Faerûn's Legends

Gosmathug

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view post Posted on 8/6/2021, 14:44
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Soundtrack



Ere terribili dimenticate dai popoli continuano a vivere nei ricordi dell’orrore…. Sulle rovine del Principe di Chelimber ora la storia cerca risposte.

La palude è tormentata da incubi, incubi fin troppo reali, la palude chiede aiuto, la palude implora di smettere…

Un gemito viene sussurrato dai salici... “Gosmathug”. Una… madre… una madre gelosa che piano piano attira a sé figli che non le appartengono.

Qualcuno ha udito l’eco delle suppliche e si sta già muovendo, altri continuano la propria vita ignari del ruolo che avranno in questa orribile storia...

kyle-van-wyk-mtg4



 
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view post Posted on 8/6/2021, 19:34
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L'uomo nudo con le mani in tasca.

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Inspira,tendi la corda.
Focalizza il bersaglio.
Scocca ed espira.
Il bersaglio viene colpito.

"Stupida idea, quella di seguire Harus nelle profondità delle rovine...ma in fondo il druido ci aveva aiutati nella nostra ricerca, era giusto accompagnarlo a capire cosa corrompesse quella zona.Ma..."

Il movimento fluido e rapido, dovuto ad anni di esperienza, porta la mano dell'elfo a un'altra freccia, e la freccia all'arco.
Un altro tiro.
Un altro centro.

"...ma altro discorso era il seguire le indicazioni di un figlio di Gruumsh.Un dannato orco.Come potevano fidarsi? Ma la mancanza di fiducia non implica che non possano credere alle sue parole.Harus vuole procedere:è in gamba,saggio e abile, sa prendersi cura di sè e di sicuro saprebbe prendersi cura del suo compagno druido.Quello che mi..."

Semplice,come da manuale.
Inspira,tendi la corda.
Focalizza il bersaglio.
Scocca ed espira.
Tre tiri,tre centri.

"...mi preoccupava era Camthil.Abile combattente, ma purtroppo per lui ha un cuore ardito e poco giudizio in queste continente a lui ancora poco conosciuto.Voleva seguire Harus,e io non abbandono un fratello.Ed eccoci di fronte alla causa di tutto...noi quattro e due servitori evocati da Harus.Dicono che non ci si possa nascondere da un..."

Quasi facile.
Basta mantenere la concentrazione e i movimenti a velocità costante.
Basta non lasciare che la mente venga pervasa dal panico.
Un altro centro.


"...da un occhio tiranno.Riescono a vedere ovunque attorno a loro.È riuscito a vedere i due elementali che avanzavano verso di lui.Li vedeva benissimo.Peccato che non vedesse me,giusto dietro alle due creature di terra.Almeno finchè non mi sono spostato per aver la miglior linea di tiro.E ora ne sta pagando le conseguenze..."

FAAMzUI

La freccia è pronta per essere scoccata.
Uno degli occhi si fissa sull'elfo,sembra stia per fare qualcosa (sempre se si possa capire l'intenzione di un occhio...).
La concentrazione scema,a essa inizia a subentrare il panico.


"NO!"

Questione di istanti,per l'eterno dilemma:la freccia sarà più veloce dell'occhio?
Questa volta sì.
E per il beholder è finita.Rimane una domanda: si può uccidere il figlio di qualcuno senza subire conseguenze?


"No...non è finita..."



Edited by Onirex - 8/6/2021, 21:36
 
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view post Posted on 15/7/2021, 15:22
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Camthil era seduto con la schiena poggiata su un enorme masso della palude. Osservava le linee della corteccia di un salice che vagamente assumevano i lineamenti di una porta. “Divertente proprio come la decisione di aprire solo un’ultima porta ci abbia trascinato fin qui.. fra fango e morte..” pensò facendosi sfuggire un sorriso beffardo.

Era partito insieme a Gil da Vecchia Quercia due giorni prima alla volta della palude di Chelimber per portare a termine un contratto con un misterioso alchimista. A loro si era aggregato il mezz’orco Alexander, protettore della natura proveniente dal Cormanthor, ma dal passato misterioso. Infine, dopo averlo praticamente supplicato, anche Harus, l'araldo delle foreste di Vecchia Quercia, si era deciso ad unirsi a loro. Camthil sospettava che i due fossero partiti spinti più dall'occasione di osservare lo squilibrio naturale e magico che permea la palude piuttosto che dalla volontà di aiutare i due elfi, ma non importava, sarebbe stato un viaggio divertente!

