Faerûn's Legends

Rendezvous

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view post Posted on 7/1/2024, 04:08
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Squartatore di Troll

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* Su una spiaggia notturna nella Costa della Spada, non distante dalla Città dei Duchi *

Ho fallito,
Ho fallito due volte...
Una terza se mi sono lasciata scappare un Tuo figlio!
Alla fortezza non ero all'altezza...
E che dire di quel Piano...?
Tutto... Tutto... ABBIAMO fallito,
Ho fallito...
La circostanza è scivolata via, una anguilla tra le mani.
Incomprensione, delusione e arroganza hanno portato alla rovina, siamo stati deboli e incauti!
Uno smielato illusorio canto di Sirena ci ha portato alla deriva infrangendo la barca.
Ora siamo soli, molto soli, lontanamente soli...
Madre... Desidero dargli parole di conforto e dissipare le perplessità, Lui ora è così lontano da me...

La mano dalle dita sottili solcava delle linee armoniose in forma concentrica, frattali di viticci che giocano tra i pampini della vita, preghiere interrotte dai profondi respiri in quei mantra mormorati, non una lacrima! Nessuna! Temeva che le Onde con i loro riccioli sbarazzini argentati, potevano riferir della sua debolezza... È di questo che si trattava? Una debolezza o un limite?
I veli sventolavano con le mani pallide spettrali verso il lato opposto al mare, la mente rimandava ai rami ubriachi allo sferzare del vento invernale, la donna ebbe quel luccichio di lume, ricordando che anche lei doveva fare la sua parte, l'ispirazione la tinse delle memorie d'un folto pelo in tutt'uno con la Nera Signora, scintillanti verdi smeraldi il quale rilucevano tra le gonfie guance di Selune.

La tracotanza... Fretta... Cecità... Questi oppiacei pensieri hanno ottenebrato i sensi lanciandomi in un mulinello d'ignoranza abissale, è nella letizia delle Mareggiate bisogna affidarsi, iniziano lente per poi innalzarsi ad affogare le terre!
Cos'ho imparato dalla Pantera? Ciò che esponeva erano risultati concreti dal colmare Frammenti mnemonici sino alla simbiosi con la Natura...

* Alzando il capo, fissando un angolo imprecisato della foresta poi osservando la mano lasciandola accarezzare dal vento, una strana sensazione di essere trapassata dalla brezza, forse uno scherzo della stanchezza *

...più o meno! Ed è tempo che torni da Ran, a riprendere quelle vecchie lezioni!

Fellibylur con le sue movenze sinuose ed il passo sicuro, lasciando alle spalle la spiaggia entrando nel bosco che più avanzava, e più dava la sensazione che i rami rendevano claustrofobico e inospitale l'ambiente, a protezione di chissà quali misteri, quel corpo femminile diviene un pallido puntino nell'oscurità nel profondo verde, guidata dalla volontà di trovare la druida.

Edited by FiorDiCavolo - 7/1/2024, 12:08
 
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view post Posted on 9/1/2024, 21:45
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Squartatore di Troll

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Il bosco fremeva in ogni sua foglia e in ogni sua ghianda, vibrante di suoni, sussurri, schiocchi, passi felpati di predatori e respiri affannati di prede impaurite. Il bosco era ogni cosa al di fuori del Giardino di Pietra, lo abbracciava e lo coccolava come una madre sa fare con un bambino capriccioso e non ancora pronto ad imparare. Sebbene non potesse guardare intorno a sé, ebbe la sensazione di percepire un passo. Ne riconobbe la vibrazione, lo schiocco di una radice appena sotto la superficie muschiosa del terreno, in un essere tutto e qualcosa di un tutto nello stesso momento. Non poteva certo comprendere tutto, né sentirlo, eppure lo scalpitio degli zoccoli pesanti di un cavallo risuonava troppo estraneo nel bosco, perché lei non lo notasse. La corteccia tornò pelle, le fronde tornarono chioma. Il cavallo fu tenuto a bada dalla sua cavallerizza, che ne discese, così come la neve diventa ruscello a primavera.


Fellibylur raggiunse Ran nella piccola radura racchiusa in un anello di pietra e terra smottata, dove il vento della vicina costa riusciva a farsi sentire. Le parlò di orrori, errori, sentieri di intraprendere.

Lezione del Salice.

