Faerûn's Legends

Lettere dall'inferno

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view post Posted on 21/5/2020, 13:18
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Lord of the Sfig

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Una volta sentiì dire ad un saggio che tutti gli uomini camminano sulla terra, ma i loro occhi sono tesi verso il cielo. Probabilmente non aveva mai messo piede in questa città.

Trovo la missiva al solito posto, ce ne sono sempre di nuove. Cambiano solo i nomi riportati. Questa volta è un ex soldato, riuscito miracolosamente a scampare al suo destino. Bisogna rimediare a questo errore, e farlo nel modo più brutale possibile. Un fuggitivo morto può essere un utile monito per gli altri.

Terrore, una parola come un altra da queste parti. Alla fine ci si abitua a tutto, anche a questo compito. Penso di non aver mai tenuto conto dei miei lavori, avrei dovuto forse?.

Sello il cavallo e controllo meticolosamente l'equipaggiamento, ho una traccia. Il padre addetto alle confessione ha fatto un buon lavoro con i suoi ex compagni. Dovrebbero averlo sentito tutti nel quartiere comune.

Ha dei giorni di vantaggio su di me, ma io so dove è diretto e conosco dei sentieri ignoti ai più. Recupero il terreno perso e lo attendo. Conduce con se una bambina di pochi anni. Forse un rigurgito di una ormai morta coscienza, lo ha spinto a mostrare finalmente un pò di amore paterno. Lo seguo a distanza di sicurezza e lo vedo svoltare in un vicolo, seminascosto quasi fra due enormi edifici marcescenti. Riconosco quell'edifico e so a cosa serve. Muore sul nascere la fiammella di speranza per quella giovane vita. E' un covo di schiavisti. Alla fine il fuggitivo ha mostrato il vero volto del suo cinico opportunismo. Il sangue è una catena fin troppo facile da spezzare, specie se hai ad attenderti persone come me.
Entro non vista e gli sono alle spalle. I compratori non sono ancora arrivati. La bambina gioca a terra con un fiocco, non conosce il suo destino. E' una fortuna. Un ratto annusa l'aria poco distante, incuriosito da me. L'uomo si distrae per scacciare la creatura, ma non sa quanto sia inutile. Una vita passata insieme a loro, ancora non ha capito come conviverci. La lama tronca di netto la testa, ma riesco ad afferrarla prima che cada a terra.
La bimba si volta e mi vede, i nostri sguardi si incrociano. Pochi istanti e deciderà da sola il suo destino.
China il capo e riprende a giocare, l'orrore ormai è dentro di se.
Riprendo il lavoro con calma, ho tutto il tempo del mondo adesso. Prendo una lettera di congedo e la posiziono sul petto del cadavere. Dovrebbe essere chiaro il messaggio.
Getto un ultimo sguardo alla piccola. Potrei lasciarla li al suo destino, anche se è una innocente. Mi prendo del tempo per decidere, in lontananza dei passi si avvicinano.
Alla fine è anche lei una figlia della città, la città che io servo. Gli faccio un cenno di seguirmi, non ha paura.
La isso a cavallo e salgo lesta anche io, il lavoro è stato svolto, il messaggio dato.
Dalla bisacca estraggo della carne, la bambina la mangia avidamente, forse per la prima volta.
Brucio le miglia che ci separano dalla città, il viaggio passa in un silenzio rotto solo dallo scalpitio degli zoccoli.
Al tempio non fanno domande, anche se qualcuno degli accoliti mostra un palese stupore.
Chiedo di un sacerdote in particolare, mi indicano dove trovarlo.
Entro nella stanza e ci guarda. Non batte ciglio, dice solo una frase.
<e quindi il destino si ripete>
Inutile aspettare il resto di un dialogo che non ci sarà. Sto per uscire, la bambina mi guarda e mi sussurra una parola.
Me ne vado senza dire nulla.
Torno ad essere una ombra nella notte. Torno ad essere un sussurro di morte.
Di quel grazie non saprei cosa farmene.
 