La missione li portò fino alle rovine di un castello e poi giù nelle segrete, fin sotto la palude. Tutto andò bene il contratto era soddisfatto, ma il gruppo era titubante… c’era una porta che non avevano aperto. «Dunque apriamo o torniamo?» disse Camthil curioso. «Il lavoro è concluso possiamo tornare» rispose Gil. «Per me va bene» confermò Alexander. Harus però era assorto nei suoi pensieri.

«Oltre quella porta potrebbe esserci il segreto dello squilibrio di questo luogo» disse dando voce alle sue preoccupazioni. “Aha! Superbo Harus anche io ero curioso di sapere cosa ci fosse dietro quella porta!” gioì Camthil mantenendo esteriormente un’espressione titubante. Sapeva che a Gileril la cosa non sarebbe piaciuta.

La determinazione del druido convinse il gruppo che avanzò tra creature infide, pericolose, porte segrete e stralci di storia passata fino a scendere ancora più in basso. I bellissimi arazzi, stranamente mantenuti, e le mura solide lasciarono spazio alla nuda terra ed una semplice leva rivelò delle scalinate accompagnate da uno scrosciare d’acqua.

Camthil provò una sensazione di disagio, le scale erano finemente lavorate, delicate, degne di un palazzo elfico. Era strano trovarle in un ambiente paragonabile alle stalle di un umile contadino. Camthil si sentiva confuso, ma non così confuso rispetto a quando si voltò e notò che i suoi compagni gli davano le spalle, in guardia, osservando la figura che li stava raggiungendo attraverso il cammino che poco prima avevano percorso. La figura di un orco.


 
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view post Posted on 22/7/2021, 09:18
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L’incontro con Zot, così l’orco disse di chiamarsi, durò pochi istanti, tanto che Camthil dapprima pensò alla burla di un qualche gnomo illusionista rimasto deluso dal passaggio degli avventurieri. Le parole di quella strana figura, tuttavia, rimasero impresse nella mente dei presenti come una sinistra premonizione.

«I salici hanno continuamente incubi, le creature soffrono. Un orrore antico contamina questo acquitrino...»

«Gosmathug, questo è il nome dell’orrore. Essa piano piano attira a sé, come una madre gelosa, figli che non le appartengono»

«Nelle viscere di questo luogo vi è qualcosa che contamina le acque… Il primo figlio vi attende al centro dello squilibrio»

A Camthil fece rabbrividire soprattutto l’ultima frase dell’orco: «Fate attenzione: Gosmathug è infida e le sue uova sono parassiti fuori posto». Con questa ammonizione, ed un ghigno indecifrabile, Zot se ne era andato.

Il gruppo si immerse in quello che sembrava un luogo dove l’elemento dell’acqua regnava sovrano fin nella natura delle creature che lo abitavano. Il percorso affrontato fin lì era stato lungo ed arduo. Camthil fu il primo a sentire il peso della fatica: i suoi colpi persero ben presto di efficacia, addirittura le sue armi sembravano inutili. Quando anche Harus parve cedere una goccia di paura iniziò ad increspare la determinazione dell’elfo. “E dunque padre ecco raggiunto il mio limite” Camthil inconsapevolmente aveva abbassato le armi. Ma all’improvviso le spalle del druido si rialzarono fiere e maestose come la Vecchia Quercia stessa. Camthil si girò e vide che Gileril era al suo fianco rivolgendogli un sorriso provocatorio, ma allo stesso tempo rincuorante come se dicesse “Il nostro viaggio non è ancora iniziato e già ti arrendi?”. La fiamma si riaccese nel cuore dell’elfo, ricordò perché era lì, ricordò perché aveva lasciato la sua amata isola, ricordò lo sguardo…. della regina Amlauril.

Un lungo corridoio li condusse all’ultima stanza. Inaspettatamente chi l'abitava era estraneo a quel luogo, come era estraneo l’oggetto che aveva incastonato in fronte. Una gemma… una pulsante gemma rossa.



