Faerûn's Legends

La Storia dei Lord Folli

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view post Posted on 17/3/2020, 21:27
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Assassino di Briganti

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Chiesa ed esercito di Bane
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Ho conosciuto un vecchio
ricco, ma avaro: avaro a un punto tale
che guarda i soldi nello specchio
per veder raddoppiato il capitale.

Allora dice: - Quelli li do via
perché ci faccio la beneficenza;
ma questi me li tengo per prudenza... -
E li ripone nella scrivania.




Atto 0 - La Splendente

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La città si ergeva, dinanzi al giovane arcanista, in tutto il suo splendore. Per anni aveva sognato di poterla raggiungere, di poter varcare i suoi cancelli.
L'ordine era mantenuto con rigore e fermezza, il polso saldo e l'autorità delle guardie non lasciavano spazio al dubbio per chi entrava, e le ronde non terrorizzavano ma, al contrario, infondevano un senso di piacevole sicurezza.

Si era trasferito li da poco, ed aveva avuto modo di conoscere diverse persone, tra cui il suo Maestro, un Innato, un Necromante.
Era stato spinto da lui ad unirsi all'Ordine Vigile dei Maghi Protettori ed aveva preso con una certa serietà quel suo, se pur banale, impegno.

Studiava come mai aveva studiato prima, passando intere giornate nelle sale di studio e nelle biblioteche, concentrato sulla via che andava seguita, con semplicità e devozione.

Un giorno quasi riuscì a prender parte ad una lezione, dal lato della cattedra, ma il tempo passò in fretta e nulla poi si fece.

I libri consunti lo spronavano ormai a viaggiare, seppur ogni meta sembrava repellerlo e le mura, tutte intorno, lo obbligavano a restare.
Non v'era altro che solitudine e incomprensione, notti in lacrime e depressione, mentre gli altri, intorno a lui, sembravano accontentarsi di cose banali e piccole vittorie.

Doveva andare e così fece, come tanti, di certo non fu il primo, a lasciar la Splendente per un bosco.



Atto 1 - Il Viaggio

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Le strade erano complesse, se pur aveva già mosso i suoi affetti questa volta era diverso.
Il suo Maestro lo seguiva, e subdolo avanzava imprese, imprese da non ripeter ne da fare, ma il giovane arcanista non poteva far altro che ascoltare le parole di colui
che avrebbe dovuto insegnargli tutto.

La noia prevale, il potere ci divora, così dice chi avanza dell'una ed è carente dell'altro, ma in ogni caso, la noia, ci rende pericolosi.

E loro si annoiavano, e per ovviare a questa condizione decisero di trasformare lo studioso in mostro, dandogli colpe che non meritava, mentendo e ingannando,
come solo un povero d'animo sa fare.

Ingigantivano azioni come fossero i crimini più efferati, senza preoccuparsi però di portar alla forca poveri briganti e uomini affamati.
E così tramavano, subdoli serpenti, in quello che sfocerà nel delirio di un Mago avido e malvagio.

Un mago che per mesi fu avvisato dei pericoli che volevano minacciarlo, o che fingevano di farlo, e che mai ascoltò.



Atto 2 - L'Inganno del Mago

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Era ormai lontano da mesi, aveva trovato la sua casa altrove, lontano.
Lontano nei modi, nei pensieri, oltre che nello spazio, il mago, lentamente, riusciva a sentirsi accettato.

Non vi era giudizio nella città tirannica, se non quello di un Dio che di certo non aveva voglia di parlare con lui.
Non vi era giudizio, se non il proprio.

Tornava nella città Splendente che lo aveva bonariamente messo da parte, di tanto in tanto, a fare le sue 20 ore di ronda obbligatoria,
ogni tanto passava all'Ordine Vigile e poi tornava a casa, senza alcuna malizia ne secondo fine.

Anche perché era uno come tanti altri, in una città che si vanta di essere il più grande porto extraplanare del multiverso, cosa poteva mai avere
di così tanto interessante un mago umano.

