Per chi lavori, Bob?"
 
Top
peace4peace
view post Posted on 13/11/2018, 13:58




Di ritorno dal proprio pellegrinaggio, non trovò la stessa situazione che aveva precedentemente lasciato. Il Gate era di nuovo in fermento, in particolar modo il Santuario della Sofferenza, sua dimora e luogo di preghiera e di lavoro ormai da anni, era sì sempre stato un via vai continuo di adornati e sofferenti di ogni ceto e provenienza, ma mai come allora. Solo in un'occasione, a sua memoria, vi fu un evento simile, qualche anno addietro, qualche mese dopo essersi insediata nel tempio e aver preso i voti. L'unica differenza, a parte i sintomi, era che quel male sconosciuto non si limitava a uccidere, ma riportava in vita i morti. Perlomeno stavolta avevano un problema in meno da risolvere, che magra consolazione...
Tuttavia, sembrava esserci un altro elemento in comune: un artefice. Nel caso della pestilenza avvenuta anni prima l'origine venne localizzata nel pozzo avvelenato di un paesino non molto lontano dalla città, Ulgoth's Beard, la popolazione decimata, l'autore mai scoperto, ma infine una cura fu infine trovata. Chissà, magari era stata proprio la Provvidenza a farla finire tra le grinfie di quell'insolito individuo dall'aspetto inquietante e, grazie a lui, arrivare fino a coloro che sembravano avere gli indizi utili per porre finalmente termine a quest'ecatombe. Rimanevano due cose da fare: avvertire le autorità e visitare nuovamente la biblioteca cittadina, prima di tornare a indagare come l'anziana consorella le aveva chiesto.
 
Top
view post Posted on 15/11/2018, 11:26

Assassino di Briganti

Group:
Member
Posts:
473

Status:


Ci sono cose che non si dimenticano. Per quanto ci sforziamo, per quanto lottiamo, restano attaccate a noi con il solo scopo di corrompere il presente con il passato. I fantasmi sono semplicemente questo. Echi di emozioni lontane che si nutrono del presente, infettando tutti coloro che sfiorano. Fosse semplicemente questo, non esiterei a continuare le indagini in quella strana casa.
Ma il dettaglio nella mia visione ha risvegliato i miei personali demoni, meno metaforici di quanto si possa pensare...

Non scorderò mai quella spedizione insieme ad Aoth, dispersi per giorni in quella dannata isola. La nostra ossessione per i manufatti chiamati Irokasti ci aveva portato così lontano da casa da oscurarne il ricordo. Il passaggio nel piano delle ombre, distorto e oscuro riflesso della nostra realtà, avvenne nella frazione di un respiro. Senza che ce ne rendessimo conto.

Per un solo attimo ci illudemmo della casualità della nostra situazione. Una tenera illusione, spazzata via dall'avvento di un unicorno nero, oscuro messaggero di colui che ci aveva portato in quel posto maledetto. Giunti al suo palazzo ebbe inizio la battaglia. Aoth riuscì a tenere testa ad una legione di non morti. La sua conoscenza della trama era incredibile. Il suo potere pari a quello di Zeross e Garos.

Il mio avversario mi attendeva fiducioso poco distante. Non avevo mai visto un Gigante Notturno prima e spero di non doverne incontrare più. Alto, terribile, dalla forza prodigiosa e l'astuzia più affilata della mia lama. Il nostro scontro fu violento e feroce. Ma ero giovane all'epoca e nel pieno delle mie forze. La vittoria fu mia!
Mentre urlavo la mia sfida ad un intero piano di esistenza, l'ombra alle mie spalle ebbe la forza di sussurrare la sua oscura promessa:



" Tu appartieni a noi! Presto o tardi ti unirai al nostro esercito consegnandoci la tua anima "

Come detto ero giovane e arrogante. Risi di quelle parole e rinnovai la mia sfida alla sua specie. Ora che l'età ha portato un pò di saggezza e prudenza, so cosa devo temere. Trovai anche uno strano manufatto, la chiave delle ombre. All'inizio la tenni vicino a me come un prezioso trofeo. Ma nel tempo, il ricordo di quell'orrendo viaggio tornò a perseguitare la mia mente. Così la donai ad un mio compagno d'arme. Spero sia sparita con lui...

