Faerûn's Legends

Il canto della spada

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view post Posted on 14/2/2024, 23:42
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L'uomo nudo con le mani in tasca.

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Draghi Purpurei e Maghi della Guerra del Cormyr
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Il sole del deserto doveva ancora iniziare a bruciare le dune e la sacerdotessa del Signore delle Fiamme assieme alla sua giovane allieva si prendono una pausa dall'addestramento con la spada.
"Allora, hai ricominciato a mettere a frutto le tue conoscenze?"
"Sì, ma è complicato. Voglio dire, vivere qui, dover imparare quello che mi insegni, allenarmi in quello che so fare."
"Il fuoco purifica, e quel che sopravvive ad esso può portare a nuova vita, ma solo grazie a ciò che era prima: non puoi crearti da nuova, ma migliorare ciò che eri, per questo è importante che migliori le abilità che avevi appreso." Deira la guarda sorridendo, quasi materna "ora sei una brace, stanca e quasi spenta, ma tornerai a essere una fiamma, te lo prometto."
"Ma... perchè così? Nel deserto? Ci sono villaggi, città dove trovare ristoro e cibo, non dobbiamo per forza vivere qui."
"Perchè, chiedi? Proprio perchè lo chiedi."
La mezzelfa la guarda confusa, senza dire una parola.
"Se ci fermassimo in un qualsiasi villaggio o città, cosa ti fa pensare che non torneresti quella che eri? In fondo, ti porti ancora appresso quello." indica il liuto rovinato dalle fiamme, fedele compagno della barda "Davvero credi che Kossuth ti abbia offerto una possibilità solo per ripetere poi gli stessi errori?"
Zara prende coraggio e affronta la compagna "E chi ti dice che non l'abbia fatto proprio per quello?" la voce man mano acquista sicurezza e arroganza "Davvero pensi di conoscere tutti i Suoi piani?".
Deira le scocca uno sguardo severo e fiammeggiante "Tu, piccola ingrata e cieca!" Tuona "Dovresti ringraziarmi per averti portata qui! E invece di lamentarti apri gli occhi e guardati mani e piedi!"
"Guardarmi mani e piedi? Cosa..."
Deira le indica i polsi e le caviglie "Vedi catene o altre costrizioni? Beh, io no.E da quella parte c'è un villaggio. Vai, abbeverati e prendi il tuo tempo. Con un po' di fortuna potresti anche sposare un domatore di pecore."
Le due si fissano: lo sguardo severo e sicuro della maestra contro lo sguardo stanco ma combattivo dell'allieva.
"Un...domatore di pecore?"
"Mh. Perchè no? Sappi solo che non sarò io a decidere: è la tua vita, le tue scelte e le tue decisioni la plasmeranno. Tra non molto il sole sarà alto nel cielo, hai abbastanza tempo per raggiungere il villaggio o per preparare il campo. Vedi tu."

Da quanto avevano lasciato Calimport? Giorni? Settimane? Aveva quasi perso il senso del tempo, ormai, a differenza di quell'odore misto di bruciato, alcol e paura che si portava dietro dal giorno della partenza. Giorni spesi a muoversi nelle ore più fresche e a trovare un riparo in quelle cocenti; giorni passati ad allenarsi con la spada e apprendere, ma senza tralasciare ciò che apparteneva al passato. Come abbia retto fino a quel giorno non lo sa, ma ora finalmente ha la consapevolezza di potersi gettare tutto quello alle spalle e poter vivere una nuova vita tranquilla, senza continuare a rischiare la vita in quel dannato deserto.

"Allora?"

Una vita magari non nel lusso, ma che con le sue capacità avrebbe potuto essere agiata.

"Beh, io intanto mi preparo un campo poco più avanti."

Una vita anche bella, quel tipo di vita che molti desiderano.

"Senti..."

Quel tipo di vita che, ormai, non sentiva più sua.

"Abbiamo passato un buon posto, prima. Andiamo là."

Perchè il passato non può tornare.

***



Passano le ore più cocenti e pian piano il sole sia avvia verso ovest. È quasi il tramonto,ora di rimettersi in viaggio; la giovane mezzelfa, distesa su un fianco nel giacilio di fortuna, non ha un bel risveglio: uno scorpione del deserto è fermo a pochi centimetri dal viso, terribilmente vicino. Una mossa avventata e potrebbe ristrovarsi avvelenata, lì, dove forse nemmeno la sua compagna avrebbe potuto aiutarla in tempo. Forse muovendosi molto lentamente potrebbe riuscire a spostarsi dalla portata del pungiglione. O meglio ancora potrebbe attendere il risveglio di Deira.
La ragazza e lo scorpione di osservano, quasi si studiano, entrambi immobili, nessuno dei due sembra intenzionato a fare la prima mossa.
Giunge il tramonto, uno degli ultimi raggi di luce fa breccia nel riparo delle due donne, infondendo al carapace dello scorpione un colorito rosso fuoco.
"...Aqrab Alnar..." esce in un sussurro dalle labbra di Zara, incautamente. Il respiro, il cuore, lo scorpione... tutto si ferma per attimi che sembrano eterni, poi di nuovo, questa volta più deciso:

"Aqrab Alnar."

Lo scorpione alza il pungiglione, quasi in saluto, prima di prendere la via verso l'uscita. La giovane Calishita si alza a sedere, una nuova consapevolezza si fa strada nel suo animo.

La brace sopita riprende vita.

Perchè il passato non può tornare. Se non alle sue condizioni.


Zd4vPom

 
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