Faerûn's Legends

La Luna e la Fenice, Gli eventi della profezia della Fenice con gli occhi della Selunita Alice.

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Abadeer
view post Posted on 16/9/2019, 21:19 by: Abadeer
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Cacciatore di Gibberling

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ATTO II - Anth Malar


Anth Malar e i suoi servi circondavano le foreste intorno alla città degli Splendori. Nella raccolta informazioni precedente e successiva alla formazione della compagnia venimmo a conoscenza dell'esistenza dei due gruppi malariti maggiori che avevano occupato rispettivamente le foreste a sud e a nord di Waterdeep. Il gruppo nord era guidato da Hagar Hlutwigsson, un umanoide di grossa stazza ed altezza, circa 2 metri e 50, mentre il gruppo sud era guidato da un ferocissimo druido di Malar, Sengal “il Selvaggio”, un hin tanto piccolo quanto sanguinario.

Il primo dei due fece la mossa più furba ed inaspettata: si trasferì al porto di Waterdeep, dove la fame iniziava a farsi sentire a causa dei danni dell'insistente pioggia, promettendo cibo assicurato in cambio della fedeltà a Malar, propaganda che sembrava aver molto successo fra la massa di disperati abitanti del porto. Era diventato quasi intoccabile, salvo scatenare una rivolta cittadina.

Il modo migliore per raccogliere informazioni su Anth Malar era dunque puntare su Sengal, soprattutto perché egli si stava preparando ad una grossa caccia alle razze dotate d'intelligenza. Bisognava però localizzare la sua posizione, mentre intanto giungeva ora in aiuto anche il mio culto, le consorelle e i confratelli di Selûne, ed in particolare della consorella Lunaphrea, la quale incontrò personalmente tutti i Custodi della Lama, fornendoci preziose informazioni relativamente ai malariti ed assicurandoci anche che la Casa della Luna era in piena attività contro le trame di Anth Malar.

Sengal venne infine localizzato dalla divinazione, in un accampamento a sud. Un incantesimo di velo permise a noi Custodi di avvicinarci senza esser riconosciuti, mentre sotto i nostri occhi si stagliava lo scempio compiuto dai malariti. Molti seguaci venivano anche schiavizzati allo scopo di lavorare sui campi coltivati. In quel luogo si stava apparentemente producendo qualcosa, ma cosa? Intanto la copertura stava ormai per saltare, i mannari si stavano insospettendo nel veder girovagare dei loro apparenti sottoposti senza alcuna meta. Era giunto il momento di agire. Sengal risiedeva nella capanna centrale, la più grande. Era necessario far rapidamente irruzione. La battaglia contro i mannari infuriò immediatamente Il malefico halfing cadde però infine sotto i nostri colpi. Anche da morto, avrebbe potuto comunque darci le risposte che cercavamo sulla tana di Anth Malar. Ma le scoperte in quel luogo non erano terminate. Mentre mi accingevo a controllare una sorta di magazzino, notai una scala con una voce provenire dal piano superiore. Quando salii trovai un mezz'orco che parlava di un qualche carico da consegnare, pensando fossimo dei malariti venuti a reclamare qualcosa. In breve però egli capì che non eravamo seguaci del dio delle bestie, facendosi comunque catturare senza troppa resistenza. Con il mezz'orco e il corpo dell'hin, ci teletrasportammo di nuovo a Waterdeep.

Il primo interrogatorio fu al prigioniero vivo, il mezz'orco, che rivelò di esser addetto alla creazione di una pozione avente l'effetto di potenziare le capacità di coloro nei quali scorre il Sangue Nero, per un tempo di circa 12 ore a pozione. Già 9000 fiale erano state consegnate. La situazione era abbastanza preoccupante. Dopo qualche atto osceno al seguito dell'interrogatorio, il mezz'orco venne scortato alle prigioni cittadine. Arrivò quindi il momento di interrogare il “prigioniero” morto, Sengal, tramite l'incantesimo noto come “Parlare con i morti”. Egli ci rivelò così la posizione del luogo di consegna delle fiale, nonché rifugio di Anth Malar. Esso si trovava fra i Picchi Perduti, nella Grande Foresta, in una grotta piena di stalattiti dove pare impalasse barbaramente le sue vittime.