Mi dispiace per la piccola scomparsa , ma non ho intenzione di mettermi sulla strada che porta all'oscuro regno delle ombre. Rivedere, anche solo in uno strano sogno, quel sole oscuro e pesante come metallo, ha risvegliato qualcosa in me. Credo che questa volta, sia meglio farsi da parte...

 
Top
peace4peace
view post Posted on 20/11/2018, 12:40




Fissando il cadavere di quell'umanoide dai tratti diabolici, ripensava alle parole scritte da Von Leybniez nel suo trattato: "Dal peggiore dei mali può nascere un sommo bene, come da un veleno si può ricavare l'antidoto". Una conclusione alquanto banale per chi conosca almeno le basi delle scienze alchemiche ed erboristiche, ma in effetti era l'inizio della frase ciò su cui meditava, ripercorrendo i passi che l'avevano condotta fin là. Di ritorno al Gate era stata informata dell'insolita epidemia da un monaco umano, suo fratello di fede, Nau Kon Tom il suo nome. Con lui erano scesi nelle fogne, alla ricerca di indizi utili per scoprire l'origine del male, senza risultati apparenti. Anche la pista delle locuste infette probabilmente era un buco nell'acqua, ma per dirlo con certezza ci voleva un esperto... Un controllo incrociato dell'acqua fogniaria e delle larve di locusta da parte sua e del signor Corvo certo avrebbero svelato ogni dubbio in proposito, nel frattempo forse i tizi che aveva incontrato all'Artiglio potevano ancora esserle d'aiuto. In effetti, per quanto non ne comprendesse ancora appieno le dinamiche, cominciava a capire che il morbo del Gate era indissolubilmente legato ad avvenimenti che apparentemente c'entravano poco o nulla, ma che non poteva affatto ignorare, tra cui il rapimento di una bambina ad opera di un'entità demoniaca. Decise infine di seguire quell'insolito quanto eterogeneo gruppo di individui, nella speranza di porre la parola fine alle tragedie che avevano visti protagonisti i cittadini del Gate. Infine, inaspettatamente, nelle parole infide di un essere corrotto dalla sua stessa natura immonda, apparve forse la soluzione a tutti i loro problemi: un accordo, un patto, un semplice scambio. "Dal peggiore dei mali, può nascere un sommo bene". Magari la sua era solo una vana illusione, una cosa era certa però, mentre copriva il volto di quel corpo esanime, ormai non avrebbe più potuto appurarlo.
 
Top
view post Posted on 20/11/2018, 13:45
Avatar

Clara Addams

Group:
Chiesa ed esercito di Bane
Posts:
943

Status:


Camminava con il resto della spedizione avvolta in un improbabile mantello di piume di pavone, con un altrettanto improbabile cappello piumato in testa.
Lo indossava su pressante suggerimento di Ixia, ma si era ripromessa di sfilarselo alla prossima sosta.
Ancora poco e sarebbero arrivati alla magione in cui si trovavano il guercio e la mezzodemone.
Era molto soddisfatta di sé per quanto era avvenuto con il maresciallo Finn, ma si lasciava un tempo limitato per crogiolarsi. Stava già pianificando le prossime mosse: il folle cyrita avrebbe potuto scappare al gruppo e bisognava pensare a un modo per impedirglielo. E il demone, in città... la sua mente lavorava come un piccolo ingranaggio mentre cercava di considerare tutti i possibili scenari che avrebbero potuto aprirsi.
E quell'Ixia... un necromante alchimista dal grosso ego, o c'era altro da aspettarsi da lui?
 
Top
view post Posted on 25/11/2018, 12:33
Avatar

Netrunner

Group:
DM
Posts:
2,442

Status:



