Faerûn's Legends

Un distinto gentiluomo con 6 dita

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view post Posted on 4/3/2022, 17:10
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Assassino di Briganti

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DnD-Tavern-Planning

*Posto imprecisato, all'interno delle mura di una locanda di terz'ordine..*
Il gruppo scelto per gestire la situazione a sud di Waterdeep si era riunito per decidere come agire in seguito alla disfatta di Orzuk il due teste.
Era stato un duro colpo, e il loro capo non era ben predisposto ad accettare i fallimenti, anzi.
Ma non erano loro ad aver fallito, ma quel dannato Troll a due teste, e il suo ben nutrito contingente che con tanta fatica erano riusciti a reclutare..
Adesso era l'ora di muoversi in modo decisamente più subdolo..le forze in campo erano ormai troppe per tentare un approccio tanto diretto, quindi mandarono a chiamare lei, il loro asso nella manica.
Presto avrebbero avuto loro il coltello dalla parte del manico.
 
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view post Posted on 6/3/2022, 20:30
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Troll epico

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Evan aveva ascoltato una strana storia da uno strano uomo.
Alla storia mancano dei pezzi che non volevano essere detti e che facevano così che ci fossero dei "buchi" sospetti.
Tuttavia, il buon sacerdote era da sempre un tipo pratico e nella pratica trova spesso rifugio laddove i più solitamente si perdevano in chiacchere.
Mandare un paio di lettere ad un paio di persone poco sarebbe costato e quindi si mise a scrivere.


Al Grande Tempio delle Spiredorate di Athkatla,
chi vi scrive è l'umile moneta Evan Greenfox, socio minoritario dei Sette Soli: ho avuto, nel mio solito girovagare tra i mercanti, modo di sentire una storia alquanto curiosa.
Sembra che un certo [...] abbia subito una rapina e che questi...

[...]

...per cui vi chiedo, voi avete mai sentito parlare di Waukeeniti che si fanno chiamare I Gentiluomini dalle Sei Dita?
Cordialmente
Evan

*seguono i vari recapiti a cui è possibile contattare Evan*

La lettera viene spedita in triplice copia anche al tempio di Nashkel e di Suzail.
 
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view post Posted on 25/3/2022, 15:27
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Troll epico

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Evan rientrò dopo il pasto serale al negozio e trovò qualcosa di strano, delle belle rose purpuree sulle sedie ma ciò che lo stranì fu il sangue per terra.
La sua espressione mutò da sorpreso, forse era uno scherzo di Viviana o Vanja aveva pensato, a qualcosa di diverso: pragmatico.
Andò giù, prese una pozione vuota e ben pulita e, armato di cucchiaino, raccolse il sangue che poteva, il resto su un panno.
Avrebbe convocato tutti i membri dello Zaffiro e deciso il da farsi.

zaffiro-quest



Edited by Hypno Drake - 25/3/2022, 15:42
 
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view post Posted on 27/3/2022, 00:55
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Cacciatore di Gibberling

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ssfBbZU

C'è una verità, su Athkatla, che sembra essere stata compresa appieno solamente dagli abitanti dell'Amn:
la verità del denaro.
La mole di denaro e di oro che circola fra i suoi mercati è incalcolabile; a volte talmente grande da aver corrotto persino gli animi più integri.

Naturalmente, dove vi è così tanto denaro, non può mancare altrettanto sangue.

Mercati neri, compagnie mercenarie, traffici di droga e veleni sono solo alcuni dei mercimoni che sono venuti a generarsi intorno a una tale ricchezza.
Un circolo vizioso che aveva la necessità di essere regolato.
Regolato da chi?
Dai ladri ovviamente.

Perché Athkatla in fondo era questo: una città di ladri.

E proprio questo era uno dei motivi per cui lei e suo cugino si erano spinti così tanto a Nord, non volevano invischiarsi più di tanto con quella feccia.


