Faerûn's Legends

Un Vento di Vendetta..

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view post Posted on 20/11/2018, 08:26
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Il vortice ai confini dell'Universo

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Capitolo 0 - Introduzione



Vi ucciderò,
vi ucciderò tutti!



Nacque così la sua promessa, davanti a quella scena impressa nello sguardo: quel corpicino ormai ridotto in cenere che lentamente si sgretolava...

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"Se non hai rispetto della vita altrui, allora non posso aiutarti..."
il piccolo hin ben vestito, rispose così alla ferocia d'intenti del cacciatore dal volto sfigurato.
Come spesso era accaduto in vita sua, anche colui che veniva chiamato "l'Ammazzadraghi", non comprendeva la profondità della sua rabbia ed il valore della sua Vendetta.

"Non importa. Vorrà dire che farò a modo mio".



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"Devi prima imparare a pensare come loro, se vuoi avere una possibilità e, cosa più importante, devi cominciare ad accettare il fatto che non puoi affrontarli da solo".
Seduti ad un tavolo della Coppa Piena, Kaia di Suzail stava cercando di dare qualche buon consiglio al mezzorco.
Lui, di rimando, la ascoltava attentamente, senza abbandonare una vena di diffidenza. Forse era il disagio che provava a stare li, in mezzo a tutti quegli umani, o forse perchè, fra tanti maghi a cui aveva chiesto aiuto per ampliare la sua conoscenza in materia draconica, solo lei sembrava aver colto nel segno.

"Pensare come loro..." ripetè a zanne strette, quasi fosse un brontolio.



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"Perchè tu leggi quelle cose?"
Verna non capiva il perchè di tutto quel tempo che Hork sprecava a studiare quei fogli.
Di certo non si mangiavano, ma vi era una certa voracità nel modo di fare del mezzorco e dopo un po' smise persino di chiederglielo.

*Con il ditone scorre sugli antichi simboli draconici, per capirne il senso*


Dragon-Language


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"Non ci credo....lo hai ucciso" Atrak osservava stupito la battaglia appena conclusa.

Nelle rovine immerse in quella palude dannata, il mezzorco si ergeva sopra la carcassa di un rettile dalle scaglie nere.

Le ferite inflitte dal giovane drago non potevano superare la gioia che provava in quel momento.
Una gioia nata dal terrore, la gioia di una vendetta che in quell'abbattimento, faceva il suo primo passo in avanti.

Hork

*si asciugò il volto dal sangue che si confondeva con le pieghe accartocciate della sua pelle arsa da un fuoco antico*



Edited by Kralizec - 7/1/2019, 15:09
 
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view post Posted on 7/1/2019, 15:08
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CAPITOLO 1 - La Genesi



Sono nato in una gabbia e in un certo senso, tutta la mia vita è sempre stata come quella di una bestia fra le sbarre.
La femmina umana che mi partorì non era altro che una vacca da monta, rapita chissà dove, tenuta a mò di oggetto per il divertimento e che finì la sua triste esistenza nel farmi nascere, o almeno è così che credo.

Vivere in mezzo agli orchi è come stare in una ciotola di fango e spuntoni: ti sporchi e fa male.
In quanto mezzorco venivo usato per i compiti più umili, come accatastare la merda delle latrine o servire i vari capi.
La nostra era una tribù particolarmente ampia, facente parte dell'esercito di Sothillis, uno dei potenti ogre magi che sottomise alcune delle città dell'Amn, riuscendo a far convivere Orchi, gnoll, hobgoblin e goblin sotto la stessa bandiera.

Pensavo che tutti gli umani fossero per natura abitanti delle celle e rimasi stupito quando vidi due di questi camminare tranquilli per il nostro accampamento.
Non solo erano liberi di camminare, ma tutti quelli che li incrociavano, deviavano il corso o cominciavano a tremare di paura, ma non diedi troppo peso alla cosa.

