La piccola fessura nella porta di legno massiccio si aprì ed il solito piatto venne tirato dentro da quelle guardie che, giorno dopo giorno, mantenevano sempre quell'espressione di fastidio ogni volta che incrociava i loro sguardi. Il necromante sapeva bene che se fosse stato per loro, lo avrebbero ucciso nei peggiori modi possibili, spinti dalla collera e dalla sete di vendetta...sicuramente, tra la massa, c'erano elevate probabilità che il mago avesse ucciso qualcuno dei loro amici o familiari...
<< Grazie, ma non ho fame oggi >> << Fa come cazzo ti pare, se ci accorgeremo che sarai troppo debole per rispondere ti infileremo un tubo in gola e ti faremo mangiare come le bestie >>
Il mago non rispose. La guardia non continuò riprendendosi il piatto, non lasciando spazio al ripensamento.
<< Fatti bello Blackrose, ti riportiamo a colloquio >>
Legato, mani e piedi, un bavaglio sulla bocca, trascinato sui pavimenti ruvidi della prigione, venne, nuovamente, condotto nella sala interrogatori.
<< Buongiorno Signor Blackrose, dormito bene? >> << Divinamente, come al solito. Te? >>
Daedalus Dragonbreath si limitò ad annuire, distendendo una parvenza di sorriso gentile.
<< Continuiamo? Dove eravamo rimasti? Al bastone rubato? >> << Esattamente, il bastone rubato. Da li in poi fu tutto in discesa. Non vi erano piu' vincoli particolari, legami deludenti o cose simile, l'obiettivo era semplice. Si, è fondamentale darsi obiettivi semplici, no, non semplici, chiari. Devono essere chiari, o metteranno nel dubbio anche te. Il mio era chiarissimo, almeno all'inizio: Diventa potente. Cominciai a trascurare tutto e tutti, da mio fratello alle amicizie che mi ero fatto in città, ne lasciai solo due: la prima una donna di Suzail che mi raccontava storie su quanto accaduto nel Toril, la mia preferita era quella sulla Grande Conflagrazione di Kossuth. Credo fosse anche la sua preferita, poiché la raccontava sempre con entusiasmo. Con lei ho mantenuto un rapporto particolare, forse è, fuori dalla mia casa, l'unica persona a cui affiderei parte della mia vita. >> << Addirittura? E come si chiama questa donna? >>
I due si guardarono a lungo, in silenzio, poi Dragonbreath distese un sorriso alzando appena le mani
<< Dovevo chiedertelo, lo sai. >> << Posso capire. Un buon tentativo. Continuiamo? >> << Continuiamo, si. >> << E l'altra era una ragazza di nome Kaitlyn o qualcosa di simile, non la ricordo piu'. Era una donna normale, comune, ma con lei riuscivo a metabolizzare meglio tutto ciò a cui stavo rinunciando per raggiungere il mio scopo. Fu con lei che viaggiai la prima volta verso la Sembia, Saerloon, e fu sempre con lei che riuscii a sentire il canto dei Gargoyle. Fu una relazione breve, ma decisamente intensa. >> << Breve? Non siete piu' in contatto? >> << L'ultima volta che l'ho vista la stavamo portando al patibolo a Zhentil Keep, se non ricordo male, aveva insultato qualcuno di importante o simile...sono passati molti anni >> << Come fai a non ricordare l'ultima volta che hai visto una tua amica...soprattutto se la stavate conducendo a morte certa? >> << Ci sono due inesattezze nella tua frase: non eravamo amici nel vero senso della parola e non ero io a condurla da nessuna parte, io mi stavo occupando di altro, non ho mai avuto interesse nei criminali cittadini o a condannare qualcuno perché dice ad un sacerdote di Bane che è un coglione, anzi..escludendo due uomini gli altri mi sembrano assolutamente dei coglioni invasati >> << No? Non ti stanno simpatici? Non sono "la voce del tuo Dio?" >> << Ma per favore, se volessi sentire la voce del mio Dio come la chiami te, parlerei direttamente con lui, no? Pensa..una volta uno di loro venne in casa mia, tronfio del suo grado nella cerchia interna, chiedendomi di sottomettermi a lui...come posso averli in simpatia? >> << Beh ma alla fine lo hai fatto, ti sei sottomesso. >> << Oh no, Dragonbreath, questa storia è molto piu' recente, non mi sottomisi, anzi, lo feci inginocchiare davanti a me. Lui vedeva questo come un'affronto al Dio della Tirannia, io lo vedevo come onorarlo. Come il discorso di prima.... Sono tutti Tiranni, tutti, anche le tue guardie, finché se lo possono permettere. Credi che se avessi le mani libere mi parlerebbero o mi guarderebbero in quel modo? Credi che mi direbbero parolacce e che mi tratterebbero come fossi un cane? >> << Blackrose, non dire assurdità, lo fanno perché sono arrabbiati per ciò che hai fatto. >> << Apri gli occhi Dragonbreath, lo fanno perché possono. Vuoi fare un'esperimento con me? Vuoi vedere che ho ragione? Lasciami uscire di qua senza le catene, e ti dimostrerò che staranno tutti in silenzio e a testa bassa. Ti do la mia parola che me ne andrò diritto in cella e non farò del male a nessuno. Ti dimostrerò che la Tirannia e la Prepotenza sono parte intrinseca del nostro essere, della nostra anima, pure nel combatterle non si fa altro che alimentarle. Quindi perché? Perché farlo? Perché non accettare semplicemente la verità delle cose? Io sono un Tiranno. Tu sei un Tiranno. L'uomo che mi sputa nel piatto e poi me lo lancia nella cella è un Tiranno. Allora, facciamo questo esperimento?>>
I due si guardarono, seri, non vi era alcuna espressione di sfida o di scherno, ancora una volta, si fissavano, studiandosi con attenzione.
<< Per oggi mi terrò la mia curiosità e lascerò aperta la porta del dubbio sul fatto che tu possa avere ragione. Continua pure. >> << Come preferisci. Dunque stavamo dicendo...il viaggio a Saerloon...>>
...continua...
Edited by L'Ombra di Myos - 1/2/2021, 17:23
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