PqblChG

Sei rose disposte attorno a un tavolo e del sangue riverso per terra, quanto avevano appena trovato sul retro dello Zaffiro era chiaramente una minaccia.
Una minaccia che portava con sé tutto il profumo dell'Amn.

<<...forse è per la proposta dei Sette Soli...
...forse stiamo dando fastidio a qualcuno?>>


Lei ed Evan lo sapevano benissimo che le intimidazioni erano un grande cliché dei Ladri d'Ombra e fu immediato per entrambi pensare ad un loro coinvolgimento.
La loro idea sullo Zaffiro era ambiziosa certo, ma qualcosa in quella storia non tornava:
i druidi e la loro Quercia, la storia del vampiro, i due maghi, i Mystreliti...sembrava che fossero coinvolte troppe persone e che solo alcune avessero realmente a che fare con il commercio.
Mancava ancora qualche tassello.

[...]

La riunione con i seguaci di Mystra aveva portato altre informazioni, a quanto pare tutto si riconduceva a quella bizzarra storia che quel mago del Gate aveva raccontato loro qualche mese addietro.
"I Gentiluomini delle 6 dita."
Ex-Waukeeniti che per disonorare la dea avrebbero rovinato ogni commerciante devoto.
Gente che lavorava per diffondere l'esatto opposto del commercio: la non civiltà.
Il dubbio che queste persone venissero dall'Amn cominciò ad insinuarsi ancor più profondamente nelle loro menti.

<< Vedete...non so quanti di voi siano cresciuti in città "particolari", ma se la minaccia è Amniana allora c'è da avere paura...">>


[...]

Si accorse dell'ultimo indizio molto più tardi.
Quel diario che riportava chiaramente il nome di colui a cui apparteneva il sangue per terra fece raggelare tutti i presenti.
Quella notte nessuno in quella stanza chiuse occhio.

L'indomani, Evan riuscì finalmente ad intercedere con la loro Dea e così arrivò la certezza.

<< ...Venizhar è ad Athkatla.>>

Lei non aveva mai visto suo cugino così preoccupato e lui non l'aveva mai vista piangere.



Edited by Karenina - 27/3/2022, 20:54
 
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view post Posted on 27/3/2022, 17:57
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Troll epico

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Evan si concentrò e benedì i doni della sua dea:
- "Sono Evan, dimmi le tue condizioni e la situazione in cui ti trovi. Se non puoi parlare mugola. Se salvarti è una trappola mugola due volte"Kralizec
- "Sono Evan, è ad Athkatla, in un edificio. Ho raccolto il materiale per fare quello che chiedevi, siamo tornati a Waterdeep."Zantezzu

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Athkatla tornava a ripresentarsi, potente, nella sua vita.
Si odiò per la sua dannata mente che, a discapito dalla situazione, tornò a lei.

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Quanti anni erano passati?
Scacciò quel pensiero.
Un amico andava salvato.
 
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view post Posted on 28/3/2022, 12:35
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Il vortice ai confini dell'Universo

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~T~


Se si trovava in quella situazione, alla fine, era solo colpa sua.
Da troppo tempo ormai l'enorme potere di cui disponeva lo aveva persuaso di non dover temer niente da nessuno,
ma era chiaro che fosse solo un'illusione.
A conti fatti era bastato davvero poco per fregarlo:
si era presentata una certa Ecaterina allo Zaffiro con la richiesta di poter parlare con i suoi colleghi Waukeniti
e dopo qualche chiacchiera, la donna mostrò un kryss che a sua detta desiderava riparare.
Nel momento stesso in cui si era avvicinato per osservare, Ecaterina saettò rapidamente con la lama,
procurandogli un piccolissimo taglio sull'avambraccio, ovviamente non letale,
ma sufficiente per permettere al veleno paralizzante di immobilizzarlo istantaneamente.
In un lampo aveva compreso quanto fosse stato sciocco.
Di certo la colpa poteva essere in parte di Evan e Vanja, che forse sapevano qualcosa,
o avevano fatto qualcosa, di cui lui ignorava l'entità e di cui, adesso, ne stava pagando le conseguenze.

