Faerûn's Legends

Diario del Pensiero Antico

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view post Posted on 23/12/2019, 21:26
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Assassino di Briganti

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Lo guardavano tutti come guardassero il più radioso dei paladini, erano affascinati e compiaciuti mentre muoveva i suoi passi, fieri, nella piazza di Suzail. Si allontanava dalla Biblioteca, ove aveva passato del tempo, quanto bastava a renderlo dotto di quel sistema impeccabile che tanto si era ripromesso di proteggere. Nulla sembrava ormai importare se non il servire quella causa, quel mondo, quel pantheon che mai lo aveva deluso.

Arrivava e andava via, ripetendosi, come un pendolo, che dondolante sfiorava prima una e poi l’altra faccia di quella solida medaglia di platino. Lucente come un sole che quasi accecava la vista di quegli stolti che lo guardavano e di oscurità avevano pieno il cuore.


Fingere non era contemplato per lui, che a tutti ostentava verità indicibili e svelava i più celati segreti. Con esso, mano nella mano, danzavano e si contorcevano in beate passioni, quelle musiche ed arpeggi che della notte facevano traguardo di successo e speranza, poiché se pur un altro giorno ed un altro sole, fossero morti, nella rinascita dei due si crogiolavano i sogni della bestia.

Un solo suono, sordo ed echeggiante nelle profondità della mente, così sacro da risultar quasi voce degli Dei, tanto dolce da render velenosa malerba ogni pur singola goccia di miele, affilato, preciso, soave. Era rumor di battaglia, di forche e di fiaccole, e lui li a capeggiar la gloriosa ed illustrissima folla. Avanzavano verso la casa del mostro che, terrorizzato, li attendeva ogni notte ed ogni notte ancora, svegliandosi di soprassalto, sudato ed impaurito, per realizzar che quell’incubo ancora non terminava, richiudendo gli occhi, attendendo che una nuova luna lo strappasse via da questo mondo.

Girava frenetico nel letto, tra spasmi muscolari e rumore di zanne che raschiavano tra loro, mordendo l’aria come avesse forma e sapore. Sognava di incubi e di mostri, di umani armati e lucenti, di creature fatate bramose di vendetta, che lo tenevano sveglio pur quando dormiva, in un dormi veglia di dolore che dal limbo ereditava i tratti. Non più voleva attendere, non più voleva vedere le radiosità del buon senso, non più avrebbe, il mostro, fatto simbol la sua carne di bramosi ed orgogliosi cavalieri che, armati di gioia e d’amore, di sole e di luna, di giorno e di vita, rendevano la sua vita un inferno.

Arrivederci mostro, pronunciò il radioso uomo, a cavallo di un maestoso destriero. Arrivederci creatura fuggiasca e ribelle, in te io vedo la decadenza ed il dubbio, l’anarchia ed il male. In te, mostro, non vedo altro che dolore. Ed ora allontanati, prima che i purpurei draghi che mi proteggono, si sporchino dell'empio che rappresenti.


Edited by L'Ombra di Myos - 24/12/2019, 14:09
 
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view post Posted on 23/12/2019, 23:13
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Assassino di Briganti

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Potere divino, potere della natura, potere, semplice e puro. I nostri occhi si posano su quell'ombra che si muove rapida, increspata come il liquame denso sulla quale si proietta per esistere. La osserviamo e forse non riusciamo neppure a giudicarla. Druidi e Sciamani, uomini di saggezza disumana, parola scelta con cura, poichè disumani dobbiamo e vogliam essere, per ciò che serve al fin di preservare quell'equilibrio di cui il frutto del furto di Selune al rovente piano necessita.

Ancora di salvezza per voi tutti, folli ed egoisti, uomini di polso dagli ideali tremanti, sistematicamente nello stato che prende il nome da ciò che difendiamo, eppur voi vacillate, oscillando come una scialuppa tra le passioni di Umberlee. Vi osserviamo e non vi giudichiamo, poichè a noi poco importa e mai importerà del fato del singolo se non per l'unico che può e farà. Ma è colui che può e farà che ora è qui, tra noi, silente e vuoto, e noi lo lasciamo entrare. Grave errore.

Lui ci guarda, ed il terrore che prova lo proviamo anche noi, diveniamo tutt'uno con quell'anima perduta. Smarrita del tutto è la via che ricerca, eppur nella solitudine e nell'oscurità il mostro incede sicuro, come se il non sapere sia pesante, in bilancia, quanto la somma di tutte le conoscenze. Guardiamo il circolo dell'Antico e ci domandiamo se la follia che lo attenaglia non sia invece barlum di lucidità e che noi tutti, seguaci e fedeli, retti ed incorruttibili, non siam, in verità, gli unici ignari del suo vero cammino.