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view post Posted on 26/5/2020, 17:42
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Il culto del falso dio andava eradicato, in ogni dove e con ogni mezzo. Sentiva spesso ripetere questo discorso, nella chiesa del padre. A vari livelli tutti i sacerdoti si stavano muovendo per portare avanti questa "santa missione". Molti di essi erano poco più che gusci vuoti, utili per stantii giochi di potere. Alcuni giovani però, sembravano essere più promettenti. Fra di loro, uno si era messo in particolare risalto. La chiesa sembrava aver riversato su di lui delle grandi aspettative. Speranze che non andavano in nessun modo disilluse.
Per questo motivo, quando all'uomo fu dato il compito di epurare quel luogo, a lei fu ordinato di seguirlo e difenderlo.
Fu in quella occasione, che ebbe modo per la prima volta di conoscere l'adepto letale Arandir. Quello fu il grado nel primo loro incontro.
Un uomo curioso, astuto il tanto da sapere di avere bisogno di aiuto, ed orgoglioso da fare in modo che fossero gli altri ad offrirgli il loro. Un atteggiamento che sicuramente gli avrebbe permesso di fare strada all'interno della chiesa, e chissà dove ancora.

Accompagnati da alcuni sacrificabili dell'esercito, si recarono in quelle lontane lande. La donna ebbe modo di studiare il prete, ed il suo modo di porsi. Sembrava avere il carisma del capo, ma l'irruenza dei modi tendevano a rendere difficile un suo inquadramento.
La mappa riportava le indicazioni per un piccolo villaggio, sorto al limitare della foresta. Stando alle informazioni, non era insolito trovarne in quell'area. Una foresta pregna di legname, di certo era la dimora di molti taglialegna, ma pochi di essi costruivano dei rifugi anche sotto terra.
Chi vuol celare qualcosa a questo modo, è degno di sospetto. Bastarono delle chiacchiere facilitate da del vino a basso costo, e la voce iniziò a girare. Girò tanto invero, da giungere alle orecchie giuste. Orecchie benedette dal credere al vero ed unico dio.
Prima di cominciare l'esplorazione del luogo, rilesse le sue personali consegne, celandole subito dopo.
Studiò il terreno, e studiò gli edifici. Localizzò i primi individui, ed eliminò la sentinella prima che potesse avvistarli, una volta riunitasi con il resto della compagnia, tutti seguirono gli ordini del sacerdote.
Differenti gruppi fecero irruzione nelle varie dimore, e passarono tutti i presenti a fil di spada. In una di queste costruzioni, un manto nero rinvenne una botola nascosta sotto una botte semivuota.
Scese prima lei, ma poi qualcuno degli altri volle seguirla, causando un trambusto non necessario. Da quello che pensavano essere un "semplice" sotterraneo, emersero dei non morti. Evocati sicuramente da qualcuno, ed anche molti altri fanatici.
Il simbolo che avevano al collo, diede loro la certezza di essere al posto giusto nel momento giusto.
Fu una mattanza, e probabilmente questi eretici ebbero il tempo, prima di spirare, solo di pentirsi di aver rinnegato Bane.
Il breve santuario era difeso infine da un solo sacerdote, ma in minoranza come era, poté solo maledirci tutti morendo.
Bruciarono i tetti degli edifici, e se ne andarono solo quando questi furono avvolti dalle fiamme. In altri contesti, dei chierici di Kossuth probabilmente sarebbero stati soddisfatti dalla qualità dell'operato.
Il sapere di aver svolto magistralmente l'incarico, permise al gruppo di affrontare il viaggio di ritorno in maniera più sollevata.
Quando finalmente tornarono in città, si accomiatarono. Il padre nel salutarla si augurò di rivederla nuovamente.
<sono sicuro figliuola che avremo modo di vederci nuovamente molto presto>. La donna chinò il capo per rispetto, poi si permise di aggiungere una cosa, a conferma del discorso di Arandir.
<sicuramente padre. Da questo momento consideratemi pure la vostra guardia del corpo>. Nel dire questo si uni' alle ombre di una città ancora avvolta dalla notte.
Lungo la strada che la separava dalla sua dimora ebbe modo di rileggere il dispaccio un ultima volta, prima di distruggerlo
"Qualora il sacerdote non dovesse tornare, riportaci il corpo. Qualora tornasse, considerati assegnata all'incarico della sua personale sicurezza".
Sia fatta la tua volontà padre Bane.
Come sempre.
 