Fu li che poco tempo dopo ci recammo, localizzando l'esatta posizione della tana grazie a Lunaphrea e ai cacciatori della Casa della Luna, per scoprire nostro malgrado esser una tana abbandonata. Con il dominio mentale su un serpente mannaro effettuato da Par, scoprimmo che il grosso branco dell'eletto di Malar si stava spostando a nord-ovest del deserto dell'Anauroch, in una nuova tana ignota. Quella sarebbe stata la prossima tappa nella nostra caccia ad Anth Malar. Ma stavolta qualcosa sarebbe andato storto. Noi Custodi, seguiti dai miei confratelli seluniti e da un manipolo di guardie cittadine di Waterdeep giungemmo in quel deserto, un monumento eterno ad un impero caduto. Riuscimmo effettivamente a localizzare quella che sembrava una tana, con a guardia alcuni membri della tribù del Sangue Nero, che riuscimmo facilmente a neutralizzare. Noi Custodi, accompagnati da Lunaphrea, saremmo entrati nella tana, mentre i seluniti e le guardie cittadine ci avrebbero atteso all'esterno.
Varcammo la soglia della grotta, avendo appena il tempo di sentire un esplosione e vedere l'entrata crollare alle nostre spalle. Eravamo caduti nella trappola del nemico. Anth Malar aveva scelto il luogo giusto in cui rinchiuderci: una zona di magia morta infestata da esseri del Piano elementale del fuoco. Ci vollero settimane per uscire di li, scavando in mezzo ai cunicoli per raggiungere, finalmente, la fine della zona di magia morta e poterci teletrasportare tutti all'esterno.

Qualche giorno dopo, contattando Lunaphrea, scoprii la tremenda notizia: i miei confratelli seluniti e le guardie cittadine erano stati brutalmente massacrati dal branco di Anth Malar. Quelle bestie avevano ormai superato ogni limite: l'eletto andava fermato.

