Faerûn's Legends

La presenza nella Torre.

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I.D
view post Posted on 17/9/2020, 11:59 by: I.D
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Cacciatore di Gibberling

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***Epilogo***



Lyra sedeva sul suo letto.
Il suo letto nella Torre.
Nuovo, pulito.
Erano passate settimane da quando, finalmente, avevano messo un punto a questa storia, ma solo adesso metabolizzava il tutto.

Guardando le pareti di quella casa rimessa a nuovo dall'amico Rathar, con grande attenzione. Lo stesso Rathar che settimane prima aveva contribuito a liberare la Torre.

Lyra scese giù, i piedi nudi calpestavano le assi di legno nuove che impregnavano la casa di un odore nuovo, piacevole, diverso da quello di cenere e bruciato, misto a morte e disperazione che aveva aleggiato tra quelle mura per tanti mesi.

Più guardava il piano dove si era svolta la scena, più tutto le tornava alla mente.

***due settimane prima*

Le informazioni erano state raccolte, la storia la conoscevano, gli oggetti li avevano. Che cosa mancava allora? Il tempo? Bella scusa.
La strega iniziava a spazientirsi, troppo a lungo era stata lontano dalla sua casa.
Molti le avevano offerto una mano per aiutare a liberare il luogo, amici, conoscenti... Ma le indagini erano in mano al Pugno e doveva fidarsi di loro. Quella sera primaverile, una sera come tante, entrò allo Scrigno, praticamente una terza casa, visto il tempo che passava lì. Seduto al tavolo intento a sistemare alcune cose che aveva trovato c'era Rathar. Dopo essersi salutati, avevano iniziato a parlare della Torre. Essendo stato a lungo via per alcuni affari, il piccolo amico non sapeva se la situazione fosse cambiata in sua assenza.

"Vorrei solo che Killian entrasse da quella porta dicendomi che il rituale è pronto"



Aveva detto la strega poggiando poi la testa sul tavolo tirando un sospiro rassegnato.
Nel momento stesso in cui aveva finito di pronunciare quella parole le porte dello Scrigno si erano aperte. Immediatamente aveva alzato la testa e voltato lo sguardo verso la porta, quasi stupita che potesse essere chi stava cercando.
In tutta la sua possente stazza, col mantello rosso che svolazzava, vide Davor, amico e recluta del Pugno.
Abbozzò un sorriso, contenta di vederlo ma delusa che non fosse qualcun altro.
Il mezzorco salutò i due sedendosi al tavolo con loro.

"Di che parlavate?"

chiese

"Lyra mi raccontava della Torre e di come ancora non sia andati avanti col rituale"


raccontò Rathar

"Io ho il giocattolo del bambino, aspettiamo solo K..."


non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che la porta dello Scrigno si spalancò di nuovo, stavolta con grande stupore di tutti entrò Killian.
Dietro di lui a passo svelto lo seguiva Yoren, l'altra recluta del Pugno Fiammante, che li aveva aiutati la prima volta.

"Buonasera Signori, volevo informarvi che il rituale è pronto, Yoren mi assisterà."


Disse solenne il Soldato e Sacerdote.

"Lyra, hai mai pensato di essere una veggente"


Rathar guarò l'amica tra lo stupito e il divertito.

A raggiungerli per ultimo fu Jakilar, il mago sapeva bene dove trovarla, certo non si aspettava di vedere insieme a lei tutta quella gente, nonostante lo Scrigno fosse spesso affollato la sera. Accanto a lui avvolto nella sua lunga veste nera vi era un uomo che Lyra riconobbe immediatamente. Si trattava del mago Myos Blackrose. La prima volta che egli aveva offerto il suo aiuto, Lyra non era rimasta contenta della cosa, rifiutando l'offerta. Non era facile per la strega fidarsi e forse le voci su di lui avevano affrettato il suo giudizio.
L'aveva rincontrato successivamente a mente più lucida, mettendo da parte le voci e i pregiudizi, sia lei che Jakilar si erano mostrati bendisposti. Anzi la sua esperienza in materia non poteva fare altro che rendere la situazione più facile in caso le cose si fossero messe male.


