Faerûn's Legends

Livia.

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I.D
view post Posted on 21/9/2022, 10:10 by: I.D
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Cacciatore di Gibberling

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"Sei pronta?"
"Si"
"D'Accordo...allora..1,2...non barare"
"Non sto barando" una piccola risatina leggera accompagnata mentre la mano tornava a coprire gli occhietti vispi.
L'aria tiepida di quella sera primaverile le stuzzicava il nasino, lo arricciò un poco.

"Ti vedo..."
Un'altra risatina
"Allora 1...2...3...ora puoi aprire gli occhi"
Davanti a lei un bellissimo liuto bianco, le corde ben tese luccicavano ancora. Con grande emozione guardò la madre, le mani le tremavano e un grande sorriso le si era formato sul viso. I grandi occhi ambrati brillavano più delle lacrime di Selune.
"Coraggio..."
La donna le sorrise incoraggiante. Un sorriso dolce e caldo, uno di quei sorrisi che scioglierebbero anche il più duro dei cuori.
Lentamente si avvicinò al tavolino dove era poggiato lo strumento, i piedini nudi accarezzati dall'erba umida.
Avvicinò il naso al liuto prima di prenderlo tra le mani, l'odore del legno si accompagnava a quello della sera e dei fiori.
Si sentì subito tranquilla e in pace, l'emozione diventava sempre più forte.
Quando lo impugnò si sentì subito a suo agio, poi guardò la madre.

"Ti piace?"
"Si, grazie mamma, grazie"
"Ho visto in questo periodo quanto ti sei impegnata e ho pensato che la futura cantastorie più famosa del Toril non poteva non avere uno strumento degno"
Un gridolino di gioia le uscì dalla bocca
"Vuoi provarlo?"
Annuì ed entrambe si sedettero sul telo posizionato sull'erba. Lo facevano spesso per ammirare le stelle.
La piccola si posizionò tra le braccia della madre e iniziò a pizzicare le corde dello strumento. Le note uscivano leggere e precise.

"Voglio provare quel trucchetto"
La madre la guardò un attimo
"Va bene, ma ricordati che non succede nulla se non riesci."
Livia storse il naso, poi si sistemò meglio e inizio a suonare dolcemente le corde del liuto intonando una melodia.
"Ogni notte mentre sono distesa nel letto
Immagino un cielo stellato
Dove ogni stella è il sogno di qualcuno addormentato.
Coi colori più brillanti scintillano
Mille sogni che mi tengono sveglia
Penso al mondo che vedremo insieme
E le stelle più forte iniziano a brillare"

Era una canzoncina che avevano composto insieme, una ninnananna quasi
La cantava ad occhi chiusi cercando di concentrarsi, le ditina scorrevano leggiadre sulle corde e intorno a lei si riempiva di piccole lucciole azzurre brillavano.
Aprì gli occhi e si guardò intorno meravigliata. Gli occhi le brillavano, la madre la guardava con orgolio e amore.

"HAI VISTO MAMMA? HAI VISTO"
"Ho visto yenya"
"Non chiamarmi così"
La voce fino a quel momento dolce si inasprì, per quanto potesse risultare duro il tono di una bambina di 8 anni.
"Devi essere in contatto con le tue origini, abbracciarle e non respingerle" glielo disse con calma
Livia rimase lì un attimo a riflettere mentre le lucciole svanivano intorno a lei. Poi fece un grande sorriso, guardò la madre, posò il liuto e si buttò su di lei abbracciandola
La donna sorpresa sorrise

"Che stai facendo?"
"Quello che mi hai chiesto"
Entrambe risero e dopo un po' la madre la posizionò davanti a sè di schiena, iniziando ad accarezzarle i capelli per poi intrecciarli.
"Io non sarò con te per sempre e un giorno dovrai imparare a camminare da sola e allora cercherai chi sei..e scoprirai molto di più e queste lucciole diventeranno stelle. Brilleranno più forte di quanto puoi pensare, avrai così tanto potere che questo ti sembrerà nulla. Ma il potere più grande sarà la tua voce. Non per quello che la Dea ti ha donato ma per quello che potrai farne anche senza dono..."

