| In tarda notte un'ombra danzante visibile da fuori un tendone, seguendo compagna la piccola lucina da cui viene scaturita la fonte, la bugia rivela una mano tremolante dalla stanchezza in cui si appresta tra le boccette sparse disordinatamente sul tavolo, a inscrivere con decisione su foglio una lettera. Il silenzio viene spezzato in mille pezzi da grugniti, come succede con uno specchio quando cade a terra, ma la volontà è più alta e ciò non la farà desistere dallo scrivere la missiva.
...Figlio sono riuscita a recepire la tua lettera e con improbabile sorpresa mi hai comunicato dell'arrivo di quella che sembrerebbe la sorella di cui, non avrei mai immaginato che poteva venirci a cercare, d'altronde una figlia di madre ignota si cerca sempre di nascondergli che sia nata solo da un capriccio di un viziato coi soldi o un disgraziato di cui pensa di nascondere i suoi basso istinti, vaglielo poi a favellar di quel mucchio di polvere nascosto sotto al tappeto, di cui dicevi il mendacio verbo d'aver ramazzato tutta casa alle mogli, al tuo casato o a render conto d'alti pregiudizi per il solo amore mercenario.
*Una lieve sbafatura sulle ultime tre lettere*
Di quella ragazza comunque che mi mandasti l'imago, sembra me da munella con le trecce color del grano; Ci *sottolineando la particella pronominale* fa piacere sapere che il dolce mar delle Terre dell'Intrigo restituisce dalla sua soave spuma, qualche frammento di gioia di cui esso non se n'è voluto liberar a differenza dei pensieri umani, ancor di più è lieta novella saper che il sangue ha seguito le orme venerando saggiamente la neutralità del Istishia. Ordunque oltre di ciò mi è arrivata la notizia di cui speravo tardasse il più possibile ma era prevedibile dato le condizioni del maestro Procacci, è deceduto senza che ebbi modo di parlargli e non ho avuto modo di lisciarmelo a tal punto da potermi lasciare la casa in cui viveva, forse è un bene dato gli eccessivi movimenti sismici che la città dei Duchi ci riserva, e ciò avrebbe reso bersagli della sua magnitudo che si celava dietro certi giri di perle dietro il velo tenebroso del vecchio, ma perseverò a tenere il lavoro della creazione dei pigmenti, poiché comincio ad avere le prime richieste di colori particolari, e questo è bene. Ammetto che la morte di Ferdarel stranamente mi ha suscitato un 'anticchia di tristezza, forse è l'età...
*Si sofferma non proseguendo a scrivere e fissa un momento il pigmento Ambra che aveva appena creato*
Ho di nuovo risolcato il mare dopo tanto tempo, non ci crederai mai, ma la nave quella con cui ho viaggiato, il Canarino Feroce ha la polena con il mio aspetto, poiché colui con cui mi frequento è il capitano stesso, Isso non m'ostacola di volervi incontrare, invero un mezzorco che si lascia insegnare a leggere, come lo definiresti? Un sciocco che si piega a qualsiasi mio capriccio? O solo qualcuno a cui il cuore è Efreeti dalla fiamma inestinguibile? Ti direi la seconda scelta...
*I grugniti si fanno ancora più forti, e ciò le fa perdere il filo del discorso, perciò fece iniziare un altro discorso in modo sbrigativo*
Figlio, cercherò di tornare quanto meno nel breve tempo possibile, anche perché le mie ricerche attuali mi stanno portando direttamente nel Calimshan, nel cuore del suo granellato deserto magico, poiché con altri siamo incappati in quello che il tempo ha disvelato dopo anni di tempesta, una rovina con a guardia un Djinni rinchiuso in una lampada, non mi meraviglio della cosa, in fondo il Calimshan se ne sa veramente poco dei suoi misteri sotto il suo arido oro. Ci ricongiugeremo presto con tua sorella, stanne certo!
Fellibylur
P.S.: Qualsiasi cosa mi succedesse, manda tua sorella e falla giungere al capitano Dentosso, temo che faccia grosse pazzie e non giudicarlo come uno smidollato, prenditene cura e sii affettuosa con lui.
Finita la lettera la prepara per la spedizione per poi uscire dalla tenda e come da accordo incontrarsi nel bosco con il solito postino, per fare recapita la spedizione a Calimport, al rientro in tenda Fellibylur, nota un corpo coi riflessi che erano dati dall'olio di noce cosparso sopra, ella nella tenebra abbozza un sorriso e avanzando stancante con una minimale frase accendendo una sigaretta sbuffando del fumo la donna con un sorriso sornione, come a pregustare la sua preda pronuncia ciò
Hai imparato bene il mestiere vedo
Di rimando quel qualcuno compiaciuto mostrò un ghigno zannuto, in posa quasi statuaria mentre si passava avidamente la lingua su di esse, seduto in penombra in un angolo del letto da poco sveglio e dalle "pessime" intenzioni.
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