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view post Posted on 4/6/2020, 10:14
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<permettete di offrirvi un the? nella mia dimora. Cosi avremo modo di fare due chiacchiere>.

La gentilezza disinteressata è un lusso che pochi in questo angolo di mondo potevano permettersi. L'invito aveva sicuramente dei secondi fini, eppure non c'era possibilità di declinare. Si recò dunque nel luogo convenuto. L'uomo come sempre mostrava il suo lato educato ed ospitale, trasformandosi in un perfetto padrone di casa. La condusse presso il proprio ufficio e verso direttamente il the nella tazza che le porse.
<so che non bevete alcolici> disse mentre le porgeva una tazza di pregiato the. Sulle prime fu tentata di fissare la sua attenzione sul vistoso anello alla mano destra dell'uomo. Quella grossa pietra centrale poteva essere usata per contenere poche cose. Tutte altamente mortali, ma infondo sarebbe stato sciocco. Considerando la sua posizione, e quella della persona davanti a lei, se avesse voluto la sua morte non si sarebbe neanche degnato di sporcarsi le mani. Restava da capire il perchè lei fosse qui, e soprattutto per fare cosa.
L'etichetta venne rispettata ed alcune chiacchiere di circostanza su eventi locali minori vennero fatte, quasi meccanicamente da i due. Del resto molte cose richiedono le buone maniere, anche pianificare dei crimini efferati, quando essi sono funzionali ad un disegno superiore.
La tipologia di richiesta non la sorprese, il bersaglio gli era ignoto, e questo poteva essere un problema. Il suo lavoro richiedeva una motivazione e delle precise istruzioni. Delle istruzioni che potevano provenire da un solo luogo.
L'uomo lo sapeva bene, ed infatti fece in modo di far cadere nella conversazione, quasi per caso, un fatto.
Il bersaglio pianificava l'omicidio dell'adepto letale, per sostituirlo poi con una figura marionetta controllato da lui e da i suoi "complici".
Fosse stata un altro individuo a riportare questa notizia, avrebbe sicuramente dubitato. Eppure, considerato chi aveva davanti, sapeva quanta importanza desse alle parole.
Egli scelse il teatro per quella recita, pianificò il tutto fino al più piccolo insignificante dettaglio.
Fece giungere la vittima nel luogo designato, la fece parlare a lungo. Promise aiuti che non avrebbe mai dato, lo fece aprire.
Quando si mostra una apertura ci si espone sempre ad un attacco. Quel giorno non fu diverso.
Il bersaglio infervorato dalla propria retorica, spiegò il piano nel dettaglio. Uccidere padre Arandir, ed altri suoi pari per sostituirli con altri uomini sotto il proprio controllo, non sapendo di essersi scavato la tomba da solo.
Chiese aiuto per pianificare il suo glorioso piano. Ricevette un solo colpo di ascia ad aprirgli la schiena.
In tutto questo chi aveva dato il là a tutto, restava impassibile e faceva sorrisi di circostanza, come quando le versava il the.
Bane non voglia di averlo mai come nemico, sarebbe altamente pericoloso. Mortalmente pericoloso.
Non so se mai il sacerdote saprà quanto è stato fatto per lui, poco importa. Il suo compito era proteggerlo, e lo avrebbe fatto sempre. Sempre, o fino a che non fosse stata assegnata ad altro.
Niente dura in eterno.
 
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view post Posted on 11/6/2020, 11:30
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Skullport