Ma a quanto pare si sbagliava, era decisamente importante.
A nessuno stava bene nulla.
Tutti questi combattenti per la libertà ostentavano una tirannia che neppure a Zhentil Keep aveva trovato.

"Tu! Non puoi stare con lui! Sei una druida! Visto come veste?!" - dicevano.
"Tu! Via da qui! Sei sospettoso! Cosa è quel ciondolo!" - urlavano.

Mentre poi si andavano a riparare sotto la sua tunica, come bambini spauriti, quando i mali antichi li minacciavano.

Piccoli bastardi senza futuro, malvage creature, avidi di attenzioni, si muovevano come falene attorno ad una lanterna,
cercando di toccare una luce che mai avrebbero potuto cogliere ne comprendere.

Alla fine uno lo denunciò di tentato omicidio e da li tutto ebbe inizio.

Un uomo misero che ormai è cibo per vermi, la cui parola pesava tanto quanto un granello di polvere in una tempesta, accese la miccia che poi, ci condannò tutti.

Dopo mesi di assenza il Mago convocò l'uomo e con l'inganno più infame lo portò nel deserto di Calimport.

"Qui ho ucciso molti uomini e sono sepolti sotto queste dune" - disse
"Se non lavorerai per me farai la stessa fine" - continuò

E nonostante i duri colpi arcani inflitti all'arcanista, il mago dell'est non accettò compromessi.
L'Ancora Dimensionale e le Debilitazioni lo costringevano al suo cospetto, e non poteva far altro che parlare e prender tempo.
Il potere del Mago era troppo più elevato del suo e fu con questa amara consapevolezza che decise di non accettare nessun'altra sconfitta, non sul piano morale.

"Dimentichiamoci di questa follia, ciò che hai fatto è assurdo. Ne io ne te ce ne andremo quest'oggi, noi ritorneremo." - disse il giovane mago, debole e provato.
"Se non faremo finta che tutto ciò non sia mai accaduto, scateneremo una guerra che ne io ne te vogliamo sostenere" - continuò
"Una guerra che ci distrarrà dai nostri scopi accademici in cambio di morte, morte e nient'altro" - Terminò il giovane.

"No" - Rispose il Mago

E mentre lui recitava le parole definitive, il giovano riuscì ad attivare gli oggetti magici per fuggire.
Tornando a casa sua, tornando a Zhentil Keep, tornando in una terra sana, lasciandosi alle spalle la follia di un uomo e le dolci dune di Calimport.



Atto 3 - Le Conseguenze

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Autumn, Roghar, Alice, Aranel, Bragh, Kent.

Eravamo in marcia verso Sullaspryn, ed attendevamo gli altri uomini.
La tensione era alta e per molti giorni il Necromante aveva meditato su come si sarebbe ripercossa quella situazione.

Quando una carovana scarico un gruppò di uomini e donne che, una volta scesi, si guardavano intorno spaesati, mormorando tra loro alla vista delle nere mura della fortezza.

Si identificarono, il Necromante ne conosceva più di uno, e riuscì a confermare le loro identità.
Waterduviani, della gilda dei Grifoni, tra loro Lei, la Druida, la sua Ancora, la sua fonte di umanità.

Ci fu una grave incomprensione, il gruppo si affiancava a folli e sciocchi di ogni tipo, uomini raccattati chissà dove in quella città tanto piena quanto arida.
La sentenza fu pronunciata e nulla, oltre quel momento, sarebbe stato possibile se non la guerra.

Uno dopo l'altro cadevano tutti, mentre il loro presunto capo si dava alla fuga, lasciando i suoi uomini cadere, morire, venir disintegrati o peggio.

Quella notte vincemmo,
ma io persi molto più di una persona cara,
quella notte persi parte della mia umanità.

Ma loro,
assaggiarono la paura.

Da li a poco, si sarebbero verificati eventi sempre più crudeli, che l'infido burattinaio programmava per le sue marionette, mandandole oltre le mura splendenti,
come pecore in mezzo ai lupi.






[continua]



Edited by L'Ombra di Myos - 17/3/2020, 22:29
 
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