 
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view post Posted on 23/7/2021, 14:54
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Camthil alzò lo sguardo dal salice che lo aveva trascinato nei ricordi degli eventi appena passati fino a fissare il cielo. Gli tornò alla mente il fruttivendolo di piazza del Toro Bianco a Waterdeep. Come era facile tenere alla larga cani randagi o, alla peggio, qualche Hobgoblin per garantire un viaggio sicuro al mercante. Ricordava lo sguardo pieno di ammirazione ed i continui complimenti. L’elfo sapeva che le reazioni erano oltremodo eccessive rispetto alla facilità dell’incarico, ma Camthil viveva di quei momenti e fantasticava sulle vere avventure che avrebbe vissuto in futuro. “Eccola qui la mia avventura… lontano dal canto dei bardi, lontano dalle lodi della gente, in questo acquitrino maleodorante permeato dalla follia” l’elfo abbassò lo sguardo sul mantello un tempo candido, ora invece insozzato ed incrostato. Con amarezza distolse lo sguardo ritrovandosi ad osservare le profondità della palude. “Gosmathug… un male antico…” una sensazione d’angoscia avvolse il giovane elfo. La parola “antico” per lui era sinonimo di ignoto e smisurato potere, solo pochi riuscivano a sventare questo tipo di male e forgiare il proprio nome nella leggenda. Camthil si chiese se sarebbero stati loro quegli avventurieri, o avrebbero trovato fine nell’anonimato di chi fallisce? Vide i loro corpi riversati a terra, privi di vita… un battito di ciglia dopo la realtà li riportò ad essere quattro cumuli di terriccio e foglie poco distanti da lui.

Camthil si voltò verso l’accampamento, il cuore in tumulto, terrorizzato di essere rimasto solo. Ma i suoi compagni erano lì… Gileril con aria confidente vegliava sul gruppo al margine della radura, Harus meditava su una sporgenza rocciosa al di sopra delle loro teste ed Alexander era intento a cuocere della carne per tutti. A quella vista il suo cuore trovò pace e così fecero i suoi pensieri.


 
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view post Posted on 23/7/2021, 16:01
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E così due pietre erano riunite, una figlia dell’illusione, l’altra figlia della necromanzia. Una recuperata dall'imperscrutabile druido e l’altra dagli avventurieri.

Su richiesta di Zot vennero avvicinate una a fianco all’altra. Nella speranza che qualcosa accadesse passarono i minuti, ma solo volti delusi rimasero alla fine. Servivano le altre gemme per completare il mosaico. I venti sembravano aver indicato la via verso le prime due pietre così il gruppo decise di proseguire il viaggio verso maestrale mentre Zot si sarebbe diretto a tramontana.

Harus fece per riprendere la loro pietra quando all’improvviso fra le due gemme apparve l’immagine sfocata di quella che sembrava quasi certamente una fata.

“Una proiezione da un altro piano… o l’illusione di un ricordo?”


pietre-crop_0




Edited by Camthil - 24/1/2022, 15:53
 
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view post Posted on 10/10/2021, 15:18
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«Guardate un quadrifoglio! Ed eccone un’altro ed.. oh! Un’altro….» Esclamò Camthil con sempre meno entusiasmo osservando il paesaggio circostante. Era da un po’ che intorno a loro la flora era particolarmente rigogliosa e insetti bioluminescenti rendevano l’atmosfera in qualche modo mistica. “Incantevole…” pensò Camthil, perlomeno fin quando le mosche non tornavano a ronzargli intorno e le zanzare a pungerlo. Il gruppo si trovò ad attraversare una stretta gola che finiva per ampliarsi in uno spazio verde che ospitava un piccolo boschetto.