Un giorno giunse Tempesta, oscurando Orizzonte e Cielo. Sulle sponde di un piccolo stagno Salice custodiva segreti e sussurri. Tempesta ne odiò la quiete, e urlò rabbiosa, furente. Soffiò e ruggì, sconquassando ogni cosa. Il Salice piegò la chioma, e fu sferzato dal vento. Quando Tempesta fu stanca, e si fermò per guardare la devastazione, vide il Salice sollevare la chioma, e per lo stupore si sciolse in pioggia di primavera.
Il Salice sa ciò che la tempesta ignora: il potere di sopportare il dolore è molto più grande del potere di infliggerlo.
 
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view post Posted on 15/1/2024, 14:36
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Squartatore di Troll

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Anf... Anf... Fatica per tutta questa strada.
Pant... Pant... ho dovuto fare sapere al bosco che i freddi mari possono andare oltre la solita terra ferma.
Argh... Argh... Insipido, ispido, tortuoso terreno,
Anche i mari del Nord hanno scogli di ghiaccio scintillante in questa traversata!

Il Bosco dei Denti Aguzzi sembra aver innalzato per l'occasione un muro, labirinti di rovi ed alberi vestiti di tenebra, Fellibylur aveva l'impressione che nulla degli ostacoli che gli si paravano erano lasciati al caso, tant'è che arriva stremata da quei combattimenti, non aveva nessuno che la difendeva, in quegli abbracci mortali coperta di pioggia incessante, quell'enorme quantitativo scroscio d'acqua giocava a suo favore tenendola lontano dagli sguardi indiscreti di belve e banditi

Lezione di cerchio o meno la Pantera mi ha dato la possibilità di ristorarmi e poter apprendere una nuove lezioni,
I suoi verbi sembrano criptici, latrano la mente facendo quel riverbero negli abissi dell'animo umano
Come sempre quel suo parlare di Cerchio ravviva, solletica domande...
Forse corro un po' troppo, devo rallentare e mostrare i dubbi leciti inerenti alla lezione!
Prenderò il tempo per questa crescita, continuando ad addentrarmi, come un mare che entra nei meandri di una grotta nell'ignoranza di molti, avanzando in quiete

Il Bosco dei Denti Aguzzi appariva per ciò che è, faceva meno paura alla donna eppure il percorso é più lungo di quello che pensava inizialmente, la druida la avverte che avrebbe dovuto fare delle scelte in futuro tra la civiltà e la Natura, divenire più dura, decisa come una montagna senza uscire fuori dal Cerchio.

Qualunque sia la strada da percorrere lo farò da sola in barba ai flutti che mi si parano davanti, posso solo avvicinarmi a quella Grandezza, emularla ma impedire che mi fagociti del tutto

Tifone congedata dalle lezioni si dirige in direzione della spiaggia, ammaliata dalla Voce del Mare si aggrappa agli scogli in punta di piedi, lì spettacoli di fulmini celebrarono danzanti dinnanzi a lei, ed un lampo scese come gabbiano in picchiata sulla preda dal cielo verso l'acqua, accecandola... Un'epifania, il formicolare sgargiante argentato tra le dita si incanalava sui polpastrelli, ciò le fece intuire di un possibile legame o forse frutto d'una fervida autosuggestione, labbra mosse a cantilena in cerchi concentrici, ballava... Ballava... E ancora ballava con il mare che sbatte sul suo corpo.

Madre... danzerò indossando l'argento sceso dal cielo, Madre che dalle profondità dei mari tu dài e togli... Oggi danzerò fulminea per te... Per te... Per te...

Follie tra cielo e mar mentre l'alta marea prende posto in un turbinio di emozioni
 
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view post Posted on 6/3/2024, 10:05
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Squartatore di Troll

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Fellibylur aveva lasciato da mesi la Costa della Spada per seguire la Maestra del Salice, le preziose lezioni si rivelavano utili a vantaggio dell'illuskan che da acerba strega stava fiorendo, le due cavalcavano assieme tra le foreste della Sembia e le Valli, la rossa stava cominciando a capire le criptiche parole della druida,
Fellibylur se voleva ottenere di più quanto richiesto adoperava le sue doti l'ammaliantrici quando ne aveva modo come si confà a una dama dei mari, quando rientravano a Saerloon, ella attendeva che Ran si avvolgeva nei soporiferi sogni del dolce lenzuolo del Toro Blu per dirigersi di nascosto al porto, di cui spesso veniva a rendere offerte e una parte dei suoi guadagni ottenuti dai baldi marinai ad un modesto altare della Regina delle Profondità scoperto casualmente da Fellibylur.