Però alla fine, poté solo prendersela con sé stesso.

Se fosse successo anni prima, non sarebbe cascato così facilmente nella trappola.
Da quando viveva a Waterdeep, se da una parte il Dono era decuplicato, dall'altra quella capacità di comprendere l'invisibile,
di agire sempre un passo in avanti, era come annebbiata.

Davanti alla scelta che pose Ecaterina, Venizhar decise di guadagnare tempo e di seguirla senza opporre resistenza,
venendo teletraportato in una strana stanza.
Nessuna porta era visibile, solo una fatiscente finestra con una grata malridotta.
Ancora immobile per via del veleno, dovette subire in silenzio il “trattamento” dell'astuta donna che sembrava avere precise informazioni su di lui.
Evidentemente li stavano tenendo d'occhio da chissà quanto tempo e difatti,
la prima cosa che l'aguzzina fece in quella stanza-prigione, fu quella di spezzargli tutte le ossa della mano,
una gamba e di assicurare una pesante maschera sul suo volto.


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Come se non bastasse, utilizzò persino una pergamena di disgiunzione, annullando tutti gli effetti dei suoi oggetti magici,
andando ad intaccare anche la sua capacità di percepire la Trama.
Mentre la ragazza lo torturava con evidente piacere,
la rabbia che cresceva dentro Venizhar ridestò qualcosa che aveva dimenticato di possedere.
Aveva cominciato a gorgogliare nel profondo della sua anima, o forse,
era solo il dolore che lentamente stava affiorando per la fine dell'effetto narcotizzante.

~ 6 giorni dopo ~

Il tempo scorreva lentamente e la sua unica compagnia erano il dolore, la rabbia e la riflessione.
Era riuscito a steccarsi la gamba rotta e a mettersi in piedi grazie ad un bastone.
Dopo le innumerevoli volte in cui ne aveva sentito parlare da Vanja ed Evan, comprese di essere ad Athkatla.
Doveva trovarsi in un quartiere malfamato e ben distante dai lussi e dalle luci della ribalta,
e nulla sembrava fornirgli una via di scampo da quella prigionia.
Poi arrivò il messaggio di Evan e la risposta fu ovviamente quella di non raggiungerlo.
Non poteva certo dare la soddisfazione a quella donna di averla vinta.

Rassegnato e dolorante,
passava quasi tutto il tempo ad osservare in silenzio quella città e la sua gente dalla piccola finestra.
Fu così che un pomeriggio, notò una persona che lo colpì in maniera particolare..,[...]

 
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view post Posted on 1/4/2022, 12:34
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Troll epico

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"...quando vorrete uccidere un uomo che rende schiavi bambini facendo loro ogni sorta di violenza e sarete invece costretti a stringere i denti perché siete nel Calim, vorrete non aver mai accettato “quelle stupide leggi” e, penserete, che vi è un’eccezione alla regola.
Bene, è quello il caso in cui io avrò vergogna di voi."
Lord Rei Ziel – Estratto da Lezione a giovani cadetti – Anno della cometa ghiacciata 1380 c.v.


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Apparve trascinato da magiche catene argentate.
Un vampiro.
Non uno qualunque, uno che sapeva cosa stava accadendo.
Uno che gli era "nemico".

Evan non aveva mai avuto nemici diretti.
Aveva ucciso, schiacciato e distrutto cose ma sempre ammantato da una sorta di placida indifferenza o, meglio, dalla necessità di tali azioni in risposta ad altre.
Ora quella creatura era invece nella sua gabbia.
Una gabbia studiata, progettata e costruita all'unico scopo di torturare quell'essere.
Premeditazione.