La notizia della morte del Capitano Jenji non tardò ad arrivare. Le forze che aveva tentato di fermare provenienti da Baldur’s Gate, forse per un suo errore o forse per un capriccio di Beshaba, si stavano inevitabilmente avvicinando al suo “impero”. Forse, tentare di ottenere il controllo della Città dei Duchi pur di ritrovare e recuperare la Casa, è stato un azzardo troppo grande per le sue possibilità: la guerra sotterranea con Ravenscar si era rivelata un prezzo quasi impossibile da pagare.
Aveva fatto molta strada per arrivare a questo punto: combattuto per un uomo in cui non riponeva alcuna fiducia, non ne condivideva la fede e poi l’aveva ucciso, era riuscito a mettere le mani sugli oscuri segreti di Agata, delle sue consorelle e del suo amante, cresciuto una figlia illegittima dall’ombra e poi controllata, con la delicatezza di un ragno che tesse la sua tela, instradandola verso il suo destino, verso l’entità a cui apparteneva.
E ora, mentre guardava le ferite allo specchio inferte da Vengendorf, si rendeva conto che erano ferite auto inferte nel nome del potere… e no, non se ne pentiva.
E nonostante Agata riportò sul Primo Materiale Holgakon, nonostante l’avesse tenuto nella Casa in attesa dell’arrivo di Meleth, lui… era come se fosse al punto di partenza. Ma mai era stato così vicino al cogliere i frutti del suo lavoro.



Edited by Cyberpunk FL - 10/12/2018, 14:04

Attached Image: Bob, senza la benda, si guarda allo specchio

Bob, senza la benda, si guarda allo specchio

 
Contacts  Top
view post Posted on 10/12/2018, 14:04
Avatar

Netrunner

Group:
DM
Posts:
2,442

Status:




Così lei cadeva.
Cadeva sotto i colpi di un mondo che mai l'aveva accettata, che l'accusava di essere malvagia e distorta per la sua ascendenza. Non aveva chiesto lei di venire al mondo.
Colma di rabbia e risentimento, impaurita, rannicchiata in un angolo come una gatta che difende quel che resta della sua tana soffiava: i mostri le avevano portato via tutto e, con un unico moto d’orgoglio, per la prima volta, accettò quella verità che aveva sempre nascosto a sé stessa: la nipote di un demone meritava lo stesso timore che avrebbe meritato quest’ultimo. Meleth, dai tratti lisci come seta, dai capelli e dalle iridi di un rosso scarlatto, dalla pelle diafana, dalle graziose lentiggini e dalle labbra carnose, visse gli ultimi istanti della sua vita come demone.
Il suo corpo esanime rimase in quel salotto, pronto per essere dimenticato.
Bella e terribile, ma in fondo ancora una bambina impaurita nei vicoli di Athkatla.



[…]


Il favore delle ombre forse aveva ceduto?
Aveva commesso errori?
Chiunque per lui era stato sacrificabile e quel demone era diventata la sua ossessione.
Aveva ucciso Alliser.
Aveva ucciso la figlia di Agata e suo nipote
Aveva ucciso Vengendorf, il suo più grande nemico, ma a costo di perdere il demone, fuggito, libero dalle catene che lo legavano a lui e al circolo delle streghe.
L’aveva ripreso e poi l’aveva riperso.
Holgakon… la sua ossessione…
Mentre stringeva la donna a sé, tenendo ben premuto il coltello alla gola, le ferite dello scontro si facevano sentire: guardava quel ragazzo, a cui mai nessuno avrebbe creduto alle sue bugie… e non fu quel mortale incantesimo che lanciò il ragazzo ad ucciderlo: lui era un assassino talmente abile da aver avuto il potere di uccidere sé stesso.

Holgakon, perché?



[…]


Alla Città dei Duchi la situazione al tempio di Ilmater sembrava migliorata.
Le persone iniziavano a guarire più spesso, ma nell’aria non c’era alcun segno di gratitudine verso il Piangente.
Molte sacerdotesse novizie nutrivano dubbi sulla potenza di Ilmater e sulla sua pietà e si chiedevano come potesse un Dio sì potente averle lasciate in quella situazione.
Il germe del dubbio si trasmetteva ai malati, che cercavano spesso di scappare, alla ricerca di un’altra cura, un altro Dio, una diversa sorte.
Chiunque era stanco e il poco sonno privava il Tempio della lucidità necessaria per far fronte a questa sciagura.

Il dubbio che da tempo attanagliava Madre Romilia però non riguardava Ilmater, di cui era certissima fosse sommamente buono e sommamente potente.
Quei due feriti che arrivarono al tempio qualche settimana prima forse erano portatori di un male di diversa natura.
Non che dubitasse della loro onestà, ma le voci correvano: la casa dei Burque era maledetta. Che fossero entrati e una qualche entità avesse preso il sopravvento?
Il suo anziano cuore veniva stritolato da questi pensieri e la notte dormiva poco a causa degli incubi.
Il suo dubbio prendeva forma materiale, manifestandosi in gelo e angoli troppo bui anche per una buona lanterna.
Non si vergognava d’ammettere a sé stessa che aveva paura e sentiva di aver bisogno d’aiuto.
Ma di chi poteva fidarsi?