La mia consorella aveva localizzato la posizione approssimativa del sanguinario malarita: fra Triboar e il granaio del nord, Goldenfields, probabilmente nel pieno della frontiera selvaggia, nel villaggio del Larice Rosso. Era partita con gli esploratori da un po' di tempo, ed io attendevo sue notizie con apprensione. Venni a conoscenza del suo destino in una maniera abbastanza peculiare. Nel corso di una spedizione in una tana di malariti sulla Costa della Spada, dopo aver eliminato un mannaro del Sangue Nero li rifugiatosi, incontrammo un mannaro particolare, un furetto mannaro. Il nostro primo incontro fu abbastanza concitato: catturato e chiuso in un sacco, una volta liberatosi mi salì sul collo puntandomi il suo artiglio alla gola, chiedendo di parlamentare. Non mi rimase molto da fare che accettare. Il furetto, il cui nome si scoprì essere Ebberol, era un malarita “dissidente” nei confronti delle azioni dell'eletto della sua divinità, reo, a suo dire, di aver fin troppo attirato l'attenzione sui malariti, ormai attivamente braccati da molteplici forze in campo rispetto ai più tradizionali avversari. Ci fornì come prima informazione la posizione dell'enorme branco dell'eletto, che confermò i sospetti manifestatimi da Lunaphrea. Ma fu una seconda informazione a sconvolgermi particolarmente: Lunaphrea era stata catturata e mantenuta in vita, sotto però atroci torture, come trofeo personale di Anth Malar. Non potevo permettere che queste brutalità continuassero oltre. Era passato un mese dalla nostra fuga dalla grotta nell'Anauroch. Ebberol parlò a tutti i Custodi della Lama. Un piccolo santuario di Selûne nella zona occupata da Anth Malar era l'unico luogo sicuro più prossimo alla sua tana, il confronto non poteva esser ulteriormente rimandato. Il teletrasporto superiore portò tutti noi Custodi sul luogo, la magia di Velo, già usata per penetrare nell'accampamento di Sengal, si rivelò ancora utile per avvicinarsi al Larice Rosso. Il primo obiettivo era liberare la mia consorella Lunaphrea, sperando di non esser arrivati troppo tardi. La tana di Anth Malar si trovava in una miniera di carbone dismessa, nei pressi del villaggio del Larice Rosso, poco lontano dal luogo del teletrasporto. Un malarita di passaggio ci informò delle penose condizioni di Lunaphrea, ormai in stato catatonico per le violenze subite, la mia rabbia cresceva nei confronti di questi luridi mutaforma. Ci facemmo strada fra di essi, alcuni erano così ferali da attaccare i loro stessi “simili”, quali noi apparivamo essere. Eravamo vicini al luogo ove ci era stato indicato esserci un branco che teneva prigioniera Lunaphrea. Fingendoci ancora malariti, accampammo finte pretese sul trofeo, sfidando il capo branco. Ma essi non sembravano intenzionati a cedere e dunque li eliminammo quasi tutti, per giungere alla prigione della mia consorella. Il suo stato era pietoso, ma le mie preghiere e quelle del reverendo Kulenov gli fecero riprender conoscenza. Mi donò la sua arma, il Castigo di Luce Lunare, e gli promisi che Anth Malar avrebbe pagato per ciò che aveva fatto. Par con il teletrasporto la riportò a Waterdeep. L'idea iniziale era utilizzare Lunaphrea come “esca” per far uscire allo scoperto l'eletto, ma era ormai così vicino che non volevamo ci sfuggisse ancora. Inaspettatamente, arrivò un emissario del malarita, che ci propose uno scontro contro Anth Malar stesso. Molti branchi si sarebbero fatti da parte al nostro passaggio, il malcontento verso l'eletto sembrava esser cresciuto. Dopo un adeguata preparazione perciò, ci dirigemmo verso la miniera di carbone. Non vi era tempo di sviluppare un piano, non ci rimase altro che lo scontro frontale. Il branco personale di Anth Malar era rimasto a sua protezione ed iniziò un furioso scontro, nel quale tutti noi cademmo, tranne il nostro capogruppo, il Guardiano Firenweer. Tutto sembrava perduto, eravamo prigionieri dei malariti, quando Par con le sue sole forze uccise l'eletto di Malar in persona e tutto ciò che era rimasto del suo branco.
Rapidamente entrammo in possesso di tutti i suoi averi, uno di essi era probabilmente il simbolo sacro dal quale comunicava con la sua divinità. Neanche il tempo di riprender fiato che si scatenò una tempesta. Nello spazio della luce di un fulmine, comparve una sagoma femminile, che sparì immediatamente portando con se il corpo del defunto ex-eletto di Malar.
Quella donna, dalle informazioni raccolte da un capobranco mannaro, venuto per assicurarci la sua ritirata dai boschi della Costa della Spada, non era altro che l'ultima eletta sconosciuta, Deidre, l'eletta di Talos, apparentemente la mente dietro tutto ciò, riportata in vita dall'eletta di Auril a seguito di un interpretazione di alcuni eventi legati alla profezia della Fenice.

Il tempo per festeggiare era poco. Anche l'eletta di Auril era morta, uccisa dalle Aquile del Sangue, un altro gruppo implicato in questa faccenda. Ma rimanevano Deidre, l'eletta di Talos e Slarkrethel, l'enorme kraken eletto di Umberlee. Entrambi probabilmente molto più pericolosi degli altri due eletti.

Nella luce di Selûne però, noi riusciremo a prevalere...
 
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