Faerûn's Legends

La presenza nella Torre.

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I.D
view post Posted on 8/7/2020, 18:29 by: I.D
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Cacciatore di Gibberling

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La torre era il suo posto sicuro.
Il loro posto sicuro.
O almeno avrebbe dovuto esserlo.
Fin da quando era arrivata al Gate aveva scoperto che il pericolo si nascondeva ovunque. Nei deserti infidi, nelle antiche fortezze abitate da vampiri e mummie, nei boschi fitti dove i coboldi facevano da padroni. Una semplice gita in nave si trasformava nella caccia ai Kraken. Anche semplicemente varcare le mura del Gate poteva rivelarsi pericoloso, quando qualche creatura si spingeva troppo oltre. Recentemente poi una misteriosa orda di non morti stava terrorizzando i cittadini di diverse città, lei stessa vi si era imbattuta mentre si recava alla Splendente.
La Torre quindi era il suo luogo sicuro, nemmeno al Circolo si era mai sentita così protetta, quel sotterraneo le metteva i brividi ogni tanto. Ma la Torre no, quante notti aveva passato da sola a filare, scrivere o ricopiare tomi in attesa che il mago tornasse.
Quante volte si erano ritrovati a parlare da soli o con ospiti nel loro terrazzo, la cui vista sulla costa lasciava senza fiato.
Quella sera non era poi così diversa dalle altre, erano da poco tornati da una missione molto pericolosa.
Qualche giorno prima Maestro Elhol aveva deciso di mostrargli cosa succede ai traditori. Un suo apprendista, che si sentiva poco stimolato dal Circolo e dal maestro, aveva rubato dei tomi dalla Biblioteca del Circolo. Le sue strane idee sull’unire creature di questo mondo con quelle di altri piani di esistenza avevano fatto sì che si alleasse con un Lich ma non solo. Tra le sue fila vi erano anche Gelugon e Hamatula, mostri senzienti e temibili. La missione si era conclusa con successo e il Maestro aveva terminato la vita dell’apprendista e solo temporaneamente quella del Lich.
I due arcanisti, ancora provati dalla stanchezza di quei giorni di viaggio, si trovavano dunque nella loro camera da letto. Parlavano di tutto e di niente mentre fuori il temporale faceva da perfetta colonna sonora per i loro discorsi. Discorsi interrotti bruscamente dal cadere e rompersi dello specchio. Mentre Jakilar scattava immediatamente verso esso, Lyra balzava giù dal letto. Forse il chiodo ha ceduto, pensó la ragazza. Ma non ebbe nemmeno il tempo di finire il discorso che un brivido freddo le pervase tutto il corpo, partendo dalla schiena. Come se qualcosa l’avesse spinta si avvicinò al mago, aggrappandosi alla sua veste mentre si guardava intorno col cuore che batteva a mille.
“Che sta succedendo?” chiese con la voce spezzata.
“Non lo so, andiamo a vedere” rispose il mago mantenendo il suo solito sangue freddo.
I due scesero lentamente le scale che portavano al piano di sotto, mentre la temperatura continuava a scendere facendo gelare il sangue.
“Ho paura” la mezz’elfa si guardava intorno spaventata cercando risposte nel mago che cercava tramite formule e protezioni di individuare la fonte del male. Lentamente una nebbia nera iniziò a salire dal pavimento della casa.
“Andiamo via di qui, subito.” Disse l’uomo serio, trascinando giù la ragazza. Senza farselo ripetere due volte questa mise subito il mantello e si precipitò fuori dalla porta mentre la nebbia continuava a salire. Ma se lei era ormai fuori, il mago era rimasto dentro. Non voleva rimanere sola, non voleva lasciarlo solo, non dopo che…
Non ebbe nemmeno il tempo di formulare un pensiero che sentì una voce spettrale e lontana dire “Ferma, non lui… Non qui”.
Con l’ultimo briciolo di coraggio rimasto entrò nuovamente dentro la Torre, giusto in tempo per vedere la nebbia ritirarsi velocemente com’era arrivata. La temperatura tornare normale.
Stava ancora guardando il pavimento esterrefatta quando sentì qualcosa afferrarle la mano. Sobbalzando la guardò, era stato l’uomo.
“Andiamo via da qui”.
Pronunciò le solite parole che gli aveva sentito ripetere molte volte e i due scomparvero per spuntare un attimo dopo nella sede del Circolo Arcano.
Con le gambe ancora tremanti si sedette nella sedia. Jakilar nel mentre continuava a camminare nervosamente da una parte all’altra della stanza.
“Cosa credi che sia stato?” chiese con voce tremante la ragazza.
“Non ne ho idea, credo che…”
Ma non ebbe modo di finire la frase che le tende che coprivano il letto si mossero. Ancora una volta sobbalzó, calmandosi solo quando riconobbe il volto di Garreth Grain uno dei membri del Circolo. Nella fretta non si erano accorti stesse riposando lì. La conversazione fu breve e piacevole, anche se sicuramente il giovane mago aveva notato che qualcosa non tornava nei due ma nessuno ebbe il coraggio di parlare.
Quella sera decisero di dormire in locanda. Una volta distesisi a letto, la ragazza scoppiò in un pianto liberatorio, mentre l’uomo la stringeva tra le sue braccia. “Andrà tutto bene, te lo prometto”.
Non ci volle molto perché Lyra si addormentasse mentre lui rimaneva, pensoso, a fissare il soffitto.

