Il Saggio Jolron si mosse nel letto con una leggera punta di fastidio, la sensazione sgradevole che il suo corpo massiccio iniziava ad accusare il passare degli anni, gli scontri continui ed il duro lavoro. Lisciò la barba, che durante il suo sonno profondo da bambino beato aveva preso una piega alquanto bizzarra, e si alzò per prendere una sedia e portarla davanti al comodino che aveva addobbato come un piccolo altare, là nella sua stanza all'Elmo e Mantello di Oscar, a Baldur's Gate. Pronunciò le sue orazioni e suonò un piccolo diapason, che usò per accompagnare l'intera durata del suo raccoglimento presso la Meraviglia. Quando ebbe finito, si regalò una ricca colazione a base di formaggio e pane bianco, bevve avidamente una gran coppa di latte e miele e scese di sotto, nella grande sala della locanda. Nonostante fosse mattino presto per la sensibilità del saggio Jolron, mancava poco all'ora di pranzo e la locanda era gremita di avventori. Salutò un po' tutti con il suo fare cordiale, commentando amichevolmente e intrattenendo chi gli capitava a tiro con i suoi modi bizzarri. Qualcosa però, non era inquadrata nel modo giusto. Aveva recuperato quasi tutti i materiali richiesti da Gibilin per la creazione della loro meraviglia, un oggetto che secondo l'abile confratello gnomo avrebbe rivoluzionato la concezione stessa di arma. Si lisciò la barba, pensieroso. Era fiero che quel progetto fosse stato affidato a lui, che d'altronde era oramai un metallurgo armaiolo di comprovata capacità, che aveva ricevuto i complimenti da un mastro nano. Era felice che gli fosse stata data l'opportunità di portare un po' di meraviglia nel mondo, strabiliare ed ispirare. Proprio perché investito da questi grandi privilegi, sentiva gravoso sulle spalle il peso della responsabilità di un imminente fallimento: i giorni trascorrevano veloci, e l'ultimo materiale necessario, il ferro febbrile per la realizzazione dei tre cilindri ignitori, era ancora solo un'idea nella mente turbinante del saggio. Restava perplesso del silenzio della sua voce consigliera, un po' come se non riuscisse ad immaginare un seguito a quella vicenda. Da saggio però ben sapeva che il futuro ha origini lontane che si chiamano passato, e pure il futuro della sua meraviglia aveva deciso di avere inizio dalle radici.
Ad un paio di isolati dalla locanda di Oscar si imbatté in Luvia, la strabiliante Hin che gli aveva consegnato il Piscio di Troll, la sostanza che aveva intenzione di consegnare a Gibilin per proporgli l'inversione del sistema di caricamento e ignizione della FBG. Pareva però ben triste, e con lei c'era un altro Hin che non aveva mai visto prima. É compito della meraviglia aprire gli occhi alla speranza, all'inventiva ed al futuro. Si chinò, allargando le braccia come se dovesse accogliervi il rammarico della piccola avventuriera. L'ascoltò brevemente prima di invitarla ed accoglierla presso la casa del Capo della Forgia. Con i suoi modi più paterni e comprensivi, si propose di porre rimedio alle sue angherie. Perché quando si parla di persone di ferro, a volte un fabbro serve più di un medico.
*IL SERMONE DELLA SPADA SPEZZATA*
Mi hanno portato i pezzi d'una spada. Era una spada bella, e non la si voleva buttare via. Era una spada di quelle mansinistra, con il brocchiere sulla guardia e la lama corta e dritta, rigida che buca le corazze e buona un po' per tutto. Una bella arma, t'ho detto. Ma si era rotta. Ed io volevo ripararla, perché le cose belle e buone vale la pena ripararle e non gettarle via. Non è facile dare fiducia a una cosa rotta; sia pure se la ripari, perché ti chiederai sempre quando si romperà di nuovo. Ci si potrebbe costruire qualcosa di nuovo, con quei pezzi. Però quello che c'era era talmente buono, talmente unico che non avrebbe senso svilire così quello che ne resta, come se fosse solo rottame. La si potrebbe rifare uguale. Si, è la cosa migliore. Farla uguale e rafforzarla un po'. Ma per rifarla uguale, occorre avere tutti i pezzi, perfino quelli rotti, perfino quelli che pensi siano stati i più fragili. Guardati indietro, ragazza di ferro. Perché per essere te stessa, hai bisogno di quei pezzi che credi di aver dimenticato.
*IL BELLISSIMO FOCOLATORE GAGLIARDO* Quando ebbe finito il suo sermone alla ragazza di ferro, il Saggio Jolron restò a parlare molto con lei. Una persona fiera, un ufficiale del Pugno Fiammante che aveva combattuto ovunque, uscendone così come ne escono le armi: con meno filo, ma con più esperienza. E di esperienza ne aveva accumulata molta, e pure di cicatrici. Ed una brava metallurga, che durante il suo lungo avventurarsi per le vie del Toril aveva collezionato ogni sorta di stranezza e singolarità. Discutendo con il Saggio, il Caporale chiese se, quando questi si era presentato per parlare di un "problema di fonderia", fosse palese oppure allegorico. In effetti, un problema il Saggio lo aveva: quel "ferro di brace", o "ferro febbrile" come lo chiamavano alcuni: raro e difficile da lavorare, e gli serviva per la realizzazione degli ignitori della Meraviglia. Citando Gibilin: "Tutto é possibile, con il materiale giusto!" La ragazza di ferro decise di ricompensare la saggezza di Jolron donando al clero di Gond una scorta di rarità che certo avrebbe permesso agli operosi Artigiani della Forgia di mettere al mondo strabilianti meraviglie.
Il BFG9000 era pronto a meravigliare il mondo.
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