Non esiste la casualità, è la Dea che ha emesso il suo canto di richiamo affinché non sia sola, la sua Presenza é ovunque e lei vuole che la assista alla trasformazione di Strega di Mare! Continuerò a nuotare sul fondo tra gli scogli, io barracuda... murena... rana pescatrice!



Un giorno qualcosa mutó come è vero lo stesso Mare, non dovettero affrontare insieme quella che Tifone ha ribattezzato la Prova dell'Acqua in cui consisteva di affrontare la forza fluida e allo stesso tempo tempestosa delle acque sotto le orribili e ripugnanti sembianze dei Kuo-Toa, ci provarono più volte a ritornare in quella tana ma stava facendo male alla stima della druida, l'Acqua e la sua forza stava inondante le due fragili vite lasciando una moria di mortificazioni e impotenza.

...E venne Hil, Fellibylur accompagnava con i suoi silenzi tra le due onde: il ribattere tra il Chultan e la Maestra del Salice.
Fellibylur notava quanto ne sapeva di più quel maledetto barbaro dalla pelle scura, ma soprattutto le dava l'impressione che stava smontando pezzo per pezzo la Maestra, non sapeva se arrabbiarsi perché qualcuno si frapponeva tra lei e la sua preda preferita, da lì cambiarono molto cose e punti di vista, a cominciare la Prova dell'Acqua che fu "risolta" dall'estraneo e la nordica non era molto felice della cosa percepì anche qualcosa di strano nei confronti della sua Maestra, maledendo quell'incontro, il Faerun era forse piccolo si chiede tra sé e sé, l'evento lasció molti dubbi e domande durante il viaggio di ritorno a Saerloon finché entrambe si congedarono in città e Felli si diede al consueto rito serale.
Il giorno dopo pensava di trovare Ran in città o nei paraggi ma sembrava come volatilizzata, senza sapere delle motivazioni:

L'imprevedibilità, semplicemente quando la tempesta improvvisamente se ne va lasciando fragili legni di chissà quale barca e corpi ormai ridotte a bambole di pezza, niente non ci sono spiegazioni tangibili se non l'ira della Signora dei Mari che ha reclamato il giusto prezzo! Così come passa qualche infame a rompere le uova nel paniere...
Ma Ran si è lasciata condizionare e mi ha abbandonata, perciò di chi è la colpa? Mi toccherà tornare indietro come una nave fantasma torna maledettamente nei luoghi di morte da cui è non-nata...



Preparando con vigor furioso la borsa, scrivendo due righe al capitano e amato Dentosso che non vedeva da mesi, la piuma danzava nervosamente come al primo ballo su un ruvido foglio a malapena illuminato dalla piccola fioca luce allungando sinistramente le ombre sulle fredde pareti


*La lettera emana un profumo di salsedine e ogni tanto vi è qualche pezzo di alga dalle particolari colorazioni*
Dentosso caro, sono Tifone che ti scrive dalla lontana Sembia, tornerò a casa con qualche deviazione durante il viaggio perciò non ti preoccupare
Il tempo passerà così in fretta che non ti accorgerai che sono già li a massaggiarti la tua bella schiena.

* Stampo di labbra rosse *



Il giorno dopo avrebbe spedito la missiva affidandola a un postino, Tifone si incamminò verso l'uscita della città con lo sguardo terrificante dei Gargoyle il quale accompagnavano i suoi passi, non prima di aver fatto il bagno mattutino in mare senza dare dell'occhio, era lì in quelle fredde acque per propiziarsi una benedizione dal Mare, in quei riti dal sapore profano che le aveva insegnato il Capitano, uscendo dall'acqua Fellibylur prende l'improvvisa iniziativa di voler prendersela con calma attraversando la costa del Mare delle Stelle Cadute a piedi sin dove era possibile raccogliendo conchiglie dalle piccole e medie misure, per costruire il suo personale rosario.
L'Illuskan camminava danzando continuando i suoi studi naturali per conto proprio incentrandolo più verso i Mari, il suo clima e la sua fauna, in quell' interminabile viaggio, più si avvicinava alla Costa della Spada e più le sovvenne il pensiero della Nave Fantasma, nei villaggi dei pescatori se ne udivano tante di leggende e presunti avvistamenti di tale apparizione fantasmagorica... Prima o poi quella storia sarebbe tornata a far parlare di sé volete o meno perciò il suo pensiero era di terminare questa faccenda il prima possibile.
 
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