....
“Io ho pensato tanto a quello che è successo” disse Lyra mentre lei e Jakilar erano seduti nel tavolo da pranzo nella Torre.
Erano passati diversi giorni dall’accaduto, dopo una riluttanza iniziale i due erano tornati nella torre, nessuno dei due aveva più di tanto approfondito l’argomento. Ancora scossi e incerti su quello che era successo. Poche parole in merito, dopo averci riflettuto a lungo erano arrivati alla conclusione che si trattasse del Lich che avevano sconfitto da poco, il filatterio non era stato distrutto e quindi sarebbe potuto tornare in vita da un momento all’altro.
“Anche io, sono andato a parlare con Elhol di quanto accaduto. Gli ho esposto la nostra teoria che si trattasse del Lich, lui ha detto di aver ancora conservato il coltello insanguinato e di poter eseguire un rituale di scrutamento per capire se sia lui e dove si trovi.”
La ragazza ascoltava attentamente, trovando in queste parole un leggero conforto, ma le idee le vorticavano nel cervello. Aveva passato i giorni a studiare tutte le creature maligne che avevano incontrato fin quando qualcosa non le aveva stuzzicato la mente.
Aspettò che l’uomo avesse finito per esporre poi la sua ipotesi.
“Sono convinta però che il Lich non agisse da solo. Prima di partire Elhol ci aveva chiesto di studiare le creature che avremmo affrontato per essere pronti a reagire ai loro attacchi. Così ho fatto sia prima che ora. Ai tempi non ci avevo fatto molto caso ma una cosa mi aveva colpito. Così in questi giorni sono tornata sui tomi in cui avevo preso informazioni.”
L’innata fece una pausa per prendere un sorso di the e assicurarsi che l’uomo la stesse seguendo. Una volta accertatasi di ciò riprese il discorso.
“Quando hai cercato di capire quale fosse la fonte dell’accaduto hai detto di non aver rilevato alcuna magia, ho pensato quindi che dovesse trattarsi di una capacità più di qualcosa inerente alla trama. Così mi sono ricordata che i Gelugon avessero l’abilità di generare un gran freddo e un’aura di terrore. Non diceva nulla della nebbia ma magari ha unito le sue capacità con quelle del Lich”.
Jakilar la guardava annuendo.
“Sono anche convinta che non cercassero noi ma Elhol, volevano vendicarsi su di lui. Ecco ora ho finito. “ concluse sfoggiando uno dei suoi dolci sorrisi.
Anche l’uomo sorrise.
“Ci ho pensato anche io che l’attacco fosse rivolto a lui. Elhol avrebbe dovuto pensare che il Lich una volta tornato in vita avrebbe potuto cercare vendetta. Sicuramente la soluzione migliore è quella di cercarlo, trovarlo e distruggere il filatterio per liberarci di lui una volta per tutte. “
La ragazza annuì seria.
“Riusciremo a tornare a vivere sereni alla Torre, non preoccuparti” concluse l’uomo sorridendo.
“Mi interessa molto di più continuare a vivere e che lo faccia anche tu.” Concluse la donna.