Sembrava tutto tranquillo e la via proseguiva naturalmente verso un’altra stretta gola. L’intuito di Alexander fece evitare al gruppo l’agguato di un berretto rosso appostato sul pendio. “Appena arrivato alla Vecchia Quercia sembrava uno sprovveduto e invece…” forse Camthil lo aveva giudicato in maniera superficiale. Il berretto fu messo fuori gioco in maniera così precisa e repentina che un’altra creatura tradì la propria posizione nella boscaglia ed iniziò a correre. Probabilmente erano stati seguiti, il gruppo di avventurieri non ci pensò un attimo e si gettò all’inseguimento. Superarono la macchia in un battibaleno ritrovandosi contro il fianco della montagna. Quello che videro non era decisamente quello che avevano immaginato: una vecchia trasandata stava arrampicandosi goffamente su per il pendio. Camthil trovò la situazione quasi buffa fin quando la figura non si voltò mostrando un ghigno maligno e occhi carichi di odio. «Una megera verde… sussurrò Gileril pensieroso»

«Serpi! Schiavi delle serpi! Non sarò la vostra cavia!» urlò freneticamente la megera cercando faticosamente di salire. Il gruppo abbassò le armi, tutti tranne Gileril che teneva la figura sotto tiro. A nulla servirono le parole di Harus mirate a far capire che il gruppo non era una minaccia. «Orribili mali… I vostri padri… e maledetta sia la vostra generazione! Poiché qualcosa cambia e voi lo sapete! Oh si… Io forse morirò serpi, ma voi diverrete cibo per i nostri figli!.» la megera bofonchiò qualche maledizione prima che una freccia di avvertimento le sfiorasse la mano destra. Gileril aveva perso la pazienza, ma Harus continuò con la sua voce calma «Ti avrebbe potuto centrare in pieno, la mira degli elfi è cosa nota. Io invece voglio parlare di quello che potrebbe essere un comune problema». La megera si fermò apparentemente convinta «Ebbene… poco più in là in quella piccola insenatura troverete la mia risposta». E così dicendo scomparve nel dorso della montagna.

Il gruppo si diresse al punto indicato nell’ urgente speranza di trovare qualche informazione che chiarisse la vicenda. Tutto quello che trovarono furono un fuoco spento e i resti di uno sventurato. Gileril ed Harus erano avventurieri esperti e non c’era discussione, ma in quel momento erano finiti tutti e quattro sullo stesso piano: il piano degli ingenui. Camthil si rassettò con calma i capelli «Questa eviterò di raccontarla...» disse prima di scoppiare a ridere. Il gruppo proseguì oltre dando poco peso alla vicenda, non sapendo che le parole della megera avevano già illuminato una strada nella fitta rete del destino. Una strada che avrebbe gravato sul cuore degli avventurieri.




Edited by Camthil - 24/1/2022, 18:15
 
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view post Posted on 24/1/2022, 18:30
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Gli avventurieri scesero dall’altura attraverso una stretta gola. Dall’altra parte ad accoglierli li aspettava ancora la palude, inamovibile e sconfinata. Lo smarrimento prese il sopravvento su Camthil “potremmo vagare per giorni continuando a non sapere cosa stiamo cercando”. Fortunatamente la situazione stimolava invece le migliori capacità dei druidi: Harus impose al gruppo di fermarsi mentre l’aquila che era Alexander si faceva sempre più piccola all’orizzonte. L’attesa fu accompagnata soltanto dai placidi suoni della palude.

«Questa palude è tutt’altro che disabitata… dei fumi, ad ovest» riferì Alexander al suo ritorno. Il gruppo si inoltrò nella palude svelando ben presto lo squilibrio di quel luogo. Un esterno, come lo definì Harus, si gettò verso di loro in preda alla disperazione come se nello stroncare le loro vite dipendesse la propria salvezza. Successivamente si trovarono a fiancheggiare un enorme ammasso di melma in procinto di abbattersi contro un albero. Dai gorgoglii gutturali vagamente lamentosi Gileril, che conosceva quel linguaggio, comprese che l’elementale voleva tornare a casa, voleva la sua melma. Camthil aveva già avuto un incontro con esseri provenienti da altri piani. Quell’incontro era però sopito nei suoi ricordi da fanciullo, ben nascosto nelle profondità della memoria, legato alla superficie da due semplici nastrini viola.

Un muro in rovina che cingeva un villaggio composto da costruzioni in legno e pietra si rivelò la meta del gruppo. «Questa volta tocca a te» disse Alexander sorridendo rivolto verso Harus. «Certo, ma io preferisco una forma meno vistosa..» e così il druido si tramutò in un corvo. Al suo ritorno però Harus non sorrideva «Yuan-ti» si limitò a dire. E all’improvviso le parole della megera ebbero senso…



megera verde


«Serpi! Schiavi delle serpi!»