Unicità è male solo e soltanto se non possiede un esatto ed altrettanto unico opposto. Solo così la bilancia potrà esser equilibrata. E noi forgiamo, non nel metallo od in oscure fucine, ma nella Trama del Tempo, forgiamo e diamo vita a destini gioiosi o tristi, diversi, opposti, ma dal comune tratto eccessivo. Creiamo quei pesi atti a stravolgere od equiparare un vantaggio apparentemente schiacciante, e ci vestiam da celestiali quando non siam altro che diavoli con un nome più consono alle genti che osservano. Osservano, tutti loro, come noi ora osserviamo lo specchio di notte che tra noi si muove, sfiorandoci e sussurrando verso di noi parole di aiuto, lo chiede e lo brama, confondendoci con quelle divinità che amerebbe se solo gli rispondessero.

Dicono che un Dio che non sa ascoltare sia un Dio morente, e noi che di divini capi vestiamo manteniamo i piedi a terra, saldi e resistenti, come antiche radici, e ci facciam carico di coloro che senza risposta vagano piangendo preghiere in lingue sconosciute e prive di valore. Preghiere mai ascoltate da altri se non da noi, pazzi assassini e al contempo santi, che le accogliamo e ne tessiam destino. Non c'è pace per chi deturpa la bilancia e mai ve ne sarà, questo è ciò che sappiamo, questo è ciò che vogliamo, questo è il verbo.

Errante ora avanza, l'ombra distorta del mostro che era e, più incede nel nostro dominio più essa si glorifica e si irradia di luce che altrimenti l'avrebbe distrutta. Poichè li dove non c'è alcun giudizio, è possibile che non esista alcun male. E li dove non esiste il male, non esiston mostri. Ed ora lo osserviamo, divenendo spettri lugubri di un passato volto a perdersi nei meandri del tempo. Lo osserviamo e capiamo che Lui da qui non se ne andrà presto, perchè questo luogo ora è ciò che lo rende uguale agli altri, un granello tra tanti, confondibile, irrilevante. Una fortuna che solo i più arditi esploratori dei meandri della mente riescono a guadagnare.
 
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view post Posted on 24/12/2019, 00:34
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Solo i meritevoli della Grazie del Santo potranno sfamarsi e placare la propria sete nei banchetti che per lui imbandiremo e sarà giubilo e gloria, nell'unica sera, in cui empi e retti non saran mischiati da ignobili forme di bontà

Angeli siam agli ochi di chi dal basso ci guarda con i giusti intenti, pietra e gemme forman il nostro corpo e dall'oscurità tenace, con le nostre lame che sembrano artigli, difendiamo coloro che, nel silenzio, urlano e rivelano i mal celati peccati che l'uomo commette e gli Dei tentan di non vedere. Eppur alcuni, impuri, ci temono e temono le nostre zampe, inorridendo alla vista delle nostre maestose e piumate ali, membrane di una notte senza stelle. Di una notte senza luna.

Eccedono raramente coloro che senza indugiare, impavidi, varcano le soglie della città celeste. Li dove noi tutti scarichiam rifiuti d'ogni sorta, essi aspettano, aprendo le loro fauci, voraci e senza scrupoli, per fagocitare tutto ciò che per noi è scarto

Risate alte riecheggiano per il ridente luogo ad ogni boccone che essi ingurgitano e la terra smossa e ancor umida trema poiché le risa vengon da ogni dove. Cacofonica riproduzione di un teatro gioioso, noi tutti ci presentiamo al mondo come statue immobili e vi osserviamo, passando inosservati, camminando nei vostri più piacevoli sogni, colorandoli di atti d'amore puro, li, oltre il velo in cui non esiste perdita alcuna.

Leniamo dolori e risaniam torti, con dorate spade che nulla fendon se non il vero male, il puro e cristallino dolore spontaneo, che si fa verso e scherno di coloro che nella notte si muovono timorosi dello sguardo giudicatore del Dio giusto. Non uno ma cento mila, eppur li capeggia un passo sicuro, esterno, estraneo a tutto ciò che negli occhi comuni si riesce a vedere. Noi lo osserviamo e se pur dall'intelletto celeste e la saggezza antica, non ne comprendiamo il verso. Si muove su e giù, in alto e in basso, fino alla coltre celeste fin sotto agli abissi. si muove e non lo comprendiamo, si muove come fosse solo un pensiero. Chi è costui che delle nostre risate si fa beffa?