Lo osservava dimenarsi.
Soffrire. Affogare. Disperarsi.
Sentimenti che forse la sua natura non morta gli aveva fatto dimenticare.
Poi Marcus lo rese "vivo".
Così che soffrisse di più.

Una parte di Evan avrebbe voluto spostare lo sguardo,
avrebbe voluto dire basta.
Un'altra parte invece avrebbe voluto infierire per tutto il male di cui quella creatura era complice.
Tirato da due lati.
Lui al centro.
L'indifferenza prevalse ancora una volta tra ciò che giusto e ciò che è sbagliato.
Quell'atto, quello spregevole atto era solo un mezzo per ottenere ciò di cui aveva bisogno.
Così come tutto ciò che di buono avrebbe fatto.

Tuttavia,
mentre osservava quel vampiro parlare e tremare,
si chiese se quello fosse il limite massimo, l'estremo di cui era capace.
Torturare una creatura è peggio che ucciderla.
Applaudì quando, finalmente, Myos la imprigionò.
Non gli piacque ammetterlo a sé stesso ma era sollevato.

Guardò gli altri.
I suoi complici... No, non erano complici.
Erano tutti dei carnefici.
Dei carnefici capaci di infierire per 4 giorni.
Persone pratiche per certo, pratiche e pericolose.
Guardò Viviana e Vanja.
Si sentì sporco per loro.
Tuttavia...Tuttavia aveva lasciato loro la scelta.
E tutti e tre avevano scelto di salvare Venhizar.
E ora sapevano.

Tante domande avevano trovato risposta.
Molte nuove ne chiedevano.

Venhizar era salvo, una vecchia amica aveva cambiato taglio di capelli, ed un nemico era palese.

Poi c'era l'asta.
Almeno un momento di divertimento ci sarebbe stato.

Appena possibile, si fece coraggio e mandò un inviare.
"Venhizar, sono Evan. Ben fatto, ci dai dei lumi sul perché non sei tornato qui? Siamo in ansia" Kralizec

I due successivi, invece, richiesero molto, molto, molto più impegno.
"Ciao Clara, ho visto che hai cambiato il tuo colore preferito. Mi sei mancata anche tu." Frattaglia
"Ciao Lysanna, sono Evan, Evan Greenfox. Domani sarò alle Spire Dorate. Ci tenevo lo sapessi. Sono in pericolo." Quester Esper



Esper, per Lysanna puoi spulcire il bg di Evan nel caso o se serve ti mando un pm.


Edited by Hypno Drake - 1/4/2022, 14:09
 
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view post Posted on 7/4/2022, 15:22
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Troll epico

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"Esistono persone che lasciano il passato in nome del presente.
E poi esistono quelle che del presente fanno tormento del passato.
Ma poi arriva chi, abbraccia il passato,
vive il presente e crede nel futuro."

Asianne Merisi


Musica consigliata



Athkatla - 1392 C.V

Se fosse stato da solo si sarebbe messo in ginocchio e avrebbe baciato la terra.
Solo chi ha vissuto tanto lontano dalla propria terra può capire quel gesto.
La tentazione fu fortissima.
Quindici anni.

Athkatla.

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I suoni, gli odori, le persone.
L'accento.
Quanto? Quanto gli era mancato?
Aveva vissuto tanto nel Cormyr ed ora alla Splendente ma quella terra.
Quelle emozioni, quella mentalità.
Quelle le avrebbe portate sempre nel cuore.

Ma c'era dell'altro.
C'era...Lei.

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Gli anni non avevano scalfito la sua bellezza.
L'avevano solo cesellata.
Per un attimo, forse un po' più di uno, tornò il ragazzino di quindici anni che avrebbe fatto qualunque cosa per lei.
Che l'avrebbe seguita ovunque.
Che avrebbe dato tutto.
Tutto.

