Faerûn's Legends

La Luna e la Fenice, Gli eventi della profezia della Fenice con gli occhi della Selunita Alice.

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Abadeer
view post Posted on 16/9/2019, 13:16 by: Abadeer
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Cacciatore di Gibberling

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ATTO I – Il Limbo e la fondazione della Compagnia dei Custodi della Lama



Era ormai chiaro a tutti: la pioggia non aveva nulla che si potesse ricondurre al naturale corso degli eventi. Il volto di Selûne ogni notte era oscurato dalle malvagie nubi che riversavano la leggera ma persistente pioggia su tutta la Costa della Spada, che, come l'acqua del fiume su una roccia, goccia dopo goccia la corrodevano.

Qual'era il preciso legame fra l'arrivo di Anth Malar e queste misteriose perturbazioni atmosferiche? Sapevamo solo che l'eletto di Malar si era mosso a causa dell'esplosione di un vulcano nel sud, evento da lui ritenuto legato alla Profezia della Fenice.
La cerca delle risposte partiva innanzitutto dal recupero della pergamena di Shandalar. Io ma anche Tymia, Kent o Autumn non avevamo grandi possibilità di rintracciare i baccanti da soli, però c'era una persona a cui potersi rivolgere per chiedere aiuto, uno degli arcanisti più saggi e potenti della città degli Splendori, il Guardiano dell'Ordine Vigile Par Elidan Firenweer. Grazie al suo aiuto e alla sua divinazione saremmo riusciti a localizzare la pergamena. Essa si trovava nel Limbo, il piano esterno rappresentante il caos nel suo stato più puro, abbastanza prevedibile, infondo, data la natura di quel gruppo di scalmanati. In indagini successive però scoprimmo, in realtà per puro caso, che la pergamena era divenuta oggetto di disputa fra due razze (o fazioni in base a chi lo si chiede): i githyanki e i githzerai, quest'ultimi abitanti del piano del Limbo. Nello specifico, la pergamena era stata ceduta dai baccanti ai secondi di questi, ed i primi, i più malvagi fra i due, avevano intenzione di entrarne in possesso, anche con la forza. Era assolutamente necessario che la pergamena tornasse nel Faerun, in particolare nelle nostre mani.

Il viaggio planare per raggiungere il Limbo venne preparato dall'Ordine Vigile dei Maghi Protettori di Waterdeep ed in particolare dal Guardiano stesso.

Misi per la prima volta nella mia vita piede in un piano che non fosse il Primario Materiale dove sono nata e cresciuta. In questo piano di caos puro, il luogo ove eravamo sbarcati era in realtà relativamente stabile, almeno per il momento, dunque potevamo proseguire verso il Monastero dei githzerai, il luogo dove forse la pergamena era conservata. Lungo quella che si può definire strada, resa perigliosa dalla presenza di slaad e githyanki, incontrammo i baccanti, anzi l'ultimo di loro. Con un nostro enorme dispiacere ricevemmo la notizia che i baccanti da noi incontrati erano stati massacrati dai githyanki alla ricerca della pergamena, poiché sospettati di possederla ancora o di averla ceduta ai loro nemici. Venimmo a conoscenza inoltre che il Monastero dei githzerai era sotto assedio dei githyanki. Non rimaneva che scendere in aiuto della parte con la quale sicuramente si potevano instaurare dei rapporti maggiormente pacifici. L'intervento del nostro gruppo fu fondamentale nel respingere i gith malvagi, ma la pergamena non si trovava purtroppo in quel luogo. Ad informarci di ciò fu Zhjaeve, la monaca a capo del monastero, che ci indicò anzi un altro luogo, abitato sempre da githzerai, dove avremmo potuto reperire informazioni relativamente alla pergamena. L'incontro con l'altro gruppo di gith fu risolutivo quanto preoccupante. La pergamena non era neanche nelle loro mani, né in quelle dei githyanki, ma era stata trafugata dagli slaad, per passare nelle mani di una loro semi-divinità presente nel Limbo, Ygorl. Non si poteva combattere contro di lui, sarebbe stato impossibile sconfiggerlo in quelle condizioni, ma la pergamena era necessaria per la salvezza della Costa della Spada, non rimaneva che tentare la via diplomatica, sperando che il signore degli slaad fosse dell'umore adatto per trattare. Grazie a Zhjaeve, riuscimmo ad arrivare, tramite portale, al palazzo di Ygorl, che sembrava in realtà quasi attendere la nostra visita. Al suo cospetto, non avemmo altra scelta che chiedere la pergamena in cambio di un qualche accordo. Il nostro timore era, come ci era stato preannunciato, che ci proponesse qualche sfida impossibile, ad alto rischio di morte. Il signore degli slaad accettò di darci la pergamena in cambio di una risposta ad una domanda: “Che tempo fa nella Costa della Spada?”. Il gruppo si interrogò per lunghi ed interminabili minuti. Era forse un tranello? Bisognava analizzare la frase e comprenderne qualche nascosto significato? Gli indugi furono improvvisamente rotti dalla spregiudicatezza di Kent che diede la risposta più semplice: “Piove”. L'ansia invase per un attimo tutti i presenti, col timore che l'avventata risposta avesse segnato la loro condanna...
Ed invece era incredibilmente la risposta più semplice che Ygorl voleva. Non mi è ancora chiaro il perché abbia deciso di donarcela, così facilmente. È forse a conoscenza di qualcosa a noi ignoto? O solo per il gusto di vedere come va a finire questa vicenda? Le domande non ebbero però ulteriore spazio, era giunto il momento di tornare nel Toril, a Waterdeep.

