Quella notte non dormì bene, stava ancora ripensando alle sue parole...
“Partirò, ma state tranquillo tornerò presto”
… la cosa non doveva importargli, alla fine non erano niente, erano solo note appuntante su carta e poi stracciata, una melodia scartata, una canzone mai cantata…eppure non riusciva a togliersela dalla testa… si girò nel letto, ripenso a quella sera, sentiva ancora la corrente pulsargli in tutto il corpo, in estasi, lei riusciva a portare le sue emozioni all’eccesso, stare con lei era come essere chiusi in una stanza senza pavimento, l’unica cosa era lasciarsi trasportare dalle emozioni, farle vivere, era questo che veramente amava in lei, in ogni suo sguardo, in ogni suo respiro, in ogni sua espressione, di tristezza, di noia, di piacere… lei gli trasmetteva emozioni forti. Cercò di scacciare quel pensiero, la notte passò insonne.
“Mi piacete così tanto che
vorrei tenervi sempre con
me. Vorrei dirvi ciò che
temo di più, ma lo farò, al
mio ritorno lo farò.
Lyra"
Era andata via.
Mise la lettera nella tasca posteriore dei pantaloni, uscì dalla locanda, spensierato, tanto lei aveva deciso di partire, era libera di fare ciò che voleva, quindi perché preoccuparsi, il mondo è piene di donne.
Amare… Soffrire…Baciare…Piangere…era tutto diverso, lei era diversa.
La sua pelle, il suo sapore, il suo profumo, era nettare, era come droga…e come ogni droga l’astinenza con il tempo si fa sentire.
Erano passati diversi giorni, lui girava annoiato, stanco... vagava per la città, senza pensarci si ritrovò davanti alla sua porta, ma lei non era la...forse quella sera invece che andare via, doveva tornare da lei, forse sarebbe rimasta; gli mancava la sua voce, quel suo sorriso malinconico, nel mentre ascoltava le sue storie, gli mancava il suo sguardo, rivolto sempre in luoghi lontani.
Oramai era passato altro tempo, lui seduto a terra a guardare quella porta, affogato nel vino, quella lontananza faceva bene al suo estro, lo spirito soffriva, ma lui scriveva, le lasciò una lettera sotto la porta…
“Tra un colpo di tosse e una strimpellata
ecco come passo la giornata,
tu ti sei allontanata.
Non pensavo di soffrire così
ed ogni giorno mi ritrovo qui,
a fissare quella nuvola che non c’è più,
nella speranza che un fulmine caschi giù.
Tu stai con me ma non sai il perché,
ma io so che ora sei quello che serve a me,
Non riesco a stare calmo ora, se vedo il tuo sguardo, mi fa tuo in un attimo,
ricordo ancora quella scossa, ha fermato il mio battito,
sono preso da un brivido,
nel mio letto, ti ammiro, come fossi un sogno vivido.”
Oramai due settimane erano passate, per quanto ancora riusciva ad attirare sguardi lungo le vie dalla città, la mancanza di emozioni, si faceva sentire, mancavano nuovi stimoli, nuovi spunti, solo flebili passatempo, nulla di entusiasmante, la sua musica ne stava risentendo…
Pensò di cercare Aeryn, dopo tutto doveva solo concentrarsi su qualcun’altra, anche lei era interessante, avevano parlato, le aveva cantato una canzone, forse lei poteva fargli da musa… ma anche lei, era sparita, pensò di andare a cercarla da Garreth
“Si! Così quel triste muso lungo ti brucia vivo, ottima idea Becket”
Si teneva occupato come poteva, scriveva anche oggi, pensò anche di partire e fuggire, meglio quello che restare in camera a farsi prendere a schiaffi dalle emozioni, scriveva ancora, Le scriveva ancora…
“Ho preparato la borsa, voglio fuggire da questa noia, che mi angoscia,
Ti prego ricordati di me e vienimi a prendere,
Vorrei tu fossi qui, sai…
non servono parole…
mi basta il tuo calore…
con la monotonia che non mi abbandona mai.
Io sto sveglio, il mondo fuori dorme…
scrivendo una melodia, che mi rende insonne…
permettendomi di superare la notte indenne…
aspettando quel tuo sorriso, più doloroso di un fendente”
Lasciò quell’ultima lettera sotto la sua porta, rassegnandosi, sapendo che fosse l’attesa l’unica sensazione da cui farsi trasportare in quelle monotone giornate vuote, dopo tutto l’abbandono lo aveva già assaggiato, e cercava un modo per addolcire quel suo sapore così forte e amaro che non gli lasciava via di scampo.