Athkatla - 16 anni prima
Non doveva essere lì.
Quegli spazi del tempio erano riservati solo ai sacerdoti e lui era solo un novizio.
Però era tra quei corridoi che giravano le notizie più succose e gli affari più grandi.
Ed Evan voleva diventare il migliore dei mercanti.
Tuttavia la sua attenzione fu attirata da una porta aperta e fu lì che...vide.

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La sua Magistra.
Doveva essere la sua stanza.
L'abito che durante la lezione la rendeva così austera era ora aperto, cadente, e le rivelava una schiena che...
Si incantò appoggiandosi alla porta.
Lei doveva leggere qualcosa di importante ma sembrava annoiata.
Sorseggiò del vino da una coppa dorata.
Evan ed i suoi amici si erano sempre detti quanto la Magistra Lysanna era bellissima ma solo ora lui capiva quanto fosse diversa dalle ragazzine che aveva frequentato fin ora.
Lysanna non era una "ragazzina".
Era una donna.
La donna più sensuale che Evan avesse mai visto.

La porta cigolò sotto al suo peso.

"Chi va là? Evan... Sei tu? Vedi che ti ho visto, è inutile che ti nascondi.
Entra e chiudi la porta."


E lui entrò.
Entrò e la sua vita cambiò per sempre.



Athkatla - 1392 C.V

La luce dell'alba faceva capolino sul letto coperto di rasi e dei loro corpi.
Lei dormiva ancora.
Lo stringeva.
Lui si prese tutto il tempo del mondo per osservarla.
Lei lo aveva forgiato.
Forgiato, usato, istruito.
Amato.
E lui l'aveva amata, amata all'ossessione.
Lei era il metro con cui si erano confrontate tutte le donne che sarebbero venute dopo di lei.
Era il suo primo amore.
Ora lei dormiva.
Molte cose avevano turbato le sue notti precedenti.
Ma ora sembrava...serena.
Per la prima volta era lei che aveva bisogno di lui.
L'amava ancora?
Fu in dubbio.
Ci sarebbe stato per lei?
Si.

Si alzò senza svegliarla.
I suoi amici, la sua famiglia lo stavano aspettando.
Se lei stesse ancora dormendo o fingesse di farlo non avrebbe saputo dirlo.
Si erano già detti tutto ciò che era davvero importante.
Uscì.

Il sole dell'alba rischiarava la Passeggiata di Waukeen.
Il suo Credo gli imponeva di rendere omaggio a quel luogo.

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E fu lì che capì, o meglio, comprese.
C'era voluto un tuffo nel passato per capire che doveva abbracciare il presente.
Abbracciare il presente e tendere al futuro.
Non senza smettersi di guardarsi indietro ma senza nostalgia.
Ancora una volta doveva ringraziare la sua Magistra.
Doveva ringraziarla perché quando rivide i volti dei suoi amici capì cosa davvero amava adesso.
E cosa avrebbe fatto per loro.

Tutto.

 
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view post Posted on 14/4/2022, 14:44
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Il vortice ai confini dell'Universo

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~Theme~


...quella persona lo aveva colpito in una maniera che non sapeva spiegare.

Dopo aver richiamato il suo fedele famiglio, Davor, lo mandò ad osservare meglio.
Non appena il falco si posò vicino all'entrata dell'edificio,
dove il tale pareva vendere oggetti magici, egli si accorse subito della presenza.
Accadde rapidamente e in men che non si dica,
davanti alla finestra della sua cella comparve a mezz'aria proprio lo stesso uomo che aveva da poco intravisto.

L'individuo lo liberò e lo portò in salvo, curando anche le sue terribili ferite.

Quell'assurdo ed inaspettato aiuto, divenne chiaro con una semplice frase.

“Stavo tenendo d'occhio quella casa da un po' e ti ho liberato perché mi ricordavi qualcuno che conoscevo anni fa,
a Redspring...mi chiamo Asthar. Asthar Kralizec”.


Un fulmine a ciel sereno squarciò la mente di Ven.