La pergamena recuperata venne studiata dall'Ordine Vigile e risultò essere esattamente ciò che si sospettava.
Essa era sia la causa che la soluzione del problema: creata da degli eletti delle Furie per scatenare una tempesta perenne su vasta scala, la stessa poteva far cessare la tempesta. Ma per farlo era necessario il potere degli stessi eletti, i quali ovviamente non si sarebbero mai prestati a far terminare un'opera da loro stessi voluta. Vi era però la possibilità di procurarsi un loro “succedaneo”.

Se non ci fosse stato concesso il loro potere, ce lo saremmo presi con la forza. L'obiettivo finale era entrare in possesso del simbolo sacro di ogni eletto delle Furie.

Un compito arduo, forse impossibile, ma non c'era altro modo per salvare Waterdeep e l'intera Costa.

Era il momento di unirsi, l'obiettivo era comune per molti, seppur le motivazioni diverse. Io, Alice Nidirinn, sacerdotessa di Selûne, desideravo che il suo argenteo viso, offeso dalle orride nubi, tornasse a risplendere, che venisse arrestato il diffondersi della malattia del mannarismo, causato delle azioni del sanguinario Anth Malar e dalla tribù del Sangue Nero e che il mare cessasse di esser burrascoso e periglioso a causa del terrificante eletto di Umberlee, oltre a non esser personalmente di certo amante dei culti di Talos ed Auril. Mi unì così ad un gruppo formato dai druidi Autumn e Harus, rispettivamente fedeli a Mielikki e Silvanus, allo spadaccino Kent Dragonshield, alla cantrice Tymia Aucort, al Servo del Mistero Kulenov, al combattente mezz'elfo Aranel, sotto la guida del Guardiano Par Elidan Firenweer. Il nome della nostra compagnia fu “I Custodi della Lama”. A dispetto delle più disparate motivazioni personali, molti di noi erano inoltre accomunati dalla volontà di arrestare le azioni malvagie e crudeli che gli eletti e i loro seguaci stavano compiendo.
La nostra compagnia si sarebbe sciolta solo con il ritorno del sereno o con la nostra morte nel provarci.

Le nostre forze però ci permettevano di concentrarci solamente su un singolo eletto alla volta, e quale scegliere se non quello che minacciava in modo più diretto Waterdeep?
Il nostro primo obiettivo sarebbe stato l'eletto di Malar, Anth Malar...


Edited by Abadeer - 4/11/2019, 21:50
 
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