 
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view post Posted on 18/2/2022, 16:27
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Camthil conosceva nozioni superficiali sugli Yuan-ti: essenzialmente che erano un popolo tanto antico quanto pericoloso ed i commenti dei propri compagni non lasciavano dubbi sul secondo punto. Dopo un breve scambio di opinioni il piano era stato concordato: atterrare dall’alto sotto forma di corvi sulla struttura più alta e da lì cercare di avanzare silenziosi… e letali. “Cambiare forma e poter volare” per un istante Camthil assaporò il dono dei druidi, così esuberante, così leggero quasi da fargli ponderare l’idea di volare via da tutti. Un battito d’ali dopo però, il gruppo atterrava sopra l’edificio.

L’addestramento da guerriero fece tornare l’elfo alla realtà imponendogli di analizzare in fretta la situazione. Identificò subito una figura nemica di spalle, ma stava già cadendo a terra esanime accompagnata dall’estremità di una freccia “Il pensiero di Gileril è sempre il più veloce”. Purtroppo il sollievo durò poco perché una figura serpentina, che si era trovata ad incrociare lo sguardo in quella direzione, con un urlo gutturale mise in allarme il villaggio. «Ci hanno visti!!» avvertì Gileril al distante Harus che, come se fosse previsto, non indugiò un istante e diede disposizione al gruppo. I due druidi proteggevano la scalinata esterna che li collegava al terreno mentre gli elfi avevano il compito di coprire le retrovie. Presto il tetto fu invaso da figure serpentine, ma il gruppo riuscì facilmente a sopraffarle, poi silenzio. Harus fece cenno di scendere nel cortile dove, girato l’angolo, si trovarono davanti un altro piccolo gruppo disorganizzato. I sensi dell’elfo iniziarono a percepire uno strano disagio “Immaginavo di trovarmi davanti guerrieri letali, questi invece sembrano… disperati che tentano di difendersi”. Mentre la mente di Camthil formulava quel pensiero la vista percepì un avversario apparire alle loro spalle armato di una lunga lancia. Benché un sussulto fece indebolire il braccio poco prima del lancio, la memoria muscolare aveva fatto rilasciare velocemente le dita e la freccia scoccata dall’elfo colpì il bersaglio. L'uomo cadde in ginocchio accompagnata dalla bandiera bianca che stava cercando di mostrare. Tornò il silenzio…



white-flag


 
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view post Posted on 3/3/2022, 23:40
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L’uomo riversava a terra quasi asfissiato dal suo stesso sangue. I druidi però, non ritenevano che il suo ciclo di vita fosse giunto al termine e dopo diversi mormorii di guarigione l’uomo spalancò gli occhi angosciato. «S..sono solo un me..messaggero. Nah’oh, il nostro signore, vi chiede di andare da lui in pace» riuscì a balbettare tutto d’un fiato. Una strana sensazione iniziò a far breccia nel petto di Camthil “Questi sono i leggendari e pericolosi Yuan-ti? Sembra solo lo sguardo di una persona impaurita…”.

Il gruppo seguì il messaggero verso un’ampia tenda al centro del villaggio dove Nah’oh, uno Yuan-ti dal volto affilato e lo sguardo tagliente, li attendeva. Camthil pensò che quei lineamenti fossero adatti al sacerdote perché le prime parole che disse trafissero l’animo del giovane elfo come una lama.

«Ci arrendiamo invasori, non è rimasto quasi più nessuno vivo…»

Quella piccola sensazione di disagio esplose vivida in un vorace senso di colpa. “Cosa distingue un eroe da un mostro? A volte credo dipenda soltanto da quale lato dello specchio stai guardando. Sarebbero stati eroi della loro gente se ci avessero scacciato? Siamo noi, ora, dei mostri?” Una serie di emozioni conflittuali avevano trascinato Camthil nel profondo del suo animo isolandolo dalla realtà.

Intanto gli altri cercavano di carpire informazioni dall’acido sacerdote.