Dopo tutta una vita in cui credeva che fosse deceduto, davanti a lui si stagliava l'origine della sua stessa esistenza.
Avrebbe voluto pensare che fosse un inganno, ma l'istinto gli diceva che era proprio lui.
Non appena Ven disse il suo nome, Asthar rimase scioccato nel medesimo modo.
Entrambi erano sbigottiti da quell'intuito che li aveva avvicinati e riuniti.
L'incredibile potere del Sangue.
Guardandolo con attenzione poteva rivedere se stesso.

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La stessa mandibola, gli stessi occhi neri e sebbene non avesse un occhio vitreo,
era evidente in lui una mutazione:
le mani erano adornate da artigli neri che tuttavia....non sembravano di origine draconica.

“Rimani qui, riuscirò a sistemare i tuoi oggetti disgiunti.
Te e i tuoi amici siete in un bel guaio...devo controllare alcune cose.
Non uscire e non usare la magia finché non ti avrò procurato un permesso”.

...

~ 10 giorni dopo ~

...

Si era camuffato ed aveva raggiunto Spire Dorate, dove sapeva che avrebbe incontrato Evan ed i compagni.
Tutti furono felici e contenti di rivederlo sano e salvo e stranamente, pareva che tutti fossero davvero in pena per la sua sorte.

*Dopotutto....esistono ancora persone che mi “amano” davvero..*

Tornato a Waterdeep, avevano un solo compito da svolgere ora che i fili sembravano essersi dipanati con maggior chiarezza.
Forze antiche e pericolose gravavano sui loro destini, ma Venizhar era più deciso che mai.

Quell'esperienza aveva risvegliato il Lupo che sonnecchiava da troppi anni dentro di sé, relegato,
chiuso in una gabbia.
L'asta per accaparrarsi la Gemma di Xanaphia si sarebbe tenuta presto
e Venizhar avrebbe fatto quel che doveva, sia per lui ed i compagni,
sia per il debito morale che aveva contratto con il padre.
In un certo senso si stupì di provare affetto per quell'uomo che quasi non conosceva, ma che,
probabilmente, era l'essere più simile a lui sulla faccia di Toril.

E poi c'era Chastaline...

Un ruggito echeggiò nella sua anima.

*Stai buono...molto presto sarai libero dal guinzaglio*

Venizhar aveva ritrovato la sua vera identità.



Edited by Kralizec - 15/4/2022, 00:29
 
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view post Posted on 22/4/2022, 14:09
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Il legame che unisce la tua vera famiglia non è quello del sangue, ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite. Di rado gli appartenenti ad una famiglia crescono sotto lo stesso tetto.Richard Bach

L'asta era conclusa.
Buoni affari erano stati fatti.
L'obbiettivo invece mancato: era ancora lunga la strada verso certe ricchezze.
Tuttavia quando si è impossibilitati a vincere l'importante è non perdere.
E loro non avevano perso.
Le Sei Dita avevano fallito parimenti.

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Elora Danan era morta.
Morta da pezzente quale era.

[...]

Il recupero della gemma era stato tanto semplice quanto "strano".
Il sacerdote seppur sapesse di dover essere felice era invece fortemente preoccupato.
Preoccupato e stanco, ogni incantesimo consumato dalla battaglia.
Poi ci fu un'ombra.

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Venhizar e Myos ancora pronti alla battaglia.
Lui guardò i suoi colleghi, stanchi e con lo shock di una resurrezione.
Non avrebbero retto mezzo colpo.
Avevano già tutto ciò che serviva.
Li chiamò a sé e disse un'unica parola.

La famiglia prima di tutto.

