| Il Pugno Davor chiede proprio a Dionea di consegnare alcune polveri a Tyernin, con un sorriso zannuto che lasciava intendere diverse cose. Ma non si limitò a questo, infatti Tyernin era richiesto per un lavoro alquanto delicato. Infatti, tempo prima, Rathar, spiegò con attenzione la presenza di alcuni cunicoli che collegavano la zona a sud dell’avamposto di difesa fino a nord di Baldur’s Gate: un potenziale accesso per l’esercito invasore che risaliva verso la Città dei Duchi. Erano apparse anche diverse gerarchie del Pugno quali sergente, caporale e comandante, e da quel che la giovane donna poteva intuire, un’idea comune era condivisa da queste figure: far crollare quell’accesso impedendo così l’avanzare sottoterra della minaccia che stava per infrangersi sulla città. Dionea, con il suo carico di polveri minerali, si dirige verso l’Accademia Silente conscia di non potersi trattenere molto con il mago, limitandosi ad informarlo del messaggio di Davor riguardo all’impiego e trasporto di pozioni molto pericolose in mani sbagliate e poco ferme, messaggio che i giorni a seguire sfocia nella presenza di alcuni civili volontari e soldati del Pugno pronti a farsi carico delle ampolle esplosive per trasportarle, con massima cautela, nei cunicoli scoperti da Rathar. Il gruppo si muove tra le vie della città, celando le ampolle e tenendole in sicurezza al meglio, con la giusta tensione di chi sta tenendo tra le mani qualcosa che, al minimo errore, potrebbe spazzarli via. Subito alle porte del Ponte della Viverna incontrano una donna del Pugno dalla personalità esuberante e stordente che mette in riga tutti i civili cercando di raddrizzarli come fossero soldati addestrati. Dionea, un filo indispettita, si sente alla stregua di un militare mentre, tra le fluenti maniche della sua seta, tiene celata l’ampolla. Non dà molto peso alle parole della donna, ma ne apprezza la volontà dirompente ed il modo in cui sottomette tutti i presenti, d’altronde non è li per ideali cittadini o di dovere, ma è li per tutelare libertà e opportunità che quella città le può offrire dopo il suo arrivo da forestiera. Alcuni civili sembrano quasi passare un interrogatorio, ma per fortuna la traversata riprende dopo altre ore di cammino verso quei cunicoli, tra sangue ci Coboldi prima, accompagnato da qualche ultima riflessione di strategie e poi teste di Goblin e squarci nelle carni di alcuni briganti.
In qualche punto non definito tra la roccia e l’ombra, le ampolle sono deposte da chi le ha tenute con sé tutte quelle ore, abbracciando un rischio gratuito. Il rumore echeggia nell’aria e le orecchie dei presenti restano ovattate dopo essere stati sbalzati dall’urto dell’esplosione innescata da Tyernin. Il gruppo si riprende, avanzando verso la luce e l’aria aperta a Nord della Città dei Duchi, pronto a rifocillarsi e terminare il lavoro iniziato. Dionea esprime il suo parere: far saltare anche l’accesso non è comunque utile, questo perché, secondo la sua poca esperienza, tanto valeva farli entrare e poi trovare la via chiusa in modo da disperderli anche se in parte, dando un effetto sorpresa di breve durata. Ma non vi sono storie: il Pugno è unanime e decide di far saltare anche l’ingresso sud di questi passaggi. Dionea, ovviamente, non si oppone, la strategia sono loro. Un forte boato fa vibrare l’aria, un rumore più soffocato rispetto a quello causato nelle viscere di quei cunicoli, polvere ed erba si sollevano mentre la roccia cade rumorosa chiudendo l’ingresso quell’anfratto che striscia da sotto al Nord di Baldur’s Gate. Inutile trattenersi li, il gruppo si muove verso l’accampamento di difesa, pronto ad essere scortato nuovamente in città. Sono state ore e giornate lunghe, faticose, sia per chi è addestrato sia per i civili che, appunto, non lo sono. Al loro arrivo, le vie di Baldur’s Gate sono sempre più silenziose rispetto ad altre quotidianità e l’umore cupo per chi è rimasto. Il rumore dei passi sembra quasi un ticchettio e fa pensare al momento cruciale ormai alle porte della vita di Dionea. La giovane donna decide di prendersi cura di se e della sua bellezza, dormendo nei giorni successivi nella migliore e più costosa stanza dell’Elmo e Mantello, avvolgendosi tra lenzuola di seta rosse dopo un calice di vino Calishita davanti alle fiamme del camino che scaldano la sua nuda pelle. Edited by ar_ra - 24/3/2022, 11:16
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