«È accaduto da pochi mesi ormai. È un fenomeno singolare che ha suscitato subito il mio interesse. I folletti che abitano la palude sono in fermento, credono che una voce li voglia “elevare” e far tornare a casa. Non so nulla di questa voce per cui mi sono avvalso di un… collaboratore» il sacerdote Yuan-ti indicò al suo fianco una figura scheletrica in armatura completa. I druidi d’istinto digrignarono i denti, il loro lato bestiale li aveva messi all’erta tanto che i canini sembravano più lunghi ed appuntiti.

yuan-ti

«Sostiene di essere un Re, io penso davvero che non lo sia mai stato. Vorresti dirci di più?» il sacerdote fece un gesto con la mano marcando la sua delusione. In quell’istante quella che sembrava essere una statua inanimata voltò la testa scricchiolando ed il Re parlò:



il re dimenticato



«Io regnavo su queste terre con la forza del coraggio… Si… Un coraggio che non può essere dimenticato, ma ci sono porte che nessuno è riuscito ad aprire, nemmeno la mia risolutezza. Non ricordo neanche il mio nome, maledetto ora sono e maledetta la mia eredità 900 anni orsono costretto a non ricordare… Costretto a non poter aprire ciò che l’Abitatore potrebbe fare… S… L’Abitatore…»

La porta, l’Abitatore ed un Re dimenticato; Zot, Gosmathug e le pietre… La tela si stava arricchendo di particolari, ma il quadro era ben lontano dall’essere completo. Vennero condotti al cospetto della porta che in realtà si rivelò un’arco inciso nella pietra con motivi floreali sotto a delle stelle stilizzate. Non percependo nulla di particolare il gruppo decise di lasciare il villaggio anche se quel villaggio non avrebbe mai lasciato il cuore dell’elfo.


 
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view post Posted on 31/3/2023, 13:39
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Una voce nell'aria mi dice di tornare a casa anche se io, sinceramente, non ci sto. Un luogo a me sconosciuto, le voci han detto: «ci vedremo all'incrocio», ma per me questo crocevia è menzogna, se non un sogno


Satiro che suona il liuto


Profumo di casa, l’incontro col satiro riuscì ad alleviare le pene del guerriero facendolo tornare per un istante nella sua terra natia: l’isola di Evermeet. “L’arte, l’amore, le risate; le altre razze ci vedono frivoli, ma non capiscono che la bellezza è quello che ci dona equilibrio e ci permette di non soccombere ai giorni più bui. Quando credi di non poterti risollevare volgi lo sguardo alla Signora dal cuore d’oro. Vedrai che aiuterà». Probabilmente la stessa essenza del satiro fece ricordare all’elfo le dolci parole di sua madre. Così Camthil scrollò via per un attimo il senso di colpa, avrebbe avuto tutto il tempo di pensarci se mai fosse tornato alla Quercia, nel caso contrario non avrebbe avuto importanza.

Il satiro rivelò che c’era un luogo particolare in quella palude, una porta mai aperta da nessuno e che le serpi stavano cercando un modo di aprirla, stavano cercando l’Abitatore. Il gruppo scoprì anche che nella palude gli occhi tiranni stavano spargendo la voce di un sortilegio che avrebbe portato i folletti nella loro terra natia tramite un crocevia. D’un tratto ci fu una luce intensa nel cielo ed uno scoppio, il tempo di girarsi ed il folletto era sparito.

"L'abitatore, il crocevia, la porta. Signora dal cuore d'oro assistici..."


 
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view post Posted on 19/5/2023, 15:06
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Ed eccoli lì di nuovo avanti alla porta, il villaggio sinistramente vuoto… Camthil era convinto di dover evocare l’abitatore per poter entrare, ma Alexander gli dimostrò che a volte basta essere più pratici. Un’ora ed una frana dopo i druidi riuscirono a creare un passaggio sicuro oltre la porta. Nel frattempo Zot si era ricongiunto al gruppo dopo aver recuperato un’altra pietra, la pietra dell’Invocazione.