"Ascoltate"


disse la ragazza, dopo che tutti si erano accomodati e stavano discutendo su come procedere

"Ho un'idea, forse non è molto saggia ma mi sembra la scelta migliore"


aspettò che tutti concentrassero la loro attenzione su di lei e proseguì

"L'ultima volta le cose sono precipitate anche per il modo in cui siamo rivolti alla creatura, mettendole paura e minacciandolo. Ora che conosciamo meglio la storia, ritengo che sia più opportuno, procedere con cautela."


fece una pausa assicurandosi che tutti la stessero ascoltando

"Penso quindi che dovremmo essere io e Jakilar i primi a entrare e cercare, con parole calme, di far manifestare l'allip, senza aggredirlo, cosicché una volta manifestatosi Killian potrà intervenire col rituale e voi eliminarlo."



Ci fu un attimo di silenzio, poi le voci si accavallarono, nessuno di loro era d'accordo con la sua idea. Sostenevano a turno che fosse troppo rischioso, che lei e Jakilar sarebbero dovuti entrare per ultimi. Che bla bla.
Qualcosa dentro di lei si accese, facendola infuriare.


"Fate come credete."

Disse stizzita incamminandosi verso la Torre. Sapeva perfettamente che la sua idea era pericolosa eppure le era sembrata la cosa più sensata. Era lei la proprietaria di casa dopotutto, sentiva che era la cosa giusta. Le loro voci, le loro facce le facevano ribollire il sangue. Non pensava più al pericolo a cui andava incontro e forse era la cosa migliore. A metà strada verso la Torre guardò il cielo, Selune era lì che la proteggeva, lo sapeva. La sentiva. Così sussurrando si rivolse alla Dea, nella lingua madre, chiedendole la benedizione e la fine di quell'incubo.
Arrivati all'edificio lo guardò, annerito, spoglio, triste, con i resti di quei mobili che tanto aveva amato e che con cura aveva scelto. La rabbia passò lasciando spazio nuovamente alla tristezza. Non era solo un edificio.
Aspettò che arrivassero tutti e poi aprì la porta, non le importava più in che ordine entrassero, voleva concludere la faccenda.
Una volta dentro lasciò che Killian e Yoren preparassero il rituale. Si posizionò in un angolo della stanza vicino alla porta, osservando tutto e tutti. Cercava di mantenere il cuore calmo, di non mostrare paura, le braccia conserte come uno scudo, come se potessero difenderla. Il volto stoico mentre dentro la paura tentava di arrivarle al cervello.
Guardava tutti.
Jakilar poco distante da lei, avrebbe voluto afferrargli la mano, ma non voleva sembrare debole.
Rathar davanti a loro con la mano sull'elsa della spada pronta a estrarla, il volto serio, nonostante la sua statura sembrava un gigante.
Davor appoggiato al muro, anche lui guardingo.
Killian e Yoren che disponevano gli oggetti.
Myos poco distante da lei che osservava tutto, sembrava che i suoi occhi si muovessero veloci cercando di captare ogni minimo movimento, ogni minimo rumore. Attento, preciso.

Nonostante tutto ancora non riusciva a credere che ci fossero, la fine dei giochi. Era sicura che qualcosa sarebbe andato storto.
<smettila di essere coì negativa Lyra>, pensò tra se e se
Il rituale iniziò.

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Killian predispose tutti gli oggetti nel pavimento, iniziò a recitare la formula, mentre il resto della stanza taceva. L'unica cosa udibile era il battito accelerato dei cuori, chi per eccitazione chi per paura.

Dopo quelli che sembrarono minuti interminabili, finalmente iniziò a recitare il rituale
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L'aria divenne fredda, Killian continuava solenne a pronunciare la formula che avrebbe dovuto far manifestare lo spirito. Gli occhi di tutti correvano per ogni angolo della stanza, incuriositi, spaventati, avidi.
Ci volle un po' ma alla fine l'allip prese forma, si scagliò contro un punto preciso, si stavano preparando a colpirlo ma qualcosa andò storto e lui sparì.
Si guardarono intorno, confusi, ci erano riusciti? Non poteva essere stato così semplice. Davvero era sparito?
Ma furono tutti pensieri veloci, qualche secondo dopo la stanza divenne nuovamente gelida.
Lyra rimaneva nel suo angolo, le braccia conserte, sperando di essere al sicuro, pregando che non la toccasse come l'ultima volta. Quando a un certo punto si sentì gli occhi di Myos addosso.
Ma non puntavano lei, non stavano guardando lei, guardavano qualcosa che solo lui riusciva a vedere, qualcosa che si contrapponeva tra i due.