La mia testa sarebbe potuta finita schiacciata sotto un randello, giusto per far scaricare un momento di stizza di qualche orco, se non avessi incontrato Lisa.
Piccola, minuta, dalla pelle bianca e i capelli color del legno.
La incontrai la prima volta nel mio giro di consegna dell'acqua ai prigionieri.
Solitamente quando davo loro il vitto, le loro reazioni erano di puro odio e terrore. Come biasimarli?
Però, quando diedi l'acqua a Lisa, lei mi disse "grazie", sorridendomi.
Rimasi colpito, ma vedendo la sua mano cercare l'acqua a vuoto, capii che i suoi occhi non potevano vedermi.
Forse era per questo che non mi odiava, ma non riuscivo a fare a meno di guardarla come qualcosa di incredibilmente nuovo e affascinante.
Nella mia vita, nessuno era mai stato così gentile con me ed il cuore ne rimase segnato per sempre.

Per giorni, l'unico motivo della mia esistenza, era quello di poter stare un poco con quella piccola umana.
C'era un legame fra di noi e di giorno in giorno, sentivo nascere in me qualcosa di sconosciuto.
Avrei voluto che rimasse tutto così per sempre, ma capii la realtà delle cose quando Kutrek, uno degli orchi più anziani della mia tribù, venne alla gabbie per cercare qualche umana da seviziare.
Per poco non scelse Lisa e compresi che prima o poi sarebbe toccato anche a lei.

Non potevo permetterlo.

La notte seguente, quando il buio era ormai profondo, aprii la gabbia e presi Lisa fra le braccia, cominciando la fuga.
Dopo tre giorni di cammino, ero sicuro di esser già abbastanza lontano e al sicuro.
Si stagliava all'orizzonte un futuro con lei ed ero felice, ma non avevo fatto il conto con il fiuto dei Worg.

Ci stanarono mentre dormivamo in un piccolo boschetto e ci riportarono all'accampamento.
Provai a liberarmi, ma fu inutile.
Avevo già visto qualcuno fuggire.
Sapevo che fine facevano i fuggiaschi, ma stavolta non compresi quanto fosse grave la situazione.
Non solo un prigioniero era fuggito, ma era stato uno della tribù stessa a permettere tutto questo.

La mia ingenuità scomodò coloro, che ora so, essere i veri comandanti della mia tribù e forse dell'intero esercito di Sothillis: quei due umani che vidi anni prima, vennero a dettar giustizia.
Io e Lisa fummo legati ad un palo e ad un tratto il silenzio calò su tutto l'accampamento: uno dei due umani si tolse la veste ed erano visibili alcune scaglie vermiglie su metà volto, mentre l'altro urlava in orchesco:
"Che questo vi faccia ricordare che bisogna esser fedeli!"
Quando finì la frase, l'uomo con le scaglie cambiò forma.
Non so ancora se ciò che accadde fu frutto della Trama o della natura di quell'essere,
ma ciò che accadde fu un umano che diventò un drago Rosso e che in un attimo, simile al battere d'ali di una farfalla, spazzò via tutto ciò che aveva mai avuto un senso nella mia vita.

L'unica cosa che mi da sollievo oggi, è pensare che Lisa non si accorse di nulla mentre le fiamme che l'avvilupparono, la resero carbone.

eyeflame

In me qualcosa si spezzò ed è da allora che provo a ricomporlo.
Il drago tornò uomo e il suo sorriso accese in me una furia cieca e brama di vendetta.
Per poco non mi strappai i polsi da quanta forza misi nel liberarmi dalla corda che mi legava al palo e con tutto ciò che avevo, mi scagliai sull'assassino di Lisa.
Non sapevo ancora che il soffio è qualcosa che prescinde dalla forma: la carica finì nel vuoto e una vampata di fuoco mi colpì di striscio, dando fuoco al mio viso.

Ero pronto ad accogliere la morte e raggiungere la mia adorata Lisa.