 
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view post Posted on 31/5/2022, 15:01
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~Theme~

La battaglia finale nelle profondità del deserto di Raurin
gli aveva permesso di poter liberare finalmente la bestia sopita nell'animo.
L'ombra delle Dune, il potente Dragone d'ombra che lui e i suoi compagni sapevano di dover affrontare,
non bastò a contrastare la loro avanzata.
Superando una distesa di demoni, giunsero finalmente al cospetto dell'ultimo membro delle Sei Dita.
Venizhar diede tutto sé stesso,
scatenandosi in una forma diabolica che stava diventando così familiare... e alla fine,
lo vide cadere, ma non gli lasciò il tempo di toccare il suolo.
Come una furia, afferrò la testa, strappandogliela dal corpo e restando ad osservarla per un lungo momento.
Mentre il sangue colava dai suoi artigli, sentenziò con estrema soddisfazione:

“Avete OSATO mettervi sulla mia strada...e questo è il prezzo che avete pagato!”

Fu come una liberazione da quel senso di frustrazione
iniziato nel giorno in cui Chastaline lo aveva rapito per conto di quella dannata organizzazione.
Durante i giorni di tortura e prigionia
si era ripromesso che avrebbe liquidato tutti coloro che avevano causato quella sua situazione.

E così era stato.

La faccenda però era lungi dall'esser conclusa,
ma si concesse un attimo per gustarsi la sazietà della sua vendetta.

La notte di Waterdeep accolse il suo sguardo sulla cima della sua villa.

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Vi era ancora qualcuno da dover fermare.

*E adesso, caro Graz'zt, sarò io ad intralciare la tua strada.*

Il Lupo era pronto ad affondare nuovamente le sue zanne.

darkwolf



Edited by Kralizec - 31/5/2022, 20:54
 
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"Il problema dei nostri tempi consiste nel fatto che gli uomini non vogliono essere utili ma importanti."Winston Churchill

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Nesha, la somma Marilith aveva appena finito il suo sproloquio.

Mi avete fatto un piacere...
...erano diventati un peso...
...non avete ancora visto niente...
...ci sarà la guerra...


Evan, stanco come poche volte nella sua vita, l'ascoltava come si ascolta un idiota.
Nella sua testa erano ormai tutti bla bla bla vari.
Per carità, una parte del suo cervello teneva in considerazione tutto.
Ma, fondamentalmente, era arrivato ad un'unica soluzione pratica:
li avrebbe sterminati.
Tutti.
E lo avrebbe fatto nella maniera più efficiente possibile.
Anche il buon Venhizar sembrava pensarla allo stesso modo ma lui doveva sempre metterci del melodramma.
Come se essere rapiti e torturati fosse un motivo sufficiente per meditare vendetta.
Sorrise.

Fare sarcasmo con sé stesso era preoccupante.

Una sola cosa di quello sproloquio gli aveva dato soddisfazione:
la voce, la voce sdoppiata.
Possibile che lo stesso Graz'zt in persona parlasse tramite quella bella cosa con quel bel paio di tette?
Se così fosse stato tutte le preoccupazioni di Marcus erano "poca" roba.
Significava che il Signore dei Demoni era "preoccupato" o, quantomeno, interessato al loro operato.
Dunque, erano stati incisivi.

Evan guardava Redentore, l'ultimo delle Sei Dita, anche lui aveva provato a dire un paio di stronzate.
Evan lo aveva tranciato interrompendo quel ciarlare.
Basta Sei Dita.
Basta.
Meglio una sana mano mozza.

Guardava Redentore.
Aveva agito quasi come un paladino in quel deserto.
Ma Evan era tutto fuorché un paladino.
Evan era "utile".

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Edited by Hypno Drake - 1/6/2022, 16:45
 
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view post Posted on 12/9/2022, 09:05
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"Quando ci si smarrisce, i progetti lasciano il posto alle sorprese, ed è allora, ma solamente allora, che il viaggio comincia."Nicolas Bouvier



- Toc Toc -

Aveva scelto per lei una tra le migliori locande di Waterdeep, nonché tra le sue preferite:
il Portale Sbadigliante.