Aveva scambiato un inferno noto per uno sconosciuto, ma la scelta fu dettata da un principio di necessità. Gli ultimi eventi la videro passare da risorsa ad animale braccato. Il tutto cominciò con una non comune ispezione dei sacrificabili.
Conosceva tutti quegli uomini, aveva combattuto con loro ed in alcune occasioni li aveva anche difesi. La loro vita gli era totalmente indifferente, cosi come il loro fato .Trovarseli però sotto casa, non poteva avere dei risvolti positivi.
Il comandante di quel piccolo manipolo mise il tutto come una formalità, una semplice ispezione di routine. Nulla di cui preoccuparsi, eppure in quella città che gli esterni chiamano "La nera", chissà poi perché, tutto aveva dei sottesi. Il non detto era anche più importante, e la presenza di quegli uomini lì poteva indicare poche cose. Nessuna di esse piacevoli.
Gettò loro la chiave per farli entrare, e fu invitata cortesemente ad assistere, allo scempio in divenire.
Il piano era evidentemente studiato nei dettagli. Il loro comandante, tale Rukano parlava con lei. Lo scopo era chiaro, tenerla sotto controllo. Di questi miserabili era sicuramente, in teoria, la persona più indicata per contenere una eventuale risposta armata da parte sua.
Uno dei suoi sottoposti si mise subito all'opera, iniziando a buttare tutto all'aria. Ovviamente lei aveva già dei piani di fuga pronti, ed in pochi istanti sarebbe potuta allontanarsi in tutta sicurezza. Doveva però prima capire il messaggio da parte di chi giungeva.
Assisteva meccanicamente alla distruzione dei suoi pochi averi materiali da parte degli uomini. Il suo compito era più importante, e richiedeva celerità e scaltrezza.
Escluse subito la chiesa, loro non avevano nessun motivo di dubitare di lei, ed avrebbero agito diversamente qualora avessero voluto dirle qualcosa.
Il cerchio si restringeva a pochi altri, e di questi pochi, lei era correlata solo ad un gruppo.
La situazione era dunque più grave di quanto sembrasse.
Fu solo quando l'uomo, il monaco Loviatarita, prese a calci con manifesta gioia il suo tavolo, che la statuetta di Manshoon caduta rovinosamente a terra, le diede le risposte.
Subito dopo quel gesto, il "comandante" si apprestò ad ordinare di non toccare in nessun modo i quadri iconici dell'eletto di Bane.
La statuetta del vecchio comandante della rete nera a terra, e l'ordine di non toccare i quadri.
Lo scenario peggiore.
Il messaggio arrivatole era nefasto. Probabilmente aveva aiutato e supportato la fazione errata, e "loro" lo sapevano. Sicuramente ancora non avevano deciso del suo fato, ma l'ingresso la statuetta, la devastazione, erano tutti correlati fra loro da un unico filo.
Doveva sparire, e farlo subito quando ancora poteva. Prima di scoprire eventuali altri "messaggi".
Soffocò la rabbia che sentiva dentro di se. Probabilmente avrebbe potuto uccidere tutti i presenti, e dare cosi loro la sua di risposta. Tuttavia non era sicura di riuscire, e poi cominciare una guerriglia con "loro" era inutile.
Sapeva come un abile mago sarebbe riuscito a rintracciarla con un minimo sforzo. No, la soluzione non poteva essere questa.
Doveva recarsi altrove, e farlo il prima possibile. Le stavano dando del tempo, e doveva sfruttarlo.
Conosceva un luogo, un solo luogo, ove anche per "loro" sarebbe stato difficile inviare un commando omicida, senza incorrere in gravissimi rischi. Avrebbero dovuto valutare l'accuratezza delle prossime mosse. Cosi come aveva iniziato a fare anche lei.
Il luogo non poteva che essere uno. A pensarci era quasi ironico. Un posto cosi lontano ma cosi vicino ai loro nemici. Un posto governato da spietate forze.
Quando lo scempiò fini, lei si affrettò a consegnare tutti i suoi averi alla banca. La casa, sarebbe stata occupata da altri derelitti. Quello era il suo destino. Si mise subito in viaggio, portandosi dietro solo i propri averi.
Insieme ad una feroce determinazione, ed alla certezza che, chiunque avrebbero mandato, sapesse di non trovarsi più davanti un sottomesso aiutante, ma una bestia ferita. Una bestia capace di fare una cosa sola. Uccidere.
Ora toccava a loro valutare i pro ed i contro. Chi non ha nulla da perdere, non teme la morte.
Quando richiamò a se i poteri di Bane per muoversi più agevolmente, riuscì senza difficoltà. Interpretò il tutto come un segno di benevolenza da parte del tiranno.
Toccò quel suono straniero con la consapevolezza di aver detto loro ove si trovasse.
Esattamente come pianificato.
Bisognava capire solo chi avrebbero mandato li. Perché sicuramente qualcuno lo avrebbe fatto,
Lei doveva solo aspettarli.
 
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3 replies since 21/5/2020, 13:18   113 views
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