Edited by Kralizec - 7/1/2019, 16:45
 
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view post Posted on 13/1/2024, 18:25
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Il vortice ai confini dell'Universo

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CAPITOLO 2 - La Formazione



12 Flamerule 1388

Aver cominciato a vagare per la Costa ebbe i suoi vantaggi.
Non solo aveva cominciato a farsi conoscere e a ricevere informazioni sui cromatici, ma in effetti, era riuscito a stanare ed uccidere un verde, grazie anche all'aiuto di altri avventurieri.

Avvolto dal desiderio di vendetta, ogni giorno era una ricerca, quasi smodata e con foga, per poter tornare a riassaporare il “piacere” della vittoria ad ogni drago che riusciva ad abbattere o perseguitare.
E sarebbe durato ancora, in una spirale senza fine, se non avesse incontrato lei:
quell'umana dell'est dai capelli rossi, così bella e imponente che vide al di la della brama del mezzorco e del suo aspetto quasi-deforme.

“Ammiro la tua sete di conoscenza nell'affrontare quelle bestie, ma se davvero credi di aver la missione di sterminarli, ti servirà ben più della volontà per riuscirci. Vieni a trovarmi quando sarai disposto a diventare davvero ciò che desideri”

Di primo acchito non le diede peso, ma ogni giorno che passava, quelle parole risuonavano sempre più forti nella mente.
Così sellò la cavalla e partì alla volta di Suzail.
Quando la porta della villa si aprì, sul volto della Maga vi era un'espressione soddisfatta, quasi come s'aspettasse quella visita.

“Sapevo che saresti arrivato. Bene, adesso ti dirò cosa accadrà”

Fu così che Kaia di Suzail cominciò ad addestrare Hork.


- - -

8 Marpenoth 1393

Quei sei anni di allenamento furono qualcosa di sospeso nel tempo.
Visse in una piccola capanna al confine con la cittadina rurale di Eveningstar, un luogo lontano da tutto, dove poté addestrarsi con tutta la tranquillità dovuta.
Visto il suo aspetto, Kaia lo costrinse anche a farsi curare il volto dalle deformazioni inflitte dalle fiamme, lasciando però che rimanesse il segno dell'ustione, come monito.

Imparò molto sulla Trama e di come invero, tutta la sua rabbia ed il desiderio di vendetta fossero indirizzati in maniera erronea.
Odiava la forza prevaricatrice dei draghi, ma giunse negli anni, al nocciolo della questione.
Raccontandole anche tutta la sua vicenda, la perdita di Lisa e della sua scelta, Kaia lo portò a ragionare sul fatto che l'uomo che la uccise, non era un drago trasformato, ma effettivamente il contrario.
Lo mise al corrente dell'esistenza del Culto del Drago e della loro missione e così Hork cominciò a focalizzare meglio la realtà dei fatti.
Senza rendersene conto, era cambiato nel profondo e dopo l'ultimo anno di addestramento in cui la maga era scomparsa dalla città (forse facendo ritorno nelle sue terre), decise di mettere fine al suo eremitismo e di tornare nelle terre da dove era cominciato il suo cammino.

Fu semplice deciderlo, forse perché aveva maturato dentro di se una saggezza che non credeva nemmeno di possedere.
Varcando i confini del Cormyr per tornare sulla Costa, un vento da sud lo sospinse con una certa foga, facendo svolazzare il mantello.
Vide in quel semplice gesto il modo che il Cavaliere dei Venti aveva per dargli il suo "bentornato".

Respirando a pieni polmoni, sentì anche che la sua rabbia e la sua vendetta erano cambiati.
Era come se avesse imparato a sigillarli all'interno di una botte, che sapeva di poter spillare nel momento adatto, lasciando scorrere tutta la furia a chi meritava la sua ascia.

Al limitare dell'Alta brughiera, Hork il vendicatore era tornato sulla Costa della Spada.

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Edited by Kralizec - 15/1/2024, 15:48
 
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