.....
La giornata trascorse tranquilla, quasi come se nulla fosse successo. Lyra, che si accingeva a partire per Suzail, si dedicò agli ultimi preparativi prima del viaggio, mentre Jakilar era impegnato nei suoi studi. A fine giornata si ritrovarono poi nel loro terrazzo intenti a scambiarsi confidenze. Il tempo non era dei migliori, nubi nere oscuravano il cielo e i tuoni rimbombavano minacciosi, mentre i lampi ricadevano sul mare illuminandolo. Per quanto ormai al Gate piovesse da giorni, quella sera sembrava che il mondo stesse per finire. Lo spettacolo comunque era talmente suggestivo che rendeva la chiacchierata ancor più piacevole. Il cane tuttavia non sembrava molto propenso alla cosa, continuando a ululare.
“Adesso ulula pure” disse l’uomo ridendo
“Oh sì è colpa della luna, anche lui è un Selunita come me” rispose la ragazza
“Sono circondato allora” disse lui
“Oh suvvia anche a te… “
Non ebbe modo di finire la frase, perché il rumore di vetro infranto li fece sobbalzare.
I due scattarono in piedi.
“Hai sentito? “ disse Lyra
“Si, ma poteva benissimo venire da fuori, adesso non facciamoci suggestionare”.
“Giusto… “.
Scesero lentamente le scale pe andare a controllare, sperando in cuor loro che il rumore venisse da fuori.
Arrivati al piano terra ad aspettarli sul pavimento c’erano i cocci di un bicchiere rotto. Il cuore nel petto della donna iniziò a battere all’impazzata, mentre cercava in tutti i modi di mantenere la calma. Il mago si avvicinò al vetro per terra per capire cosa ne fosse la causa.
Intanto qualcosa grattava il pavimento di legno, i due cercarono in ogni piano della casa per capire da dove venisse il rumore. Per un momento Lyra sperò fosse stato il cane, ma quello non si era mosso dal terrazzo. Tornarono infine al piano di sotto dove notarono le assi di legno rovinate.
“Chi sei? “ chiese la ragazza cercando di mantenere il sangue freddo
Nessuna risposta.
“Cosa vuoi da noi? “.
Qualche secondo dopo una voce lugubre rispose “No, basta… non voglio farlo. Basta”.
“Forse possiamo aiutarti” disse il mago a un qualcosa di inesistente
“Dicci chi sei e cosa possiamo fare” incalzò la strega.
Nessuna risposta, soltanto quella tetra nenia che continuava incessante.
Per cercare di scoprire da dove venisse quella voce chi fosse lì con loro il mago lanciò un incantesimo che provocò una forte folata di vento, ma l’unico risultato fu quello di far ribaltare la sedia. Questo fece adirare la presenza tanto che nel mezzo della stanza si manifestò un vortice nero. Che si diresse sulla mezz’elfa per poi scomparire senza fare nulla.
Stavolta ad adirarsi fu la strega, mentre la voce continuava a dire “Basta.. “
“BASTA LO DICO IO. “ urlò la donna.
“DICCI CHI SEI E COSA VUOI? QUESTA È CASA MIA E TU NON DEVI STARE QUI”. Continuò ad urlare.
Il vortice nero ricomparse scagliandosi contro la strega che prontamente riuscì a eliminarlo. Ma ormai il danno era fatto…
“Come stai? “ chiese il mago avvicinandosi
“meglio di lui…. “ le parole le morirono in gola. Il suo corpo fu percorso da brividi mentre un forte terrore le pervadeva la mente togliendole la lucidità.
Lyra si accasció sul pavimento, tremante, le lacrime sgorgavano senza sosta, le gambe rannicchiate contro il petto, il cuore che batteva forte. Inconsolabile.
“Lyra, Lyra. Tirati su Lyra… “ disse l’uomo avvicinandosi alla ragazza
“Via… via “ erano le uniche parole che riusciva a ripetere mentre tutto intorno a lei vorticava confuso e la paura aveva preso il sopravvento.
In men che non si dica si trovarono nuovamente al Circolo, inutilmente Jakilar cercava di calmare la ragazza, completamente in preda alla disperazione, senza riuscire a parlare o capire. Provò con acqua, cibo, fin quando non ebbe il sospetto che si trovasse sotto una maledizione. Lesse quindi una pergamena per spezzare l’incanto ma senza successo. Preoccupato, ma cercando di non perdere la calma, prese la ragazza sotto braccio e delicatamente la condusse dal guaritore.
“Vi prego, aiutateci, credo sia vittima di una maledizione ”
Il guaritore osservò con attenzione la donna che non riusciva a smettere di piangere e sobbalzare.
“È sicuramente una maledizione oscura lanciata da un non morto” disse dopo aver soppesato bene la situazione, poi lanciò un incantesimo di guarigione che ridiede il senno alla ragazza. Immediatamente le lacrime cessarono e la ragazza si calmó. Si guardò intorno cercando di capire dove si trovasse mentre Jakilar continuava a parlare col guaritore sulla possibile causa della maledizione. Era sicuramente opera di un non morto. La testa tornò al Lich.
Dopo aver lasciato una donazione i due uscirono dal tempio.
Jakilar guardò Lyra per un secondo preoccupato, poi la strinse a sé senza dire nulla.
“Voglio andare a Waterdeep, non mi sento più al sicuro qui. “ disse la strega sottovoce
Il mago annuì
“Andremo a Waterdeep, staremo qualche giorno lì, poi ci trasferiremo al Circolo, la torre non è più un luogo sicuro. “
Lyra lo guardó triste.
“Non possiamo più tenere questa cosa per noi, è diventata troppo grande. “
“Scriverò domani stesso al pugno fiammante, gli chiederò di riceverci per fare rapporto sull’accaduto. “ disse serio.
Poi la guardò.
“Adesso andiamo, devi riposare. “
Si diressero di nuovo al circolo e un battito di ciglia dopo si ritrovarono vicino l’ingresso delle splendente. Una volta giunti in locanda e affittato una stanza, la ragazza si mise subito a letto, ancora scossa dagli eventi. Mentre l’uomo rimase seduto al piccolo scrittoio che c’era in camera.
“TU riposa, io rimango qui” disse con un sorriso per tentare di tranquillizzarla.
Senza farselo ripetere la ragazza face un mezzo sorriso e si addormentò.
Nel mentre il mago tirò fiori una pergamena pronto a scrivere al Pugno Fiammante per risolvere definitivamente questa situazione.


Lyra

Edited by Lyra Tellus - 9/7/2020, 11:25
 
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