Quella locanda, oltre ad avere tra i migliori cibi di Waterdeep, era tra quelle più frequentate da razze diversi ed il buon Durnan sembrava non essere il tipo di oste che stava troppo a guardare di che colore uno avesse gli occhi o i capelli.
Finché non creava problemi, si intende.

E fu, in quel contesto, così che Ususi Manaallin aprì la porta.
Evan Greenfox, come ormai era consuetudine, era lì, con un mazzo di Lacrime di Selune, magnifici fiori del colore della notte.

"Evan, sono davvero belli, ma non dovresti portarli ogni volta."

Forse erano i suoi tratti esotici, quella pelle del colore del bianco marmo in cui le vene sembravano decorazione minerali, o forse quel suo accento così "antico" pronunciato da quelle labbra però così giovani.
Forse.
Nonostante fosse passato del tempo da quando l'avevano salvata da quel deserto Evan comunque non riusciva a non rimanere qualche secondo incantato ogni volta che la vedeva.

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Gli ci volle un attimo per rispondere.

"Non dovrei, ma voglio.
Sei l'unica principessa che conosco."


Ed in effetti Ususi era una principessa, una persona con una responsabilità sulle spalle che forse solo i reali cormyriani potevano comprendere e neppure, lei era una Imaskari e poco o niente restava del suo popolo se non, Evan aveva capito durante le loro cene e passeggiate, una antichissima città isolata nel sottosuolo nota come Città dei Sigilli.

Evan non era certo la migliore guida per mostrarle la città degli Splendori ma passeggiare con la maga gli dava modo di "viaggiare" attraverso i suoi racconti e, egualmente, il waukeenita parlava di ciò che era il mondo fuori dal sottosuolo e di come gli uomini vivessero.
Il sacerdote rimase colpito, nel capire ad esempio, che in principio gli Imaskari, fondatori di un antichissimo impero, fossero in tutto e per tutto umani e fossero chiamati Artefici.
Più antichi degli stessi Netheresi avevano imparato a padroneggiare l'Arte dei viaggi interplanari con somma perizia al punto che, quando ebbero terminato gli schiavi, iniziarono ad aprire portali da altri mondi per farne arrivare.
Un'efficienza che inquietava ed affascinava il chierico.
Secondo le parole di Ususi furono proprio quegli schiavi il motivo della distruzione dell'impero: giunsero con loro infatti, animati dalle loro preghiere anche i loro dei, come Horus.

Furono molti gli argomenti che i due toccarono: le Keystone, come commerciavano gli Imaskari, come commerciavano oggi gli uomini, cosa avevano fatto le Sei Dita, Nesha e tante tante altre cose ancora.

Quella sera però volle farle conoscere meglio sé stesso.
Da poco aveva finito di allestire il tempio della sua dea e lo volle mostrare all'affascinante maga.
Lì colse occasione per spiegarle come Waukeen, la dea che intendeva salvare dalla minaccia di Graaz'zt, intendesse promuovere un mondo unito e civile, dove le relazioni tra le persone fossero di reciproco arricchimento per realtà diverse.
Le propose che forse, dopo millenni, la sua gente doveva rimostrarsi al Faerun e che era un gran peccato che tutto il loro sapere, la loro conoscenza, fosse "isolata".
E' vero, lei non era più umana ma era al sole che il mondo richiedeva la sua presenza.

Ususi guardò il sacerdote.
Non si fidava ancora molto di lui, del resto chi era Evan?
Lei era ancora in pericolo e lui solo un uomo conosciuto da poco.
Evan guardava quegli occhi luminosi e se ne rendeva conto.
Non aveva fatto solo chiacchere fino a quel momento ma avrebbe fatto di più.
Ora non rimaneva che porre rimedio ad errori passati ed una certa demonessa di nome Nesha.
Chiese al buon Durnan di cambiare la sua solita stanza per dargliene una affianco a quella di Ususi.
Era tempo di agire nuovamente.



 
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