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La strega iniziò a sudare freddo, aveva provato a mantenere la calma a dimostrarsi forte, ma sentiva il panico crescere sempre di più. La sua paura irrazionale stava per prendere il sopravvento. Guardava fisso davanti a sè, vedeva Myos concentrato verso la creatura invisibile, cercando di farla manifestare, cercando di salvarle la vita. Guardò Jakilar, lo vide teso, voleva allungare la mano e prendere la sua, ma era come se non riuscisse a muovere nessun muscolo del corpo.
Atti interminabili.
E poi successe, fu talmente veloce che nemmeno si rese conto di come. Ma la creatura si manifestò e in men che non si dica tutti gli erano addosso, Rathar, Davor, Yoren, Killian, Jakilar, Myos. Così quella creatura così come era comparsa, sparì nel nulla, per sempre.
Annientata.
Quella parola risuonava nella testa della ragazza. Annientata.
Non ebbero modo di festeggiare, perchè qualcos altro attirò la loro attenzione.
Un asse del pavimento era sollevata, non era mai stata sollevata, certo l'incendio aveva bruciato tutto, ma era strano.
La ragazza si avvicinò al punto spostando i resti del vaso che vi erano posizionati sopra. Decisero poi di rompere le assi.

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Quello che spuntò fuori sorprese tutti, un passaggio segreto. Vivevano in quella casa da mesi e non avevano mai sospettato ci fosse un passaggio segreto.
Scesero, incuriositi mantenendo una certa cautela.
Sotto vi era una grotta, una bellissima grotta con un ruscello che scorreva sotterraneo. Rimasero meravigliati.
Davanti un altare di pietra sul quale erano posizionati strani oggetti: un libro vecchio e logoro, un'ascia, quello che sembrava un grimorio di pelle verse e un amuleto. Guardarono gli oggetti confusi, ma ciò che li sorprese di più fu la figura che si presentava a loro, a pelo dell'acqua vi era un fantasma.


"Chi sei?"



Chiede Myos

Il fantasma non rispose, continuava a fissarli, sempre che un fantasma possa fissare.

"Chi sei?"


Incalzò Jakilar

Stavolta il fantasma rispose

"Sono Gary Hawken, sono il suo fantasma e quegli oggetti che vedete sul tavolo, sono gli oggetti che hanno portato immensa sfortuna e disgrazia alla mia famiglia. Sono oggetti maledetti, se li toccate verrete colpiti anche voi. Non potete prenderli, non posso..."



"Non preoccuparti, gli oggetti sono al sicuro, non li toccherà nessuno, tuo figlio è libero, puoi andare ora"


Disse Jakilar calmo


"Cosa vuoi? Cosa ti porta qui? Cosa fanno gli oggetti?"


Myos si avvicinò alla figura, mantenendo il contatto visivo, mentre tutti si preparavano a sguainare le spade, lui cercava di capire la figura, di studiarla.

L'esito non fu quello desiderato, la creatura si precipitò su Jakilar, attaccandolo, proprio come sopra tutti si avventarono su di lui. Annientandolo.

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Rimasero in quella grotta, guardinghi, aspettandosi da un momento all'altro che qualcos altro spuntasse dal nulla. Poi Myos annunciò che non c'era più alcuna presenza in quella casa, che qualunque cosa avesse infestato quella casa era andato via per sempre. Con cura esaminarono gli oggetti, ma la stanchezza e la spossatezza era molta. Decisero di prenderli senza toccarli, per poterli esaminare in un'altra sede. Salirono nuovamente le scale della grotta, rispuntando nella Torre. Nonostante fosse ancora incenerita e sporca, l'aria che si respirava era un'aria diversa. Un'aria felice e Lyra, dopo molto tempo, lasciò cadere via tutta la tristezza tutto il dolore e sorrise. Sorrideva sempre, ma quello era un sorriso che coinvolgeva tutti i muscoli del suo corpo. Un sorriso che le rendeva la mente leggera.
Li guardava intenti a discutere degli oggetti ma non le importava. Era grata a tutti loro, li avrebbe abbracciati tutti. Era grata ai membri del Pugno per il loro lavoro, era grata a Rathar per averli aiutati nonostante il pericolo, era grata a Myos per averla salvata dalla pazzia ed era grata a Jakilar per esserle accanto sempre, voleva correre e baciarlo davanti a tutti. Ma preferiva aspettare.
Così si guardo intorno, guarò quell'edificio, guardò casa.
Sorrise.

Edited by I.D - 17/9/2020, 13:27
 
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