“Un guerriero è preparato ad affrontare un nemico. Che sia carne e sangue, frutto della magia o tornato dalla morte non fa differenza. Ma nessun guerriero è preparato ad affrontare orrori che anche le leggi dei Piani ripudiano. Nessuno vuole combattere qualcosa che divora la tua sanità mentale”

Camthil non era pronto a quello che avrebbero visto, nessuno di loro lo era. Ricordò soltanto la sensazione di mille occhi puntati sul gruppo, poi un buio improvviso che scandì l’inizio della battaglia. Un lampo di luce arcana gli fece intravedere un’orso, Alexander, avventarsi contro qualcosa di vagamente umano. Ancora buio. Un’altro lampo magico. Gli occhi dell’elfo individuarono un ragno mastodontico uscire da una fenditura nella roccia. Quasi decapitò Gil che prontamente rotolò di lato piantandogli 4 frecce nella zampa anteriore facendolo collassare. Un forte intorpidimento alla testa. Buio.

Un improvviso calore e Camthil riaprì gli occhi. Zot era vicino a lui finendo di recitare una preghiera curativa con lo sguardo rivolto altrove per accertarsi che gli altri membri del gruppo si stessero rialzando. «Fuggiamo Presto!» urlò con voce imponente mentre il suo sguardo si spostava in fondo alla grotta dove per un secondo anche Camthil prima di fuggire individuò una sagoma familiare che avanzava: un occhio tiranno.

Infine ricordò la corsa disperata, il respiro affannato del gruppo, i grugniti di dolore ed infine la luce… Camthil rivolse lo sguardo verso l’ingresso ed un’improvvisa scarica di adrenalina lo investì vedendo Zot che in qualche modo aveva strappato la gemma al mostro. L’ultima cosa che vide fu l’espressione sollevata dietro la maschera dell’orco che fino a quel momento non aveva mai tradito nessuna emozione. Poi una serie di raggi arcobaleno e Zot non esisteva più, l’ingresso non esisteva più, la pietra non esisteva più. In quel momento anche la speranza nel cuore dell’elfo cessò d’esistere.

“Ora siamo rimasti soli…”


 
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view post Posted on 2/2/2024, 23:20
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foresta mistica

Suo malgrado il gruppo si diresse in direzione nord-est. Nessuno aveva voglia di parlare e l’elfo non faceva che chiedersi cosa li spingesse a continuare. Per i druidi, però, sembrava essere diventata una cosa personale così decise di non tirar fuori l’argomento.

Dopo giorni di cammino la palude non mostrava segni di anomalie, ma una sensazione di disagio si insinuò tra gli avventurieri: tutti ricordavano di essere già stati in quel luogo anche se nessuno ricordava in che circostanza. Inoltre la sensazione era quella di essere andati a sud-est.

Non fecero in tempo ad approfondire la discussione perché Gileril guardando distrattamente in lontananza notò una figura in piedi vicino ad un albero che li osservava. Gli altri si voltarono all’unisono e… non c’era dubbio: Alexander con addosso il doppio degli anni li stava osservando per poi sparire nel vento.

«Mantenete la mente salda… possiamo supporre con fiducia che sia l’effetto della gemma» disse senza un minimo di titubanza Harus. «Aspettate! Qual’è quella scuola di magia che fa vedere le cose?» chiese Gil, «Divinazione» rispose Camthil quasi in automatico. “Mio padre ne sarebbe fiero…” pensò sarcastico.

Il gruppo proseguì, nessun presagio, ma un’altra figura attendeva il gruppo a poca distanza: un umanoide dalla postura leggermente ricurva e dai tratti di una lucertola. Alexander prontamente fece un passo avanti dicendo «Non vogliamo farti del male», il lucertoloide rimase immobile. “Un’altra illusione” pensò Camthil, ma proprio quando si aspettavano che la figura svanisse, una voce sibilò nell’aria.

«Nemmeno io…»



 
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view post Posted on 28/2/2024, 18:02
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La discussione con il lucertoloide fu breve… e triste pensò Camthil. Si resero presto conto di parlare con un individuo che si era autoimposto l’esilio dai propri simili. Disse che stava iniziando a dimenticare quale giorno fosse, i volti degli amici… Altri prima di lui erano stati colpiti da questa “cosa” fino a diventare bestiali e aggressivi. Così questi individui si allontanavano, dimenticando e venendo dimenticati… L’ultima frase detta dall’umanoide poco prima di congedarsi rimase impressa nel cuore di Camthil: «Il presente non ha più significato per me». L’elfo aveva scoperto la compassione verso una razza che, prima di allora, considerava un feroce e spietato nemico.