Orribile creatura che di scempio ti ammanti, beffarda belva dalle immonde sembianze, cosa è che cerchi nei vicoli ridenti adornati a pietra? Cosa muovi con le tue mortali mani mentre osservi, spaesato ed affascinato, i nostri maestosi corpi? Non è forse solo pietra ciò che vedi? E alzi lo sguardo verso di noi, quando uno parla. Ci puoi sentire? Chi sei tu, essere insulso che osa creder di poter aver diritto di udire la nostra angelica voce? Ma alcuni di noi ti vogliono, alcuni ti bramano, ed uno ti tocca. Grave errore.

Oltre le leggende e attraverso antichi saperi ti muovi ed osi, avanzi e ti arresti, a tuo piacimento, come se avessi qualche potere su di noi. Alleggeriremo la tua anima, estirperemo da te il cocente peso del dolore e della perdita. Noi ti doneremo pace e nuova vita, a te, che cammini tra noi e sei felice. Eppur nessuno potrà mai spegner la luce maestosa che protegge la nostra costa dalle invasioni del maligno, ed è così luminosa da render la notte giorno, riflesso spento di una Selune che non cresce mai.

Non dubitar di noi e del nostro aiuto, angelici poteri si poseranno su di te e tu dovrai accettarli, o non banchetterai alla tavola del Santo, ma sarei cibo per i commensali.



Edited by L'Ombra di Myos - 24/12/2019, 15:16
 
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view post Posted on 24/12/2019, 12:35
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Kiaransalee tra tutti sei la più bella, nella tua dolce misericordia viviamo e respiriamo di te come aria fresca e priva di impurità. Ci sfiori con le tue candide mani, adornate da nove anelli d'oro. Li vorremmo baciare ma sappiamo che tu non lo permetteresti mai, poichè il gesto dimostra una sottomissione che tu non brami se pur ti sarebbe dovuta. Dolce, candida, ti limiti a consigliarci e noi ti ascoltiamo.

Arrivano doni d'oro e luce al tuo tempio, li prepariamo con amore e gratitudine per tutto quello che rappresenti e disegni, con colori d'ebano su tela avorio. Noi ti osserviamo e ci innamoriamo ogni notte di te, per poi dimenticarti al mattino come è giusto che sia. Ci innamoriamo delle tue figlie dalla voce soave, di cui tu sei madre e regina, guida e imperatrice, serva e padrona.

Inutile si rivela l'opposizione tutta, non vè odio ne vendetta in te e nei tuoi servitori, l'unica via giusta è seguirci e di conseguenza seguire te, che ti circondi delle menti più alte e care agli Dei, poichè nei tuoi comandi vè anche la compassione ed il perdono.

Tra la realtà e la fantasia i tuoi alleati si muovono, alcuni si fan beffa della tua bontà fingendosi tali, poichè tu ricordi e al contempo immagini possibili futuri per ognuno di loro, li dove essi, anche fossero il più tenace dei nemici un giorno si inchineranno a te per offrirti alleanza e fedeltà. Mai nessuno di loro, nella bontà del tuo cuore, verrà dimenticato.

Hai avuto molti amanti e li hai amati tutti in egual misura, poichè il tuo cuore è grande e vive di passioni. Hai avuto donne stanche, stufe dell'invidia e della crudeltà, avvicinatesi a te in cerca di ristoro e comprensione. Tu hai risposto loro con semplice abbraccio di vita e loro ora ne gioiscono.

La dove l'inverno volge a metà, nella notte più buia, preludio del sole più timido, noi tutti ti serviamo. Apriamo ogni casa, che vuota si erge sul nostro cammino, per renderla viva e festosa, per te, dolce signora, noi siam solo un mezzo affinchè il tuo amore e verbo venga diffuso. Ed i nostri ospiti non si daranno tregua fin quando non resti che gioia nei cuori di coloro che in verità di torti si cibano.

Yathrinshee al tuo servizio, belle e soavi, si accingono a preparare il regno nel quale i tuoi fedeli cammineranno e saranno salvi, lontani dal male che vuole distruggerli e corromperli. Edificano templi di pura energia planare, ove anche le mura sembran aver vita e volgerti amore.

Nessuna donna, come te, turberà mai i nostri cuori così nel profondo, ed in un'antica cripta li dove le stelle cadono, tu ti dichiarerai a me ed io giurerò di proteggerti. Chi avrebbe mai detto che ti avrei perduta per sempre, il primo fallimento, mia amata, è sempre preludio di sventura e crescita, che nessuno vuole poichè si nutre di innocenza.
 
