La guerriera trascorre il tempo in piazza, chiacchierando con chi passa, in attesa di vedere arrivare il sole sotto forma di un giovane elegante e ben distinto, la cui riservatezza è solo di poco inferiore al suo intelletto.
Ralas Milner, che ha sempre qualcosa da pensare, da trovare, da raddrizzare.
La guerriera lo segue così come il gatti seguono i cuscini. E lui è pensieroso: un mago ha a fatto qualcosa di cattivo in città e bisogna trovarlo. Non spiega per filo e per segno, perché ormai conosce lei ed ha capito che lo seguirebbe a prescindere.
Lei che parla al fiume, domandando se il complemento oggetto delle nostre azioni non sia pregiudicante al verbo.
Lei che rassicura il proprio cavallo di razza chiontar, spiegandogli che la nostalgia della Costa della Spada è uno stato di coscienza e non un macigno al collo.
Lei che ha le spalle troppo larghe per quel vestito che indossa, spalle su cui starebbe un villaggio.
Così partono, nelle terre delle Pianure Scintillanti; più o meno.
Risalgono il Fiume Umido e poi il lago del Braccio Lungo, fino ad una terra dove i cavalli hanno i canini, dove demoni e gnoll danzano attorno cadaveri putrescenti e gatti che non sono gatti e cani che non sono cani spuntano da ogni ombra che non è ombra.
Fino ad un palazzo, imponente e magnifico.
Ecco il luogo. E quanto succede dentro, lettori immagineranno: che solo alla terza pinta dura si avrebbe coraggio per riferirlo.
Il mago e la guerriera, la mente e la spada.
Alla porta nord di Suzail, le guardie vedono comparire decine di persone, umani, gnomi, una fata, malmessi in carni e vesti ma con gli occhi gonfi di lacrime e il sorriso incerto della speranza.
Davanti a loro il mago e la guerriera, stanchi e soddisfatti.
la guerriera ripete loro: andate e dite a tutti che il grande mago Milner ha sconfitto il diavolo e vi ha riportati a casa!
più tardi, in locanda, dopo aver salutato la bella guerriera, il mago ripensa: ora dovremo farci dire qualcosa da questi poveri, giacché il mago non lo abbiamo trovato...