 
Contacts  Top
peace4peace
view post Posted on 10/12/2018, 20:06




All'interno delle solide mura del santuario, l'elfa pregava. Per coloro che erano caduti nella battaglia che li aveva portati forse ad un passo dalla soluzione dell'enigma su cui stava indagando, perchè trovassero pace nell'aldià. Per la vita e l'anima della piccola Fiona, preda di chissà quali oscure forze maligne in chissà quale sperduto luogo inaccessibile alla pietà divina. Per i sofferenti e i moribondi che la circondavano, compresi quelli che aveva aiutato a salvare da un destino forse peggiore della morte stessa. Per i compagni d'avventura appena lasciati, diretti verso un'ulteriore pista da percorrere, nella speranza di scoprire qualcosa in più che era loro sfuggito, in quell'intricato arazzo dalle figure distorte che si parava davanti ai loro occhi. Ma soprattutto pregava per la propria consorella Romilia, affinchè la sua forza d'animo e la sua grande fede non venissero scalfite dal dubbio e dalla paura, perchè potesse ancora essere di esempio alle novizie più giovani e di conforto agli ammalati più gravi, in quei tempi così bui e ostili, la cui coltre pesante si era spinta fino alla dimora del loro santissimo patrono. In verità, pregava anche per se stessa, perchè sentiva il verme strisciante del dubbio cominciare a serpeggiare persino nella sua mente.

Il male è sempre dove lo cerchiamo o sta a volte celato dietro gli occhi di chi lo osserva..?

 
Top
view post Posted on 11/12/2018, 21:01
Avatar

Clara Addams

Group:
Chiesa ed esercito di Bane
Posts:
943

Status:


Era rimasta in silenzio durante gran parte del colloquio con Meleth.
La sua specialità, non farsi notare.
Ma molte cose non le tornavano, e avrebbe indagato una volta tornata in città.
Ma la cosa che non le andava proprio giù era stato il pugnale puntato alla gola. Cercando di utilizzare quella maledetta pergamena, era finita nelle mani del nemico. Nemico che si era rivelato essere qualcosa di diverso da quello che si aspettava.
D'altronde, cane morde cane.
Aveva molto a cui pensare.
 
Top
peace4peace
view post Posted on 18/12/2018, 20:07




Non si fidava per niente di quell'uomo dall'abbigliamento eccentrico e aveva ottime ragioni per non farlo, eppure, inaspettatamente, come un fulmine a ciel sereno, era riuscito a fugare ogni dubbio su ciò che stava avvenendo proprio sotto i suoi occhi, ormai fin troppo abituati all'oscurità che la circondava da tempo. Ripensando alle confidenze della riverita madre, non le fu difficile credere che quell'essere immondo, nascosto tra le ombre del santuario, usasse proprio i suoi stessi confratelli per approfittare della disperazione e del tormento interiore che affliggeva i moribondi che accudivano, in cambio di ciò che più desiderava, le loro anime. Chi avrebbe mai potuto sospettare il male personificato avesse trovato rifugio tra le mura benedette edificate per salvare e proteggere gli uomini dai mali del mondo? Com'era potuto accadere? Perchè?
Forse era un'ulteriore prova di fede mandata loro dal Dio Affranto per fortificarne gli animi e la volontà? Oppure chi l'aveva avvertita era in qualche modo anche partecipe di ciò che stava avvenendo in quel santo luogo? Di chi poteva fidarsi ormai se persino i suoi stessi confratelli potevano essere vittime inconsapevoli di quell'oscura mostruosità, mentre coloro che dicevano di aiutarla si dimostravano corrotti dalle loro stesse azioni? Qualcosa andava fatto, una decisione presa, ma nel frattempo sarebbe stato senz'altro meglio per tutti che le luci del tempio continuassero a rischiarare quelle lugubri notti insonni.
 
Top
31 replies since 13/10/2018, 16:41   961 views
  Share