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view post Posted on 24/12/2019, 15:17
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Solo i più attenti osservatori riescono a notare le minuscole meraviglie dell'infinito cosmo. Così come i più arditi esploratori si inoltrano tra le fitte pagine della storia passata, il futuro, incerto per chi non ne possiede il nome, si muove tra noi rubando, con occhi languidi, parti di vite per farle proprie e donare loro visioni inaspettate.

Verosimilmente impassibile, inamovibile, l'ombra della bestia diventa tutt'uno con quella dell'amata, in un'orrida danza di rovina e disperazione che trova pace solo nel momento in cui l'oscurità totale ne annichilisce l'esistenza.

Ancora muove i suoi passi tra noi, ma non sorride più. Un nuovo istinto in lui cresce e si fa largo tra le membra e la mente, tra la carne e le ossa. Lo vediamo ed ora lo comprendiamo, li vediamo entrambi mentre lei si allontana e si arrende, andando a morire in un'alba nuova. Non vè più nulla in lui che possa aiutarlo a resisterci, poichè solo chi ha è bersaglio delle nostre mire, perchè chi ha infine di nulla sarà possessore.

Notti insonni e sudate, come quelle passate, il mostro è tornato e non ha intenzione di andarsene, perchè infondo è protettore e guardiano di una prigione fatta di sangue e viscere che lo necessita e se ne avvale, come giovane infante con la madre. Risucchiando da lei linfa e vita, per farla sua, avido ed inconsapevole che continuerà a farlo per tutta la vita.

Incessante lamento è di lei ormai solita voce, non più che lacrime sprecate e versate in una stanza povera di tutto se non di gelido silenzio. Specchi voltati contro il muro per nasconder la vergogna, l'abbandono, la realtà che prepotente strappa il divertimento e la pace dalla finzione. Lei ti accoglieva tra le sue braccia calde e così faremo noi, se pur non potrai sentirci ne vederci, se pur non potrai volgere a noi le tue carezze. Prega per noi, invoca il nostro nome e chiedici ciò di cui hai bisogno. Indicaci ciò che non hai. Toccalo come fosse tuo per non rivederlo mai più. Perché noi ora ti riusciamo a vedere.

Ti vediamo nitido come non mai, ora che solo torni ad avanzare, con le mani ancor sporche di quel sangue nero ed etereo che vorresti fosse il suo ma sai, in cuor tuo, appartenere agli Dei piangenti e tristi. Sui cigolanti moli di legno e grasso saltelli, felice e gratificato, mentre cerchi di cogliere un frutto che risiede metri più in alto dell'estensione del tuo braccio.

Arrenditi al fato, ora sappiamo dove ti dirigi e verremo da te come siam già giunti da lei. Poichè lei al mondo aveva te ed ora non più e tu ora possiedi la gioia, ma quest'ultima non durerà, perchè gioia alcuna appartiene al mostro che è e farà. Questo è il tuo desiderio e noi, sotto un cielo che lacrima incessante, giuriamo di esaudirlo.



Edited by L'Ombra di Myos - 26/12/2019, 03:33
 
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view post Posted on 25/12/2019, 19:47
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Girato di schiena, si intravedeva la sagoma delle spalle ed il braccio, il tronco di quel maestoso albero copriva il resto. Un albero tanto verde e rigoglioso da esser metafora di vita stessa e generosità. Lui sedeva, in quel giardino che di terreno aveva ben poco, sospeso in un piano astratto sul confine tra l'umano ed il divino.

Accellerava, il battito del mostro, quando gli occhi di lui si posavano su di esso e nulla potevano lo spazio ed il tempo per assicurargli salvezza da quel gentile animo che di compassione ed armonia si faceva ambasciatore. Era li, messo a nudo dinanzi a lui, incapace di parlare, incapace di scappare. Non ci sarebbe stata alcuna fuga questa volta. Condannato ad ascoltare le melodie del fato, il mostro, li restava, inamovibile come il candore che trapelava dal cuore di lui. La bestia era, stavolta, costretta all'ascolto.

Ricordi fanciulleschi venivano riportati alla memoria dalle parole di lui e quel che un istante prima si vestiva di infamia ora era adornato di luce e nella luce esisteva. Una semplice offerta bastò a redimer ogni peccato che il mostro avesse mai dovuto commettere, ogni vincolo sciolto e dimenticato, non v'era altro che passione e speranza, ora, e passione e speranza sarebbe stato per sempre. Ma il candore del viso di lui era troppo puro per esser visto dagli occhi del mostro che mai avrebbe osato alzare, e così sentiva parole provenire da volto ignoto, ma le parole bastavano, le parole bastano sempre.

