Faerûn's Legends

Lettere dall'inferno

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Arkiell
view post Posted on 11/6/2020, 11:30 by: Arkiell
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Lord of the Sfig

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Skullport

Aveva scambiato un inferno noto per uno sconosciuto, ma la scelta fu dettata da un principio di necessità. Gli ultimi eventi la videro passare da risorsa ad animale braccato. Il tutto cominciò con una non comune ispezione dei sacrificabili.
Conosceva tutti quegli uomini, aveva combattuto con loro ed in alcune occasioni li aveva anche difesi. La loro vita gli era totalmente indifferente, cosi come il loro fato .Trovarseli però sotto casa, non poteva avere dei risvolti positivi.
Il comandante di quel piccolo manipolo mise il tutto come una formalità, una semplice ispezione di routine. Nulla di cui preoccuparsi, eppure in quella città che gli esterni chiamano "La nera", chissà poi perché, tutto aveva dei sottesi. Il non detto era anche più importante, e la presenza di quegli uomini lì poteva indicare poche cose. Nessuna di esse piacevoli.
Gettò loro la chiave per farli entrare, e fu invitata cortesemente ad assistere, allo scempio in divenire.
Il piano era evidentemente studiato nei dettagli. Il loro comandante, tale Rukano parlava con lei. Lo scopo era chiaro, tenerla sotto controllo. Di questi miserabili era sicuramente, in teoria, la persona più indicata per contenere una eventuale risposta armata da parte sua.
Uno dei suoi sottoposti si mise subito all'opera, iniziando a buttare tutto all'aria. Ovviamente lei aveva già dei piani di fuga pronti, ed in pochi istanti sarebbe potuta allontanarsi in tutta sicurezza. Doveva però prima capire il messaggio da parte di chi giungeva.
Assisteva meccanicamente alla distruzione dei suoi pochi averi materiali da parte degli uomini. Il suo compito era più importante, e richiedeva celerità e scaltrezza.
Escluse subito la chiesa, loro non avevano nessun motivo di dubitare di lei, ed avrebbero agito diversamente qualora avessero voluto dirle qualcosa.
Il cerchio si restringeva a pochi altri, e di questi pochi, lei era correlata solo ad un gruppo.
La situazione era dunque più grave di quanto sembrasse.
Fu solo quando l'uomo, il monaco Loviatarita, prese a calci con manifesta gioia il suo tavolo, che la statuetta di Manshoon caduta rovinosamente a terra, le diede le risposte.
Subito dopo quel gesto, il "comandante" si apprestò ad ordinare di non toccare in nessun modo i quadri iconici dell'eletto di Bane.
La statuetta del vecchio comandante della rete nera a terra, e l'ordine di non toccare i quadri.
Lo scenario peggiore.
Il messaggio arrivatole era nefasto. Probabilmente aveva aiutato e supportato la fazione errata, e "loro" lo sapevano. Sicuramente ancora non avevano deciso del suo fato, ma l'ingresso la statuetta, la devastazione, erano tutti correlati fra loro da un unico filo.
Doveva sparire, e farlo subito quando ancora poteva. Prima di scoprire eventuali altri "messaggi".
Soffocò la rabbia che sentiva dentro di se. Probabilmente avrebbe potuto uccidere tutti i presenti, e dare cosi loro la sua di risposta. Tuttavia non era sicura di riuscire, e poi cominciare una guerriglia con "loro" era inutile.
Sapeva come un abile mago sarebbe riuscito a rintracciarla con un minimo sforzo. No, la soluzione non poteva essere questa.
Doveva recarsi altrove, e farlo il prima possibile. Le stavano dando del tempo, e doveva sfruttarlo.
Conosceva un luogo, un solo luogo, ove anche per "loro" sarebbe stato difficile inviare un commando omicida, senza incorrere in gravissimi rischi. Avrebbero dovuto valutare l'accuratezza delle prossime mosse. Cosi come aveva iniziato a fare anche lei.
Il luogo non poteva che essere uno. A pensarci era quasi ironico. Un posto cosi lontano ma cosi vicino ai loro nemici. Un posto governato da spietate forze.
Quando lo scempiò fini, lei si affrettò a consegnare tutti i suoi averi alla banca. La casa, sarebbe stata occupata da altri derelitti. Quello era il suo destino. Si mise subito in viaggio, portandosi dietro solo i propri averi.
Insieme ad una feroce determinazione, ed alla certezza che, chiunque avrebbero mandato, sapesse di non trovarsi più davanti un sottomesso aiutante, ma una bestia ferita. Una bestia capace di fare una cosa sola. Uccidere.
Ora toccava a loro valutare i pro ed i contro. Chi non ha nulla da perdere, non teme la morte.
Quando richiamò a se i poteri di Bane per muoversi più agevolmente, riuscì senza difficoltà. Interpretò il tutto come un segno di benevolenza da parte del tiranno.
Toccò quel suono straniero con la consapevolezza di aver detto loro ove si trovasse.
Esattamente come pianificato.
Bisognava capire solo chi avrebbero mandato li. Perché sicuramente qualcuno lo avrebbe fatto,
Lei doveva solo aspettarli.
 
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3 replies since 21/5/2020, 13:18   113 views
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