[...]

Aprì gli occhi di scatto.
Non sopportava più tutti quei ricordi che tornavano come lame affilate nella sua mente.
Sedeva sul suo letto nel tempio, sentiva il respiro forte dei suoi compagni di stanza, si guardò intorno, dormivano tutti beati nei loro letti.
Chissà cosa tormentava i loro sogni e se i loro fantasmi erano così reali.
Si alzò cercando di non far rumore, prese le sue cose e uscì dalla stanza e dal tempio. La fresca aria autunnale la investì non appena mise un piede fuori. Selune era ancora alta. Nulla a cui non fosse abituata, si svegliava sempre prima di tutti.
Si alzò il mantello sugli occhi e si infilò per le vie della città. A quell'ora vissuta solo da chi era solo la notte e cercava una fugace e illusoria compagnia.
Come lei, solo che ciò che cercava era un luogo.
Con agilità si muoveva per le vie della città fin quando non raggiunse le porte sud. Aveva trovato un posticino tranquillo dove potersi rifugiare quando i sogni erano troppo angoscianti. Non poteva succederle nulla lì, non era troppo addentrata nel bosco ma le guardie che sorvegliavano la città non potevano vederla.
Stese un telo sull'erba umida, si tolse gli stivali e si sistemò sul prato.
Prese il suo liuto bianco con corde in argento, uguale come quello che aveva sognato, solo che questo era stato un regalo di Tristan. Tristan che considerava famiglia, così come gli altri membri del tempio che era diventato casa.
Si era legata ad ognuno di loro in modo diverso.
Una sensazione di pesantezza le attanagliò il petto. Cercò di ricacciare via il pensiero.
La spaventava ancora perdere qualcuno e sopravvivergli solo per quello che era? Non aveva imparato nulla di quanto la sua stessa vita fosse fragile dopo quello che aveva vissuto? Dopo il caos in cui era stata catapultata poco dopo aver messo piede al tempio. Dopo quello che aveva vissuto e continuava a vivere?!
Fissava il fiume scorrere lento nella notte, la luce della luna riflettersi, teneva il liuto tra le mani.

"Il potere più grande è quello della tua voce"
Disse sussurrandolo.
Non lo pensava più o meglio non ci credeva più, si sentiva impotente accanto alle persone che aveva accanto, cosa poteva fare la voce in confronto alle affilate lame?.
Era capace di narrare, si, e poi?
Sentiva che più che una dolce melodia ciò che usciva era tanto affilato quando le spade dei suoi compagni. Veniva ripresa per questo.
Per quanto lei cercasse di essere semplicemente se stessa...
Fece un sospiro profondo e iniziò a pizzicare le corde del liuto.


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"Chiudo gli occhi e ciò che vedo e un mondo che mi aspetta.
Che posso chiamare casa.
Oltre il buio oltre la luce oltre ciò che conosco
Possono dire che suona assurdo
Possono dire che sono strana
Non mi importa cosa dicono...
Vivrò nel mondo che desidero.
Perché ogni notte che sono straiata nel letto
Immagino un cielo stellato
Dove ogni stella è il sogno di qualcuno addormentato.
Coi colori più brillanti scintillano
Mille sogni che mi tengono sveglia
Penso al mondo che vedremo insieme
E le stelle più forte iniziano a brillare.
Un milione di sogni per il mondo che vivremo.
Costruiremo una casa con tutto ciò che ho raccolto
Nelle avventure che ho vissuto
Non importa quanto grande o piccolo saremo parte di tutto quello che vorremo
Condivideremo i sogni insieme
Nel mondo che vedo..."

Luci blu danzavano intorno a lei, come stelle troppo vicine brillavano nella notte. Lontane dalla piccole lucciole di quando era piccola, adesso erano grandi e splendenti...
Rimase a guardare il fiume tutta la notte fin quando il primo bagliore dell'alba non le disturbò la vista.
Si alzò lentamente per dirigersi al Tempio...
Ricominciamo!


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