Faerûn's Legends

Lyra.

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view post Posted on 18/10/2020, 10:39
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Cacciatore di Gibberling

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Aveva passato tutta la notte seduta sul cornicione del suo terrazzo avvolta nel suo mantello grigio più caldo rispetto a quello che usava di solito.
Aveva passato la notte a guardare Selune e le sua lacrime, a vederla riflessa nel mare calmo.
Una notte lunga, un silenzio assordante che la circondava.
Aveva riflettuto a lungo in quella notte lunga e silenziosa, aveva lasciato campo libero ai suoi pensieri.
Lo faceva spesso, tratteneva tutto e poi sceglieva una notte, solitamente quando Selune era alta e splendente in cielo, per lasciarsi andare.
Per ammettere a se stessa le cose che si nascondeva, che reprimeva, che lasciava accumulare dentro.
E così aveva fatto. Aveva analizzato tutto quello che era successo nell'ultimo anno, dal suo arrivo al Gate a quel momento. Normalissimo, banalissimo momento.
E così l'aveva capito, l'aveva accettato con estrema serenità, quasi come se fosse stato lì da tanto tempo.
Lyra Tellus era morta.
Metaforicamente morta.
Almeno lo era la Lyra che era arrivata al Gate molto tempo prima. Lo era la Lyra timida che correva tra le strade di una città che stava imparando a conoscere. La Lyra dal mutismo selettivo, come lo definiva Jakilar.
La Lyra che aveva paura. La Lyra ferma, statica.

Lyra Tellus era morta...

Troppe cose erano cambiate, troppi eventi avevano scosso la bolla in cui aveva vissuto per ventiquattro anni.
Le avventure che aveva vissuto, tutte le volte che si era trovata vicinissima a sfiorare la morte. E poi la Torre e le persone che aveva conosciuto, come avessero cambiato tutto in lei, il suo modo di vedere e di pensare. Il suo rigore. Che forse in realtà non aveva mai avuto ma voleva credere fosse così.
La sua gentilezza. Il suo sorriso. Tutto era cresciuto, mutato.
Lo sentiva dentro di sè, lo percepiva nella sua magia, più aggressiva.
C'erano tante cose che non erano più e molte altre che stavano diventando...
C'era una nuova consapevolezza.
Una nuova visione.
Una nuova Lyra.

Si alzò lentamente stando attenta a non cadere, ormai la luce del del giorno illuminava tutta la città. Presto i cittadini del Gate si sarebbero svegliati e sarebbe stato davvero inopportuno se i vicini l'avessero vista in quella situazione. Con la camicia da notte, avvolta in quel mantello, con gli occhi stanchi e lucidi e il sorriso sul volto.
Scese le scale per andare di sotto, nella loro camera da letto. Tolse il mantello e si accoccolò nelle coperte calde.
Andava a dormire mentre il mondo si svegliava.

Edited by I.D - 10/11/2020, 11:05
 
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view post Posted on 17/2/2021, 10:16
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Cacciatore di Gibberling

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Era tornata a casa solo da qualche giorno, le era mancata molto la Torre.
Si era presa del tempo per sistemare tutto dopo il lungo viaggio, erano stati via due mesi e mezzo. Era tanto tempo.
Ora si trovava davanti allo specchio della sua camera.
Si vedeva, era radiosa, ma sempre con quel velo malinconico sugli occhi
Raccolse i capelli e si voltò dando le spalle allo specchio, girò di poco la testa verso destra per potersi vedere bene da dietro. La camicia da notte aperta sulla schiena permetteva di avere una visuale decente.
Era lì, ancora leggermente arrossato ma perfetto, esattamente come lo voleva.
Guardò il tatuaggio, avrebbe voluto accarezzarlo ma non poteva.
Lo guardò felice.
Non aveva fatto così male dopotutto, aveva ragione Becket.
Farlo a Suzail era stata la scelta giusta, quello, lo sapeva, era il suo posto nel mondo. Dove tornare quando voleva ricominciare.
Quando il Gate la inghiottiva troppo.
La sua rinascita costante.
Ed era questo che voleva mostrare la sua rinascita.
La luna, come la dea che aveva sentito troppo distante qualche mese prima.
La luna, come la sua vita, fatta di fasi continue di rinascita.
Il nulla. Quando tutto sembrava perduto e nemmeno lei sapeva chi fosse.
Un quarto. Quando pian piano si ritrovava.
Metà. Crescendo e guarendo, sentendosi sempre più viva.
Tre quarti. La sensazione costante di non essere mai al massimo, di cercare sempre qualche cosa di intangibile.
Piena, splendente, l'apice. Il massimo splendore. Lo era mai stata? Lo sarebbe mai stata?
Tre quarti.
Metà.
Un quarto.
Il nulla.
Il ciclo della vita di tutti.
Gli ultimi mesi l'avevano masticata a lungo e lentamente. Facendola diventare il nulla. Poi... Aveva raccolto i cocci. Si era rialzata. Si stava rialzando.
Lyra, la sua immensa tristezza. La sua ingenuità, il suo candore. Lyra... La sua morale.
Lo specchio con tre figure, le tre lei.
Come il tatuaggio, una continua trasformazione e rinascita.
L'aveva fatto per ricordare a sé stessa che era normale.
Aveva guardato tutto il tempo Becket, studiandolo, capendolo, sentendosi grata. Grata della libertà che le dava, grata di come si sentisse con lui...
Il viaggio le aveva mostrato cosa quella persona avesse fatto in poco tempo. Non era Becket che la completava, l'aveva pure capito.
Non la completava nessuno se non sé stessa. Ma con Becket era felice e tanto le bastava.
Becket era il sole e lei la luna. Erano due facce della stessa medaglia, in costante eclissi. In costante rinascita. Lui ogni giorno, come il sole che aveva tatuato nel ventre. Lo vedeva vivere la giornata come le fasi che a lungo gli aveva accarezzato.
Lei più lenta... Più calma, non bruciava veloce...
Forse questa volta sarebbe stato diverso.



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