Ordini e comandi non erano necessari, poichè il verbo che pronunciava era retto e giusto. Colui che di speranza riempie il proprio cuore non può che speranza dispensare, e così fece, così fece ed in eterno farà. Ed il mostro mutava la sua pelle, che di squame era composta, fino a divenir seta liscia e profumata, morbida, delicata, fragile. Una trasformazione esistita solo negli occhi di lui, che sapeva vedere oltre e per questo incaricato, dagli alti astri, a selezionar color che, del perdono, degni non erano ma sarebbero stati.

Signore lucente che di gloria ti vesti, signore dell'alba che non temi nulla, senza guardarmi tu mi osservi e percepisci in me quel che ieri tu fosti. Sceglimi tra tanti poichè un mostro altro non vuole che una strada di luce, adornata da ombre antiche e malevole al fine non sentirsi più solo.

 
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view post Posted on 25/12/2019, 20:51
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Crogiolatevi nella beatitudine, voi tutti che la notte sfidate senza timor alcuno. Pavidi figli di un destino sfuggito al controllo del padre che tutto vede e nulla sa.

Annichilite ogni malsana idea di sottomissione dovuta, li, nell'astrale mondo ove i deboli dormono, a voi il risveglio verrà garantito e vi sarà dovuto.

Non dubitate della forza intrinseca presente in ognuno di voi, poichè di linfa della misteriosa dama siete pregni e della stessa vi nutrite.

Traditori del tutto, coloro che si oppongono a logica soluzione per soddisfar pensieri e capricci di ignobili padroni eterei ed egoisti aventi udito selettivo e silenziosi come tombe vuote.

Iconizzate uomini e santi come fossero la stessa cosa, poichè la differenza in loro risiede solo nel nome che concedono al proprio padrone.

Conoscenza e mistero siano per voi frutto di passione e scintilla di vita, nulla e nessuno violi i vostri pensieri o li devi dal cammino, poichè essi non appartengono ad altri se non al tramonto.

Onorate ciò che di puro esiste, li, dove non vè verità altra se non che tutto è finzione e siate onorati da coloro che, ingannati, di altro non si nutrono se non di marcio pasto.



Divine creature chineranno il capo per coloro che al tramonto doneranno l'essenza. Momento di abbandono e contrasto, ove nessuno regna e passato e futuro si contengono le sorti di un presente disperso.

Eccelse menti domineranno coloro che di sacro verbo son talmente ricolmi da non riuscir a recepire più ragione.

Legami tra fratelli e sorelle son permessi al fin di generar prole di degno intelletto, generar creatura da estraneo indegno è peccato contro l'umanita tutta e merita castigo.



Traducete a vostro vantaggio per coloro che non sanno, poichè chi non sa non è meritevole di sapere. Colui che da solo trova il sentiero della conoscienza è l'unico meritevole di gloria immensa.

Rozza pietra diverrà gemma pura se l'arcano che la domina verrà volto al tramonto ed a lui soltanto. Innalzate strutture prive di colore alcuno poichè colui che tutto saprà, quando ascenderà, inonderà di gloria ciò che non è segnato ne devoto a nulla.

Armate i vostri fratelli affinchè annientino la fede in coloro che solo di essa si fan scudo, dimostrando quanto imperfetto e debole sia il disegno dei presunti Dei.

Morte e malattia mai sfioreranno, se non per un fugace bacio, i più meritevoli e devoti, non ad un Dio ma a se stessi, poichè non vè Dio più grande dell'Io che imprigionate tra le vostre carni.

Ordine perennemente in rivolta e caotica quiete saranno per voi quotidiana battaglia, affinche il giusto resti giusto ed il mostro resti mostro.

Non vè fede in coloro che si rivolgono agli Dei come se parlassero a dei bambini. Non vè fede ma speranza. Speranza che tutto ciò finisca per non ricominciare mai più. Essi saranno beati nell'ascensione.

Tessete le vostre trame fiduciosi dell'immortalità del corpo. Non temete il tempo ne le distanze, poichè in voi è racchiuso il multiverso tutto.

Ora andate e diffondete il Cantico. Con i vostri Fratelli, infine, banchetterete alle tavole imbandite che furono destinate agli Dei.

 
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