Qualcosa di strano stava accadendo in quel villaggio, che fosse l’effetto della pietra della divinazione? Gli avventurieri seguirono le indicazioni dell’uomo lucertola e presto arrivarono al luogo designato. La sensazione che li accolse fu unica: si stavano dirigendo verso una singola struttura eppure loro sapevano di star camminando nelle strade del villaggio, gli abitanti non sembravano curarsi di loro, ma loro sapevano che essi erano in meditazione… “Déjà vu”. «Io sono già stato in quel tempio» disse Alexander intimorito, «Ma lui lo conosco…» fece eco Gileril sommessamente, “e io sento di essere il condottiero di questo popolo” pensò Camthil. Il gruppo si era arrestato.

«Alla fine siete giunti» una voce poco distante fece tornare i guerrieri all’erta «nessuno si aspettava il contrario». Quello che era indubbiamente uno sciamano stava lentamente uscendo dal tempio. Ad un cenno del capo gli altri individui si unirono intorno al gruppo con sguardi curiosi, come in attesa. Lo sciamano si fermò davanti agli avventurieri e con occhi socchiusi senza guardare nulla in particolare tornò a parlare.

«Poco tempo fa giunse qui Immianthe, quella che noi chiamiamo La Dama Rossa. Diversa da ogni glaistig di lago, sia in bellezza che in pericolosità, portava un omaggio per proteggere la nostra prole: una gemma che avremmo dovuto conservare nel sangue da lei succhiato e dal quale sarebbe nato suo figlio adottivo.» Lo sguardo dello sciamano sembrò perdersi ancora di più nella profondità della palude. Emise un sospiro carico di tristezza. «A caro prezzo abbiamo dovuto accettare questo patto maledetto. Non siamo riusciti ad opporci alla sua magia… e ora se non portiamo abbastanza sangue il dono della memoria svanirà dalla nostra stirpe.». Lo sciamano sembrava sul punto di spegnersi quando d’un lampo eruttò braccia alzate al cielo urlando «Ma gli dei occorrono in nostro aiuto! Il vostro arrivo era stato predetto dalla profezia!»


“Quattro viandanti per quattro gemme risponderanno a cinque domande per la quinta. La saggezza romperà i sigilli e la prole sarà libera.”


“Oh no…” Camthil aveva già una mano in volto. Quante probabilità aveva un elfo giunto nel continente da poco più di un anno di rispondere a delle domande poste da divinità primordiali? Con sommo stupore e orgoglio Camthil rispose alla prima domanda. Gileril alla seconda ed Alexander alla terza. “Forse siamo veramente noi i viandanti della profezia” il cuore dell’elfo iniziava ad assaporare la speranza di un successo. «Da me» Alexander aveva risposto alla quarta domanda. Camthil stava annuendo concorde, ma lo sciamano invece sospirò. Nessuna parola fu concessa al gruppo di avventurieri, ma quello che sarebbe successo di lì a poco era chiaro a tutti: da salvatori erano diventati sangue da donare al Figlio.

“No vi prego…” il cuore dell’elfo si riempì di amarezza, ma non c’era niente da fare, nessuna bandiera bianca stavolta. Lo scontro fu breve, il gruppo si ergeva sopra i cadaveri di quelli che prima li stavano guardando con curiosità e speranza. «No… No!! Perché ci tocca questa sorte? Quale divinità vuole questo per il proprio popolo?» Camthil aveva gettato la spada nel fango “Abbiamo fallito di nuovo”. «Camthil ricomponiti. Ci siamo dovuti difendere.» la voce di Harus imperiosa, ma in qualche modo calorosa attirò lo sguardo dell’elfo. Stava continuando a dire qualcos’altro, ma nessun suono usciva dalla sua bocca “non ti sento… aspetta cos’è questo torpore…”. Gli occhi dell’elfo e dell’intero gruppo si chiusero dolcemente.


*La palude rimane in silenzio. Lentamente il sangue dei caduti si alza in volo levitando verso il centro di un pentacolo disegnato sul pavimento del tempio. Rimane li sopra fluttuando per qualche secondo per poi venir improvvisamente risucchiato senza lasciare traccia*


 
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