| *anf anf anf* Una corsa affannata, in preda al terrore, nell'oscurità totale... Riusciva a stento a vedere ciò che stava un metro davanti a se... Mentre correva, provava a votarsi indietro, senza veder nulla, ma ciò non la aiutava ad allentare l'angoscia, anzi... Non appena tornava a guardare davanti, di colpo, per un brevissimo istante, rivedeva quella specie di tentacolo, colpirla con forza. Subito dopo era buio. Si risvegliava così da giorni ormai, sempre lo stesso incubo, sempre la stessa paura, sempre la stessa sensazione di impotenza.
Era consapevole che erano solo incubi, se lo ripeteva ogni giorno, eppure non poteva fare a meno di dormire con armi celate sotto al cuscino, nell'armadio, nei cassetti e nei bauli, pergamene e bastoni a portata di mano in camera e il suo equipaggiamento pronto.
Quella bestia immonda, potente, oltre ogni umana comprensione. L'unico essere che non avrebbe mai voluto incontrare in quel luogo infestato dai demoni, era il loro Signore.
Demogorgon.
Le sfide precedenti al suo incontro, erano state più ardue per la mente che per il corpo, almeno per lei, gli eventi erano distorti dalla tensione e dalla paura per trovarsi un un luogo simile, dove in ogni istante poteva arrivare un orda demoniaca, ma la sacerdotessa, conosceva il potere delle creature che aveva dinnanzi e non le temeva singolarmente o in piccoli gruppi.
L'unica cosa che la aveva infastidita era stata trovarsi di fronte a lei, la P****a con la faccia e il corpo uguali ai suoi, che seminuda, e con in mano un falchion, si vantava di essere meglio di lei, proferendo parole pesanti che accusavano la sacerdotessa di Tempus, di codardia...
"di loro non ti interessa nulla, se le cose si metteranno male li lascerai qui"
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T***a, che c***o ne sai tu? Un soldato è un soldato, non abbandona i compagni, e io sono una portavoce del dio della guerra Tempus, mai disonorerei il nome del mio dio abbandonando qualcuno qui sotto. Fino a che avrò fiato, combatterò.
Questo era ciò che avrebbe voluto dire, ma in realtà dopo averle sbottato in faccia, la sacerdotessa semplicemente caricò il suo alter ego, mentre quest'ultima uccideva ixia con una preghiera sacrilega.
E poi... Come C***o è che non si riusciva a salvare questa dannata ragazzina?! Più la sacerdotessa provava a capire e più si confondevano le idee... Alla fine, molto probabilmente, ciò che avevano portato indietro da li, non era solo una ragazzina umana, ma una mezzo divinità demoniaca che prima o poi sarebbe emersa e divenuta una minaccia...
Questa avventura se la porterà dietro per molto tempo, la paura, il dolore, la forza d'animo dei compagni... e quel c***o di Dresdon... prima o poi gli spaccherà la faccia, questo la sacerdotessa lo sa per certo...
Ad ora, l'unica cosa di cui la sacerdotessa è sicura, è che quei carboni ardenti, la preoccupano... Più le girano attorno alla testa, più si fa semplice per lei usarli, a volte senza volere, se perde la calma, una scimitarra di fuoco le appare in mano, dove uno dei tizzoni si deposita, come a chiedere di essere usato...
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