Faerûn's Legends

Lyra.

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I.D
view post Posted on 17/2/2021, 10:16 by: I.D
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Cacciatore di Gibberling

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Era tornata a casa solo da qualche giorno, le era mancata molto la Torre.
Si era presa del tempo per sistemare tutto dopo il lungo viaggio, erano stati via due mesi e mezzo. Era tanto tempo.
Ora si trovava davanti allo specchio della sua camera.
Si vedeva, era radiosa, ma sempre con quel velo malinconico sugli occhi
Raccolse i capelli e si voltò dando le spalle allo specchio, girò di poco la testa verso destra per potersi vedere bene da dietro. La camicia da notte aperta sulla schiena permetteva di avere una visuale decente.
Era lì, ancora leggermente arrossato ma perfetto, esattamente come lo voleva.
Guardò il tatuaggio, avrebbe voluto accarezzarlo ma non poteva.
Lo guardò felice.
Non aveva fatto così male dopotutto, aveva ragione Becket.
Farlo a Suzail era stata la scelta giusta, quello, lo sapeva, era il suo posto nel mondo. Dove tornare quando voleva ricominciare.
Quando il Gate la inghiottiva troppo.
La sua rinascita costante.
Ed era questo che voleva mostrare la sua rinascita.
La luna, come la dea che aveva sentito troppo distante qualche mese prima.
La luna, come la sua vita, fatta di fasi continue di rinascita.
Il nulla. Quando tutto sembrava perduto e nemmeno lei sapeva chi fosse.
Un quarto. Quando pian piano si ritrovava.
Metà. Crescendo e guarendo, sentendosi sempre più viva.
Tre quarti. La sensazione costante di non essere mai al massimo, di cercare sempre qualche cosa di intangibile.
Piena, splendente, l'apice. Il massimo splendore. Lo era mai stata? Lo sarebbe mai stata?
Tre quarti.
Metà.
Un quarto.
Il nulla.
Il ciclo della vita di tutti.
Gli ultimi mesi l'avevano masticata a lungo e lentamente. Facendola diventare il nulla. Poi... Aveva raccolto i cocci. Si era rialzata. Si stava rialzando.
Lyra, la sua immensa tristezza. La sua ingenuità, il suo candore. Lyra... La sua morale.
Lo specchio con tre figure, le tre lei.
Come il tatuaggio, una continua trasformazione e rinascita.
L'aveva fatto per ricordare a sé stessa che era normale.
Aveva guardato tutto il tempo Becket, studiandolo, capendolo, sentendosi grata. Grata della libertà che le dava, grata di come si sentisse con lui...
Il viaggio le aveva mostrato cosa quella persona avesse fatto in poco tempo. Non era Becket che la completava, l'aveva pure capito.
Non la completava nessuno se non sé stessa. Ma con Becket era felice e tanto le bastava.
Becket era il sole e lei la luna. Erano due facce della stessa medaglia, in costante eclissi. In costante rinascita. Lui ogni giorno, come il sole che aveva tatuato nel ventre. Lo vedeva vivere la giornata come le fasi che a lungo gli aveva accarezzato.
Lei più lenta... Più calma, non bruciava veloce...
Forse questa volta sarebbe stato diverso.



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